IN FRANCIA I SINDACATI PROTESTANO. DA NOI DIALOGANO CON LA MELONI In Francia i sindacati smuovono centinaia di migliaia di persone manifestando contro il governo che vuole innalzare di due anni l’età pensionabile, in Italia invece la CGIL è legata a doppio filo al governo, pronta a tradire sempre i lavoratori non lottando mai per i loro diritti. La CGIL e il suo segretario Landini, hanno accettato tutte le richieste che il governo precedente guidato da Mario Draghi ha fatto, dall’adozione del green pass, ai continui tagli alla sicurezza e finendo con l’assordante silenzio sulle delocalizzazioni e licenziamenti che hanno invaso il nostro il nostro paese negli ultimi anni. Adesso per suggellare l’eterna alleanza tra i sindacati confederali e il governo di turno, la Meloni è stata invitata ufficialmente da Landini a parlare al congresso nazionale della CGIL il 17 marzo, “Il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil lo considero positivo, – ha commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini. La CGIL ha abbandonato completamente il suo ruolo di difensore dei lavoratori per andare a fare da lacchè al governo di turno. Negli altri paesi, come la Francia, invece ancora lottano per tutelare e dare una dignità ai lavoratori.


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IN FRANCIA I SINDACATI PROTESTANO.
DA NOI DIALOGANO CON LA MELONI

In Francia i sindacati smuovono centinaia di migliaia di persone manifestando contro il governo che vuole innalzare di due anni l’età pensionabile, in Italia invece la CGIL è legata a doppio filo al governo, pronta a tradire sempre i lavoratori non lottando mai per i loro diritti.

La CGIL e il suo segretario Landini, hanno accettato tutte le richieste che il governo precedente guidato da Mario Draghi ha fatto, dall’adozione del green pass, ai continui tagli alla sicurezza e finendo con l’assordante silenzio sulle delocalizzazioni e licenziamenti che hanno invaso il nostro il nostro paese negli ultimi anni.
Adesso per suggellare l’eterna alleanza tra i sindacati confederali e il governo di turno, la Meloni è stata invitata ufficialmente da Landini a parlare al congresso nazionale della CGIL il 17 marzo, “Il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil lo considero positivo, – ha commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini.

La CGIL ha abbandonato completamente il suo ruolo di difensore dei lavoratori per andare a fare da lacchè al governo di turno. Negli altri paesi, come la Francia, invece ancora lottano per tutelare e dare una dignità ai lavoratori.

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LA POVERTÀ ERODE I QUARTIERI POPOLARI La situazione sociale ed economica nel nostro Paese peggiora di giorno in giorno, dalle ricette di austerità promosse dall’Unione Europea e portate avanti da Monti, Conte, Draghi e Meloni e sostenute da tutti i partiti, l’Italia diventa sempre più povera e va sempre più verso il fallimento. In dieci anni, dai 2012 al 2022, dalle vie di città e dai paesi d’Italia sono scomparsi più di 99 mila negozi mentre il commercio ambulante ha perso altre 16mila imprese. Ancora peggiore è la situazione dei quartieri popolari che grazie alla desertificazione, chiudono sempre più negozi legati al commercio tradizionale, persino quelli storici. I settori più colpiti nel ultimo decennio sono chi vende libri e giocattoli, mobili e ferramenta con una flessione intorno al 30%, i distributori di benzina (-38,5%). Non ce la fanno più i titolari dei negozi di calzature e abbigliamento, diminuiti di poco più di un quinto, quelli di alimentari (-7,6%) e persino i tabaccai (-3%). A guadagnarci sono state solamente le grandi multinazionali straniere e i giganti dell’e-commerce che negli ultimi anni hanno avuto grossissimi favori fiscali da parte dei governi e hanno potuto aumentare a dismisura i loro fatturati, andando ad annientare chi vive del proprio lavoro. Si calcola che per un posto di lavoro precario creato nella grande distribuzione e nell’e-commerce vengono distrutti 5 posti di lavoro stabili nel commercio di prossimità. Quel che è scomparso è una parte importante della sostanza stessa della vita locale, con il corrispondente disfacimento del tessuto sociale. CI STANNO PORTANDO VERSO LA DISTRUZIONE, FERMIAMOLI!


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LA POVERTÀ ERODE I QUARTIERI POPOLARI

La situazione sociale ed economica nel nostro Paese peggiora di giorno in giorno, dalle ricette di austerità promosse dall’Unione Europea e portate avanti da Monti, Conte, Draghi e Meloni e sostenute da tutti i partiti, l’Italia diventa sempre più povera e va sempre più verso il fallimento.

In dieci anni, dai 2012 al 2022, dalle vie di città e dai paesi d’Italia sono scomparsi più di 99 mila negozi mentre il commercio ambulante ha perso altre 16mila imprese.
Ancora peggiore è la situazione dei quartieri popolari che grazie alla desertificazione, chiudono sempre più negozi legati al commercio tradizionale, persino quelli storici. I settori più colpiti nel ultimo decennio sono chi vende libri e giocattoli, mobili e ferramenta con una flessione intorno al 30%, i distributori di benzina (-38,5%).
Non ce la fanno più i titolari dei negozi di calzature e abbigliamento, diminuiti di poco più di un quinto, quelli di alimentari (-7,6%) e persino i tabaccai (-3%).

A guadagnarci sono state solamente le grandi multinazionali straniere e i giganti dell’e-commerce che negli ultimi anni hanno avuto grossissimi favori fiscali da parte dei governi e hanno potuto aumentare a dismisura i loro fatturati, andando ad annientare chi vive del proprio lavoro.

Si calcola che per un posto di lavoro precario creato nella grande distribuzione e nell’e-commerce vengono distrutti 5 posti di lavoro stabili nel commercio di prossimità.

Quel che è scomparso è una parte importante della sostanza stessa della vita locale, con il corrispondente disfacimento del tessuto sociale.

CI STANNO PORTANDO VERSO LA DISTRUZIONE, FERMIAMOLI!

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LETTA E MELONI DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA STESSE POLITICHE E STESSA STIMA RECIPROCA Il PD rimane il peggior partito d’Italia grazie alle sue politiche che hanno distrutto tutti i diritti dei lavoratori e negli ultimi anni ha cercato di rimanere al governo in tutti i modi, illudendo i suoi elettori di essere un partito di centro sinistra. Dal 2011 fino ad oggi il PD ha sempre partecipato attivamente a tutti i governi che si sono succeduti, da Monti fino ai due governi Draghi insieme al centro LEGA, BERLUSCONI,M5S etc. Adesso che le elezioni hanno decretato la vittoria di Giorgia Meloni, il PD ritenta la via delle larghe intese per ritagliarsi una visibilità anche in questo governo e lo fa attraverso il suo segretario Letta che invia messaggi di stima alla sua diretta avversaria politica, dimostrando che i due partiti sono esattamente due facce della stessa medaglia e che portano avanti le stesse politiche contro il popolo e i lavoratori e solamente a favore delle multinazioni, di banche, dell’Unione Europea e della NATO. Letta dichiara che la Meloni “è meglio di quanto ci aspettassimo” sulle questioni economiche e finanziarie e ha abbandonato la sua aggressività nei confronti dell’Unione Europea decidendo di “seguire le regole” ed evitando di “commettere errori”. Queste sono le parole del segretario del PD rilasciate al New York Times che dimostrano quanto i due partiti siano sulla stessa linea e aprendo a un futuro (finalmente) insieme


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LETTA E MELONI DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
STESSE POLITICHE E STESSA STIMA RECIPROCA

Il PD rimane il peggior partito d’Italia grazie alle sue politiche che hanno distrutto tutti i diritti dei lavoratori e negli ultimi anni ha cercato di rimanere al governo in tutti i modi, illudendo i suoi elettori di essere un partito di centro sinistra.

Dal 2011 fino ad oggi il PD ha sempre partecipato attivamente a tutti i governi che si sono succeduti, da Monti fino ai due governi Draghi insieme al centro LEGA, BERLUSCONI,M5S etc. Adesso che le elezioni hanno decretato la vittoria di Giorgia Meloni, il PD ritenta la via delle larghe intese per ritagliarsi una visibilità anche in questo governo e lo fa attraverso il suo segretario Letta che invia messaggi di stima alla sua diretta avversaria politica, dimostrando che i due partiti sono esattamente due facce della stessa medaglia e che portano avanti le stesse politiche contro il popolo e i lavoratori e solamente a favore delle multinazioni, di banche, dell’Unione Europea e della NATO.

Letta dichiara che la Meloni “è meglio di quanto ci aspettassimo” sulle questioni economiche e finanziarie e ha abbandonato la sua aggressività nei confronti dell’Unione Europea decidendo di “seguire le regole” ed evitando di “commettere errori”.
Queste sono le parole del segretario del PD rilasciate al New York Times che dimostrano quanto i due partiti siano sulla stessa linea e aprendo a un futuro (finalmente) insieme

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GUERRA, STRAGI, CARESTIA, PESTILENZA È difficile vedere una contesa in cui hanno tutti torto. Il 19 maggio 2020 il governo Conte II – 5 Stelle + PD – approva un decreto che è stato definito criminogeno. La quantità di truffe che si potevano infilare con una girandola di crediti era stata subito sottolineata. Ha fatto risalire il PIL, già depresso dalla pandemia, grazie a un assalto alla diligenza di chi è riuscito a saltar su. Sopravvalutazione dei costi e sperperi enormi. Molti però sono rimasti in mezzo al guado: impegni presi e lavori bloccati a causa di ditte inadempienti in parte per l’esplosione dei costi e in parte per un sovraffollamento di impegni. Ora siamo davanti a un’esplosione dell’impegno pubblico (110 miliardi!) e una ridda di redditi incagliati. Il governo Meloni non trova di meglio che gettare benzina sul fuoco. Blocco di tutte le cessioni e gli sconti in fattura per tutte le tipologie di bonus edilizi: superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, facciate, sismabonus, barriere architettoniche, prime cessioni di tutti i bonus energia, dei crediti per la ristorazione, di quelli legati alla super Ace, dei bonus per le imprese turistiche e per le agenzie di viaggio. Salta anche la cessione dei crediti nelle norme sull’efficientamento energetico degli immobili e divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti di imposta scaturiti dalle opzioni di cessione. Alla faccia della transizione ecologica. Restano solo le detrazioni, a cui potranno accedere solo coloro che hanno un reddito elevato. Come avevamo detto fin dalla sua costituzione, questo Governo è stato chiamato ad eseguire la sepoltura del cadavere dell’economia italiana avviata dai governi Conte e Draghi.


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GUERRA, STRAGI, CARESTIA, PESTILENZA

È difficile vedere una contesa in cui hanno tutti torto.
Il 19 maggio 2020 il governo Conte II – 5 Stelle + PD – approva un decreto che è stato definito criminogeno. La quantità di truffe che si potevano infilare con una girandola di crediti era stata subito sottolineata. Ha fatto risalire il PIL, già depresso dalla pandemia, grazie a un assalto alla diligenza di chi è riuscito a saltar su. Sopravvalutazione dei costi e sperperi enormi. Molti però sono rimasti in mezzo al guado: impegni presi e lavori bloccati a causa di ditte inadempienti in parte per l’esplosione dei costi e in parte per un sovraffollamento di impegni.
Ora siamo davanti a un’esplosione dell’impegno pubblico (110 miliardi!) e una ridda di redditi incagliati.

Il governo Meloni non trova di meglio che gettare benzina sul fuoco.
Blocco di tutte le cessioni e gli sconti in fattura per tutte le tipologie di bonus edilizi: superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, facciate, sismabonus, barriere architettoniche, prime cessioni di tutti i bonus energia, dei crediti per la ristorazione, di quelli legati alla super Ace, dei bonus per le imprese turistiche e per le agenzie di viaggio. Salta anche la cessione dei crediti nelle norme sull’efficientamento energetico degli immobili e divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti di imposta scaturiti dalle opzioni di cessione. Alla faccia della transizione ecologica.
Restano solo le detrazioni, a cui potranno accedere solo coloro che hanno un reddito elevato.
Come avevamo detto fin dalla sua costituzione, questo Governo è stato chiamato ad eseguire la sepoltura del cadavere dell’economia italiana avviata dai governi Conte e Draghi.

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PD E MELONI GOVERNANO INSIEME Il PD è il partito che odia più di tutti i lavoratori e il popolo, lo dimostra sempre di più giorno dopo giorno. Dopo aver sprecato una intera campagna elettorale bipolare a urlare al lupo al lupo contro Meloni e il pericolo “fascismo”, eccoli tutti in fila ad accodarsi a Meloni sulla via di Kiev, supportando il nuovo governo nelle decisioni sulla guerra. Il Partito Democratico ha buttato definitivamente la maschera e ha fatto di tutto per proseguire la linea portata avanti sin da quando era al governo con Draghi. volevano un governo di guerra, un Gabinetto di guerra e sono riusciti a costituirlo insieme a questo governo di destra, con anche l’appoggio di Articolo 1. La paura del ritorno al fascismo si è spenta subito dopo le elezioni quando si sono trovati tutti d’accordo nel continuare a ignorare l’articolo 11 della Costituzione con l’invio di armi e fondi all’Ucraina, creando di fatto un nuovo governo delle larghe intese insieme alla tanto odiata Meloni


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PD E MELONI GOVERNANO INSIEME

Il PD è il partito che odia più di tutti i lavoratori e il popolo, lo dimostra sempre di più giorno dopo giorno.
Dopo aver sprecato una intera campagna elettorale bipolare a urlare al lupo al lupo contro Meloni e il pericolo “fascismo”, eccoli tutti in fila ad accodarsi a Meloni sulla via di Kiev, supportando il nuovo governo nelle decisioni sulla guerra.

Il Partito Democratico ha buttato definitivamente la maschera e ha fatto di tutto per proseguire la linea portata avanti sin da quando era al governo con Draghi. volevano un governo di guerra, un Gabinetto di guerra e sono riusciti a costituirlo insieme a questo governo di destra, con anche l’appoggio di Articolo 1.

La paura del ritorno al fascismo si è spenta subito dopo le elezioni quando si sono trovati tutti d’accordo nel continuare a ignorare l’articolo 11 della Costituzione con l’invio di armi e fondi all’Ucraina, creando di fatto un nuovo governo delle larghe intese insieme alla tanto odiata Meloni

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🔴 VENTI DI GUERRA il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo Politici, commentatori, analisti economici, imprenditori… insomma, di quelli che si arrogano il titolo di “classe dirigente” di questo Paese, si chiedono, un po’ smarriti: “cosa fa l’America?”. Qualcuno constata che il prezzo dell’energia tra le due Sponde non consente di reggere la concorrenza, che gli USA varano un durissimo pacchetto di misure protezionistiche a favore della loro economia interna, che fomentano e finanziano con miliardi un conflitto che è contrario agli interessi di tutti i popoli europei. La risposta da questa parte dell’Atlantico sono pannicelli caldi. Misure per “ristorare” le perdite che non potranno durare a lungo, ogni governo va per conto suo con aiuti di Stato che sono vietati fino a quando non vengono messi in atto dalla Germania. Il governo “sovranista” di cartone di Meloni fa a gara a gettare per primo il nostro Paese nella fornace della guerra, inviando armi moderne e offensive che esporranno sempre di più il nostro paese. I lavoratori italiani vedono solo in questo teatrino che le bollette e conseguentemente tutti i prezzi aumentano, che i salari diminuiscono, che aumenta la precarizzazione e diminuiscono i loro diritti. Le chiacchiere della nostra “classe dirigente” stanno a zero. Nonostante “maggioranza” e “opposizione” si siano scambiati i ruoli in Parlamento, tutto resta perfettamente uguale. Avanti sempre più veloci verso il baratro. I comunisti lanciano un appello a tutti coloro che vivono del proprio lavoro, dipendenti pubblici e privati, autonomi, precari, disoccupati, pensionati. Il nemico è quello che marcia alla nostra testa. Il nemico è la autonominata “classe dirigente” europeista, atlantista, in una parola traditrice. Uniamoci in un ampio e vasto fronte che, come abbiamo fatto nelle scorse elezioni, metta al primo posto gli interessi della stragrande maggioranza del popolo italiano. Contro la guerra. E quindi contro la NATO e l’invio delle armi Contro la crisi. E quindi contro le sanzioni e tutte le misure che l’UNIONE EUROPEA continua a prendere Per il lavoro. E quindi contro il governo Meloni, che in perfetta continuità del governo Draghi, scarica i costi della crisi sui più deboli. Rovesciamo questa “classe dirigente” che in realtà è diretta a bacchetta dagli Stati Uniti.


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🔴 VENTI DI GUERRA
il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo

Politici, commentatori, analisti economici, imprenditori… insomma, di quelli che si arrogano il titolo di “classe dirigente” di questo Paese, si chiedono, un po’ smarriti: “cosa fa l’America?”. Qualcuno constata che il prezzo dell’energia tra le due Sponde non consente di reggere la concorrenza, che gli USA varano un durissimo pacchetto di misure protezionistiche a favore della loro economia interna, che fomentano e finanziano con miliardi un conflitto che è contrario agli interessi di tutti i popoli europei.

La risposta da questa parte dell’Atlantico sono pannicelli caldi. Misure per “ristorare” le perdite che non potranno durare a lungo, ogni governo va per conto suo con aiuti di Stato che sono vietati fino a quando non vengono messi in atto dalla Germania.

Il governo “sovranista” di cartone di Meloni fa a gara a gettare per primo il nostro Paese nella fornace della guerra, inviando armi moderne e offensive che esporranno sempre di più il nostro paese.

I lavoratori italiani vedono solo in questo teatrino che le bollette e conseguentemente tutti i prezzi aumentano, che i salari diminuiscono, che aumenta la precarizzazione e diminuiscono i loro diritti.

Le chiacchiere della nostra “classe dirigente” stanno a zero. Nonostante “maggioranza” e “opposizione” si siano scambiati i ruoli in Parlamento, tutto resta perfettamente uguale. Avanti sempre più veloci verso il baratro.
I comunisti lanciano un appello a tutti coloro che vivono del proprio lavoro, dipendenti pubblici e privati, autonomi, precari, disoccupati, pensionati. Il nemico è quello che marcia alla nostra testa. Il nemico è la autonominata “classe dirigente” europeista, atlantista, in una parola traditrice.

Uniamoci in un ampio e vasto fronte che, come abbiamo fatto nelle scorse elezioni, metta al primo posto gli interessi della stragrande maggioranza del popolo italiano.

Contro la guerra. E quindi contro la NATO e l’invio delle armi
Contro la crisi. E quindi contro le sanzioni e tutte le misure che l’UNIONE EUROPEA continua a prendere

Per il lavoro. E quindi contro il governo Meloni, che in perfetta continuità del governo Draghi, scarica i costi della crisi sui più deboli.
Rovesciamo questa “classe dirigente” che in realtà è diretta a bacchetta dagli Stati Uniti.

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ANCORA AUMENTI DEL CARBURANTE NE PAGANO LE CONSEGUENZE SOLO I CITTADINI Grazie al Governo Meloni, dal primo gennaio, i cittadini hanno visto aumentare sensibilmente il prezzo del carburante nelle pompe di benzina, la neo presidentessa però aveva promesso in un video che avrebbe tolto le accise e fatto abbassare sensibilmente i prezzi, ovviamente ciò non è avvenuto e il governo si è subito allineato alla linea intrapresa da Draghi. Adesso anche i benzinai scenderanno in piazza contro le ultime manovre del governo e il 25 e 26 gennaio ci sarà uno sciopero generale dei benzinai contro il governo Meloni che ha appena varato un decreto che riformula anche una norma introdotta nel 2007 dal governo Prodi per destinare gli aumenti degli incassi da Iva sui carburanti a una riduzione del prelievo da accise.Il taglio delle accise, recita il decreto, “può essere adottato se il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Def”. La Meloni oltre a non aver tolto le accise sulla benzina ha anche eliminato lo sconto di 18 cent/l introdotto dal precedente governo, facendo schizzare il prezzo del carburante fino quasi ai 2€ al litro. Un aumento sensibile che si è subito ripercosso sulle tasche dei cittadini e dei lavoratori impoverendoli ulteriormente. Questi aumenti sono dovuti soprattutto al sostegno che il nostro governo sta dando (sia economico che militare) alla guerra in Ucraina e a pagarne le conseguenze di queste scelte disastrose è sempre e solo il popolo.


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ANCORA AUMENTI DEL CARBURANTE
NE PAGANO LE CONSEGUENZE SOLO I CITTADINI

Grazie al Governo Meloni, dal primo gennaio, i cittadini hanno visto aumentare sensibilmente il prezzo del carburante nelle pompe di benzina, la neo presidentessa però aveva promesso in un video che avrebbe tolto le accise e fatto abbassare sensibilmente i prezzi, ovviamente ciò non è avvenuto e il governo si è subito allineato alla linea intrapresa da Draghi.

Adesso anche i benzinai scenderanno in piazza contro le ultime manovre del governo e il 25 e 26 gennaio ci sarà uno sciopero generale dei benzinai contro il governo Meloni che ha appena varato un decreto che riformula anche una norma introdotta nel 2007 dal governo Prodi per destinare gli aumenti degli incassi da Iva sui carburanti a una riduzione del prelievo da accise.Il taglio delle accise, recita il decreto, “può essere adottato se il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Def”.

La Meloni oltre a non aver tolto le accise sulla benzina ha anche eliminato lo sconto di 18 cent/l introdotto dal precedente governo, facendo schizzare il prezzo del carburante fino quasi ai 2€ al litro. Un aumento sensibile che si è subito ripercosso sulle tasche dei cittadini e dei lavoratori impoverendoli ulteriormente.

Questi aumenti sono dovuti soprattutto al sostegno che il nostro governo sta dando (sia economico che militare) alla guerra in Ucraina e a pagarne le conseguenze di queste scelte disastrose è sempre e solo il popolo.

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Piano oncologico nazionale? TAGLIATO DAL NUOVO GOVERNO! La nuova legge di bilancio del nuovo governo sta mettendo in mostra il vero volto di questo esecutivo, cioè seguire la linea tracciata da Draghi e seguire fedelmente i diktat di UE, USA e NATO. Dopo i vari regali fatti alle multinazionali, i tagli alla scuola e a tutti i servizi, adesso arriva un ulteriore taglio alla sanità che penalizzerà soprattutto i malati di cancro. Dopo le solite promesse fasulle fatte dal Governo Meloni e dal Ministro Schillaci per lo stanziamento di 20 milioni di Euro, saltano i fondi promessi per il piano oncologico nazionale. Le diagnosi di tumore in Italia sono aumentate anche a causa dei ritardi legati al Covid-19, ma a nulla è valso l’allarme lanciato dall’Associazione italiana oncologia medica (Aiom) pochi giorni fa alla presenza de ministro Schillaci. “Servono stanziamenti economici e risorse umane per realizzare il piano oncologico, le parole altrimenti diventano pietre dolorose” La cura dei tumori costa al nostro Paese 16 miliardi all’anno, da aggiungere ai 5 che i cittadini tirano fuori dalle proprie tasche per accelerare i tempi di una diagnosi. Serve un impegno senza precedenti per evitare che i tumori diventino la prima causa di morte nel nostro continente e per far si che ciò avvenga serve una Sanità Pubblica efficiente, di quali e gratuita per tutti, che stanzi fondi per la ricerca e che non tratti i pazienti come clienti.


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Piano oncologico nazionale? TAGLIATO DAL NUOVO GOVERNO!

La nuova legge di bilancio del nuovo governo sta mettendo in mostra il vero volto di questo esecutivo, cioè seguire la linea tracciata da Draghi e seguire fedelmente i diktat di UE, USA e NATO.
Dopo i vari regali fatti alle multinazionali, i tagli alla scuola e a tutti i servizi, adesso arriva un ulteriore taglio alla sanità che penalizzerà soprattutto i malati di cancro.

Dopo le solite promesse fasulle fatte dal Governo Meloni e dal Ministro Schillaci per lo stanziamento di 20 milioni di Euro, saltano i fondi promessi per il piano oncologico nazionale.

Le diagnosi di tumore in Italia sono aumentate anche a causa dei ritardi legati al Covid-19, ma a nulla è valso l’allarme lanciato dall’Associazione italiana oncologia medica (Aiom) pochi giorni fa alla presenza de ministro Schillaci. “Servono stanziamenti economici e risorse umane per realizzare il piano oncologico, le parole altrimenti diventano pietre dolorose”
La cura dei tumori costa al nostro Paese 16 miliardi all’anno, da aggiungere ai 5 che i cittadini tirano fuori dalle proprie tasche per accelerare i tempi di una diagnosi.

Serve un impegno senza precedenti per evitare che i tumori diventino la prima causa di morte nel nostro continente e per far si che ciò avvenga serve una Sanità Pubblica efficiente, di quali e gratuita per tutti, che stanzi fondi per la ricerca e che non tratti i pazienti come clienti.

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NUOVO GOVERNO NUOVO REGALO ALLE MULTINAZIONALI E CONFINDUSTRIA Il nuovo governo targato Meloni non perde tempo nell’aiutare i ricchi penalizzando i poveri e lo fa con la stessa linea del suo predecessore Mario Draghi. Nella nuova legge di Bilancio del governo Meloni ci sarà un grosso regalo alle multinazionali italiane (dopo altri 12 tra condoni, sconti e agevolazioni tributarie di vario tipo) che consiste nell’introduzione di uno scudo fiscale detta “volontary disclosure” che di fatto significa un maxisconto sui tributi da versare sul rimpatrio degli utili nascosti nei paradisi fiscali delle aziende italiane che hanno realizzato un fatturato annuo superiore ai 750 milioni di Euro. Un ulteriore regalo verrà fatto anche ai cittadini stranieri che possiedono società immobiliari con sede all’estero che possiedono più di metà del loro patrimonio immobiliare nel nostro paese, nel caso vendessero uno dei loro immobili presenti nel nostro paese non saranno tenuti a pagare alcuna imposta o tassa al fisco. In sostanza il nuovo governo rinuncia a tassare gli utili realizzati dalle società immobiliari estere che operano nel nostro paese e condona gli utili che le nostre imprese hanno nascosto nei paradisi fiscali esteri. Un vero e proprio regalo ai ricchi e uno schiaffo in faccia a tutte le famiglie e a tutti i lavoratori che con l’aumento dei prezzi e delle bollette sono sempre più costretti a fare la fame. Questo governo, come i precedenti, fa di tutto per agevolare e favorire le Multinazionali e Confindustria a scapito del benessere dei propri cittadini e di tutto il paese che versa in situazione sempre più disastrosa giorno dopo giorno.


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NUOVO GOVERNO
NUOVO REGALO ALLE MULTINAZIONALI E CONFINDUSTRIA

Il nuovo governo targato Meloni non perde tempo nell’aiutare i ricchi penalizzando i poveri e lo fa con la stessa linea del suo predecessore Mario Draghi.

Nella nuova legge di Bilancio del governo Meloni ci sarà un grosso regalo alle multinazionali italiane (dopo altri 12 tra condoni, sconti e agevolazioni tributarie di vario tipo) che consiste nell’introduzione di uno scudo fiscale detta “volontary disclosure” che di fatto significa un maxisconto sui tributi da versare sul rimpatrio degli utili nascosti nei paradisi fiscali delle aziende italiane che hanno realizzato un fatturato annuo superiore ai 750 milioni di Euro.
Un ulteriore regalo verrà fatto anche ai cittadini stranieri che possiedono società immobiliari con sede all’estero che possiedono più di metà del loro patrimonio immobiliare nel nostro paese, nel caso vendessero uno dei loro immobili presenti nel nostro paese non saranno tenuti a pagare alcuna imposta o tassa al fisco.

In sostanza il nuovo governo rinuncia a tassare gli utili realizzati dalle società immobiliari estere che operano nel nostro paese e condona gli utili che le nostre imprese hanno nascosto nei paradisi fiscali esteri.
Un vero e proprio regalo ai ricchi e uno schiaffo in faccia a tutte le famiglie e a tutti i lavoratori che con l’aumento dei prezzi e delle bollette sono sempre più costretti a fare la fame.

Questo governo, come i precedenti, fa di tutto per agevolare e favorire le Multinazionali e Confindustria a scapito del benessere dei propri cittadini e di tutto il paese che versa in situazione sempre più disastrosa giorno dopo giorno.

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1 GENNAIO 1959: TRIONFA LA RIVOLUZIONE! Con il rovesciamento del regime del generale Batista grazie alla rivoluzione guidata da Fidel Castro e da Ernesto Che Guevara, nel 1959 Cuba entra in una nuova era. I ricchi proprietari terrieri, i servi del dittatore filo USA e i potenti mafiosi italo-americani che fino ad allora avevano abusato della libertà del popolo cubano, scappano inseguiti dalle fucilate dei giovani rivoluzionari, che trasformeranno da lì a poco Cuba. Non più “il bordello degli USA”, ma la patria di un popolo unito, compatto e fiero della propria storia. Un popolo che ancora oggi resiste agli attentati e all’infame blocco economico che gli Stati Uniti continuano a perpetuare. Con un saluto fraterno al popolo cubano, il Partito Comunista continua il suo percorso contro il governo Draghi, il governo delle banche, dell’Unione Europea, e degli sfruttatori di quelli che vivono del proprio lavoro e chiunque continui a voler imbavagliare la volontà del popolo. BUON 2023, non un passo indietro!


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1 GENNAIO 1959: TRIONFA LA RIVOLUZIONE!

Con il rovesciamento del regime del generale Batista grazie alla rivoluzione guidata da Fidel Castro e da Ernesto Che Guevara, nel 1959 Cuba entra in una nuova era.
I ricchi proprietari terrieri, i servi del dittatore filo USA e i potenti mafiosi italo-americani che fino ad allora avevano abusato della libertà del popolo cubano, scappano inseguiti dalle fucilate dei giovani rivoluzionari, che trasformeranno da lì a poco Cuba.
Non più “il bordello degli USA”, ma la patria di un popolo unito, compatto e fiero della propria storia.
Un popolo che ancora oggi resiste agli attentati e all’infame blocco economico che gli Stati Uniti continuano a perpetuare.
Con un saluto fraterno al popolo cubano, il Partito Comunista continua il suo percorso contro il governo Draghi, il governo delle banche, dell’Unione Europea, e degli sfruttatori di quelli che vivono del proprio lavoro e chiunque continui a voler imbavagliare la volontà del popolo.

BUON 2023, non un passo indietro!

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LA MELONI PRIMA ELOGIA I MILITARI POI GLI TAGLIA LE PENSIONI LA presidentessa del Consiglio Giorgia Meloni in questi giorni si è recata in Iraq per rendere omaggio ai militari italiani e tra un elogio ed una gratificazione, il suo governo, taglia loro le pensioni andandole a diminuire di circa 1500€ all’anno. Così la manovra all’interno della nuova legge di bilancio ruberà ai soldati, poliziotti e carabinieri in pensione con il sistema contributivo circa 1500 Euro all’anno, andando così ad impoverire sempre di più chi ha versato e lavorato tutta la vita e che adesso dovrebbe godersi gli anni di riposo. La legge di bilancio 2023 passerà alla storia per quella che è stata discussa di meno e che ha tolto praticamente tutto ai partiti e alle istanze del Parlamento. La Camera l’ha discussa meno di una settimana, gli emendamenti tra maggioranza e opposizione sono stati ridotti a poco più di cento. Il caos, gli errori da matita rossa e blu, i rinvii e tutto quello che tuttora resta ancora poco chiaro per non parlare di ciò che è fuori tema (i cinghiali prima di tutto) danno la misura della “inesperienza” per alcuni e “inadeguatezza” per altri di questa maggioranza che alle prese con la sua prima legge di bilancio ha lasciato perplessa la stessa maggioranza. La Meloni dunque sta portando avanti la linea che Draghi ha tracciato durante il suo mandato senza scostarsi minimamente da tutte quei decreti e leggi anti-popolari che hanno contraddistinto il suo mandato. Non c’è alcuna differenza tra la Meloni e Draghi, questo ormai è chiaro a tutti, adesso a pagarne le conseguenze saranno anche tutte le orze dell’ordine a cui verrà ridotta persino la pensione.


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LA MELONI PRIMA ELOGIA I MILITARI POI GLI TAGLIA LE PENSIONI

LA presidentessa del Consiglio Giorgia Meloni in questi giorni si è recata in Iraq per rendere omaggio ai militari italiani e tra un elogio ed una gratificazione, il suo governo, taglia loro le pensioni andandole a diminuire di circa 1500€ all’anno.
Così la manovra all’interno della nuova legge di bilancio ruberà ai soldati, poliziotti e carabinieri in pensione con il sistema contributivo circa 1500 Euro all’anno, andando così ad impoverire sempre di più chi ha versato e lavorato tutta la vita e che adesso dovrebbe godersi gli anni di riposo.

La legge di bilancio 2023 passerà alla storia per quella che è stata discussa di meno e che ha tolto praticamente tutto ai partiti e alle istanze del Parlamento. La Camera l’ha discussa meno di una settimana, gli emendamenti tra maggioranza e opposizione sono stati ridotti a poco più di cento. Il caos, gli errori da matita rossa e blu, i rinvii e tutto quello che tuttora resta ancora poco chiaro per non parlare di ciò che è fuori tema (i cinghiali prima di tutto) danno la misura della “inesperienza” per alcuni e “inadeguatezza” per altri di questa maggioranza che alle prese con la sua prima legge di bilancio ha lasciato perplessa la stessa maggioranza.

La Meloni dunque sta portando avanti la linea che Draghi ha tracciato durante il suo mandato senza scostarsi minimamente da tutte quei decreti e leggi anti-popolari che hanno contraddistinto il suo mandato. Non c’è alcuna differenza tra la Meloni e Draghi, questo ormai è chiaro a tutti, adesso a pagarne le conseguenze saranno anche tutte le orze dell’ordine a cui verrà ridotta persino la pensione.

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