CADE LA MASCHERA. NESSUNA OPPOSIZIONE ALL’OCCUPAZIONE

CADE LA MASCHERA. NESSUNA OPPOSIZIONE ALL’OCCUPAZIONE

La Knesset, il Parlamento israeliano, ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese:

“Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione”

Non si può nascondere che questa risoluzione fotografa la cruda realtà. Chiunque in Israele, di destra o di “sinistra”, si rende conto che, in caso si creasse un vero Stato sovrano palestinese, la destabilizzazione di Israele si creerebbe, ma non già per cause esterne, ma perché dovrebbero rientrare nel territorio assegnato allo stato ebraico 800mila coloni armati fino ai denti, che oggi si trovano su territori che svariate risoluzioni ONU riconoscono come occupate illegalmente da essi. Ciò provocherebbe un acuto stato di instabilità in Israele e la probabile guerra civile.

L’espansionismo e il colonialismo sionista non è riformabile o contenibile se non a spese della sua natura. Il vero progetto, mai nascosto, è: “Dal Fiume al Fiume”, che sarebbero il Nilo e l’Eufrate. Consigliamo il lettore di rinfrescarsi la memoria geografica con una bella consultazione su un atlante. Il titolo di proprietà vantato, a loro dire, sta nella Bibbia.

Non sappiamo se sia ingenuità o ipocrisia quella di tanti personaggi politici italiani che si prodigano a sostenere la soluzione dei “Due Popoli, Due Stati”. Non si capisce se confidano nel fatto che i Palestinesi continueranno a essere presi in giro, dal momento che questa aspirazione non si potrà mai verificare pacificamente e rappresenterebbe la fine dello Stato di Israele come stato ebraico, smascherando definitivamente la sua natura colonialista, segregazionista e razzista.

[1] Knesset vota risoluzione contro nascita Stato palestinese – Ultima ora – Ansa.it

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Il Comitato Centrale esprime la propria solidarietà con la resistenza del popolo palestinese

Il Comitato Centrale esprime la propria solidarietà con la resistenza del popolo palestinese

Il CC riunito a Roma il 6 luglio esprime la propria solidarietà con la resistenza del popolo palestinese che soffre per un’occupazione coloniale fin dal 1948, occupazione che si aggrava di giorno in giorno a causa della politica sionista sostenuta dell’imperialismo a guida USA.
Condanna il genocidio programmato in corso a Gaza. Condanna la velenosa propaganda sionista che imperversa nel nostro Paese e il doppiopesismo dei governi che si sono succeduti negli anni. Condanna la falsa opposizione di quei gruppi politici grandi e piccoli che non si smarcano da una posizione “mediana” tra carnefici e vittime.
Il Partito Comunista starà sempre a fianco dei popoli oppressi.


El CC reunido en Roma el 6 de julio expresa su solidaridad con la resistencia del pueblo palestino que sufre una ocupación colonial desde 1948, ocupación que se agrava día a día debido a la política sionista apoyada por el imperialismo dirigido por Estados Unidos.
Condena el genocidio planificado en Gaza. Condena la venenosa propaganda sionista que hace estragos en nuestro país y el doble rasero de los sucesivos gobiernos a lo largo de los años. Condena la falsa oposición de aquellos grupos políticos grandes y pequeños que no se distancian de una posición “intermedia” entre verdugos y víctimas.
El Partido Comunista siempre estará al lado de los pueblos oprimidos.


The CC meeting in Rome on 6 July expresses its solidarity with the resistance of the Palestinian people who have been suffering under a colonial occupation since 1948, an occupation that is worsening day by day due to the Zionist policy supported by US-led imperialism.
It condemns the ongoing planned genocide in Gaza. It condemns the poisonous Zionist propaganda raging in our country and the double standards of successive governments over the years. It condemns the false opposition of those political groups large and small that do not distance themselves from a ‘middle’ position between executioners and victims.
The Communist Party will always stand by the oppressed peoples.

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Incontro con il Segretario Generale Alberto Lombardo!

Incontro con il Segretario Generale Alberto Lombardo!

📢 Incontro con il Segretario Generale Alberto Lombardo!
Compagne e compagni, siamo entusiasti di annunciare che, di rientro dalla II^ Conferenza Internazionale delle riviste teoriche svolta a Cuba, il nostro Segretario Generale, Alberto Lombardo, terrà un incontro rivolto a tutti gli iscritti e simpatizzanti del Partito Comunista.
Questo sarà un momento fondamentale per condividere le visioni, le idee e i progetti futuri maturati nel corso della conferenza.
🗓 Data e Ora: Domenica 18 a partire dalle ore 15
📍 Luogo: L’evento sarà trasmesso sui canali web ufficiali del Partito Comunista. Assicurati di seguire le nostre pagine per non perdere questo importante appuntamento.
Invitiamo tutti a partecipare a questo evento unico. Sarà un’opportunità per dialogare direttamente con il nostro Segretario Generale e per essere parte attiva nella costruzione del nostro futuro comune.
Per ulteriori informazioni, rimanete sintonizzati sui nostri canali ufficiali.

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IL KKE SCIOGLIE D’IMPERIO L’INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI OPERAI ED EUROPEI

IL KKE SCIOGLIE D’IMPERIO L’INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI OPERAI ED EUROPEI

Come pubblicato sul sito del nostro Partito [1], il 31 agosto insieme al Partito Operaio Ungherese abbiamo abbandonato l’Iniziativa.

La decisione, come chiarito dalla lettera, è stata dettata dal fatto che la gestione dei dissidi ideologici e politici tra i partiti aderenti è stata gestita in modo verticistico. Non c’è stato spazio per un vero dibattito, le nostre proposte anche di minimi aggiustamenti nei comunicati sono state sempre respinte. Il colmo si è raggiunto quando è stata convocata per il 9 settembre una riunione plenaria telematica in cui ad ogni partito si concedevano solo 10 minuti. Persino la nostra richiesta di inviare un documento scritto è stata ignorata. D’altro lato il KKE ha organizzato negli ultimi tempi legittimi incontri bilaterali e multilaterali con partiti con cui hanno sintonia e non con quelli con cui c’era veramente da discutere, come il nostro. L’Iniziativa si era ridotta a formulare liturgici e sterili comunicati, neanche condivisi, per le ricorrenze.

Seguendo il comportamento di grandi e rispettati partiti comunisti, come quello cubano e portoghese, ci siamo astenuti dell’elevare il tono della polemica pubblica e a questa linea ci atterremo.

I compagni francesi hanno partecipato alla riunione del 9 settembre e dal loro resoconto [2] si può evincere a quale punto sia arrivato il comportamento verticistico tenuto dalla direzione della sezione internazionale del KKE. Dopo una introduzione e un giro di interventi dei vari partiti, è stata comunicata da parte del rappresentante del KKE la decisione di sciogliere l’Iniziativa. La sorpresa è stata grossa per tutti e chiedevano di intervenire per opporsi. Opportunità negata dalla segreteria “tecnica”. Persino la chat è stata disattivata impedendo ai partiti di esprimere il loro dissenso.

Al contrario, il resoconto emesso dal KKE [3] non tiene conto del reale andamento della discussione.

Come il partito è stato informato puntualmente, il prestigio e l’attenzione di cui godiamo a livello internazionale, sia nei partiti più grandi, che anche nei più piccoli, è in costante crescita.

Le posizioni politiche ben basate ideologicamente, equilibrate e responsabili che il nostro partito esprime e porta all’esterno – anche grazie all’opera instancabile del Segretariato Generale, già da tempo Responsabile Esteri, c. Alberto Lombardo – sono conosciute e apprezzate sempre di più. La prossima occasione della riunione plenaria dell’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai che si terrà a Smirne dal 18 al 22 ottobre sarà una preziosa occasione per aumentare ancora la proiezione del nostro partito in questa direzione.

La coraggiosa ed efficace azione politica che il nostro partito conduce nel nostro paese, le iniziative contro la guerra e per la difesa dei lavoratori e dei ceti popolari, la politica di aggregazione e di alleanze che stiamo sviluppando è guardata con rispetto, attenzione, approvazione e talvolta anche presa ad esempio.

Tutto ciò ci deve stimolare a intensificare l’opera del partito all’estero, nel paese e anche al proprio interno per assimilare a tutti i livelli la linea di massa che abbiamo intrapreso nel IV Congresso.

Si dà indicazione a tutti i compagni di spiegare bene all’interno e all’esterno del partito i concetti qui sviluppati. In particolare

1. Evitare polemiche coi partiti stranieri, anche nei siti social personali. La forza della nostra linea viene indebolita dalla rissa politica e l’ultima cosa che dobbiamo fare è dare il destro a linee errate e pericolose di ammantarsi da vittime e fare appello al giusto spirito di difesa del proprio partito. La critica ideologica va portata sui fatti reali e non sulla contrapposizione personale. A chiunque ribatte che lo stile di Lenin era diverso, non si può che rispondere che credere di avere la capacità e il prestigio del nostro immortale Maestro è indice di totale arroganza e insipienza umana prima che politica.

2. L’attività che il nostro partito sta indefessamente sviluppando dentro la coalizione, grazie alla sapiente abnegazione di tanti compagni a cominciare dal nostro Presidente Onorario, c. Marco Rizzo, ci fa guadagnare ogni giorno considerazione, attenzione, EGEMONIA politica dentro quegli strati della società che da comunisti dobbiamo conquistare perché al momento non sono nostri, ma che stiamo penetrando ogni giorno di più. Tutti i compagni devono svolgere la funzione dei capitani di gramsciana memoria, consci che rafforzare la coalizione significa e deve significare rafforzare il partito che è stato, è e resterà sempre lo strumento fondamentale per l’emancipazione delle classi oppresse.

  1. [1]  https://ilpartitocomunista.it/eci-withdrawal-2023/
  2. [2]  https://www.initiative-communiste.fr/articles/europe-capital/nous-refusons-la-dissolution-unilaterale-de-linitiative-des-partis-communistes-et-ouvriers-appel-a-la-reconstruction/ [3] https://www.resistenze.org/sito/os/ep/osepni11-026479.html

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Questa la nostra azione al Parlamento…

Questa la nostra azione al Parlamento…

…Ora al Senato!

Risoluzione in Assemblea… Presentata da Crucioli, Granato, Angrisani, Sbrana, Mininno, Abate, Corrado, DESSÌ, Giannuzzi, La Mura, Lannutti, Lezzi, Petrocelli.
Martedì 21 giugno 2022, seduta n. 443a.
Udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022;
premesso che all’ordine del giorno provvisorio del Consiglio europeo è prevista la trattazione, fra gli altri, del seguente argomento:
1) conflitto bellico in Ucraina;
Considerato che:
La guerra in Ucraina, oltre alle gravi conseguenze umanitarie, ha generato profonde incertezze nello scenario economico globale, già ampiamente compromesso dalla pandemia, che peraltro nel nostro Paese ha visto una particolare politica tesa al controllo sociale;
i motivi che hanno scatenato il conflitto in corso tendono ad essere rappresentati dai media del nostro paese con semplificazione propagandistica occultandone gli antefatti bellici iniziati a partire dal 2014 nonché le ragioni profonde che trovano le proprie radici in uno scontro geopolitico scaturito dagli equilibri precari conseguenti alla fine della guerra fredda;
la ripresa post-Covid si è completamente bloccata con l’insorgere della guerra, visto l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle difficoltà di distribuzione delle stesse;
gli effetti della crisi economica, pur estesa a livello mondiale, sono fortemente diseguali e si fanno maggiormente sentire in Europa, a causa della vicinanza con i paesi coinvolti nel conflitto ma anche per la dipendenza energetica dei Paesi dell’UE dalla Russia;
in Italia, ove appunto l’economia è fortemente condizionata dal punto di vista energetico, si registra un evidente rallentamento della crescita rispetto alle previsioni. Il conseguente ed inevitabile aumento dei prezzi energetici dovuto alla difficoltà di approvvigionamento, insieme all’aumento indiscriminato dei costi al consumo, sta creando una contrazione del mercato dell’importazione ed esportazione, con danni a cascata su tutte le fasce sociali e le categorie imprenditoriali;
l’inasprimento delle tensioni nei mercati delle risorse energetiche e delle materie prime (grano, mais, metalli) è dovuto principalmente al fatto che Russia ed Ucraina sono i principali fornitori di tali risorse, la cui mancanza produce gli effetti collaterali appena descritti;
in questo scenario, gli effetti economici “stagflattivi” sono destinati inevitabilmente ad aumentare: le strozzature dell’offerta innalzano l’inflazione e contraggono la produzione, con conseguenze devastanti, in prospettiva sui livelli occupazionali;
l’inflazione, erodendo il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, costringe le famiglie a consumare meno e le imprese a ritardare gli investimenti, alimentando un clima di incertezza e tensioni, oltre che un progressivo impoverimento della stragrande maggioranza della popolazione;
è evidente che alimentare con l’invio delle armi il conflitto in Ucraina concorre a mettere a rischio la pace internazionale ed a rendere il mondo meno sicuro. Occorre, pertanto, addivenire ad una risoluzione del conflitto attraverso ogni strumento diplomatico a disposizione, finalizzato a favorire il dialogo tra le parti. Occorre, altresì, sospendere ogni sanzione finanziaria che, storicamente, non ha mai risolto alcun conflitto e che, attualmente, non fa altro che produrre gravi ricadute sul nostro sistema economico;
impegna pertanto il Governo:
– ad attivarsi per mettere immediatamente in campo ogni azione diplomatica volta alla risoluzione del conflitto in atto, promuovendo il confronto e il dialogo tra le parti coinvolte;
– a promuovere la neutralità dell’Ucraina in sede internazionale quale via pacifica di risoluzione del conflitto;
– a non partecipare ad alcun intervento militare, a non inviare ulteriori armamenti, a ritirare
ogni assetto militare dispiegato e a farsi promotore dei valori di pace e dialogo, in seno all’Unione europea;
– ad affrontare immediatamente l’emergenza democratica in cui ci ritroviamo dopo il
dossieraggio messo in atto dall’articolo del Corriere della Sera e suggellato dai documenti dei servizi segreti che drammaticamente mettono in discussione la critica al governo ed il diritto all’opposizione politica;
– ad adottare politiche pubbliche volte a ridurre gli effetti economici della guerra su imprese e famiglie, quali l’aumento dei salari, la riduzione del cuneo fiscale, l’aumento delle politiche di sostegno alle famiglie disagiate, la riduzione in maniera drastica e definitiva del costo dei carburanti per autotrazione con eliminazione delle accise, la riduzione sistematica dei costi di rete per le utenze energetiche sia private che commerciali, l’eliminazione del fenomeno degli extraprofitti delle aziende di Stato da rimettere a disposizione della collettività, l’immediato blocco, in questa fase di crisi, dei licenziamenti come disposto nella precedente crisi pandemica;
– a mettere in atto una politica energetica con interventi mirati a rendere l’Italia indipendente dalle importazioni di fonti energetiche e, nel contempo, renderla libera dalle fonti fossili e dall’energia nucleare in favore delle fonti energetiche rinnovabili;
– a promuovere, nell’ambito delle sedi europee, l’istituzione di un fondo comune tra paesi membri al fine di sostenere e rendere perseguibili le raccomandazioni per il semestre;
– ad accelerare la decisione sul tetto al prezzo del gas al fine di attenuare le gravissime difficoltà dei paesi più esposti alla crisi dovuta al conflitto;
– a procedere con determinazione contro le speculazioni sul prezzo del gas e del petrolio come annunciato dal Ministro Giovannini in una sua intervista rilasciata ad un quotidiano.
Crucioli, Granato, Angrisani, Sbrana, Mininno, Abate, Corrado, DESSÌ’, Giannuzzi, La Mura, Lannutti, Lezzi, Petrocelli

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In Italia la salute non è tutelata!

In Italia la salute non è tutelata!

Gravi rischi con i respiratori Philips

 

Mentre la Food and Drug Administration negl Stati Uniti inizia a segnalare gravi rischi per la salute dei pazienti che utilizzano i respiratori Philips, contemporaneamente impongono alla multinazionale di trovare una soluzione efficace ed immediata al problema.
In Francia per lo stesso problema, viene richiesto all’azienda di sostituire entro 30 giorni il 75% dei respiratori.
In Italia Draghi invece continua ad inviare armi, senza preouccuparsi più di tanto di prendere di petto la situazione, lasciando ancora una volta la tutela della salute dei cittadini come fanalino di coda nelle priorità del governo dei migliori…
In Italia la salute non è tutelata!
Clicca sull’immagine per vedere il video.

 

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Nessun Banchiere farà mai gli interessi del popolo

Nessun Banchiere farà mai gli interessi del popolo

🚩Un Banchiere come Draghi, non farà mai gli interessi del popolo.
Contro lo strapotere che ci vuole succubi e docili. Contro la destra opportunista e contro una sinistra falsa che nulla ha a che vedere con il rappresentare la classe popolare, chi non lotta ha già perso.
Non c’è vittoria senza lotta. Non c’è lotta senza organizzazione.
Non c’è vittoria, non c’è conquista, senza un grande Partito Comunista.

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Andiamo Verso La Crisi Alimentare

Andiamo Verso La Crisi Alimentare

A seguito delle sanzioni imposte alla Russia da parte degli USA, NATO e dell’Unione Europea (con il nostro paese in prima fila nel sostenere le sanzioni), a breve ci sarà una crisi alimentare dovuta alla mancanza di grano proveniente dall’Ucraina.
La Russia ha bloccato l’export di grano verso l’Europa, causando grandi danni a tutte le economie che sostengono le sanzioni.
L’ alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell a bruxelles ha dichiarato che: «Le conseguenze della guerra stanno diventando pericolose non solo per l’Ucraina ma per il mondo: c’è il rischio di una grande carestia » e «Non si può immaginare che milioni di tonnellate di grano restino bloccate, e le persone muoiono di fame, altrimenti la Russia sarà ritenuta responsabile, non può usare la fame come arma».
Le sanzioni alla Russia quindi vanno bene solamente se non vi è dalla parte opposta una reazione contraria. Secondo La NATO, gli USA e L’UE la Russia dovrebbe accettare passivamente tutte le sanzioni che sono state emesse verso di lei.
Intanto chi sta pagando realmente le conseguenze di queste sanzioni sono i cittadini italiani (ed europei) che a causa dei mancati rifornimenti di grano e greggio vedono aumentare giorno dopo giorno i prezzi delle materie prime, delle bollette e dei carburanti senza che ci sia, in prospettiva, un aumento degli stipendi per far fronte a tutti questi aumenti.
Il governo dei migliori nel mentre non sembra preoccupato o interessato alla sorte di milioni di cittadini che già prima del conflitto riuscivano ad arrivare a stento a fine mese con i loro esigui stipendi.
Adesso oltre alla crisi economica-energetica, il popolo dovrà affrontare anche quella alimentare, senza aiuti da chi ci ha portati in questa situazione.

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Strage Piazza della Loggia

Strage Piazza della Loggia

STRAGE FASCISTA 8 MORTI 102 FERITI

Oggi, 28 maggio, di 48 anni fa (1974) si consumava la strage di Piazza Loggia.
Un attentato terroristico di matrice neofascista che portò alla morte di 8 persone e al ferimento di altre 102.
La Strage di Piazza Loggia è considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).

Avviene dopo un lungo periodo di incubazione che parte dal secondo dopoguerra, quando, svaniscono le speranze dell’ MSI di condizionare la politica italiana premendo sulla DC.

L’anticomunismo da sempre connota la vita della nostra Repubblica, quindi, dai tempi del Sifar (servizio Segreto militare) che nel 1954 elaborava una tesi per mettere fuori legge il Partito Comunista e i suoi simboli, ai tempi del piano antisommossa del Comandante dei carabinieri Giovanni de Lorenzo, il Piano Solo, che prevedeva l’arresto e la deportazione dei dirigenti socialisti e comunisti, del Sindacato e delle associazioni partigiane.

E ancora oggi, che da allora è passato tanto tempo, la Guerra Fredda sembra un lontano ricordo, il Partito Comunista, pur non avendo la forza e le dimensioni che avevano in quegli anni, si cerca anche tramite l’Unione Europea di metterli fuori legge o di ostacolarne in tutti i modi l’attività (basti pensare alla risoluzione del Parlamento Europeo che, di fatto, vorrebbe equipararlo al nazifascismo).

Questa è la prova che il Partito Comunista continui ad essere l’unico elemento rivoluzionario, l’unica vera opposizione a questo marcio sistema capitalistico.

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L’arroganza Padronale di Vacchi

L’arroganza Padronale di Vacchi

In queste poche righe, un esempio plastico di cosa sia l’arroganza padronale difesa da questo sistema. Vediamo un miracolato, un “mantenuto” dall’eredità azionista dell’azienda di famiglia fondata negli anni 60, sfogare le proprie frustrazioni e fantasie sulla dignità di #lavoratori sfruttati.
Lavoratori “domestici” e “Colf” costretti a ridicolizzare la propria immagine, sforzandosi di sorridere per non incappare nell’ira di un omuncolo viziato e totalmente menefreghista della dignità altrui.
Oggi, #Vacchi, rappresenta in tutto e per tutto il sistema capitalista che gli permette di sguazzare nell’oro, mentre chi lavora per lui deve accontentarsi di essere umiliato, con il sorriso stampato in faccia.
Venite ora a dire ai Comunisti che sbagliano, quando parlano di “odio di classe.”
È un obbligo morale sentirsi disgustati da tutto questo.
È un obbligo materiale organizzarsi per far cessare tutor questo.

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