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CONTINUA LA SCENEGGIATA FRANCESE
Il Punto del Segretario Generale Alberto Lombardo
Oggi assistiamo a un’ulteriore sceneggiata andata in onda a reti unificate planetarie. Terreno dell’epico ed epocale scontro di civiltà, la parata inaugurale delle Olimpiadi.
Scandalo! Gli atleti russi gareggiavano anonimamente, mentre gli atleti israeliani sventolavano la loro bandiera sotto la quale si sta massacrando il popolo palestinese? La Ville Lumière svuotata dai suoi cittadini e piegata all’autocelebrazione di un Roi Soleil da operetta? I marchi delle peggiori multinazionali sponsor in bellavista? Ma no! Tutti concentrati a guardare il dito anziché la luna. Quale migliore occasione per parlare del nulla, per polemizzare su futilità che ai cittadini di tutto il mondo non portano alcun beneficio. Ottima occasione per rinverdire il teatrino destra/sinistra, che impone di schierarsi.
“Sei a favore dei drag queen? Allora sei contro le radici dell’Europa che sono, come tutti sanno, cristiane!” Peccato che le radici dell’Europa – se questa enorme impostura storica possa significare qualcosa – siano la filosofia greca (che poi transitò nel pensiero cristiano, grazie agli Arabi che ci fecero reimportare i grandi classici dopo che i primi cristiani avevano distrutto le biblioteche) e il diritto romano, fondamento dell’equilibrio moderno tra cittadino e Stato.
“Sei contro i drag queen? «Ah, l’estrema destra, sempre più in sintonia con il Medioevo!», (Ersilia Soudais, deputata della sinistra radicale). «… la migliore risposta all’ascesa dei fascismi» (l’ecologista Sandrine Rousseau, partito che ha votato la von der Leyen), «l’orgoglio della Francia quando sa parlare al mondo» (Manuel Bompard, coordinatore del gruppo operativo nazionale di La France Insoumise). La cosiddetta sinistra in Francia non si smentisce dopo l’indegna figura che ha fatto, colpevole di aver rimesso in sella il guerrafondaio, filo NATO, sionista Macron.
Sul buon gusto della rappresentazione non ci soffermiamo. De gustibus non est disputandum. La Parigi del Moulin Rouge, dell’Orfeo all’Inferno di Offenbach, ci ha dato esempi nel passato di ben altri esempi di trasgressione ed inclusività universale, che non una dozzina di brutture sul tavolo.
Parodie, ispirazioni, caricature del dipinto murale leonardiano ne abbiamo viste tante. La più riuscita è quella in prima pagina del manifesto del 28 luglio, che cita “l’affresco leopardiano”, un refuso evidente per “leopardato”, data l’atmosfera sulla Senna.
Diremmo che ci sono ben altri scandali che si dovrebbero stigmatizzare.
Da nipoti della Rivoluzione Francese, le più insopportabile sono la riduzione a scena di cinema splatter di una delle pagine più importanti della storia, non solo francese, e la riduzione a mascotte disneyana del berretto frigio, il copricapo simbolo distintivo degli insorti del 1789 e adottato poi dai sostenitori della Repubblica, indossato da la Marianne, nel dipinto di Eugène Delacroix “La libertà che guida il popolo”.
Ecco, se avessimo voglia di lasciarci trascinare in questa indegna gazzarra sul nulla, se la borghesia francese avesse ancora un barlume di dignità e di attaccamento alle proprie “radici”, forse ci sarebbe stato qualcos’altro su cui polemizzare.
Ma oggi il dibattito in Francia e in Occidente è: stai con Macron o con Le Pen?
Valse triste, sulla tolda di un transatlantico alla deriva: l’Unione Europea.