Vogliamo Pace e Lavoro

Vogliamo Pace e Lavoro

Mentre il governo Draghi continua a spingere per l’escalation militare, l’invio di nuove e più potenti armi all’Ucraina, l’aumento vertiginoso delle spese militari e la politica suicida delle sanzioni, per il nostro tessuto produttivo e per i lavoratori italiani la situazione sta rapidamente precipitando.
Nei giorni scorsi lo stabilimento Colussi di Petrignano, vicino ad Assisi, ha annunciato la richiesta di cassa integrazione a rotazione per i suoi 350 dipendenti.
Provvedimento che secondo l’azienda si è reso necessario “per arginare la grave e straordinaria congiuntura internazionale che ha pesantemente colpito l’economia nazionale e il comparto agro-alimentare”.
Come sempre insomma i costi delle crisi create da governi e padroni vengono scaricati sui lavoratori.
Al momento comunque non si parla di chiusura e licenziamenti, ma se il governo Draghi continuerà a far avanzare il paese verso il baratro ciò che è scongiurato oggi rischierà di diventare realtà domani.
Come Partito Comunista siamo al fianco dei lavoratori della Colussi e chiediamo con forza che la proprietà rispetti gli impegni presi con le RSU
confermando gli investimenti sullo stabilimento finalizzati al rinnovo e al potenziamento delle linee di produzione entro la fine dell’anno 2022.
Nessun posto di lavoro deve andare perso! I soldi pubblici vanno investiti per i bisogni sociali della popolazione e per tutelare la produzione e le classi lavoratrici, non per le armi e la guerra!

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Alternanza Scuola-Lavoro: Adesso parlano gli studenti

Alternanza Scuola-Lavoro: Adesso parlano gli studenti

Intervista a Nicolas Gabrielli, rappresentante dell’istituto Anco Marzio di #Roma e responsabile della Federazione Gioventù Comunista nel #Lazio.
Le lotte studentesche danno fastidio ad una “pace sociale” che viene promossa da governo ed istituzioni, affinché si distolga lo sguardo dalle reali condizioni degli studenti e dei lavoratori.
Non hanno capito che dopo la morte di Lorenzo, non esiste pace sociale che tenga.

Il #5Febbraio si torna a gridare le nostre ragioni!

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“La ripresa”… Dei licenziamenti!

“La ripresa”… Dei licenziamenti!

Oltre 1200 esuberi in Italia in 1 solo giorno, in due tra i più importanti produttori nazionali di componenti per auto.
700 alla Bosch di Bari e altri 550 alla Marelli, queste sono le stime degli esuberi in un solo giorno nel compartimento industriale italiano. Oltre 1200 persone saranno buttate in mezzo a una strada con poche possibilità di trovare a breve un nuovo lavoro vista anche la crisi pandemica ed economica.
In Italia manca un piano industriale che faccia fronte al massacro sociale che sta avvenendo negli ultimi anni. Al momento sono ben 69 i tavoli aperti al ministero dello sviluppo economico e sono più di 80.000 i lavoratori coinvolti che rischiano ogni giorno di perdere il lavoro.
Il governo amico dei padroni e delle multinazionali si gira dall’altro lato, eppure volendo i soldi per far fronte a questa crisi potrebbero esserci dal tanto osannato PNRR. Con i fondi per la transizione ecologica il governo potrebbe ricostruire un piano di reindustrializzazione per salvaguardare l’occupazione e impedire la desertificazione industriale che sta colpendo duramente tutto il paese da nord a sud.
Per i lavoratori della Bosch e di Marelli la totale assenza di una strategia nazionale sul passaggio all’elettrico e sulla riconversione di tutto il settore rischia di cancellare altri 4000 posti di lavoro e nei prossimi 5 anni ulteriori 1700.
1200 lavoratori oggi perdono il loro posto di lavoro grazie soprattutto all’immobilismo delle O.O.S.S. concertative che seguono a testa bassa il disegno dello Stato Italiano, impegnato esclusivamente a tutelare Confindustria e i ricchi industriali.
Delocalizzazioni a cascata, verso posti in cui il costo del lavoro è più basso, e licenziamenti strategici incontrastati, dati dallo smantellamento di tutte le leggi che tutelavano i lavoratori.

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Sprofondo Verde: Migliaia di licenziati per colpa del “Green”

Il Governo Draghi sta portando al dissolvimento del Paese, senza una idea di società e senza una politica industriale e del lavoro, così facendo le grandi multinazionali, principali colpevoli dell’inquinamento mondiale, stanno attuando una riconversione industriale, chiudendo stabilimenti e licenziando migliaia di lavoratori con la scusa del “GREEN”.
La colpa dell’inquinamento è delle prime 100 multinazionali, spegnere la luce è una giusta abitudine ma i colpevoli sono loro e a pagare non devono essere i lavoratori.

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Studenti caricati per aver ricordato Lorenzo

Studenti caricati per aver ricordato Lorenzo

Condividiamo questo post dalla pagina della Federazione Gioventù Comunista
“ROMA – STUDENTI CARICATI PER AVER RICORDATO LORENZO
Ieri sera a #Roma, mentre gli studenti di vari gruppi manifestavano per la morte di Lorenzo, giovane studente 18enne ucciso dallo sfruttamento in Alternanza Scuola lavoro, sono partite le cariche della polizia.
Ancora botte, ancora repressione, ancora sangue di noi studenti nelle strade.
Perché mantenere intatto il sistema di sfruttamento sulle nostre spalle, è la prerogativa di questo potere.
La nostra no.
La nostra é abbatterlo.
L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO VA ABOLITA!”

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Udine – 18enne ucciso in alternanza scuola lavoro

Udine – 18enne ucciso in alternanza scuola lavoro

18 anni.
Ecco quanti ne aveva Lorenzo, ucciso da una trave in una ditta di costruzioni meccaniche: era al suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro.
L’alternanza scuola-lavoro è una pratica che puntualmente il nostro partito e la nostra giovanile hanno condannato.
Nella forma, nelle modalità, nello svolgimento, nel fine.
Si mettono i nostri figli nelle mani di aziende, ditte e multinazionali senza puntare realmente ad una formazione professionale efficiente capace di plasmare la mente e l’approccio verso il mondo del lavoro, ma il tutto si tramuta in una gara alla manodopera a basso costo.
Ragazzi e ragazzini che vengono di fatto fatti lavorare gratis, utilizzati per sostituire manodopera salariata costituendo un risparmio per le aziende e uno schiaffo in faccia a migliaia di giovani volenterosi che pensano che l’alternanza scuola lavoro, sia davvero l’occasione di approcciarsi al mondo del lavoro in maniera seria e formante.
Lorenzo non è l’unico.
Ce ne sono stati altri.
Altri ce ne saranno.
È questo il lascito di una società improntata sul risparmiare il più possibile sulla pelle degli altri, per guadagnare il più possibile con la propria.
È un mondo, che i nostri giovani non si meritano. È un mondo che i nostri figli non si meritano. È un sistema che noi insieme ai nostri figli DOBBIAMO ABBATTERE ed estirpare come una malattia.
Ci stringiamo al dolore della famiglia, dei compagni e degli amici di Lorenzo.
Ci stringiamo al dolore che morde il cuore di 4 generazioni diverse.

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Lavoro: Povero in Italia 1 lavoratore su 4

Lavoro: Povero in Italia 1 lavoratore su 4

Il Ministero del Lavoro è costretto ad ammetterlo: é il peggior boom di “contrattini” degli ultimi decenni.
In Italia (attualmente quarta in Europa per “lavoro povero”) questo ricatto occupazionale, riguarda 1 lavoratore su 4.
Dai trasporti alla logistica, dalla manifattura al tessile, dalla metalmeccanica alla ristorazione cresce esponenzialmente la curva di contratti a prestazione, a chiamata e di collaborazione.
L’Europa in più di 20 anni, ha rovinato una delle potenze produttive e di esportazione più all’avanguardia nel mondo.
L’Italia è stritolata dalla gabbia europea, che con i propri diktat impone la supremazia del mercato a scapito di tutti i cittadini delle fasce medio basse.
Dall’operaio al piccolo commerciante.
L’Italia è in vendita, e Draghi ne è il liquidatore!
-Fuori dall’EURO.
-Abolizione del Jobs Act.
-Reintroduzione dell’Art 18.
-Assorbimento di tutti i lavoratori precari della PA, a cominciare dal settore sanitario e scolastico.
-Piani straordinari per la piena occupazione, con 32 ore settimanali ad incremento salariale.
-Introduzione del salario minimo per mansione e categoria professionale.
-Diminuzione di orario per i lavori usuranti
-incremento degli ispettori e dei controlli a campione sui luoghi di lavoro, non preavvisati.

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Esplodono gli aumenti! Ma Stipendi e pensioni NO!

Esplodono gli aumenti! Ma Stipendi e pensioni NO!

Ancora altri rincari per le famiglie italiane che già sono martoriate a causa degli aumenti delle bollette di acqua luce e gas e a causa della mancanza di lavoro dovuta alle scelte contro i lavoratori del governo durante questa crisi pandemica ed economica.
Il prossimo salasso che gli italiani dovranno subire è l’aumento dell’inflazione che porterà nel 2022 ad un incremento della spesa annua per una famiglia di 1200€/1600€ (STIME AL RIBASSO) solamente per la spesa quotidiana.
Un aumento notevole rispetto al 2021 che graverà fortemente sulle tasche delle famiglie che già a stento riuscivano ad arrivare a fine mese.
Per far fronte agli aumenti, il 77% degli italiani è pronto ad una drastica riduzione dei consumi. Secondo l’Ufficio Studi Coop, tra promozioni, ricerca di punti vendita e canali più convenienti e abbattimento degli sprechi, molti italiani affronteranno il carovita tagliando sulla qualità e sulla quantità dei prodotti.
Gli italiani diventano sempre più poveri e sempre con maggiore difficoltà riescono ad arrivare a fine mese, la colpa è da attribuire a questo governo e a quelli che lo hanno preceduto negli ultimi 30 anni che si sono sempre disinteressati all’aumento degli stipendi in base al costo della vita. Infatti l’Italia è l’unico paese in Europa dove, dal 1990 ad oggi, gli stipendi invece di aumentare sono diminuiti del 3%.

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Italia sempre più precaria

Italia sempre più precaria

l’Italia diventa sempre più precaria nel mondo del lavoro. Nonostante il governo cerchi di far passare l’idea che si vada incontro a una ripresa sia economica che del lavoro, la realtà è ben diversa da quello che ci vogliono far credere.
I media di regime, come “Il Sole 24 Ore” e il “Corriere della Sera” sbandierano come un trionfo del governo i dati Istat sulle assunzioni del 2021. Secondo i dati, sarebbero stati recuperati ben 700.000 posti di lavoro.
Quello che i giornali si dimenticano di dire però è che di questi posti di lavoro il 90,6% sono contratti a termine, quindi precari, il dato dei contratti precari infatti è salito a più di 3 milioni, pari al 17,11% del totale dei lavoratori dipendenti. Ad aumentare insieme ai precari sono anche i lavoratori autonomi (anche finte partite Iva) che durante questa pandemia hanno subito maggiormente la crisi.
La fantomatica ripresa economica e l’aumento dei posti di lavoro non è quindi come giornali e governo millantano. Il governo si è reso protagonista solamente di un ulteriore aumento del precariato e che nel nostro Paese sta aumentando ogni anno eliminando posti di lavoro stabili e condannando tutti ad una vita precaria e insicura.

La precarietà influisce anche sui diritti dei lavoratori, costretti a sottostare al volere dei padroni con la paura costante del licenziamento o del non rinnovo del contratto di lavoro oltre a non poter programmarsi una vita.

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EX ILVA: Incendio presso la portineria D

Proprio 2 giorni fa, dicevamo che non esistono stanziamenti o presunte bonifiche che tengano, finché il siderurgico #ILVA rimarrà in funzione.
Ieri, un enorme incendio é dilagato nei pressi della portineria D. a fronte della combustione di un nastro trasportatore PCA.
Una quotidianità, vissuta tra carbone e diossina. C’è ancora chi ha il coraggio di chiamarli incidenti?
O addirittura “transizione ecologica”?

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