CUBA SOCIALISTA SOSTIENE LA RUSSIA CONTRO NATO E NAZISTI UCRAINI “Le cause dell’attuale conflitto in quest’area vanno ricercate nella politica aggressiva degli Stati Uniti e nell’allargamento della Nato verso i confini della Russia, che Cuba ha sistematicamente denunciato nelle sedi internazionali”. Queste sono state le parole del Presidente Cubano Miguel Diaz-Canel ribadendo i i forti legami tra Cuba e Russia e condannando le sanzioni anti russe imposte unilateralmente dall’Occidente in risposta all’operazione speciale di Mosca in Ucraina a difesa delle popolazioni del Donbass. Cuba Socialista stringe ancora di più i rapporti con la Russia inaugurando insieme al Presidente Russo la Statua di Fidel Castro A Mosca nella piazza a lui dedicata, nel mentre l’Europa è intenta a finanziare i neonazisti ucraini che abbattono le statue di Lenin e dell’armata rossa ed erigono statue del collaborazionista hitleriano Bandera.


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CUBA SOCIALISTA SOSTIENE LA RUSSIA
CONTRO NATO E NAZISTI UCRAINI

“Le cause dell’attuale conflitto in quest’area vanno ricercate nella politica aggressiva degli Stati Uniti e nell’allargamento della Nato verso i confini della Russia, che Cuba ha sistematicamente denunciato nelle sedi internazionali”.
Queste sono state le parole del Presidente Cubano Miguel Diaz-Canel ribadendo i i forti legami tra Cuba e Russia e condannando le sanzioni anti russe imposte unilateralmente dall’Occidente in risposta all’operazione speciale di Mosca in Ucraina a difesa delle popolazioni del Donbass.

Cuba Socialista stringe ancora di più i rapporti con la Russia inaugurando insieme al Presidente Russo la Statua di Fidel Castro A Mosca nella piazza a lui dedicata, nel mentre l’Europa è intenta a finanziare i neonazisti ucraini che abbattono le statue di Lenin e dell’armata rossa ed erigono statue del collaborazionista hitleriano Bandera.

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L’UNIONE EUROPEA “RUBA” IL GAS AI PAESI POVERI L’Unione Europea è alla disperata ricerca di GAS dopo l’auto ammutinamento sul gas russo. Questa crisi ha imposto alla stessa UE di andare a ricercare forniture di gas da altri Paesi produttori, andandole a pagare molto di più del prezzo di mercato e del prezzo del gas russo, per avere la sicurezza di appropriarsene e rubandolo, di fatto, ai paesi più poveri e più bisognosi che non possono pagare i prezzi alti scaturiti da questa situazione. Nel dettaglio quello che sta succedendo è abbastanza semplice, chi è più ricco si aggiudica le forniture di gas, chi è più povero invece rimane senza. Nel mercato mondiale odierno, limitato dall’esclusione della Russia (primo esportatore al modo di gas), non è presente abbastanza gas per tutti e l’Europa per poterne avere una parte lo sta pagando a peso d’oro sottraendolo ai paesi più poveri e a quelli in via di sviluppo. In questo sistema capitalista che governa il mondo occidentale, i venditori preferiscono il cliente ricco e che paga subito a quello che non può farlo nell’immediato. Così la prima vera grande crisi energetica globale si differenzia in due parti, da un lato la parte del mondo più ricca che finora ha avuto “solamente” un problema legato all’innalzamento delle bollette (dovuto soprattutto alla speculazione), dal lato povero del mondo invece esiste già un grosso problema di forniture di gas e in alcuni stati sono già presenti razionamenti di energia e black-out energetici molto estesi. Le sanzioni alla Russia non stanno mettendo in ginocchio solo la popolazione del nostro paese (tranne i ricchi) ma soprattutto gli stati più poveri o quelli in via di sviluppo che in questa fase non riescono neanche la sicurezza di avere approvvigionamenti sufficienti per il loro fabbisogno minimo questo impoverirà ancora di più i popoli dei Paesi in via di sviluppo che andrà ad aumentare il numero di chi emigrerà. Tutto questo è dovuto all’arroganza della NATO e degli USA che continuano ad imporre i loro diktat ai loro “Stati sudditi”.


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L’UNIONE EUROPEA “RUBA” IL GAS AI PAESI POVERI

L’Unione Europea è alla disperata ricerca di GAS dopo l’auto ammutinamento sul gas russo.
Questa crisi ha imposto alla stessa UE di andare a ricercare forniture di gas da altri Paesi produttori, andandole a pagare molto di più del prezzo di mercato e del prezzo del gas russo, per avere la sicurezza di appropriarsene e rubandolo, di fatto, ai paesi più poveri e più bisognosi che non possono pagare i prezzi alti scaturiti da questa situazione.

Nel dettaglio quello che sta succedendo è abbastanza semplice, chi è più ricco si aggiudica le forniture di gas, chi è più povero invece rimane senza. Nel mercato mondiale odierno, limitato dall’esclusione della Russia (primo esportatore al modo di gas), non è presente abbastanza gas per tutti e l’Europa per poterne avere una parte lo sta pagando a peso d’oro sottraendolo ai paesi più poveri e a quelli in via di sviluppo. In questo sistema capitalista che governa il mondo occidentale, i venditori preferiscono il cliente ricco e che paga subito a quello che non può farlo nell’immediato.
Così la prima vera grande crisi energetica globale si differenzia in due parti, da un lato la parte del mondo più ricca che finora ha avuto “solamente” un problema legato all’innalzamento delle bollette (dovuto soprattutto alla speculazione), dal lato povero del mondo invece esiste già un grosso problema di forniture di gas e in alcuni stati sono già presenti razionamenti di energia e black-out energetici molto estesi.

Le sanzioni alla Russia non stanno mettendo in ginocchio solo la popolazione del nostro paese (tranne i ricchi) ma soprattutto gli stati più poveri o quelli in via di sviluppo che in questa fase non riescono neanche la sicurezza di avere approvvigionamenti sufficienti per il loro fabbisogno minimo questo impoverirà ancora di più i popoli dei Paesi in via di sviluppo che andrà ad aumentare il numero di chi emigrerà.
Tutto questo è dovuto all’arroganza della NATO e degli USA che continuano ad imporre i loro diktat ai loro “Stati sudditi”.

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UNIONE EUROPEA: CAPPIO AL COLLO DELL’ITALIA L’Unione Europea è sempre stata il più grande nemico del popolo italiano e lo dimostra ogni anno sempre di più, imponendo diktat che i nostri governi sono pronti ad eseguire affamando sempre di più il proprio popolo. Con la nuova riforma delle regole europee di bilancio, la commissione di Bruxelles aumenterà i propri poteri discrezionali e potrà intervenire direttamente sulle singole voci del budget nazionale. Questo significa che si stringerà ancora di più il cappio al collo dell’Italia da parte della Commissione Europea e che il nostro Paese avrà sempre meno libertà di decisione all’interno dei propri confini e sempre meno sovranità nazionale. La nuova riforma prevede che in presenza di squilibri il Paese (deficitario) riceverà una raccomandazione con le misure correttive, attualmente queste raccomandazioni sono slegate da quelle relative alla finanza pubblica mentre, se venisse approvata, la Commissione mirerebbe a inserirsi anche nelle questioni di finanza pubblica dei singoli Stati, di conseguenza potrà valutare sia la sostenibilità del debito sia l’ammontare e la qualità della spesa pubblica. La Commissione Europea sembra voglia prendere ancora più poteri di quelli che ha già, riducendo i governi ad essere solamente dei burattini nelle loro mani completamente succubi delle scelte politiche ed economiche provenienti da Bruxelles.


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UNIONE EUROPEA: CAPPIO AL COLLO DELL’ITALIA

L’Unione Europea è sempre stata il più grande nemico del popolo italiano e lo dimostra ogni anno sempre di più, imponendo diktat che i nostri governi sono pronti ad eseguire affamando sempre di più il proprio popolo.

Con la nuova riforma delle regole europee di bilancio, la commissione di Bruxelles aumenterà i propri poteri discrezionali e potrà intervenire direttamente sulle singole voci del budget nazionale. Questo significa che si stringerà ancora di più il cappio al collo dell’Italia da parte della Commissione Europea e che il nostro Paese avrà sempre meno libertà di decisione all’interno dei propri confini e sempre meno sovranità nazionale.

La nuova riforma prevede che in presenza di squilibri il Paese (deficitario) riceverà una raccomandazione con le misure correttive, attualmente queste raccomandazioni sono slegate da quelle relative alla finanza pubblica mentre, se venisse approvata, la Commissione mirerebbe a inserirsi anche nelle questioni di finanza pubblica dei singoli Stati, di conseguenza potrà valutare sia la sostenibilità del debito sia l’ammontare e la qualità della spesa pubblica.

La Commissione Europea sembra voglia prendere ancora più poteri di quelli che ha già, riducendo i governi ad essere solamente dei burattini nelle loro mani completamente succubi delle scelte politiche ed economiche provenienti da Bruxelles.

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CIAO HEBE! È morta Hebe de Bonafini, la grande combattente argentina, leader delle Madri di Plaza de Mayo, lucida e combattiva fino alle sue ultime parole. Fino alla fine della sua vita ha rivendicato giustizia e verità sfidando la dittatura militare argentina alla fine degli anni ‘70 per avere verità sugli oltre 30 mila desaparecidos. Tra cui due suoi figli e la nuora. Bonafini è sempre stata dalla parte giusta della storia e ha espresso sostegno a figure come Che Guevara, Fidel Castro, Augusto Sandino, Yasser Arafat, Hugo Chávez, Evo Morales etc. Si è sempre dichiarata contraria alla socialdemocrazia, al capitalismo, al neoliberismo, alla globalizzazione e al Fondo monetario internazionale. HASTA SIEMPRE HEBE


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CIAO HEBE!

È morta Hebe de Bonafini, la grande combattente argentina, leader delle Madri di Plaza de Mayo, lucida e combattiva fino alle sue ultime parole.
Fino alla fine della sua vita ha rivendicato giustizia e verità sfidando la dittatura militare argentina alla fine degli anni ‘70 per avere verità sugli oltre 30 mila desaparecidos. Tra cui due suoi figli e la nuora.

Bonafini è sempre stata dalla parte giusta della storia e ha espresso sostegno a figure come Che Guevara, Fidel Castro, Augusto Sandino, Yasser Arafat, Hugo Chávez, Evo Morales etc.
Si è sempre dichiarata contraria alla socialdemocrazia, al capitalismo, al neoliberismo, alla globalizzazione e al Fondo monetario internazionale.

HASTA SIEMPRE HEBE

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LA NATO ADDESTRA GLI UCRAINI DA 6 ANNI Un Generale della NATO ammette pubblicamente che i militari ucraini sono addestrati da almeno 6 anni. La Guerra per l’occidente è iniziata ufficialmente il 24 Febbraio del 2022, prima di allora i media non davano quasi alcuna notizia sulle atrocità che l’esercito ucraino e i battaglioni neo-nazisti Azov e Pravyj Sektor svolgevano giornalmente ai danni della popolazione nelle repubbliche popolari del Donbass. Le truppe di Kiev quindi erano già state addestrate dalla NATO a una guerra contro la Russia ben 6 anni prima. I militari ucraini hanno ricevuto un “training” apposito dalla NATO e hanno svolto operazioni segrete all’interno dei territori del Donbass per molto tempo, nascondendo ovunque stazioni radio, munizioni, esplosivi e inoltre hanno insegnato loro come muoversi, organizzarsi e comunicare. La NATO ha successivamente dotato l’esercito dei più moderni mezzi di combattimento in preparazione ad una guerra contro la Russia. Queste sono le parole del comandante strategico polacco NATO Biniek durante una sua intervista. Adesso non cercano neanche più di nascondere la verità e dicono apertamente che questa guerra era già stata pianificata nei minimi dettagli e che tutto è stato fatto per far si che scoppiasse il conflitto con la Russia, intanto i cittadini italiani e occidentali sono stati riempiti di menzogne ogni giorno dal 24 febbraio dai media, nel tentativo di giustificare una guerra voluta e creata da USA e NATO, di cui lo Stato Italiano ne è un fedele servitore.


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LA NATO ADDESTRA GLI UCRAINI DA 6 ANNI

Un Generale della NATO ammette pubblicamente che i militari ucraini sono addestrati da almeno 6 anni.

La Guerra per l’occidente è iniziata ufficialmente il 24 Febbraio del 2022, prima di allora i media non davano quasi alcuna notizia sulle atrocità che l’esercito ucraino e i battaglioni neo-nazisti Azov e Pravyj Sektor svolgevano giornalmente ai danni della popolazione nelle repubbliche popolari del Donbass.
Le truppe di Kiev quindi erano già state addestrate dalla NATO a una guerra contro la Russia ben 6 anni prima.

I militari ucraini hanno ricevuto un “training” apposito dalla NATO e hanno svolto operazioni segrete all’interno dei territori del Donbass per molto tempo, nascondendo ovunque stazioni radio, munizioni, esplosivi e inoltre hanno insegnato loro come muoversi, organizzarsi e comunicare.
La NATO ha successivamente dotato l’esercito dei più moderni mezzi di combattimento in preparazione ad una guerra contro la Russia.
Queste sono le parole del comandante strategico polacco NATO Biniek durante una sua intervista.

Adesso non cercano neanche più di nascondere la verità e dicono apertamente che questa guerra era già stata pianificata nei minimi dettagli e che tutto è stato fatto per far si che scoppiasse il conflitto con la Russia, intanto i cittadini italiani e occidentali sono stati riempiti di menzogne ogni giorno dal 24 febbraio dai media, nel tentativo di giustificare una guerra voluta e creata da USA e NATO, di cui lo Stato Italiano ne è un fedele servitore.

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Questa sera, Domenica 20 Novembre, alle ore 20.30. Marco RIZZO, Segretario Generale del Partito Comunista, sarà a Controcorrente, su Rete 4 per commentare le notizie della settimana e sostenere la nostra visione della società.


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Questa sera, Domenica 20 Novembre, alle ore 20.30.
Marco RIZZO, Segretario Generale del Partito Comunista, sarà a Controcorrente, su Rete 4 per commentare le notizie della settimana e sostenere la nostra visione della società.

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L’INFLAZIONE CRESCE, GLI STIPENDI DIMINUISCONO L’inflazione in Italia tocca picchi mai registrati dal 1984, mentre gli stipendi rimangono sempre uguali o addirittura diminuiscono. Nel mese di ottobre l’inflazione ha registrato un aumento del 3,4% su base mensile raggiungendo l’11,8% su base annua,”È necessario risalire a giugno 1983, quando registrarono una variazione tendenziale del +13%, per trovare una crescita su base annua dei prezzi del ‘carrello della spesa’ superiore a quella di ottobre 2022 e a marzo 1984 (quando fu +11,9%), a quel tempo però la “scala mobile” permetteva ai lavoratori di non perdere totalmente il loro potere d’acquisto. Insieme all’inflazione sempre crescente e alla difficoltà sempre maggiore dei cittadini nell’arrivare a fine mese bisogna anche ricordare che gli stipendi in Italia sono diminuiti del 3% rispetto al 1990. La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +71,1%) sia regolamentati (da +47,7% a +51,6%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,4%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,3%) sia non lavorati (da +11% a +12,9%), e degli Altri beni (da +4% a +4,6%). Rallentano invece i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,2%). In tutto questo il governo sembra non voler prendere provvedimenti verso una crisi economica e sopratutto sociale che ha investito tutto il paese e che rischia di generare milioni di nuovi poveri. Pare che al governo interessi solo il benessere dei ricchi, dimenticandosi completamente dei lavoratori e di chi realmente vive questo Paese.


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L’INFLAZIONE CRESCE, GLI STIPENDI DIMINUISCONO

L’inflazione in Italia tocca picchi mai registrati dal 1984, mentre gli stipendi rimangono sempre uguali o addirittura diminuiscono.
Nel mese di ottobre l’inflazione ha registrato un aumento del 3,4% su base mensile raggiungendo l’11,8% su base annua,”È necessario risalire a giugno 1983, quando registrarono una variazione tendenziale del +13%, per trovare una crescita su base annua dei prezzi del ‘carrello della spesa’ superiore a quella di ottobre 2022 e a marzo 1984 (quando fu +11,9%), a quel tempo però la “scala mobile” permetteva ai lavoratori di non perdere totalmente il loro potere d’acquisto.
Insieme all’inflazione sempre crescente e alla difficoltà sempre maggiore dei cittadini nell’arrivare a fine mese bisogna anche ricordare che gli stipendi in Italia sono diminuiti del 3% rispetto al 1990.

La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +71,1%) sia regolamentati (da +47,7% a +51,6%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,4%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,3%) sia non lavorati (da +11% a +12,9%), e degli Altri beni (da +4% a +4,6%). Rallentano invece i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,2%).

In tutto questo il governo sembra non voler prendere provvedimenti verso una crisi economica e sopratutto sociale che ha investito tutto il paese e che rischia di generare milioni di nuovi poveri. Pare che al governo interessi solo il benessere dei ricchi, dimenticandosi completamente dei lavoratori e di chi realmente vive questo Paese.

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DI MAIO SI RICICLA Il pensiero di Di Maio da quando ha vinto la lotteria delle parlamentarie è sempre stato solo uno: rimanere attaccato alla poltrona. Qualsiasi poltrona gli sarebbe stata bene come ha dimostrato ampiamente durante tutto il suo periodo in parlamento, dicendo tutto e il contrario di tutto, passando da essere contro l’UE ad esserne poi un fervente sostenitore, alleandosi prima con la Lega poi con il PD per finire addirittura nella stessa coalizione alle ultime elezioni. Il tutto per “salvare la sua poltrona”. Adesso l’ex ministro degli esteri è riuscito a riciclarsi ancora una volta, andando a lavorare per quella Unione Europea che fino a pochi anni fa tanto disprezzava, andando inoltre a guadagnare cifre altissime con un ruolo di rililevo, infatti andrà a guadagnare Dodicimila euro netti al mese, con tassazione agevolata Ue e copertura di tutte le spese, e poi status di diplomatico con relativo passaporto e immunità. L’ex ministro degli Esteri sarà nominato inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico. La candidatura a inviato speciale Ue dell’ex ministro degli Esteri è stata proposta proprio dal governo italiano. E diverse fonti confermano che la proposta è stata fatta dall’esecutivo Draghi, quello di cui faceva parte Di Maio stesso. In sostanza, Di Maio avrà il compito, dopo il crollo delle forniture energetiche dalla Russia, di trattare il prezzo di petrolio e gas nel Golfo persico. Dopo tutti i danni che ha causato come ministro degli esteri, adesso viene ricompensato dall’UE per il suo più totale servilismo con un ruolo importante e un salario molto cospicuo


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DI MAIO SI RICICLA

Il pensiero di Di Maio da quando ha vinto la lotteria delle parlamentarie è sempre stato solo uno: rimanere attaccato alla poltrona. Qualsiasi poltrona gli sarebbe stata bene come ha dimostrato ampiamente durante tutto il suo periodo in parlamento, dicendo tutto e il contrario di tutto, passando da essere contro l’UE ad esserne poi un fervente sostenitore, alleandosi prima con la Lega poi con il PD per finire addirittura nella stessa coalizione alle ultime elezioni. Il tutto per “salvare la sua poltrona”.

Adesso l’ex ministro degli esteri è riuscito a riciclarsi ancora una volta, andando a lavorare per quella Unione Europea che fino a pochi anni fa tanto disprezzava, andando inoltre a guadagnare cifre altissime con un ruolo di rililevo, infatti andrà a guadagnare Dodicimila euro netti al mese, con tassazione agevolata Ue e copertura di tutte le spese, e poi status di diplomatico con relativo passaporto e immunità. L’ex ministro degli Esteri sarà nominato inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico.
La candidatura a inviato speciale Ue dell’ex ministro degli Esteri è stata proposta proprio dal governo italiano. E diverse fonti confermano che la proposta è stata fatta dall’esecutivo Draghi, quello di cui faceva parte Di Maio stesso.
In sostanza, Di Maio avrà il compito, dopo il crollo delle forniture energetiche dalla Russia, di trattare il prezzo di petrolio e gas nel Golfo persico.

Dopo tutti i danni che ha causato come ministro degli esteri, adesso viene ricompensato dall’UE per il suo più totale servilismo con un ruolo importante e un salario molto cospicuo

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Il 19 novembre 1875 nasce Michail Ivanovič KALININ Figlio di contadini poveri, Kalinin cominciò all’età di 14 anni a lavorare come bracciante e in seguito come operaio nelle fabbriche di Pietroburgo. Stanco delle ingiuste zariste si iscrisse al Partito Operaio Socialdemocratico Russo nel 1898 e partecipò ai congressi di Stoccolma e Praga. Dopo essere stato arrestato nel 1916, partecipò attivamente con Lenin alla Rivoluzione d’Ottobre, per poi ricoprire dal 1919 al 1946 la carica di Presidente del Presidium del Soviet Supremo. Kalinin fu particolarmente vicino al popolo sovietico, affrontò numerose questioni quali la comprensione del problema della nazionalità, la valorizzazione dei Soviet e l’Educazione Comunista.


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Il 19 novembre 1875 nasce Michail Ivanovič KALININ

Figlio di contadini poveri, Kalinin cominciò all’età di 14 anni a lavorare come bracciante e in seguito come operaio nelle fabbriche di Pietroburgo.
Stanco delle ingiuste zariste si iscrisse al Partito Operaio Socialdemocratico Russo nel 1898 e partecipò ai congressi di Stoccolma e Praga.
Dopo essere stato arrestato nel 1916, partecipò attivamente con Lenin alla Rivoluzione d’Ottobre, per poi ricoprire dal 1919 al 1946 la carica di Presidente del Presidium del Soviet Supremo.
Kalinin fu particolarmente vicino al popolo sovietico, affrontò numerose questioni quali la comprensione del problema della nazionalità, la valorizzazione dei Soviet e l’Educazione Comunista.

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FOLIGNO DOMENICA 20 NOVEMBRE ORE 10.30 ALBERGO LE MURA VIA AUGUSTO BOLLETTA 29 SOVRANITÀ NAZIONALE E MONDO MULTIPOLARE. I COMPITI DEI COMUNISTI NELL’ATTUALE FASE STORICA Un mondo è al crepuscolo, un altro sta sorgendo, sullo sfondo di un conflitto ormai dispiegato tra il senescente unipolarismo imperialista degli Usa e dei suoi vassalli ed un mondo multipolare in formazione. In questo contesto è sempre più evidente che le catene che legano l’Italia alla Nato e all’Unione Europea, implicano guerra e miseria per i lavoratori e per le masse popolari. Multipolarismo, battaglia per la sovranità nazionale e lotta per l’emancipazione delle classi subalterne sono quindi inevitabilmente interconnesse. Ai comunisti che lavorano dentro l’attuale fase storica si apre nuovamente la possibilità di giocare un ruolo nella storia lasciandosi le spalle le proprie sconfitte. Quale tipo di organizzazione comunista è necessaria per affrontare le sfide attuali? Come costruire un fronte ampio di opposizione all’attuale sistema? Di questo e altro parleremo con Igor CAMILLI Segretario Nazionale di Patria Socialista e con Alessandro PASCALE, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista e autore di opere importanti quali”Storia del comunismo”, “Il totalitarismo liberale”, “Ascesa e declino dell’impero statunitense”.


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FOLIGNO DOMENICA 20 NOVEMBRE
ORE 10.30 ALBERGO LE MURA
VIA AUGUSTO BOLLETTA 29
SOVRANITÀ NAZIONALE E MONDO MULTIPOLARE.
I COMPITI DEI COMUNISTI NELL’ATTUALE FASE STORICA
Un mondo è al crepuscolo, un altro sta sorgendo, sullo sfondo di un conflitto ormai dispiegato tra il senescente unipolarismo imperialista degli Usa e dei suoi vassalli ed un mondo multipolare in formazione. In questo contesto è sempre più evidente che le catene che legano l’Italia alla Nato e all’Unione Europea, implicano guerra e miseria per i lavoratori e per le masse popolari.
Multipolarismo, battaglia per la sovranità nazionale e lotta per l’emancipazione delle classi subalterne sono quindi inevitabilmente interconnesse.
Ai comunisti che lavorano dentro l’attuale fase storica si apre nuovamente la possibilità di giocare un ruolo nella storia lasciandosi le spalle le proprie sconfitte.
Quale tipo di organizzazione comunista è necessaria per affrontare le sfide attuali? Come costruire un fronte ampio di opposizione all’attuale sistema?
Di questo e altro parleremo con Igor CAMILLI Segretario Nazionale di Patria Socialista e con Alessandro PASCALE, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista e autore di opere importanti quali”Storia del comunismo”, “Il totalitarismo liberale”, “Ascesa e declino dell’impero statunitense”.

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𝐃𝐎𝐏𝐎 𝐈𝐋 𝐆𝐀𝐒 𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐓𝐑𝐎𝐋𝐈𝐎. Il 5 dicembre scatta l’embargo del petrolio russo, che non potrà più essere acquistato regolarmente dai paesi dell’Unione Europea. Significa, caso unico nella storia, che la UE si fa gli embarghi da sola, colpendo i popoli lavoratori europei in primis e auto infliggendo enormi danni al proprio tessuto sociale, economico e produttivo. Questo perché gli USA per vincere sullo scenario geopolitico globale hanno la necessità di rendere più debole l’Europa e rompere le relazioni tra i due continenti, Asia ed Europa. Queste scelte geopolitiche volute dagli Stati Uniti, che dettano ormai la nostra politica energetica, colpiranno pesantemente la raffineria russa Lukoil di Priolo in provincia di Siracusa, che da occupazione a 10.000 lavoratori in Sicilia. La Sicilia, che è già una terra martoriata proprio per la mancanza di infrastrutture e occupazione, sente doppiamente il peso geopolitico di queste scelte che provengono direttamente dal padrone a Washington. Ecco perché l’uscita dall’Unione Europea e dalla Nato così come il tema legato alla Sovranità popolare sono temi centrali, e non sono in alcun modo disancorati rispetto ai temi dell’occupazione, del riscatto sociale e quindi del Lavoro. Il governo Meloni di fatto prosegue in piena sintonia rispetto alle politiche del PD e del governo Draghi, allineandosi senza alcuno sforzo alla politica degli Stati Uniti in Italia. Il Partito Comunista sostiene la protesa dei lavoratori dello stabilimento di Priolo (Sicilia) venerdì 18 novembre e chiede siano tolte le sanzioni alla Russia, perché non sono altro che delle sanzioni di facciata per colpire in realtà l’Europa e indebolire l’Italia.


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𝐃𝐎𝐏𝐎 𝐈𝐋 𝐆𝐀𝐒 𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐓𝐑𝐎𝐋𝐈𝐎. Il 5 dicembre scatta l’embargo del petrolio russo, che non potrà più essere acquistato regolarmente dai paesi dell’Unione Europea. Significa, caso unico nella storia, che la UE si fa gli embarghi da sola, colpendo i popoli lavoratori europei in primis e auto infliggendo enormi danni al proprio tessuto sociale, economico e produttivo.
Questo perché gli USA per vincere sullo scenario geopolitico globale hanno la necessità di rendere più debole l’Europa e rompere le relazioni tra i due continenti, Asia ed Europa.
Queste scelte geopolitiche volute dagli Stati Uniti, che dettano ormai la nostra politica energetica, colpiranno pesantemente la raffineria russa Lukoil di Priolo in provincia di Siracusa, che da occupazione a 10.000 lavoratori in Sicilia. La Sicilia, che è già una terra martoriata proprio per la mancanza di infrastrutture e occupazione, sente doppiamente il peso geopolitico di queste scelte che provengono direttamente dal padrone a Washington.
Ecco perché l’uscita dall’Unione Europea e dalla Nato così come il tema legato alla Sovranità popolare sono temi centrali, e non sono in alcun modo disancorati rispetto ai temi dell’occupazione, del riscatto sociale e quindi del Lavoro.
Il governo Meloni di fatto prosegue in piena sintonia rispetto alle politiche del PD e del governo Draghi, allineandosi senza alcuno sforzo alla politica degli Stati Uniti in Italia.
Il Partito Comunista sostiene la protesa dei lavoratori dello stabilimento di Priolo (Sicilia) venerdì 18 novembre e chiede siano tolte le sanzioni alla Russia, perché non sono altro che delle sanzioni di facciata per colpire in realtà l’Europa e indebolire l’Italia.

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