SUPER BONUS? SE NE HAI USUFRUITO L’AGENZIA DELLE ENTRATE TI IPOTECA LA CASA L’agenzia delle entrate, per salvaguardare i guadagni e gli interessi delle banche, ha deciso di ipotecare le case di chi ha usufruito dei bonus del 110% e del 90%. Ovviamente, come sempre accade nel nostro Paese con il consenso del governo, si pensa solamente a privilegiare i ricchi, le banche e le grandi multinazionali a penalizzando e impoverendo sempre di più il popolo. Queste misure Si chiamano in gergo “procedure cautelari”, prevedono l’ ipoteca preventiva sugli immobili che hanno beneficiato dei bonus 110% e 90%. L’ipoteca serve a garantire banche, Agenzia delle Entrate e creditori vari, a sindacare e a controllare su tutta la procedura , come da sentenza della Cassazione, sarà la stessa Agenzia delle Entrate. Di fatto con i “superbonus” i condomini hanno ipotecato le loro case. Il “Centro Studi ICAF” aveva già individuato, e ben prima della sentenza della Suprema Corte, oltre ottanta elementi di criticità: prevalentemente ignorati dagli amministratori condominiali nell’ambito della deliberazione delle opere di “riqualificazione del fabbricato attraverso ricorso a bonus fiscali”. Di fatto la Cassazione in questo caso ha sentenziato abbracciando una sfera che va del diritto tributario al diritto civile, dall’amministrativo al penale. Nei casi più sciagurati, già è possibile prevedere il pignoramento dell’immobile, e poi la messa all’asta. L’ipoteca serve a garantire solamente le banche, Agenzia delle Entrate e i grandi gruppi industriali e finanziari.che potranno appropriarsi degli immobili dei cittadini solamente perchè hanno usufruito dei bonus dati dallo Stato. Questo è l’ennesimo attacco a tutti i cittadini che in Italia posseggono una casa, il nostro paese infatti ha il più alto tasso di case di proprietà in tutta Europa .


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SUPER BONUS?
SE NE HAI USUFRUITO L’AGENZIA DELLE ENTRATE TI IPOTECA LA CASA

L’agenzia delle entrate, per salvaguardare i guadagni e gli interessi delle banche, ha deciso di ipotecare le case di chi ha usufruito dei bonus del 110% e del 90%. Ovviamente, come sempre accade nel nostro Paese con il consenso del governo, si pensa solamente a privilegiare i ricchi, le banche e le grandi multinazionali a penalizzando e impoverendo sempre di più il popolo.

Queste misure Si chiamano in gergo “procedure cautelari”, prevedono l’ ipoteca preventiva sugli immobili che hanno beneficiato dei bonus 110% e 90%. L’ipoteca serve a garantire banche, Agenzia delle Entrate e creditori vari, a sindacare e a controllare su tutta la procedura , come da sentenza della Cassazione, sarà la stessa Agenzia delle Entrate.
Di fatto con i “superbonus” i condomini hanno ipotecato le loro case. Il “Centro Studi ICAF” aveva già individuato, e ben prima della sentenza della Suprema Corte, oltre ottanta elementi di criticità: prevalentemente ignorati dagli amministratori condominiali nell’ambito della deliberazione delle opere di “riqualificazione del fabbricato attraverso ricorso a bonus fiscali”.

Di fatto la Cassazione in questo caso ha sentenziato abbracciando una sfera che va del diritto tributario al diritto civile, dall’amministrativo al penale.
Nei casi più sciagurati, già è possibile prevedere il pignoramento dell’immobile, e poi la messa all’asta.

L’ipoteca serve a garantire solamente le banche, Agenzia delle Entrate e i grandi gruppi industriali e finanziari.che potranno appropriarsi degli immobili dei cittadini solamente perchè hanno usufruito dei bonus dati dallo Stato.

Questo è l’ennesimo attacco a tutti i cittadini che in Italia posseggono una casa, il nostro paese infatti ha il più alto tasso di case di proprietà in tutta Europa .

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SOVRANISTI DI CARTONE “Assurdo e gratuito atto ostile della Nato nei confronti della Russia: non si schierano centinaia di carri armati su un confine all’improvviso”. Queste erano le parole del attuale ministro della Difesa Guido Crosetto del 9 gennaio del 2017 sull’invasione che l’Ucraina stava portando avanti in Donbass. Adesso che è ministro della Difesa sotto il governo Meloni, Crosetto ha cambiato completamente idea e si è tolto definitivamente la maschera da sovranista di cartone dimostrando tutta la fedeltà del governo italiano alle decisioni prese da NATO, USA e UE dichiarando pubblicamente che: “Se l’Italia non avesse condiviso la scelta di fornire armi all’Ucraina, si sarebbe messa ai margini della Nato.” Inoltre ha aggiunto che la prossima settimana “potrebbe nascere” un nuovo decreto che autorizzi gli aiuti, anche relativi ad approvvigionamenti militari, dell’Italia all’Ucraina. Quanto ai tempi operativi, il ministro ha parlato di “qualche settimana”. Il decreto sarebbe il sesto dall’inizio del sostegno italiano. Il nostro governo continua a preferire l’invio delle armi e sovvenzioni all’Ucraina invece di pensare al disastro economico e sociale che sta distruggendo molto velocemente il nostro paese. I soldi impiegati per questa operazione basterebbero per risollevare le sorti del nostro paese, ma come abbiamo visto, questi sovranisti di cartone preferiscono essere fedeli ubbidienti della NATO a scapito del benessere del proprio popolo.


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SOVRANISTI DI CARTONE

“Assurdo e gratuito atto ostile della Nato nei confronti della Russia: non si schierano centinaia di carri armati su un confine all’improvviso”. Queste erano le parole del attuale ministro della Difesa Guido Crosetto del 9 gennaio del 2017 sull’invasione che l’Ucraina stava portando avanti in Donbass.

Adesso che è ministro della Difesa sotto il governo Meloni, Crosetto ha cambiato completamente idea e si è tolto definitivamente la maschera da sovranista di cartone dimostrando tutta la fedeltà del governo italiano alle decisioni prese da NATO, USA e UE dichiarando pubblicamente che: “Se l’Italia non avesse condiviso la scelta di fornire armi all’Ucraina, si sarebbe messa ai margini della Nato.”
Inoltre ha aggiunto che la prossima settimana “potrebbe nascere” un nuovo decreto che autorizzi gli aiuti, anche relativi ad approvvigionamenti militari, dell’Italia all’Ucraina. Quanto ai tempi operativi, il ministro ha parlato di “qualche settimana”. Il decreto sarebbe il sesto dall’inizio del sostegno italiano.

Il nostro governo continua a preferire l’invio delle armi e sovvenzioni all’Ucraina invece di pensare al disastro economico e sociale che sta distruggendo molto velocemente il nostro paese. I soldi impiegati per questa operazione basterebbero per risollevare le sorti del nostro paese, ma come abbiamo visto, questi sovranisti di cartone preferiscono essere fedeli ubbidienti della NATO a scapito del benessere del proprio popolo.

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SOVRANISTI DI CARTONE “Assurdo e gratuito atto ostile della Nato nei confronti della Russia: non si schierano centinaia di carri armati su un confine all’improvviso”. Queste erano le parole del attuale ministro della Difesa Guido Crosetto del 9 gennaio del 2017 sull’invasione che l’Ucraina stava portando avanti in Donbass. Adesso che è ministro della Difesa sotto il governo Meloni, Crosetto ha cambiato completamente idea e si è tolto definitivamente la maschera da sovranista di cartone dimostrando tutta la fedeltà del governo italiano alle decisioni prese da NATO, USA e UE dichiarando pubblicamente che: “Se l’Italia non avesse condiviso la scelta di fornire armi all’Ucraina, si sarebbe messa ai margini della Nato.” Inoltre ha aggiunto che la prossima settimana “potrebbe nascere” un nuovo decreto che autorizzi gli aiuti, anche relativi ad approvvigionamenti militari, dell’Italia all’Ucraina. Quanto ai tempi operativi, il ministro ha parlato di “qualche settimana”. Il decreto sarebbe il sesto dall’inizio del sostegno italiano. Il nostro governo continua a preferire l’invio delle armi e sovvenzioni all’Ucraina invece di pensare al disastro economico e sociale che sta distruggendo molto velocemente il nostro paese. I soldi impiegati per questa operazione basterebbero per risollevare le sorti del nostro paese, ma come abbiamo visto, questi sovranisti di cartone preferiscono essere fedeli ubbidienti della NATO a scapito del benessere del proprio popolo.


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SOVRANISTI DI CARTONE

“Assurdo e gratuito atto ostile della Nato nei confronti della Russia: non si schierano centinaia di carri armati su un confine all’improvviso”. Queste erano le parole del attuale ministro della Difesa Guido Crosetto del 9 gennaio del 2017 sull’invasione che l’Ucraina stava portando avanti in Donbass.

Adesso che è ministro della Difesa sotto il governo Meloni, Crosetto ha cambiato completamente idea e si è tolto definitivamente la maschera da sovranista di cartone dimostrando tutta la fedeltà del governo italiano alle decisioni prese da NATO, USA e UE dichiarando pubblicamente che: “Se l’Italia non avesse condiviso la scelta di fornire armi all’Ucraina, si sarebbe messa ai margini della Nato.”
Inoltre ha aggiunto che la prossima settimana “potrebbe nascere” un nuovo decreto che autorizzi gli aiuti, anche relativi ad approvvigionamenti militari, dell’Italia all’Ucraina. Quanto ai tempi operativi, il ministro ha parlato di “qualche settimana”. Il decreto sarebbe il sesto dall’inizio del sostegno italiano.

Il nostro governo continua a preferire l’invio delle armi e sovvenzioni all’Ucraina invece di pensare al disastro economico e sociale che sta distruggendo molto velocemente il nostro paese. I soldi impiegati per questa operazione basterebbero per risollevare le sorti del nostro paese, ma come abbiamo visto, questi sovranisti di cartone preferiscono essere fedeli ubbidienti della NATO a scapito del benessere del proprio popolo.

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Non si può sintetizzare meglio di quanto abbia fatto Michelangelo Severgnini nel suo post quanto accaduto a Tripoli con l’arrivo della premier italiana, Meloni. 8 miliardi per stipulare un contratto con un governo fantoccio dell’Occidente che non rappresenta il popolo libico, tiene in schiavitù 700mila profughi e fa contrabbando di petrolio. Se solo le “democrazie” occidentali, ossia la NATO, si facessero da parte e il popolo libico fosse libero di scegliersi il proprio futuro – dopo che nel 2011 glielo abbiamo distrutto – contrabbando, schiavitù e migrazioni forzate finirebbero, almeno in quella disgraziata terra. Questi contratti sono carta straccia. Se pure vedremo da lì un metro cubo di gas, ciò avverrà tra tre anni, dopo che l’Italia e l’Europa sarà già stata ridotta a un deserto industriale o peggio un tizzone ardente nuclearizzato. «In questo 20% di Libia non sta un solo pozzo di petrolio o gas. Ecco perché ora dobbiamo andarcelo a cercare sotto il mare. Eppure l’altra Libia, quella vera, quella legale, quella legittima, petrolio e gas ne hanno quanto ne occorre», ricorda Severgnini. Meloni ha chiesto di «trovare soluzioni strutturali e verificabili» sul contenimento dell’immigrazione irregolare – che ipocrisia! si vanno a dare altre motovedette a coloro che con questi mezzi la provocano e si trascura chi potrebbe risolverla! – anche « … in collaborazione con l’agenzia Onu sul campo»? Quell’agenzia che si rifiuta di riportare nei loro paesi i migranti che ne hanno diritto e lo chiedono a gran voce.


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Non si può sintetizzare meglio di quanto abbia fatto Michelangelo Severgnini nel suo post quanto accaduto a Tripoli con l’arrivo della premier italiana, Meloni.
8 miliardi per stipulare un contratto con un governo fantoccio dell’Occidente che non rappresenta il popolo libico, tiene in schiavitù 700mila profughi e fa contrabbando di petrolio. Se solo le “democrazie” occidentali, ossia la NATO, si facessero da parte e il popolo libico fosse libero di scegliersi il proprio futuro – dopo che nel 2011 glielo abbiamo distrutto – contrabbando, schiavitù e migrazioni forzate finirebbero, almeno in quella disgraziata terra.
Questi contratti sono carta straccia. Se pure vedremo da lì un metro cubo di gas, ciò avverrà tra tre anni, dopo che l’Italia e l’Europa sarà già stata ridotta a un deserto industriale o peggio un tizzone ardente nuclearizzato.
«In questo 20% di Libia non sta un solo pozzo di petrolio o gas. Ecco perché ora dobbiamo andarcelo a cercare sotto il mare. Eppure l’altra Libia, quella vera, quella legale, quella legittima, petrolio e gas ne hanno quanto ne occorre», ricorda Severgnini.
Meloni ha chiesto di «trovare soluzioni strutturali e verificabili» sul contenimento dell’immigrazione irregolare – che ipocrisia! si vanno a dare altre motovedette a coloro che con questi mezzi la provocano e si trascura chi potrebbe risolverla! – anche « … in collaborazione con l’agenzia Onu sul campo»? Quell’agenzia che si rifiuta di riportare nei loro paesi i migranti che ne hanno diritto e lo chiedono a gran voce.

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ZELENSKIJ VUOLE L’ITALIA IN GUERRA, ANCORA DI PIU’ Nell’intervista rilasciata a Bruno Vespa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky invoca sempre di più la terza guerra mondiale dichiarando che anche l’Italia dovrebbe partecipare ancora più attivamente a questa guerra, il tutto vaneggiando su scenari fanta-apocalittici in cui la Russia sarebbe pronta ad invadere Polonia, Paesi Baltici. Zelensky afferma che: “Anche l’Italia, la Francia, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, tutti gli stati membri della Nato saranno costretti a entrare in guerra per dimostrare che la NATO esiste davvero e la NATO lavora”. Invece sul nostro primo ministro Giorgia Meloni, ai microfoni di Bruno Vespa ha dichiarato:”Aspettiamo molto Giorgia. Non dico Giorgia Meloni perché durante il nostro primo colloquio lei mi ha detto ’Volodymyr mi chiami, per favore, Giorgia’, e così abbiamo iniziato la conversazione con lei. Io ho visto in lei un primo ministro estremamente concreto. Mi è assolutamente chiara la sua retorica. Al giorno d’oggi vedo Giorgia filoitaliana e questa è la cosa più importante: che è proitaliana e sostiene l’Ucraina. E sostiene i valori comuni. Oggi è così. L’aspetto molto in Ucraina in visita ufficiale. Lei verrà presto. Kiev vorrebbe trascinarci sempre più in un’escalation che distruggerà il nostro paese, è tempo di fermare questa follia e lottare davvero per la pace. Il nostro paese si dimostra sempre di più succube e schiavo delle politiche di guerra portate avanti dalla NATO, UE e USA. Stop all’invio di armi all’Ucraina, Stop sanzioni contro la Russia, fuori l’Italia dalla guerra e dalla Nato!


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ZELENSKIJ VUOLE L’ITALIA IN GUERRA, ANCORA DI PIU’

Nell’intervista rilasciata a Bruno Vespa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky invoca sempre di più la terza guerra mondiale dichiarando che anche l’Italia dovrebbe partecipare ancora più attivamente a questa guerra, il tutto vaneggiando su scenari fanta-apocalittici in cui la Russia sarebbe pronta ad invadere Polonia, Paesi Baltici.

Zelensky afferma che: “Anche l’Italia, la Francia, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, tutti gli stati membri della Nato saranno costretti a entrare in guerra per dimostrare che la NATO esiste davvero e la NATO lavora”.
Invece sul nostro primo ministro Giorgia Meloni, ai microfoni di Bruno Vespa ha dichiarato:”Aspettiamo molto Giorgia. Non dico Giorgia Meloni perché durante il nostro primo colloquio lei mi ha detto ’Volodymyr mi chiami, per favore, Giorgia’, e così abbiamo iniziato la conversazione con lei. Io ho visto in lei un primo ministro estremamente concreto. Mi è assolutamente chiara la sua retorica. Al giorno d’oggi vedo Giorgia filoitaliana e questa è la cosa più importante: che è proitaliana e sostiene l’Ucraina. E sostiene i valori comuni. Oggi è così. L’aspetto molto in Ucraina in visita ufficiale. Lei verrà presto.

Kiev vorrebbe trascinarci sempre più in un’escalation che distruggerà il nostro paese, è tempo di fermare questa follia e lottare davvero per la pace.
Il nostro paese si dimostra sempre di più succube e schiavo delle politiche di guerra portate avanti dalla NATO, UE e USA.
Stop all’invio di armi all’Ucraina, Stop sanzioni contro la Russia, fuori l’Italia dalla guerra e dalla Nato!

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Sabato 11 Febbraio SPEGNI SANREMO, SCENDI IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA. La presenza di Zelensky a Sanremo è veramente imbarazzante. Il Festival della musica italiana ha invitato il presidente di un Paese che sta spingendo il Mondo intero sull’orlo della terza guerra mondiale e permettendogli di fare becera propaganda continuando a mentire come sta facendo da anni. Zelensky è un guerrafondaio, che chiede armi e soldi a tutto il mondo pur non avendo rispettato gli accordi di Minsk e aver ucciso migliaia di abitanti del Donbass, obbligando, di fatto, l’intervento da parte della Russia a difendere la popolazione che moriva sotto le bombe ucraine. L’Italia DEVE rimanere fuori e cercare la pace, far finire le sanzioni contro la Russia, interrompere l’invio di Armi e aprire un tavolo per la Pace. Quest’anno uscite di casa, socializzate, organizzate cene con gli amici, coinvolgete quante più persone possibili. Mandiamo e-mail alla RAI manifestando il nostro dissenso. Facciamogli capire che non va bene usare i soldi degli italiani per far fare propaganda ad un bieco personaggio che ci sta costando milioni di euro che sarebbero potuti essere usati per far il benessere del popolo. Quest’anno Boicotta Sanremo. Manifestiamo contro la Guerra.


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Sabato 11 Febbraio SPEGNI SANREMO, SCENDI IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA.

La presenza di Zelensky a Sanremo è veramente imbarazzante. Il Festival della musica italiana ha invitato il presidente di un Paese che sta spingendo il Mondo intero sull’orlo della terza guerra mondiale e permettendogli di fare becera propaganda continuando a mentire come sta facendo da anni.

Zelensky è un guerrafondaio, che chiede armi e soldi a tutto il mondo pur non avendo rispettato gli accordi di Minsk e aver ucciso migliaia di abitanti del Donbass, obbligando, di fatto, l’intervento da parte della Russia a difendere la popolazione che moriva sotto le bombe ucraine.

L’Italia DEVE rimanere fuori e cercare la pace, far finire le sanzioni contro la Russia, interrompere l’invio di Armi e aprire un tavolo per la Pace.

Quest’anno uscite di casa, socializzate, organizzate cene con gli amici, coinvolgete quante più persone possibili.
Mandiamo e-mail alla RAI manifestando il nostro dissenso. Facciamogli capire che non va bene usare i soldi degli italiani per far fare propaganda ad un bieco personaggio che ci sta costando milioni di euro che sarebbero potuti essere usati per far il benessere del popolo.

Quest’anno Boicotta Sanremo.
Manifestiamo contro la Guerra.

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🔴 Abbiamo bisogno anche di te, il momento è ORA! 🔴 Per chiedere l’iscrizione basta iscriversi compilando il modulo che è nei commenti oppure inviare un messaggio a questa pagina, indicando il proprio nome e cognome, telefono, email e luogo di residenza/lavoro. Sarai ricontattato entro pochi giorni e indirizzato al referente territoriale più vicino. Iscrizione dai 14 anni in su nella Federazione della Gioventù Comunista IL COMUNISMO È LA GIOVENTÙ DEL MONDO Iscrizione al Partito Comunista 👉 https://ift.tt/ae2UQ1P Iscrizione alla Federazione Gioventù Comunista 👉 https://ift.tt/wsyY2od


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PERCHÉ I CARRI ARMATI OCCIDENTALI IN UCRAINA Il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo Mesi (forse un anno) per i 31 Abrams, 14 Challenger2 dalla Gran Bretagna, 14 Leopard2 annunciati dalla Germania, altri 80 (di vecchia concezione) dovrebbero arrivare da Spagna, Portogallo, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi. Tutta roba che può durare al massimo una settimana. Comunque inadeguati a combattere in quelle condizioni. Hanno spesse corazzature frontali, valide per scontri per cui sono stati progettati (carri contro carri), ma scarse laterali esposte alle fanterie, su cui il presente conflitto è basato. Più delicata la vicenda dell’invio di uno dei quattro moderni e costosissimi sistemi antimissilistici italiani SAMP. I militari si oppongono per ragioni di sicurezza nazionale. Ma vi sono anche ragioni operative: richiedono un addestramento sofisticato e rischiano di fare la stessa fine ingloriosa degli altri mezzi inviati dall’Italia, forniture secretate e poi sbugiardate dalle foto russe che li mostrano distrutti. Ma allora perché? Perché gli USA e i loro più vicini lacché dell’Europa Orientale spingono così tanto? Per marcare un punto di non ritorno nel detachment tra Unione Europea e Russia. Dopo la distruzione del gasdotto NorthSteam, la distruzione del mercato dell’energia e l’asservimento perenne alle forniture americane, gli aiuti di stato protezionistici USA alla propria economia che metteranno definitivamente fuori mercato i prodotti europei, cosa dobbiamo vedere di più per capire che questa è la guerra degli Stati Uniti, alla Germania, all’Europa e al mondo intero. Ormai molti osservatori concordano con quello che il nostro partito ha già detto un anno fa. Secondo il sondaggio Swg, il 55 per cento degli italiani si dice contrario all’aumento delle spese militari al 2 per cento del Pil, come annunciato dal Ministro della Difesa, il sovranista di cartone Crosetto.


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PERCHÉ I CARRI ARMATI OCCIDENTALI IN UCRAINA
Il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo

Mesi (forse un anno) per i 31 Abrams, 14 Challenger2 dalla Gran Bretagna, 14 Leopard2 annunciati dalla Germania, altri 80 (di vecchia concezione) dovrebbero arrivare da Spagna, Portogallo, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi.
Tutta roba che può durare al massimo una settimana. Comunque inadeguati a combattere in quelle condizioni. Hanno spesse corazzature frontali, valide per scontri per cui sono stati progettati (carri contro carri), ma scarse laterali esposte alle fanterie, su cui il presente conflitto è basato.
Più delicata la vicenda dell’invio di uno dei quattro moderni e costosissimi sistemi antimissilistici italiani SAMP. I militari si oppongono per ragioni di sicurezza nazionale. Ma vi sono anche ragioni operative: richiedono un addestramento sofisticato e rischiano di fare la stessa fine ingloriosa degli altri mezzi inviati dall’Italia, forniture secretate e poi sbugiardate dalle foto russe che li mostrano distrutti.
Ma allora perché? Perché gli USA e i loro più vicini lacché dell’Europa Orientale spingono così tanto? Per marcare un punto di non ritorno nel detachment tra Unione Europea e Russia.
Dopo la distruzione del gasdotto NorthSteam, la distruzione del mercato dell’energia e l’asservimento perenne alle forniture americane, gli aiuti di stato protezionistici USA alla propria economia che metteranno definitivamente fuori mercato i prodotti europei, cosa dobbiamo vedere di più per capire che questa è la guerra degli Stati Uniti, alla Germania, all’Europa e al mondo intero.
Ormai molti osservatori concordano con quello che il nostro partito ha già detto un anno fa.
Secondo il sondaggio Swg, il 55 per cento degli italiani si dice contrario all’aumento delle spese militari al 2 per cento del Pil, come annunciato dal Ministro della Difesa, il sovranista di cartone Crosetto.

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Il Partito Comunista, alla presenza dell’Ambasciatrice cubana Mirta Granda Averhoff, ha partecipato alla commemorazione organizzata dall’Ambasciata di Cuba per i 170° anni di José Martí.


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Sono trascorsi 78 anni dall’ingresso ad Auschwitz dei soldati dell’Armata Rossa, il 27 gennaio del 1945, la data che ci ricorda la scoperta delle immonde pratiche carnefici della belva nazifascista. In realtà erano già in molti a sapere e a tacere. Chi ebbe la possibilità di dire la verità al mondo, Vaticano in testa, non lo fece: tutt’altro. Chi ebbe la possibilità di far saltare i binari della morte – ci sarebbe voluto poi tanto? – non lo fece. Da allora, e fino ai nostri giorni, iniziarono lo sdegno e l’orrore, per alcuni in una forma di ipocrita schizofrenia, dove chi commemora è al tempo stesso in prima fila nella lotta agli immigrati disperati, ai nomadi, ai diversi o a chi in generale non si vuole «uniformare». Il Partito Comunista vuole ricordare tutte le vittime di quell’orrenda carneficina: i Rom, gli oppositori politici (i nazifascisti avevano già fatto fuori tutti quelli che erano a tiro), gli omosessuali, i disabili e disparate altre categorie di «indesiderabili». Il tremendo crimine cui seppe arrivare la feccia del genere umano, in quegli anni neppure tanto lontani, deve rimanere monito permanente e perenne insegnamento. Così come deve permanere una lettura di quel periodo scevra da ogni nazionalismo e irredentismo. Non è possibile, infatti, nascondere né «rimuovere» i crimini commessi dai fascisti in tanti Paesi: a cominciare dai gas usati per sterminare popolazioni inermi in Africa, fino alle abominevoli azioni commesse in Grecia, nei Balcani. Ovunque i fascisti si fossero trovati, hanno lasciato un ricordo almeno pari a quello che lasciarono i nazisti. Non é possibile ripulire la memoria di questo Paese continuando a lasciar cadere le colpe sui nostri «cattivi» alleati di allora. Il nostro Paese, guidando da una tragica dittatura che industriali, latifondisti e borghesia vollero – e che la monarchia non fece nulla per impedire – si rese colpevole di crimini sciagurati di cui mai fu chiamato a rispondere davanti ai tribunali giudiziari e militari. Allo stesso modo, non é possibile ignorare i meriti dellUnione Sovietica guidata da Stalin che, sul fronte orientale di quella guerra, impedi’ eroicamente la vittoria nazifascista al prezzo di decine di milioni morti. Il tribunale della storia deve invece esprimere un giudizio serio, severo, deciso: le classi dominanti, che vollero quella guerra e consentirono quello sterminio, hanno fallito ovunque e ripetutamente, dimostrando di essere in grado di arrecare solo lutti, ingiustizie, cancellazione della dignità umana. Non consentire che tutto ciò si ripeta, significa per noi non solo ricordare, ma battersi col massimo impegno nella rimozione delle cause che tante sciagure e ingiustizie hanno generato e continuano a generare: perché i burattinai che vollero quella guerra sono ancora lì, seminando morte, ai posti di comando.


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Sono trascorsi 78 anni dall’ingresso ad Auschwitz dei soldati dell’Armata Rossa, il 27 gennaio del 1945, la data che ci ricorda la scoperta delle immonde pratiche carnefici della belva nazifascista. In realtà erano già in molti a sapere e a tacere. Chi ebbe la possibilità di dire la verità al mondo, Vaticano in testa, non lo fece: tutt’altro. Chi ebbe la possibilità di far saltare i binari della morte – ci sarebbe voluto poi tanto? – non lo fece. Da allora, e fino ai nostri giorni, iniziarono lo sdegno e l’orrore, per alcuni in una forma di ipocrita schizofrenia, dove chi commemora è al tempo stesso in prima fila nella lotta agli immigrati disperati, ai nomadi, ai diversi o a chi in generale non si vuole «uniformare».
Il Partito Comunista vuole ricordare tutte le vittime di quell’orrenda carneficina: i Rom, gli oppositori politici (i nazifascisti avevano già fatto fuori tutti quelli che erano a tiro), gli omosessuali, i disabili e disparate altre categorie di «indesiderabili».
Il tremendo crimine cui seppe arrivare la feccia del genere umano, in quegli anni neppure tanto lontani, deve rimanere monito permanente e perenne insegnamento. Così come deve permanere una lettura di quel periodo scevra da ogni nazionalismo e irredentismo. Non è possibile, infatti, nascondere né «rimuovere» i crimini commessi dai fascisti in tanti Paesi: a cominciare dai gas usati per sterminare popolazioni inermi in Africa, fino alle abominevoli azioni commesse in Grecia, nei Balcani. Ovunque i fascisti si fossero trovati, hanno lasciato un ricordo almeno pari a quello che lasciarono i nazisti. Non é possibile ripulire la memoria di questo Paese continuando a lasciar cadere le colpe sui nostri «cattivi» alleati di allora. Il nostro Paese, guidando da una tragica dittatura che industriali, latifondisti e borghesia vollero – e che la monarchia non fece nulla per impedire – si rese colpevole di crimini sciagurati di cui mai fu chiamato a rispondere davanti ai tribunali giudiziari e militari. Allo stesso modo, non é possibile ignorare i meriti dellUnione Sovietica guidata da Stalin che, sul fronte orientale di quella guerra, impedi’ eroicamente la vittoria nazifascista al prezzo di decine di milioni morti.
Il tribunale della storia deve invece esprimere un giudizio serio, severo, deciso: le classi dominanti, che vollero quella guerra e consentirono quello sterminio, hanno fallito ovunque e ripetutamente, dimostrando di essere in grado di arrecare solo lutti, ingiustizie, cancellazione della dignità umana.
Non consentire che tutto ciò si ripeta, significa per noi non solo ricordare, ma battersi col massimo impegno nella rimozione delle cause che tante sciagure e ingiustizie hanno generato e continuano a generare: perché i burattinai che vollero quella guerra sono ancora lì, seminando morte, ai posti di comando.

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