Oggi 4 Marzo iniziano le Due Sessioni

Oggi 4 Marzo iniziano le Due Sessioni

Oggi 4 Marzo si è aperta a Pechino la prima giornata della settimana più importante della vita politica del paese: le Due Sessioni.

Durante questa settimana due assemblee si riuniscono in sessioni parallele per assolvere le funzioni più importanti del sistema democratico cinese.

Il Congresso Nazionale del Popolo, composto da circa 3000 Deputati del Popolo, è il massimo organo legislativo del paese. Si riunisce per valutare il lavoro del governo, per valutare il raggiungimento degli obiettivi fissati nell’Assemblea annuale precedente, proporre e deliberare il bilancio nazionale e quelli locali, monitorare le crescita economica, sociale ed ambientale e, quando terminano i mandati, eleggere le massime cariche dello Stato.

Il Comitato Consultivo Politico del Popolo Cinese è un’assemblea consultiva, formata da rappresentanti del mondo degli affari, rappresentanti locali, rappresentanti delle etnie e rappresentanti dei corpi sociali. Questa assemblea si confronta direttamente con il governo, con la presidenza e con gli altri organi politici per fare richieste, proposte e valutazioni sull’avanzamento dei progetti inaugurati nell’anno precedente.

Quest’anno in particolare la Terza Sessione del 14° Congresso nazionale del popolo è chiamata a fare il bilancio sul 14° piano quinquennale, che si chiuderà a fine 2025, e preparerà il prossimo che sarà inaugurato nelle Due Sessioni del 2026.

Il Partito Comunista si unisce a tutti i leader del mondo multipolare, a tutti gli operatori economici e a tutti i popoli del mondo nell’augurare ai Deputati del Popolo ed ai membri della Grande Assemblea Consultiva un proficuo lavoro. Siamo certi che, come ribadito dai rispettivi portavoce, il lavoro delle due assemblee ha un ruolo fondamentale nell’economia, nel progresso tecnologico e sociale di gran parte del mondo, ed un ruolo centrale nella costruzione della pace e di un’umanità dal futuro condiviso.

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8 Marzo – Evento del Partito Comunista per la giornata internazionale della donna

8 Marzo – Evento del Partito Comunista per la giornata internazionale della donna

📢 GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA 🚩
Un’occasione per discutere di lotta di classe, emancipazione e resistenza!

📅 8 MARZO – ORE 15:00
📍 VIA GIOVANNI PRATI 1, ROMA

🔴 Interventi e riflessioni:
👉Introduzione da parte del Resp. Organizzazione Nazionale, Matteo Di Cocco
📝 Reading teatrale “Dialoghi Cosmici” di e con Lavinia Lalle e Sarah Mataloni
💬 Filosofe e Lotta di classe con Clio Stefanelli, Federazione di Roma – Partito Comunista
✊ Riflessioni e azioni per la vera emancipazione con Francesca Venditti, Federazione di Roma – Partito Comunista
⚠️ La guerra contro le donne, le donne contro la guerra con Silvia Stefani, Ufficio Politico del Partito Comunista
🎤 Conclusioni di Alberto Lombardo, Segretario Generale del Partito Comunista

🌍 Collegamento con i nostri partiti fratelli europei per un’iniziativa internazionale di lotta!

80 ANNI DI RESISTENZA: ieri, oggi e domani!

#8Marzo #GiornataInternazionaleDellaDonna #LottaDiClasse #Resistenza #Emancipazione #PartitoComunista #DonneControLaGuerra

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FUTURA UMANITÀ – Il 2 marzo 1919 veniva fondata a Mosca l’Internazionale Comunista.

FUTURA UMANITÀ – Il 2 marzo 1919 veniva fondata a Mosca l’Internazionale Comunista.

Ricorreva ieri, l’anniversario di fondazione della Terza Internazionale Comunista.

FUTURA UMANITÀ
Il 2 marzo 1919 veniva fondata a Mosca l’Internazionale Comunista.
Nel marzo 1919 molti rappresentanti di numerosi partiti socialisti e dei partiti comunisti già costituiti si ritrovano a Mosca sotto invito di Lenin, dove sull’onda dell’entusiasmo per le spinte rivoluzionarie che sembrano percorrere quasi tutti i paesi europei, i bolscevichi riescono a costituire, di fatto, la fondazione della Internazionale comunista.

Dopo il fallimento della Seconda Internazionale, Lenin insieme al partito Bolscevico, riuscì nell’intento di costituire la Terza Internazionale Comunista dandogli un carattere più rivoluzionario e comunista. L’intento principale e fondamentale fu quella di garantire al proletariato di tutto il mondo la liberazione dall’oppressione del capitalismo.

Il congresso di fondazione della Terza Internazionale si riunì a Mosca fra il 2 e il 6 marzo 1919. I delegati con diritto di voto erano 35 e rappresentavano 19 partiti o organizzazioni comuniste, oltre a questi vi erano, come osservatori, altri 19 delegati in rappresentanza di 16 organizzazioni. In quei giorni furono date le disposizioni per organizzare, consolidare, ampliare e collegare il lavoro rivoluzionario fra il proletariato europeo.

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Terzo incontro multilaterale dei partiti comunisti – Parigi

Terzo incontro multilaterale dei partiti comunisti – Parigi

Terzo incontro multilaterale dei Partiti Comunisti – Parigi

Sabato 22 febbraio si è tenuto a Parigi il terzo incontro multilaterale dei seguenti partiti comunisti europei: Partito Comunista Tedesco, Partito dei Lavoratori Ungherese, Partito Comunista dei Popoli di Spagna, Partito Comunista (Italia), Partito Comunista (Svizzera), Partito Comunista Danese, Partito Comunista della Federazione Russa e la Polo di Rinascita Comunista in Francia, che ha ospitato l’incontro.

Le discussioni si sono concentrate sulla situazione in Europa e nel mondo, sulla questione della pace in Ucraina e sui cambiamenti successivi all’investitura dell’amministrazione Trump alla guida dell’imperialismo statunitense. Diversi partiti partecipanti hanno presentato proposte di azione che saranno rese pubbliche a breve. Allo stesso modo, i partiti membri hanno concordato di regolarizzare questo tipo di incontri due volte l’anno e hanno concesso un prossimo incontro faccia a faccia nel corso dell’anno, in una data che sarà annunciata nelle prossime settimane.

Parigi, 22 febbraio 2025

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LE AQUILE OGNI TANTO POSSONO RAZZOLARE COME LE GALLINE  MA LE GALLINE NON POTRANNO MAI VOLARE ALLE ALTITUDINI DELLE AQUILE

LE AQUILE OGNI TANTO POSSONO RAZZOLARE COME LE GALLINE MA LE GALLINE NON POTRANNO MAI VOLARE ALLE ALTITUDINI DELLE AQUILE

LE AQUILE OGNI TANTO POSSONO RAZZOLARE COME LE GALLINE

MA LE GALLINE NON POTRANNO MAI VOLARE ALLE ALTITUDINI DELLE AQUILE

A distanza di tre anni dall’inizio dell’operazione militare speciale e a undici dell’inizio della guerra scatenata dal golpe neonazista in Ucraina, possiamo dire che l’Occidente Collettivo ha sbattuto duro, anzi forse la sua crisi irreversibile si avvia ad avvitarsi nella fase autodistrutiva in cui chi sta ancora sulla zattera bastona coloro che stanno per annegare (ieri le nazioni forti europee contro le deboli, oggi gli USA contro tutta l’UE). Tre anni fa abbiamo detto “questa è la guerra degli USA contro la Germania e tutta l’Europa”. Oggi questo è un fatto incontestabile. La fase cannibalistica del capitalismo occidentale è in corso.

Cominciamo dalle galline. Non ce ne vogliano questi pacifici volatili, presi a emblema di stupidità, per l’ignominioso paragone che facciamo: i governanti europei. Hanno creduto che c’era posto anche per loro al banchetto ucraino (come fu l’altra volta con i paesi ex socialisti), hanno speso un sacco di soldi, hanno indebolito le già carenti difese militari che hanno eretto solo per compiacere il padrone d’oltreoceano e i propri mercanti d’armi con robaccia che vola e spara solo sotto il comando del capo (senza controllo satellitare e software proprietario sono solo ferri da stiro [1]). Ora sono rimasti col cerino in mano a pagare il conto. La coazione a ripetere gli errori (più come le mosche che le galline) li porta a persistere e aggravare la situazione in cui versano i popoli europei. Solo un ministro per caso come Pichetto Fratin si poteva far sfuggire l’ovvietà che mo’ dobbiamo riaprire i gasdotti con la Russia. Un cane in chiesa!

Il bullo, che tratta in diplomazia con l’arroganza degli affaristi, il novello Re Mida sudafricano, che trasforma in veleno tutto quello che tocca, credono di poter salvare il capitalismo statunitense a furia di minacce e lusinghe? Funzionerà con le galline europee, ma sia la Resistenza palestinese che la Russia [2] hanno già fatto capire che con loro non attacca.

E veniamo alle aquile.

In Germania il partito socialdemocratico, che ha preso la legnata elettorale più fragorosa della sua storia, resterà al governo, mentre chi ha preso quasi 2,5 milioni di voti, tra cui mezzo milione di ex non votanti, fermandosi al 4,97%, per 13.400 voti non entra neanche in Parlamento. I sondaggi preelettorali hanno orientato il voto in modo sfacciato. Non ci meraviglieremmo se uscissero scandali su forti manipolazioni per queste elezioni. Ma le dittature e gli autocrati sono gli altri.

Sahra Wagenknecht ha fatto errori. In Turingia non doveva cedere all’alleanza coi partiti bellicisti accontentandosi di una inutile dichiarazione di intenti pacifisti. Ha fatto bene a non allearsi con i sionisti filo-padronali filo-atlantisti di AfD, ma poi è arrivata a votare il pacchetto anti-migranti Cdu-Afd. Sebbene la sua ricetta rispetto al problema dell’immigrazione parta da un’analisi corretta, la sua soluzione non riesce a scappare dalla dicotomia tra giusta difesa delle condizioni di lavoro e doverosa accoglienza, come si può e si deve fare.

Il lettore ci scuserà se ci permettiamo di usare le parole di Lenin e accostare un’eroina della lotta antifascista come Rosa alla Sahra odierna. Tuttavia la battaglia per la liberazione dei popoli europei è iniziata e da qui si deve partire, anche con tutto il carico di errori.

[1] https://scenarieconomici.it/kill-switch-e-vero-che-il-caccia-f-35-puo-essere-spento-dagli-usa/

[2] “Siamo pronti a negoziare sia con Kiev sia con l’Europa, con chiunque in buona fede voglia contribuire a raggiungere la pace, ma interromperemo le azioni militari solo quando questi negoziati daranno un risultato fermo e sostenibile che soddisfi la Federazione Russa”. Così da Ankara il ministro degli Esteri russo Lavrov, il quale ha anche aggiunto: per arrivare a un accordo, è necessaria una clausola “ferrea” che garantisca che Kiev non entrerà nella Nato. Poi: Mosca continuerà contatti con Usa, “emersa opportunità di dialogo normale”

Nella conversazione telefonica odierna, i presidenti russo Vladimir Putin e cinese Xi Jinping hanno confermato che le relazioni tra i due Paesi “rappresentano il fattore di stabilizzazione più importante negli affari mondiali”. Lo riferisce il Cremlino, rendendo noto che Putin ha informato Xi del risultato dei colloqui con gli Usa. La cooperazione tra Mosca e Pechino, aggiunge l’ufficio di presidenza russo, è “strategica, non è soggetta a influenze esterne e non è rivolta contro nessuno”. (ANSA)

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Il 21 febbraio 1848 a Londra viene pubblicato il Manifesto del Partito Comunista

Il 21 febbraio 1848 a Londra viene pubblicato il Manifesto del Partito Comunista

Il 21 febbraio 1848 a Londra il mondo cambia per sempre.
Karl Marx e Friedrich Engels pubblicano il Manifesto del Partito Comunista, non solo uno degli scritti politici più importanti della storia, ma un libro che con la sua sola esistenza ha contribuito a cambiare il mondo, dando il via ad un moto continuo di lotte sociale per il miglioramento delle condizioni di vita del popolo.

” La storia di ogni società è stata finora la storia di lotte di classe.
Uomo libero e schiavo, patrizio e plebeo, barone e servo della gleba, membro di una corporazione e artigiano, in breve oppressore e oppresso si sono sempre reciprocamente contrapposti, hanno combattuto una battaglia ininterrotta, aperta o nascosta, una battaglia che si è ogni volta conclusa con una trasformazione rivoluzionaria dell’intera società o con il comune tramonto delle classi in conflitto.”

” Tremino pure le classi dominanti davanti a una rivoluzione comunista. I proletari non hanno nulla da perdere in essa fuorché le loro catene. E hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i Paesi, unitevi! “

#Marx #Engels #Manifesto

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L’alleanza degli stati del Sahel: Un nuovo fronte per la resistenza anti-imperialista

L’alleanza degli stati del Sahel: Un nuovo fronte per la resistenza anti-imperialista

In un contesto di crescente destabilizzazione del Sahel, guidata dalle politiche neocoloniali dell’Occidente, i popoli del Mali, Burkina Faso e Niger hanno compiuto un passo storico. Con la creazione dell’“Alliance of Sahel States” (AES), questi paesi impongono la loro volontà di rompere le catene dell’imperialismo e costruire un futuro fondato sulla sovranità nazionale e cooperazione alla pari tra le nazioni.

L’AES non è solo un’alleanza militare ma un progetto politico che incarna la resistenza contro l’imperialismo occidentale. La cacciata delle truppe francesi e la lotta al fondamentalismo islamico rappresentano un gigante passo verso il multipolarismo, di autodeterminazione popolare, liberi dal giogo occidentale.

Scandaloso il coinvolgimento dell’Ucraina, appoggiata dai suoi alleati NATO, nel sostegno a gruppi fondamentalisti islamici. Questo è il volto ipocrita di chi si professa paladino della democrazia mentre finanzia il terrorismo per i propri interessi.

Come marxisti-leninisti, sosteniamo ogni iniziativa che mira a smantellare il dominio imperialista e a promuovere la cooperazione tra nazioni alla pari.
Fuori le forze imperialiste dal Sahel, l’Africa agli africani!
#Sahel #Africa #antimperialismo #libertà #multipolarismo #multipolare #alleanza #cooperazione

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Don Giovanni e i leporelli – Il Punto del Segretario Generale Alberto Lombardo

Don Giovanni e i leporelli – Il Punto del Segretario Generale Alberto Lombardo

Don Giovanni e i leporelli – Il Punto del Segretario Generale Alberto Lombardo
In diplomazia ci sono dei giochi che si tengono sopra il tavolo, ossia alla luce del sole, e giochi che invece passano sotto il tavolo. Per scoprire cosa c’è sotto il tavolo bisogna rifarsi ai veri interessi dei giocatori e poi capire perché sopra il tavolo hanno scoperto quelle carte.
La prolusione a Marsiglia di Mattarella è un classico esempio di questo doppio binario.
Indaghiamo sul quadro generale degli interessi in gioco e come si sono mossi gli attori finora.
Quando è iniziata la crisi in Ucraina, tre anni fa, abbiamo subito detto che questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina, ma degli USA contro l’Unione Europea e contro la Germania in particolare. Killer locali: Gran Bretagna, Polonia e nazioncelle baltiche, nonché i quisling europei che sono di stanza a Bruxelles. L’interesse era quello di distaccare il blocco produttivo europeo da quello energetico russo, indebolire l’Europa e poi cibarsi cannibalescamente della sua economia.
La Russia è stata costretta a stare al gioco, anche se ha tentato dal 2014 al 2022 di sottrarsi. L’UE ci è cascata attratta dalle promesse di praterie da conquistare, come accadde coi territori dell’ex URSS. La preparazione militare ed economica della Russia ha fatto sì che hanno retto la botta ed ora possono dire di stare uscendo quasi indenni dal pericolo. L’UE no. Ora gli USA passano all’incasso, il cambio di presidenza a Washington rappresenta questo. “Noi ci pigliamo le terre ucraine e voi, se volete, continuate la guerra, anzi dovete pensare a riarmarvi. Nel frattempo regoliamo i conti anche con voi coi dazi.” Siamo rimasti col cerino in mano.
Primo. Il contrasto strategico con la Russia si è tutt’altro che appianato.
E non poteva essere diversamente, visti i secolari conflitti di interessi.
Si è spostato dall’Ucraina, che si rivela un fronte secondario che doveva servire solo ad assaggiare la resistenza russa, a cose molto più importanti, come l’Artico e le sue nuove rotte commerciali che si apriranno. Gli USA tenteranno di chiudere quella porta a Russia e soprattutto Cina.
Le provocazioni della NATO nel Baltico cominciano a salire di livello e a questo serviva l’ingresso di Svezia e Finlandia. Nel frattempo si strattonano Canada e Danimarca che subito si apprestano a piegarsi ai diktat di aumentare le spese militari per proteggere il fianco nord. Il dinamismo statunitense in Palestina è il secondo braccio della tenaglia ancora una volta rivolto ai cosiddetti alleati, in particolare arabi e alla Turchia.
Secondo. Cosa potrebbe fare l’UE, ma non vuole? Rispondere a muso duro.
“La guerra l’hai fatta tu ora noi ci dissociamo, i dazi te li ribaltiamo e anzi riprendiamo il gas dalla Russia, tanto tutti capiscono che certo non ci possono né vogliono invadere. Ci dispiace per i soldi persi in Ucraina, ma senza di noi anche tu non vai da nessuna parte”. Perché questa risposta è impossibile? Intanto perché dovrebbe andare a casa tutta la ciurma bellicista che finora proprio gli USA aveva messo in piedi. Inoltre i legami e i ricatti anche personali che gli USA sono in grado di esercitare schianterebbero chiunque. Chi è appassionato d’opera ricorderà Don Giovanni che accusa il suo servo Leporello delle malefatte che invece aveva compiuto lui e questi balbetta non potendo accusare il padrone, ma non volendo condannarsi da solo.
Esposto il quadro generale e capito cosa c’è sotto il tavolo, torniamo alla diplomazia. L’ultimo uomo politico degno di questo nome che ha l’UE, dopo la estromissione della Merkel, è Mattarella. Nato e cresciuto negli ambienti atlantici. È l’unico rappresentante europeo che va in Cina e non viene preso a pesci in faccia, dove ha parlato di multilateralismo e dei Due Stati in Palestina.
Cosa cerca di fare sopra il tavolo? Rabberciare la tela strappata.
Tenta di ricordare agli americani che l’altra volta nel 1929 non gli andò molto bene
«Si trattò, per gli Usa, del cedimento alla tentazione dell’isolazionismo.»
State attenti che non vi potete mettere contro tutti. La politica internazionale non si può trattare come si trattano gli affari di una multinazionale.
«Cooperazione e non competizione. Fraternità laddove regimi e governi avevano voluto seminare odio.»
L’onda sta cambiando. Il vento non è mai sempre favorevole.
«L’utopia di un mondo “unipolare” si è consumata nel tempo di poco più di un ventennio.»
Ricordatevi che quando si unirono i “non allineati” cominciò la fine del colonialismo
«Il gruppo dei “BRICS”, quasi revival riveduto del gruppo dei Paesi “non allineati” – allora, peraltro, davvero tali – che prese avvio con la Conferenza di Bandung, in Indonesia, nel 1955.»
Addirittura si punta il dito, con una chiarezza inusitata, contro i …
«… neo-feudatari del Terzo millennio – novelli corsari a cui attribuire patenti – che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche.»
Insomma, si parla alla suocera per farla sentire alla nuora.
Per quanto sensate però queste parole sono gettate in un campo dove non germoglieranno. E ciò perché non è la ragionevolezza a governare il mondo ma gli interessi
Dopo di che si rivolge ai leporelli europei.
«L’Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza, o, invece, divenire soggetto di politica internazionale, nell’affermazione dei valori della propria civiltà?
Può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie?
Con, al massimo, la prospettiva di un “vassallaggio felice”.
Bisogna scegliere: essere “protetti” oppure essere “protagonisti”?»
Presidente, come vede, il Suo invito a leggere con attenzione il Suo discorso lo abbiamo raccolto, ma, con tutto il rispetto, non Le sembra un po’ tardi? Forse ci dovevamo pensare qualche decennio fa. Quando l’Italia si fece Leporello degli Stati Uniti. Anche allora, ricorda, si paventava l’arrivo dei cosacchi che abbeveravano i cavalli a Piazza San Pietro. E con questa minaccia ci siamo beccati le basi militari, le stragi di stato, le cariche della polizia. Fino a oggi, con la distruzione dei diritti e del livello di vita dei lavoratori e la guerra alle porte. Tutto per seguire il Don Giovanni a stelle-e-strisce che oggi non si fa remore di farci prenderci tutti a schiaffi in faccia da un ragazzone maleducato dell’Ohio.
Ma i leporelli non meritano altro, che essere presi a schiaffoni dai propri padroni.
E poi, davvero, che bisogno c’era di fare professione di atlantismo, proprio Lei, insultando così la Russia? Forse per non far apparire sul tavolo quello che c’è sotto il tavolo?

 

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Il Governo spende (male) miliardi per poi dare indietro pochi centesimi agli Italiani.

Il Governo spende (male) miliardi per poi dare indietro pochi centesimi agli Italiani.

Proprio così, mentre il Governo dei falsi sovranisti tra armi all’Ucraina, Ponte sullo Stretto e centri in Albania, per un momento fa finta di ricordarsi di quel Ceto medio a loro teoricamente tanto caro, che invece ogni giorno viene sempre di più compresso in basso schiacciandosi verso la proletarizzazione, causando il più classico degli effetti domino portando danno a tutti coloro che vivono del proprio lavoro.

Tra una stretta di mano a Trump ed un appalto a Musk, si sono ricordati di proporre un taglio dell’Irpef per il “ceto medio”, un taglio con l’aliquota che passa dal 35% al 33% … tra i 40 e 60 centesimi al giorno, meno, anzi molto meno di un caffè al giorno vista l’aumento di tutti i beni …

Come si fa a dire di mettere al centro della propria azione di governo il popolo, se si spendono fiumi di denaro seguendo le indicazioni di EU e NATO a spese di scuola, sanità, trasporti?

I salari vanno solo indietro e con essi anche i diritti sindacali. Adesso hanno anche iniziato a vietare gli scioperi,.
L’Italia ed il mondo del lavoro scivola sempre di più verso il basso.
Basta chiacchiere. Basta bugie

L’unica soluzione? Socialismo o Barbarie

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Il 12 Febbraio 1924 nasceva l’Unità

Il 12 Febbraio 1924 nasceva l’Unità

Nella giornata di ieri, L’Unità, fondato da Antonio Gramsci, ha celebrato il suo 101° anno, avendo pubblicato il suo primo numero il 12 febbraio 1924.

Nato come organo ufficiale del Partito Comunista d’Italia, è diventato nel tempo una voce importante per il proletariato italiano, riflettendo e influenzando sia le discussioni che le lotte politiche del paese.

La sua fondazione da parte di Antonio Gramsci, sottolinea l’impegno del giornale nella lotta per i diritti dei lavoratori. Nel corso degli anni, L’Unità ha affrontato molteplici sfide, tra cui la censura e la persecuzione durante il regime fascista, testimoniando la resilienza e l’importanza del giornalismo critico e impegnato in Italia, seguendo purtroppo negli anni la degenerazione della sinistra italiana, fino a diventare ciò che è oggi: l’ombra di se stesso.

L’Unità è stato un patrimonio di tutti i comunisti italiani ed anche per questo non perdoneremo mai chi ne ha praticamente causato la scomparsa.

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