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Sono trascorsi 78 anni dall’ingresso ad Auschwitz dei soldati dell’Armata Rossa, il 27 gennaio del 1945, la data che ci ricorda la scoperta delle immonde pratiche carnefici della belva nazifascista. In realtà erano già in molti a sapere e a tacere. Chi ebbe la possibilità di dire la verità al mondo, Vaticano in testa, non lo fece: tutt’altro. Chi ebbe la possibilità di far saltare i binari della morte – ci sarebbe voluto poi tanto? – non lo fece. Da allora, e fino ai nostri giorni, iniziarono lo sdegno e l’orrore, per alcuni in una forma di ipocrita schizofrenia, dove chi commemora è al tempo stesso in prima fila nella lotta agli immigrati disperati, ai nomadi, ai diversi o a chi in generale non si vuole «uniformare».
Il Partito Comunista vuole ricordare tutte le vittime di quell’orrenda carneficina: i Rom, gli oppositori politici (i nazifascisti avevano già fatto fuori tutti quelli che erano a tiro), gli omosessuali, i disabili e disparate altre categorie di «indesiderabili».
Il tremendo crimine cui seppe arrivare la feccia del genere umano, in quegli anni neppure tanto lontani, deve rimanere monito permanente e perenne insegnamento. Così come deve permanere una lettura di quel periodo scevra da ogni nazionalismo e irredentismo. Non è possibile, infatti, nascondere né «rimuovere» i crimini commessi dai fascisti in tanti Paesi: a cominciare dai gas usati per sterminare popolazioni inermi in Africa, fino alle abominevoli azioni commesse in Grecia, nei Balcani. Ovunque i fascisti si fossero trovati, hanno lasciato un ricordo almeno pari a quello che lasciarono i nazisti. Non é possibile ripulire la memoria di questo Paese continuando a lasciar cadere le colpe sui nostri «cattivi» alleati di allora. Il nostro Paese, guidando da una tragica dittatura che industriali, latifondisti e borghesia vollero – e che la monarchia non fece nulla per impedire – si rese colpevole di crimini sciagurati di cui mai fu chiamato a rispondere davanti ai tribunali giudiziari e militari. Allo stesso modo, non é possibile ignorare i meriti dellUnione Sovietica guidata da Stalin che, sul fronte orientale di quella guerra, impedi’ eroicamente la vittoria nazifascista al prezzo di decine di milioni morti.
Il tribunale della storia deve invece esprimere un giudizio serio, severo, deciso: le classi dominanti, che vollero quella guerra e consentirono quello sterminio, hanno fallito ovunque e ripetutamente, dimostrando di essere in grado di arrecare solo lutti, ingiustizie, cancellazione della dignità umana.
Non consentire che tutto ciò si ripeta, significa per noi non solo ricordare, ma battersi col massimo impegno nella rimozione delle cause che tante sciagure e ingiustizie hanno generato e continuano a generare: perché i burattinai che vollero quella guerra sono ancora lì, seminando morte, ai posti di comando.