Lavoratrici e lavoratori,
 Fincantieri ha lanciato il piĂš duro attacco ai diritti del lavoro da oltre un trentennio. La logica del Gruppo è chiara: riduzione progressiva dei diritti, aumento dellâautoritarismo aziendale, aumento della precarietĂ e sensibile peggioramento delle tutele salariai e della sicurezza.
La protervia di Fincantieri – che avviene in continuitĂ con il clima politico che mira a far pagare la crisi in atto ai lavoratori, come ben evidenziato dai provvedimenti del governo Renzi, il Jobs Act in primis -, punta ad instaurare un sistema di massimo sfruttamento allâinterno dei suoi cantieri e delle sedi collegate, con lâobbiettivo della progressiva privatizzazione della cantieristica italiana.
Pertanto, le provocazioni gettate sul tavolo della trattativa sindacale per il rinnovo del integrativo del Gruppo, come il taglio dei premi di produzione, le mezze ore di lavoro gratis o il microchip negli scarponi dei dipendenti, non sono trovate tattiche, ma una vera è propria contro piattaforma: lâespressione reale del livore e dellâarroganza in cui la dirigenza aziendale intende porre i rapporti sindacali in Fincantieri, sottomettendo a questa logica gli operai, gli impiegati ed i tecnici dipendenti diretti e dellâindotto.
In questo senso, il pacchetto di ore di sciopero previsto da FIM, FIOM e UILM in risposta a Fincantieri, davanti a questo scenario ed a tanta tracotanza aziendale, appare del tutto insufficiente, frutto di una stagione di moderazionesindacale che tanti danni ha prodotto ed ancora produce agli interessi della classe operaia italiana, occorre, invece, intensificare la lotta in modo da fermare lâarroganza di Fincantieri, ma allo stesso tempo è ormai urgente innalzare il livello di conflittualitĂ per rimettere in discussione tutta la linea di politica industriale del Gruppo, a cominciare dal fatto che lo stesso rimanga patrimonio pubblico con la garanzia della sua integritĂ , da Nord a Sud del nostro Paese.
Lavoratrici e lavoratori,
– Eâ maturo il tempo in cui tutte/i – dipendenti diretti e dellâindotto -, abbiano gli stessi diritti e godano delle stesse tutele a partire da quelle salariali.
– Va preteso un regime dâappalti trasparente, che progressivamente sia assorbito nel sistema aziendale di di Fincantieri, senza ulteriori ricorso allâesternalizzazione di segmenti della linea di produzione e dei servizi.
– Va ripresa in mano dei lavoratori lâorganizzazione del lavoro, cancellando il 6×6, ripristinando turnazioni e sistemi organizzativi che mirino alla qualitĂ della vita dentro e fuori alle sedi di lavoro.
– Va richiesta una politica dâinvestimenti produttivi e di tutela della salute.
– Va proclamata lâautoconvocazione delle assemblee di operai, impiegati e tecnici che vincolino le organizzazioni sindacali a una gestione della vertenza adeguata al livello dello scontro in atto, rompendo definitivamente con la linea di compromesso in esse finora prevalente.
Va rivendicato il commissariamento dellâattuale gruppo dirigente di Fincantieri, fino alla messa sotto
controllo operaio dellâintero Gruppo.
COMITATI REGIONALI DEL PARTITO COMUNISTA DEL VENETO E DEL FRIULI VENEZIA GIULIA