GEORGIA SOLITA RIVOLTA PAGATA DAGLI USA Le rivoluzioni colorate sono da sempre state finanziate dagli USA per rovesciare i vari governi eletti democraticamente dai popoli di vari Paesi che non sosttostavano agli interessi dell’imperialismo USA. Dopo aver instaurato una guerra contro la Russia per avere il dominio sull’Ucraina grazie al golpe di Euromaidan, adesso per accerchiare ancora di più la Russia, gli USA ci riprovano nuovamente in Georgia. Nella capitale georgiana da diversi giorni i manifestanti sono scesi in piazza contro il legittimo governo eletto con bandiere prevalentemente dell’Ucraina, UE e USA e con cartelli scritti in inglese e altri che presentano scritte “Donetsk è Ucraina”. Questo è l’ennesimo tentativo da parte degli Stati Uniti di creare l’ennesima rivoluzione colorata per deporre il legittimo governo e sostituirlo con uno appositamente scelto da loro. Ad avvalorare tutto questo, un giorno prima che scoppiassero le rivolte anti-russe, l’assistente del segretario di Stato USA Todd Robinson è arrivato a Tbilisi. Apparentemente, Robinson è lì per parlare di un evento “Women in Policing”, ma ha subito iniziato a interferire negli affari interni del Paese:”Pensiamo che sia nell’interesse della Georgia lavorare più da vicino per la sua integrazione euro-atlantica. Questa legge non lo fa”. Robinson è stato in precedenza ambasciatore ad interim in Venezuela durante il tentativo di colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti nel 2018. Mentre incontrava la polizia georgiana, il Dipartimento di Stato ha pubblicamente minacciato di sanzioni coloro che “sopprimono” le rivolte anti-russe. La legge in questione non è poi passata ed era una legge contro le ONG che, di fatto, sonoa genti finanziati dall’occidente per sobillare rivolte, come è esattamente successo.


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GEORGIA SOLITA RIVOLTA PAGATA DAGLI USA

Le rivoluzioni colorate sono da sempre state finanziate dagli USA per rovesciare i vari governi eletti democraticamente dai popoli di vari Paesi che non sosttostavano agli interessi dell’imperialismo USA.
Dopo aver instaurato una guerra contro la Russia per avere il dominio sull’Ucraina grazie al golpe di Euromaidan, adesso per accerchiare ancora di più la Russia, gli USA ci riprovano nuovamente in Georgia.

Nella capitale georgiana da diversi giorni i manifestanti sono scesi in piazza contro il legittimo governo eletto con bandiere prevalentemente dell’Ucraina, UE e USA e con cartelli scritti in inglese e altri che presentano scritte “Donetsk è Ucraina”.

Questo è l’ennesimo tentativo da parte degli Stati Uniti di creare l’ennesima rivoluzione colorata per deporre il legittimo governo e sostituirlo con uno appositamente scelto da loro. Ad avvalorare tutto questo, un giorno prima che scoppiassero le rivolte anti-russe, l’assistente del segretario di Stato USA Todd Robinson è arrivato a Tbilisi. Apparentemente, Robinson è lì per parlare di un evento “Women in Policing”, ma ha subito iniziato a interferire negli affari interni del Paese:”Pensiamo che sia nell’interesse della Georgia lavorare più da vicino per la sua integrazione euro-atlantica. Questa legge non lo fa”.
Robinson è stato in precedenza ambasciatore ad interim in Venezuela durante il tentativo di colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti nel 2018.
Mentre incontrava la polizia georgiana, il Dipartimento di Stato ha pubblicamente minacciato di sanzioni coloro che “sopprimono” le rivolte anti-russe.
La legge in questione non è poi passata ed era una legge contro le ONG che, di fatto, sonoa genti finanziati dall’occidente per sobillare rivolte, come è esattamente successo.

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#PESCARA Auditorium Cerulli, Via Francesco Verrotti 42 SABATO 11 MARZO ore 19.30 RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE I #comunisti e la fase attuale: Interverrà MARCO RIZZO Presidente Onorario Partito Comunista


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#PESCARA Auditorium Cerulli, Via Francesco Verrotti 42

SABATO 11 MARZO ore 19.30
RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE

I #comunisti e la fase attuale:
Interverrà
MARCO RIZZO Presidente Onorario Partito Comunista

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AVANTI FINO ALLA VITTORIA Il leader cinese Xi Jinping è stato formalmente riconfermato presidente della nazione per un terzo mandato quinquennale. L’ex primo vice premier del Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese Han Zheng è stato nominato vicepresidente della Repubblica popolare cinese. Xi Jinping rieletto all’unanimità Il Presidente Cinese ha prestato il Giuramento col pugno alzato: “Mi impegno a essere fedele alla Costituzione della Repubblica Popolare Cinese, salvaguardare l’Autorità della Costituzione, adempiere ai miei obblighi legali, essere fedele al Paese e al Popolo, essere impegnato e onesto nel mio dovere, accettare la supervisione del Popolo e lavorare per un Grande Paese Socialista Moderno che sia Prospero, Forte, Democratico, Culturalmente Avanzato, Armonioso e Bello. Io, Xi Jinping, faccio questo Giuramento” Il Partito Comunista porge i migliori auguri al Presidente Xi Jinping e a tutta la Repubblica Popolare Cinese


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AVANTI FINO ALLA VITTORIA

Il leader cinese Xi Jinping è stato formalmente riconfermato presidente della nazione per un terzo mandato quinquennale.
L’ex primo vice premier del Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese Han Zheng è stato nominato vicepresidente della Repubblica popolare cinese.

Xi Jinping rieletto all’unanimità

Il Presidente Cinese ha prestato il Giuramento col pugno alzato:

“Mi impegno a essere fedele alla Costituzione della Repubblica Popolare Cinese, salvaguardare l’Autorità della Costituzione, adempiere ai miei obblighi legali, essere fedele al Paese e al Popolo, essere impegnato e onesto nel mio dovere, accettare la supervisione del Popolo e lavorare per un Grande Paese Socialista Moderno che sia Prospero, Forte, Democratico, Culturalmente Avanzato, Armonioso e Bello. Io, Xi Jinping, faccio questo Giuramento”

Il Partito Comunista porge i migliori auguri al Presidente Xi Jinping e a tutta la Repubblica Popolare Cinese

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10 MARZO 1946: PER LA PRIMA VOLTA LE DONNE AL VOTO ED ELEGGIBILI Tutti pensano che la prima volta del voto alle donne in Italia fu a Giugno del 1946 per il referendum tra monarchia e repubblica, In realtà le prime elezioni dove poteremo esercitare il DIRITTO DI VOTO E QUELLO DI ESSERE ELETTE fu il 10 marzo 1946, alle Elezioni Amministrative. In unione sovietica tutto questo avveniva 30 anni prima, proprio perché l’emancipazione della donna avviene realmente solo con l’emendazione di tutta la classe lavoratrice. Ultimi in ordine di tempo, i tanto amati Paesi alleati di tutto il mondo occidentale, tutti chini ai petroldollari e infatti mai avete sentito una voce di critica da parte di chi di solito si indigna contro Paesi che invece sono contro il pensiero unico del capitale, Kuwait (2005), Emirati Arabi Uniti (2006) e Arabia Saudita (2015). Ci sono voluti anni di battaglie sociali, portate avanti da lavoratrici, lavoratori e studenti, per ottenere conquiste significative per l’emancipazione femminile. La prova che solo la lotta di classe può arginare l’oppressione e la divisioni di genere. Oggi, dopo anni di svendita dei diritti della classe lavoratrice, anche i diritti civili sono sotto attacco. Ecco perché ora più che mai la lotta per la riconquista dei diritti sociali è fondamentale. Con il protagonismo di donne e uomini, LA LOTTA È L’UNICA STRADA!


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10 MARZO 1946: PER LA PRIMA VOLTA LE DONNE AL VOTO ED ELEGGIBILI
Tutti pensano che la prima volta del voto alle donne in Italia fu a Giugno del 1946 per il referendum tra monarchia e repubblica, In realtà le prime elezioni dove poteremo esercitare il DIRITTO DI VOTO E QUELLO DI ESSERE ELETTE fu il 10 marzo 1946, alle Elezioni Amministrative.
In unione sovietica tutto questo avveniva 30 anni prima, proprio perché l’emancipazione della donna avviene realmente solo con l’emendazione di tutta la classe lavoratrice.
Ultimi in ordine di tempo, i tanto amati Paesi alleati di tutto il mondo occidentale, tutti chini ai petroldollari e infatti mai avete sentito una voce di critica da parte di chi di solito si indigna contro Paesi che invece sono contro il pensiero unico del capitale, Kuwait (2005), Emirati Arabi Uniti (2006) e Arabia Saudita (2015).
Ci sono voluti anni di battaglie sociali, portate avanti da lavoratrici, lavoratori e studenti, per ottenere conquiste significative per l’emancipazione femminile.
La prova che solo la lotta di classe può arginare l’oppressione e la divisioni di genere.
Oggi, dopo anni di svendita dei diritti della classe lavoratrice, anche i diritti civili sono sotto attacco. Ecco perché ora più che mai la lotta per la riconquista dei diritti sociali è fondamentale.
Con il protagonismo di donne e uomini, LA LOTTA È L’UNICA STRADA!

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CUTRO. SCAFISTI E SCAFATI La questione migratoria non è un problema di scafisti. Il cosiddetto scafista non è quello che sta sul gommone, magari un disgraziato condannato a guidare altri disgraziati. Gli scafati sono quelli che furbescamente organizzano o tollerano queste tratte, come i governanti italiani precedenti e attuali che sovvenzionano le milizie della Tripolitania. Come il governo turco responsabile del territorio della partenza e quello greco nelle cui acque per giorni questi sono transitati. Come quello della Svezia dove sta il papà del bambino che si è salvato, ma che ha dovuto rischiare la vita e pagare 5.000 euro e non venire con un regolare aereo con 500. In seguito alla polemica se sia una questione di soccorso o militare di sorveglianza, si arriverà a militarizzare il mare non per non far arrivare i migranti, ma per coprire il Fronte Sud della guerra in corso con la Federazione Russa e proteggere le ricerche di gas, previste dagli accordi firmati a Tripoli. Gli industriali italiani lo hanno detto: servono 200.000 nuovi stranieri lavoratori solo all’Italia. Quindi il rubinetto si deve aprire, ma non tutto in una volta. E se in questo apri-e-chiudi la metà si perde, meglio così. E la Meloni, che voleva il blocco navale, ora vuole che gli immigrati vengano in Italia.


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CUTRO. SCAFISTI E SCAFATI

La questione migratoria non è un problema di scafisti. Il cosiddetto scafista non è quello che sta sul gommone, magari un disgraziato condannato a guidare altri disgraziati.

Gli scafati sono quelli che furbescamente organizzano o tollerano queste tratte, come i governanti italiani precedenti e attuali che sovvenzionano le milizie della Tripolitania. Come il governo turco responsabile del territorio della partenza e quello greco nelle cui acque per giorni questi sono transitati. Come quello della Svezia dove sta il papà del bambino che si è salvato, ma che ha dovuto rischiare la vita e pagare 5.000 euro e non venire con un regolare aereo con 500.
In seguito alla polemica se sia una questione di soccorso o militare di sorveglianza, si arriverà a militarizzare il mare non per non far arrivare i migranti, ma per coprire il Fronte Sud della guerra in corso con la Federazione Russa e proteggere le ricerche di gas, previste dagli accordi firmati a Tripoli.

Gli industriali italiani lo hanno detto: servono 200.000 nuovi stranieri lavoratori solo all’Italia. Quindi il rubinetto si deve aprire, ma non tutto in una volta. E se in questo apri-e-chiudi la metà si perde, meglio così.
E la Meloni, che voleva il blocco navale, ora vuole che gli immigrati vengano in Italia.

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GLI USA GUADAGNANO SULLA GUERRA L’EUROPA E’ SEMPRE PIU’ IN CRISI La guerra in Ucraina ha creato enormi difficoltà economiche a tutta l’Europa e soprattutto nel nostro Paese, tra cui la crisi energetica e l’aumento dei costi di approvvigionamento di gas e petrolio e di conseguenza ha determinato grandissimi vantaggi per l’economia degli Usa soprattutto in due settori molto importanti del sistema produttivo statunitense: gli armamenti e l’estrazione di gas e petrolio. Grazie alla guerra in Ucraina, il Complesso militare industriale sta sperimentando una crescita esponenziale. Dei 50 miliardi di dollari in aiuti militari arrivati a Kiev oltre 30 vengono dai soli Stati Uniti. Di conseguenza, le fabbriche di armamenti sono travolte dagli ordini: la sola produzione di proiettili d’artiglieria è salita del 500%. Per questa ragione le principali società attive nella produzione bellica stanno allargando la loro base produttiva. L’altro settore dell’economia USA, a beneficiare della guerra è quello dell’estrazione mineraria. Gli Stati Uniti dallo scoppio della guerra si sono rafforzati come super-potenza del gas e del petrolio diventando il primo produttore mondiale e il fornitore privilegiato dell’Ue. L’Europa non ha mai ricevuto così tanto gas e petrolio dagli USA come da quanto sono state imposte le assurde sanzioni alla Russia


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GLI USA GUADAGNANO SULLA GUERRA
L’EUROPA E’ SEMPRE PIU’ IN CRISI

La guerra in Ucraina ha creato enormi difficoltà economiche a tutta l’Europa e soprattutto nel nostro Paese, tra cui la crisi energetica e l’aumento dei costi di approvvigionamento di gas e petrolio e di conseguenza ha determinato grandissimi vantaggi per l’economia degli Usa soprattutto in due settori molto importanti del sistema produttivo statunitense: gli armamenti e l’estrazione di gas e petrolio.

Grazie alla guerra in Ucraina, il Complesso militare industriale sta sperimentando una crescita esponenziale. Dei 50 miliardi di dollari in aiuti militari arrivati a Kiev oltre 30 vengono dai soli Stati Uniti. Di conseguenza, le fabbriche di armamenti sono travolte dagli ordini: la sola produzione di proiettili d’artiglieria è salita del 500%. Per questa ragione le principali società attive nella produzione bellica stanno allargando la loro base produttiva.

L’altro settore dell’economia USA, a beneficiare della guerra è quello dell’estrazione mineraria. Gli Stati Uniti dallo scoppio della guerra si sono rafforzati come super-potenza del gas e del petrolio diventando il primo produttore mondiale e il fornitore privilegiato dell’Ue.
L’Europa non ha mai ricevuto così tanto gas e petrolio dagli USA come da quanto sono state imposte le assurde sanzioni alla Russia

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PD INSIEME A CALENDA E 5STELLE La nuova segretaria del PD è già partita a lavorare sulle nuove alleanze e si rivolge subito al movimento 5 Stelle di Conte con cui il suo partito ha governato per due anni, allo stesso tempo apre anche ad Italia Viva e Azione di Renzi e Calenda. Una grandissima alleanza di centro (destra?) è quello che Elly Schlein ha in programma per il suo nuovo PD, Dopo essere stata eletta per “riportare il partito a sinistra” rispetto al precedente segretario Letta, la nuova segretaria ha iniziato il suo mandato seguendo le orme del suo predecessore e nella sua prima intervista in televisione ha ribadito la completa sudditanza del suo partito alla NATO, all’UE e agli USA dichiarando: «L’invio di armi in Ucraina credo sia necessario per sostenere Zelensky e il popolo ucraino rispetto a un”invasione criminale avanzata dalla Russia di Putin» Apertura a destra ad Italia Viva e sudditanza ai diktat di UE, NATO e USA questa è la linea che da sempre viene portata avanti dal PD, confermandosi di essere il principale nemico dei lavoratori, di chi vive dei proprio lavoro e di tutto il popolo. Ci dispiace in chi ancora crede che il PD possa cambiare la sua natura, rimarrà deluso per l’ennesima volta.


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PD INSIEME A CALENDA E 5STELLE

La nuova segretaria del PD è già partita a lavorare sulle nuove alleanze e si rivolge subito al movimento 5 Stelle di Conte con cui il suo partito ha governato per due anni, allo stesso tempo apre anche ad Italia Viva e Azione di Renzi e Calenda.

Una grandissima alleanza di centro (destra?) è quello che Elly Schlein ha in programma per il suo nuovo PD, Dopo essere stata eletta per “riportare il partito a sinistra” rispetto al precedente segretario Letta, la nuova segretaria ha iniziato il suo mandato seguendo le orme del suo predecessore e nella sua prima intervista in televisione ha ribadito la completa sudditanza del suo partito alla NATO, all’UE e agli USA dichiarando:

«L’invio di armi in Ucraina credo sia necessario per sostenere Zelensky e il popolo ucraino rispetto a un”invasione criminale avanzata dalla Russia di Putin»

Apertura a destra ad Italia Viva e sudditanza ai diktat di UE, NATO e USA questa è la linea che da sempre viene portata avanti dal PD, confermandosi di essere il principale nemico dei lavoratori, di chi vive dei proprio lavoro e di tutto il popolo.

Ci dispiace in chi ancora crede che il PD possa cambiare la sua natura, rimarrà deluso per l’ennesima volta.

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LA BOLLA DEI GIGANTI DEL WEB A pagare sono sempre i lavoratori Ci volevano far credere che il futuro del lavoro fosse tutto incentrato sui nuovi mezzi tecnologici e che sarebbe passato anche dai social network. Dopo i massicci licenziamenti portati avanti in tutti i settori della nuova tecnologia, da Musk a Google, da Windows ad Amazon, Meta ha annunciato un nuovo pacchetto di licenziamenti. Meta (società che detiene Facebook e Instagram) di proprietà di Mark Zuckemberg, pochi mesi fa aveva licenziato 11.000 dipendenti, adesso sta pianificando una nuova serie di licenziamenti e taglierà migliaia di dipendenti già questa settimana, la più grande società di social network al mondo sta dunque eliminando altri posti di lavoro, oltre alla riduzione del 13% di novembre. I lavoratori dell’azienda di Menlo Park, in California, hanno descritto un’ansia crescente e un morale basso tra i colleghi negli ultimi tempi. Alcuni dipendenti si sono detti preoccupati di ricevere i loro bonus, che dovrebbero essere distribuiti questo mese, se dovessero perdere il lavoro in anticipo.


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LA BOLLA DEI GIGANTI DEL WEB
A pagare sono sempre i lavoratori

Ci volevano far credere che il futuro del lavoro fosse tutto incentrato sui nuovi mezzi tecnologici e che sarebbe passato anche dai social network.
Dopo i massicci licenziamenti portati avanti in tutti i settori della nuova tecnologia, da Musk a Google, da Windows ad Amazon, Meta ha annunciato un nuovo pacchetto di licenziamenti.

Meta (società che detiene Facebook e Instagram) di proprietà di Mark Zuckemberg, pochi mesi fa aveva licenziato 11.000 dipendenti, adesso sta pianificando una nuova serie di licenziamenti e taglierà migliaia di dipendenti già questa settimana, la più grande società di social network al mondo sta dunque eliminando altri posti di lavoro, oltre alla riduzione del 13% di novembre.

I lavoratori dell’azienda di Menlo Park, in California, hanno descritto un’ansia crescente e un morale basso tra i colleghi negli ultimi tempi. Alcuni dipendenti si sono detti preoccupati di ricevere i loro bonus, che dovrebbero essere distribuiti questo mese, se dovessero perdere il lavoro in anticipo.

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CONFINDUSTRIA VUOLE 300.000 NUOVI SCHIAVI Confindustria vuole nuovi schiavi da sfruttare e chiede esplicitamente al governo di far arrivare nuovi “migranti economici” perché i corridoi umanitari e i profughi che scappano dalla guerre non bastano a colmare quelle “migliaia di posti di lavoro” che gli italiani non riescono a occupare. Di fronte alla crescente denatalità italiana, una nuova forza lavoro diventa realmente necessaria.” Lo dice il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, premettendo di parlare anche “da siciliano”, oltre che da esponente dell’esecutivo e da uomo che ha vissuto “il dramma dell’emigrazione in famiglia” Confindustria addossa la mancanza di lavoratori alla denatalità nel nostro Paese e non alle politiche portate avanti negli ultimi 30 anni dai governi che si sono succeduti e dalla stessa confindustria. Negli ultimi anni i diritti dei lavoratori si sono quasi estinti, i turni di lavoro sono diventati al limite dello schiavismo e gli stipendi sono diminuiti del 3% invece di alzarsi anche in base al costo della vita. Confindustria ha creato tutti i presupposti per far si che i lavoratori siano completamente schiavi dei grandi industriali e delle multinazionali con la perenne insicurezza di poter perdere il proprio posto di lavoro da un giorno all’altro (grazie all’abolizione dell’articolo 18 fatto da Renzi e dal PD), ma la colpa di tutto questo per loro è la denatalità. IN ITALIA CI SONO OLTRE 2 MILIONI DI DISOCCUPATI NON MANCANO I LAVORATORI, MANCA LA VOGLIA DI PAGARLI DIGNITOSAMENTE DI FARLI LAVORARE CON I PIENI DIRITTI E SENZA RISCHIARE DI MORIRE SUL LAVORO. Far arrivare nuovi immigrati vuol dire allargare la lista dei disoccupati, aumentare l’esercito industriale di riserva, rendere i lavoratori ancora più ricattabili perché sono persone che scappano da condizioni peggiori, e quindi sono disposti a lavorare per meno soldi e meno diritti e questo è una pistola puntata alla tempia di tutti i lavoratori che saranno sempre più precari, sempre più sottopagati e sempre con meno diritti.


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CONFINDUSTRIA VUOLE 300.000 NUOVI SCHIAVI

Confindustria vuole nuovi schiavi da sfruttare e chiede esplicitamente al governo di far arrivare nuovi “migranti economici” perché i corridoi umanitari e i profughi che scappano dalla guerre non bastano a colmare quelle “migliaia di posti di lavoro” che gli italiani non riescono a occupare.

Di fronte alla crescente denatalità italiana, una nuova forza lavoro diventa realmente necessaria.” Lo dice il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, premettendo di parlare anche “da siciliano”, oltre che da esponente dell’esecutivo e da uomo che ha vissuto “il dramma dell’emigrazione in famiglia”

Confindustria addossa la mancanza di lavoratori alla denatalità nel nostro Paese e non alle politiche portate avanti negli ultimi 30 anni dai governi che si sono succeduti e dalla stessa confindustria.
Negli ultimi anni i diritti dei lavoratori si sono quasi estinti, i turni di lavoro sono diventati al limite dello schiavismo e gli stipendi sono diminuiti del 3% invece di alzarsi anche in base al costo della vita.
Confindustria ha creato tutti i presupposti per far si che i lavoratori siano completamente schiavi dei grandi industriali e delle multinazionali con la perenne insicurezza di poter perdere il proprio posto di lavoro da un giorno all’altro (grazie all’abolizione dell’articolo 18 fatto da Renzi e dal PD), ma la colpa di tutto questo per loro è la denatalità.

IN ITALIA CI SONO OLTRE 2 MILIONI DI DISOCCUPATI
NON MANCANO I LAVORATORI, MANCA LA VOGLIA DI PAGARLI DIGNITOSAMENTE
DI FARLI LAVORARE CON I PIENI DIRITTI E SENZA RISCHIARE DI MORIRE SUL LAVORO.

Far arrivare nuovi immigrati vuol dire allargare la lista dei disoccupati, aumentare l’esercito industriale di riserva, rendere i lavoratori ancora più ricattabili perché sono persone che scappano da condizioni peggiori, e quindi sono disposti a lavorare per meno soldi e meno diritti e questo è una pistola puntata alla tempia di tutti i lavoratori che saranno sempre più precari, sempre più sottopagati e sempre con meno diritti.

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LA POLONIA VIETA LA LIBERTÀ’ DI PENSIERO La “democratica” Polonia, che in questo momento sta fornendo massicci aiuti economici e militari all’Ucraina di Zelenskij,impedisce la libertà di pensiero ai propri cittadini che osano mettere in dubbio la veridicità dei media e del governo riguardo gli eventi sul conflitto russo-ucraino. Così nella città polacca di Legnica è in corso un processo nei confronti di un pensionato di 72 anni, membro del Partito Comunista di Polonia, Henrik Miketyn, che sul social network Facebook, ha espresso sostegno per l’esercitodella Federazione Russa, nell’operazione di denazificazione e smilitarizzazione dell’Ucraina, denunciato da uno dei “vigili polacchi” all’Agenzia polacca per la sicurezza interna e di conseguenza finito immediatamente sotto processo al banco degli imputati. La narrazione portata avanti dal governo pseudodemocratico di Varsavia è la stessa che ha il nostro Paese e come metodo di intimidazione e censura della libertà di pensiero ricorda molto quello del regime di risanamento della Polonia sotto il dittatore Pilsudski durante il periodo tra le due Guerre mondiali. Facciamo appello ai deputati del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, che dicono di essere dei “veri democratici” e ai partiti comunisti e operai d’Europa con un appello a fare pressione sulla leadership polacca affinché questa smetta di perseguitare i dissidenti!


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LA POLONIA VIETA LA LIBERTÀ’ DI PENSIERO

La “democratica” Polonia, che in questo momento sta fornendo massicci aiuti economici e militari all’Ucraina di Zelenskij,impedisce la libertà di pensiero ai propri cittadini che osano mettere in dubbio la veridicità dei media e del governo riguardo gli eventi sul conflitto russo-ucraino.

Così nella città polacca di Legnica è in corso un processo nei confronti di un pensionato di 72 anni, membro del Partito Comunista di Polonia, Henrik Miketyn, che sul social network Facebook, ha espresso sostegno per l’esercitodella Federazione Russa, nell’operazione di denazificazione e smilitarizzazione dell’Ucraina, denunciato da uno dei “vigili polacchi” all’Agenzia polacca per la sicurezza interna e di conseguenza finito immediatamente sotto processo al banco degli imputati.

La narrazione portata avanti dal governo pseudodemocratico di Varsavia è la stessa che ha il nostro Paese e come metodo di intimidazione e censura della libertà di pensiero ricorda molto quello del regime di risanamento della Polonia sotto il dittatore Pilsudski durante il periodo tra le due Guerre mondiali.

Facciamo appello ai deputati del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, che dicono di essere dei “veri democratici” e ai partiti comunisti e operai d’Europa con un appello a fare pressione sulla leadership polacca affinché questa smetta di perseguitare i dissidenti!

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SOTTOSCRIZIONE POPOLARE Tutte le informazioni qui 👉 https://ift.tt/nf2Pqha RAFFORZARE, UNIRE, ALLARGARE. Queste sono le tre parole d’ordine del IV CONGRESSO NAZIONALE del Partito Comunista che si appresta ad affrontare le nuove sfide del nostro tempo. Dopo aver tenuto aperta l’ipotesi comunista in Italia, l’impegno del Partito è ancora oggi quello del I Congresso nazionale del 2014 NO ALLA NATO, NO ALLA UNIONE EUROPEA Per poterlo fare però, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e per poter organizzare al meglio l’evento serve anche il vostro aiuto, con una donazione libera, permetterai la realizzazione nel migliore dei modi del nostro congresso per proseguire nella nostra lotta dalla parte di chi vive del proprio lavoro ed è stanco di essere parte di un sistema guidato dai grandi potentati economici.


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RAFFORZARE, UNIRE, ALLARGARE. Queste sono le tre parole d’ordine del IV CONGRESSO NAZIONALE del Partito Comunista che si appresta ad affrontare le nuove sfide del nostro tempo.
Dopo aver tenuto aperta l’ipotesi comunista in Italia, l’impegno del Partito è ancora oggi quello del I Congresso nazionale del 2014
NO ALLA NATO, NO ALLA UNIONE EUROPEA
Per poterlo fare però, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e per poter organizzare al meglio l’evento serve anche il vostro aiuto, con una donazione libera, permetterai la realizzazione nel migliore dei modi del nostro congresso per proseguire nella nostra lotta dalla parte di chi vive del proprio lavoro ed è stanco di essere parte di un sistema guidato dai grandi potentati economici.

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