RIZZO: AUTUNNO CALDO E LOTTE DEI LAVORATORI

RIZZO: AUTUNNO CALDO E LOTTE DEI LAVORATORI

Dichiarazione del Segretario del Partito Comunista Marco Rizzo.

«Negli ultimi dieci anni l’Italia ha perso il 25% della produzione industriale, ha un tasso di disoccupazione stabilmente al di sopra dell’11%, un enorme trasferimento di ricchezza dalle classi popolari alla finanza e alla grande produzione. L’Italia è la seconda potenza industriale d’Europa, è un paese imperialista. Il capitale monopolistico italiano controlla alcuni settori con posizioni dominanti a livello internazionale (Fiat -Chrysler, Luxottica, Finmeccanica, Fincantieri, ENI, Trenitalia), per non parlare degli istituti bancari (Intesa San Paolo e Unicredit) o assicurativi. Migliaia di lavoratori vengono espulsi dal processo produttivo, aumentando la disoccupazione e incrementando lo sfruttamento dei lavoratori che restano.

Il Jobs Act altro non è che la risposta alle pressanti richieste dei settori padronali, per garantire margini di profitto e precipitando la classe operaia e le masse popolari in una condizione peggiore, aumentano la disoccupazione, la competizione tra lavoratori, l’impoverimento generalizzato delle masse popolari. La ‘riforma’ Fornero ha lasciato all’Italia il peggior sistema pensionistico d’Europa con un aumento generalizzato dell’età pensionabile e una riduzione delle pensioni.

Al capitale serve rafforzare l’efficienza della macchina dello Stato, aumentando il ruolo e i poteri degli organi esecutivi. In questo senso va il tentativo di cambio Costituzionale attuato dal governo Renzi e del Partito Democratico che rappresenta oggi il partito più conseguentemente legato al grande capitale monopolistico.

L’azione del Partito Comunista è diretta a influenzare il superamento dei limiti della condizione sindacale attuale, nella direzione strategica della costruzione del sindacato di classe, che coerentemente difenda gli interessi dei lavoratori senza cedere a compromessi al ribasso, rifiutando gli accordi capestro di questi anni, che organizzi i lavoratori su una piattaforma generale di classe non limitata a vincoli di categoria, che si ponga l’obiettivo dell’avanzamento della coscienza della classe operaia, che ne organizzi le lotte non limitandosi alle singole vertenze di luogo di lavoro, ma aumentando la solidarietà e sviluppando la mobilitazione comune delle masse lavoratrici. Questo processo complesso si pone a partire dalle lotte reali e non può essere proclamato per decreto, ma deve trarre linfa dalla lotta reale dei lavoratori. La prospettiva della costruzione del sindacato di classe dovrà’ rompere i meccanismi di compatibilità dell’attività sindacale con le politiche padronali e gli ultimi accordi, in particolare quelli del 10 gennaio nei settori privati e del 4 aprile nel pubblico, che puntano a stringere l’azione sindacale in anguste vie chiuse, privandola di qualsiasi possibilità di incisività.

La lotta sindacale è importante ma vogliamo riaffermare la necessità storica del Partito Comunista come soggetto politico dell’emancipazione della classe operaia, come unico strumento in grado di guidare il proletariato alla conquista del potere, capace di dare alla classe operaia una piena coscienza e prospettiva rivoluzionaria a partire da un nuovo autunno caldo.»

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