Allarme rincari per i lavoratori e le piccole aziende

Allarme rincari per i lavoratori e le piccole aziende

Gli aumenti stanno strozzando i lavoratori e le piccole attività.
Il Governo non agisce perché questo è il governo dei grandi gruppi multinazionali e delle banche e questo sarà il colpo di grazia ai piccoli commercianti, artigiani e partite IVA, per distruggere e svendere tutto ai grandi gruppi multinazionali, quelli che le tasse non le pagano proprio.
In questo circolo vizioso, con l’aumento delle bollette, della benzina aumenteranno anche i prezzi di tutti i prodotti e servizi, ci saranno chiusure, delocalizzazioni e si perderanno migliaia o forse milioni di posti di lavoro.
Altro che ripresa!
STA INIZIANDO UNO DEI PERIODI PIÙ DURI PER IL POPOLO ITALIANO
SOLO LOTTANDO CON NOI CI SARÀ LA SOLUZIONE

 

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L’Italia affonda, ma per Draghi la priorità diventa il ponte sullo stretto

L’Italia affonda, ma per Draghi la priorità diventa il ponte sullo stretto

Sono passati 50 anni e ancora stanno parlando di realizzare il ponte sullo stretto di Messina.
In un periodo delicato come quello che stiamo passando negli ultimi due anni, a causa della crisi finanziaria e pandemica, con centinaia di migliaia di lavoratori che hanno perso il posto lavoro e con le aziende che decidono di delocalizzare la produzione col il sostegno implicito del Governo, per l’esecutivo di Draghi diventa una priorità investire soldi sul ponte sullo stretto di Messina.
Il Ministero delle infrastrutture ha già iniziato l’iter per lo studio della fattibilità: lo studio deve fornire gli elementi, di natura tecnica e conoscitiva, occorrenti per valutare la realizzabilità del sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche sotto il profilo economico-finanziario, attingendo ai fondi stanziati allo scopo dall’ultima legge di bilancio. Nel frattempo, il dicastero guidato da Giovannini ricorda che nei mesi scorsi il governo ha provveduto a potenziare le attuali modalità di attraversamento dello Stretto, anche grazie ai fondi del Pnrr 510 milioni di euro le risorse messe a disposizione.
Il governo dunque sceglie di continuare a buttare soldi su un progetto inutile, considerando anche le infrastrutture per arrivare ad un ipotetico ponte sia in Calabria che in Sicilia, in un periodo come questo in cui sarebbe più opportuno investire i finanziamenti per creare lavoro stabile, con una seria politica economica che torni ad investire nelle produzioni strategiche, nella sanità, nell’istruzione, nella manutenzione del territorio e delle infrastrutture e nei traporti.

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15 gennaio 1919: Ricordando Karl LIEBKNECHT e Rosa LUXEMBURG

15 gennaio 1919: Ricordando Karl LIEBKNECHT e Rosa LUXEMBURG

Il 15 gennaio 1919, Karl LIEBKNECHT e Rosa LUXEMBURG vengono rapiti e assassinati per mano dei Freikorps, paramilitari anticomunisti agli ordini del governo socialdemocratico, durante la rivolta spartachista contro l’appena nata Repubblica di Weimar.
A chi oggi a sinistra mira al riformismo e ai compromessi, rispondiamo che proprio come ieri, le ragioni dei Comunisti sono attuali e più necessarie che mai.
SOCIALISMO O BARBARIE!

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Italia sempre più precaria

Italia sempre più precaria

l’Italia diventa sempre più precaria nel mondo del lavoro. Nonostante il governo cerchi di far passare l’idea che si vada incontro a una ripresa sia economica che del lavoro, la realtà è ben diversa da quello che ci vogliono far credere.
I media di regime, come “Il Sole 24 Ore” e il “Corriere della Sera” sbandierano come un trionfo del governo i dati Istat sulle assunzioni del 2021. Secondo i dati, sarebbero stati recuperati ben 700.000 posti di lavoro.
Quello che i giornali si dimenticano di dire però è che di questi posti di lavoro il 90,6% sono contratti a termine, quindi precari, il dato dei contratti precari infatti è salito a più di 3 milioni, pari al 17,11% del totale dei lavoratori dipendenti. Ad aumentare insieme ai precari sono anche i lavoratori autonomi (anche finte partite Iva) che durante questa pandemia hanno subito maggiormente la crisi.
La fantomatica ripresa economica e l’aumento dei posti di lavoro non è quindi come giornali e governo millantano. Il governo si è reso protagonista solamente di un ulteriore aumento del precariato e che nel nostro Paese sta aumentando ogni anno eliminando posti di lavoro stabili e condannando tutti ad una vita precaria e insicura.

La precarietà influisce anche sui diritti dei lavoratori, costretti a sottostare al volere dei padroni con la paura costante del licenziamento o del non rinnovo del contratto di lavoro oltre a non poter programmarsi una vita.

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BARI 15 GENNAIO ORE 17.30 PIAZZA UMBERTO I ASSANGE LIBERO! NO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA!

BARI 15 GENNAIO ORE 17.30 PIAZZA UMBERTO I ASSANGE LIBERO! NO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA!

Julian Assange rischia 171 anni di reclusione per aver pubblicato documenti ritenuti rivelatori di crimini di guerra.
Julian Assange dall’11 aprile 2019 è incarcerato presso la Her Majesty Prison Belmarsh e, nel carcere più duro del Regno Unito, il suo caso muta da giudiziario a conflitto politico.
La sua “colpa” è stata di avere pubblicato documenti che, secondo autorevoli fonti giornalistiche, svelano crimini di guerra. Per tali rivelazioni Assange ha ricevuto svariati encomi e onorificenze da privati e personalità pubbliche ed è stato ripetutamente proposto per il premio Nobel per la Pace per la sua attività di informazione e trasparenza.
Gli USA invece lo vogliono incriminato per aver divulgato, dal suolo europeo, documenti segreti che il governo degli Stati Uniti vuole mantenere segreti.
Gli Usa pretendono la sua estradizione.
Se riconosciuto colpevole rischia 171 anni di reclusione.
Il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese ha negato l’estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale poiché si ritiene alto il rischio di tendenze suicide.
Il 10 dicembre 2021 l’Alta Corte di Londra ha ribaltato la sentenza che negava l’estradizione.
Il Parlamento italiano ha bocciato quasi all’unanimità la mozione che ne chiedeva l’incolumità da parte delle autorità britanniche e per scongiurarne l’estradizione.
Con ben 225 voti contrari, su 384 votanti, si sono cementate alleanze una volta impensabili (PD, LEGA e FORZA ITALIA), 137 astenuti (M5S, LEU e Fratelli d’Italia) e solo 22 favorevoli.
Carlo Formenti – politologo.
Tonino Mosaico – presidente Regione Puglia del Partito Comunista.
Antonio Palmisano – antropologo, università del Salento.
Isabella Apruzzi – insegnante – pensionata, Ostuni (BR).
Liliana Cavallo – maestra, Carovigno (BR).
Campanile Michele – professore in pensione di storia e filosofia Monte Sant’Angelo (FG).
Federica Cavallero – medico, Racale (LE).
Giuseppe Casarola – operaio, Francavilla Fontana (BR).
Giovanni Casella – medico, Taranto.
Tonino Chirico – ferroviere in pensione, San Michele Salentino (BR).
Colucci Davide – Avvocato, Lucera (FG).
Carlo Cotilli – enologo, Bari.
Massimiliano Desiante – docente, Gravina in Puglia (BA).
Andrea D’Elia – lavoratore dipendente, Gallipoli (LE).
Pasquale De Marzo – libero professionista, Bari.
Vito Falcone – pensionato ILVA, Gioia del Colle (BA).
Savino Ficco – docente precario, Manfredonia (LE).
Ivano Giofferda – contadino, Sannicola (LE).
Angela Iudici – docente in pensione, Lecce.
Giuseppe Lagna, insegnante-Collepasso (LE).
Rosa Margiotta – impiegata, Brindisi.
Francesco Pistillo – Agronomo, San Severo (FG).
Luciana Ranaldo – docente, Ginosa (TA).
Lucrezia Russo – dipendente pubblico, Lecce.
Nunzia Valerio – commerciante, Conversano (BA).
Antonio Vecera – operaio, Rodi Garganico (FG).
Paolo Vinella – insegnante in pensione, Putignano (BA)
Miria Brunetti- docente Storia e Filosofia- Gioia del Colle (BA)
Roberto Dentico – dottore in Storia – Gioia del Colle (BA)
Michele Panutsos- magazziniere cassintegrati, Bari
Anna Simeone – infermiera Pedriatica e Naturopata , Carovigno (BR)
Giacomo Caliolo – musicista, Carovigno (BR)
Giorgio Giuseppe Bavaro- studente, Andria.
Gennaro Di Ceglie – Libero professionista Fasano (BR)
Andrea De Pinto (Zio Pino)- artista, Molfetta (BA)
Fabio Tralci – operaio FS, Noci (BA)
Luca Curci- -impiegato AQP e sindacalista USB, Noci (BA)

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Nel capitalismo non esiste democrazia!

Nel capitalismo non esiste democrazia!

Nel capitalismo non può esserci vera democrazia. Sostenere il Partito Comunista non significa soltanto esprimere un voto per uno tra i tanti partiti. Significa far marciare un’idea di trasformazione, di radicale cambiamento della società, non realizzabile con compromessi e riforme, ma solo attraverso l’abbattimento degli ostacoli che impediscono la realizzazione di una vera democrazia.

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Mentre parlano solo di COVID la metà delle famiglie rinuncia a curarsi!

Mentre parlano solo di COVID la metà delle famiglie rinuncia a curarsi!

Il Paese è allo sbando. Metà delle famiglie italiane rinunciano alle cure mediche.
Mentre le direttive del ministero dell’interno, mirano ad impiegare massicce risorse delle forze dell’ordine nella ricerca di chi non ha il Super #GreenPass, la Cerved conferma che nel 2021 LA METÀ DELLE FAMIGLIE italiane ha rinunciato alle cure mediche (in tutto o in parte).
Problemi economici, mancanza di soldi, problemi logistici, inadeguatezza e indisponibilità dei vari servizi.
Chi di voi non si è trovato neanche una volta in queste condizioni?
E mentre il governo Draghi, per stessa ammissione del premier, scarica tutte le responsabilità della distruzione dell’Italia su chi non ha effettuato la terza dose (purtroppo non è una barzelletta), è sempre più evidente cosa anni di politiche europee abbiano lasciato al nostro Paese:
LA ROVINA.
Bisogna mandarli tutti a casa, a partire da Draghi, altro che presidente della Repubblica.

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MANIFESTAZIONE SABATO 15 GENNAIO 2022 ORE 14,30 ROMA IN PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

MANIFESTAZIONE SABATO 15 GENNAIO 2022 ORE 14,30 ROMA IN PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

MANIFESTAZIONE PER:

🔴 RIPULIRE SUBITO ROMA DAL SISTEMA CERRONI
🔴 PUNTARE ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
🔴 RILANCIARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
🔴 AZZERARE LE EMISSIONI DEI GAS DA DISCARICA, IL RISCALDAMENTO GLOBALE E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
NO ALLE DISCARICHE DEI RIFIUTI NELLE PERIFERIE DELLA CAPITALE (ALBANO, GUIDONIA, MAGLIANO ROMANO, COLLEFERRO, VITERBO, VALLE GALERIA, APRILIA, AREE AD ELEVATO RISCHIO AMBIENTALE)
CON LE EMISSIONI GASSOSE DEI SUOI RIFIUTI INDIFFERENZIATI IN DISCARICA, ROMA CAPITALE CONTRIBUISCE PESANTEMENTE AL RISCALDAMENTO GLOBALE E AL CAMBIAMENTO CLIMATICO DEL NOSTRO PIANETA

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Tagli alla sanità:Tutti colpevoli – Destra, Sinistra e Tecnici

Tagli alla sanità:Tutti colpevoli – Destra, Sinistra e Tecnici

Quando diciamo che il problema vero è la sanità pubblica diciamo una ovvietà.
Negli ultimi 40 anni sono stati TAGLIATI i posti letto, TAGLIATI i posti letto in terapia intensiva e gli investimenti, con meno ospedali, più lontani dai cittadini e meno personale.
Per questo noi chiediamo una più investimenti e risorse, per un sistema sanitario nazionale pubblico, uno, non 21 sistemi sanitari regionali, e bisogna tornare ad investire in ospedali di prossimità con una diffusione capillare, aumento dei posti letto, dei posti letto in terapia intensiva e della formazione e assunzione di nuovi dottori, infermieri, tecnici e di tutto il personale di cui c’è bisogno per far funzionare la sanità pubblica, in questo modo non ci sarebbe stata nessuna pressione sugli ospedali e avremmo potuto affrontare meglio qualsiasi tipo di malattia.
Questa è la verità che abbiamo sempre detto e che ribadiamo con forza da due anni.
MA NIENTE È STATO FATTO DA QUESTO GOVERNO

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CON IL PNRR L’UNIONE EUROPEA METTE IL CAPPIO ALL’ITALIA

CON IL PNRR L’UNIONE EUROPEA METTE IL CAPPIO ALL’ITALIA

Nonostante l’Italia abbia il governo più filo-europeo del continente, con un Presidente del Consiglio imposto da Bruxelles e dalla BCE, l’EUROPA impone altre restrizioni per il nostro Paese.
L’augurio da parte di tutti gli economisti, analisti e agenzie di rating è che Mario Draghi non lasci la carica di Presidente del Consiglio, in modo da portare avanti i “100 traguardi” che l’Europa richiede per sbloccare i fondi del Recovery Fund.
Il nostro Paese, infatti, per avere i soldi tanto promessi dall’Europa durante la pandemia, dovrà fare delle grosse riforme, tutte ovviamente a scapito dei lavoratori. Solamente quest’anno, appunto, dovranno essere 100: dalla Pubblica Amministrazione al fisco, passando per la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale e la nuova spending review.
Il Documento di economia e finanza di aprile andrà a fissare gli obiettivi di spending review per i successivi tre anni, in attesa della Relazione della Ragioneria generale sull’efficacia dei piani di risparmio delle amministrazioni. Prima dell’estate dovrà essere mandata in porto l’ennesima riforma dell’amministrazione fiscale, arricchita di un tassello importantissimo, le norme e procedure amministrative per “incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali” e migliorare audit e controlli compresi le multe per chi non accetta il pagamento con il pos (ovviamente, nessuna modifica alle commissioni bancarie che esso comporta). Il Ministro della Sanità deve definire il nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza sanitaria territoriale, grande assente nelle fasi peggiori della pandemia e punto con il budget più basso nel PNRR; entro fine anno, infine, andrà approvata in via definitiva la legge sulla concorrenza approvata in CdM lo scorso novembre.
Queste sono solo alcune delle misure che andranno a colpire principalmente i lavoratori che il governo Draghi dovrà attuare entro la fine dell’anno per avere i soldi promessi dall’Europa, sempre che Draghi rimanga stabile alla guida del Governo.

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