L’UE è un bavaglio per i lavoratori. Dichiarazione di solidarietà dell’URCF per la discriminazione elettorale subita dal nostro Partito.

L’UE è un bavaglio per i lavoratori. Dichiarazione di solidarietà dell’URCF per la discriminazione elettorale subita dal nostro Partito.

Ognuno sa che la democrazia borghese è sempre caratterizzata dal suo formalismo perchè fondamentalmente riservata a quelli che hanno i mezzi finanziari per goderne. Ma non era abbastanza. Questo perchè in tutti i paesi capitalisti oggi la democrazia borghese fa posto a dei sistemi politici autoritari che mascherano, dietro allo strumento del suffraggio universale, ma strettamente controllato e falsato, un consenso deciso in realtà dalla sola borghesia monopolista. Il caso dell’Unione Europea è veramente emblematico in questo contesto: essa accentua questa tendenza in ogni Stato dando l’impressione di imporre le sue decisioni ai governi non facendo altro che mettere in pratica i ‘desiderata’ del grande capitale con l’accordo e il sostegno dei suddetti governi. Ma questa tendenza alla reazione politica ha delle estensioni locali. Cosi in Italia, i compari di partito di Berlusconi ed i traditori di quello che fu il PCI non soltanto si trovano d’accordo per liquidare il proporzionale puro, ci aggiungono anche dell’altro: un partito politico che non abbia eletti uscenti non può presentare liste alle elezioni a meno che non riesca a soddisfare requisiti difficilmente raggiungibili. Ma in tutto questo c’è un vuoto. I nostri compagni del Partito Comunista (d’Italia), nato nel Gennaio del 2014, hanno dunque presentato una lista (con la Falce e Martello nel simbolo). Anche i verdi hanno fatto lo stesso. Il tribunale elettorale ha tuttavia rigettato la richiesta, dietro al pretesto che non ci fossero collegamenti al parlamento europeo, non essendo la falce e il martello nel logo di nessun gruppo europeo esistente. Il fatto che il KKE abbia la falce e il martello come logo e che il Partito Comunista partecipi all’Iniziativa dei Partiti Comunisti ed Operai d’Europa, della quale due partiti (Il KKE e il Partito Socialista Lettone) hanno degli eletti a Bruxelles, è stato sdegnosamente scartato dal tribunale. Quanto ai Verdi, la cui lista non soddisfaceva neanche le condizioni legali di presentazione, il tribunale ha accettato la loro candidatura, dietro il pretesto che facessero parte di un movimento europeo avente un gruppo parlamentare. E’ vero però che il Partito Comunista, come ha ricordato il suo Segretario Generale il compagno Marco Rizzo, è contro l’Unione Europea e il capitalismo, per il socialismo e il comunismo e che questo non è invece il caso dei Verdi! Per questa doppia decisione le autorità italiane mettono in evidenza la volontà della borghesia su scala Europea di impedire alla classe operaia e alle classi popolari di avere un’espressione politico-elettorale propria e di favorire i movimenti piccolo borghesi che tentano di far deviare il malcontento su questioni secondarie. Questa decisione avviene d’altra parte in una situazione politica segnata da situazioni come il sostegno dell’UE ai nazi-fascisti in Ucraina o dalle misure di criminalizzazione del comunismo in Europa centrale e orientale e i tentativi di estenderle a tutta l’Unione. L’Unione dei Rivoluzionari Comunisti di Francia denuncia la decisione scandalosa che vieta ai comunisti in Italia di presentare la loro lista ed esprime la propria solidarietà nel confronti del Partito Comunista.

 

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