LA MALATTIA ESISTE, LA PSICOSI E’ BEN PIU’ GRAVE SOPRATTUTTO SE SI CONSUMA IN OSPEDALE

LA MALATTIA ESISTE, LA PSICOSI E’ BEN PIU’ GRAVE SOPRATTUTTO SE SI CONSUMA IN OSPEDALE

Persino in ospedale vengono mandati indietro pazienti a causa delle misure anti-covid troppo restrittive.
E’ quello che è successo a una donna incinta a Sassari che ha perso il proprio figlio a causa di un’emorragia interna, rimandata a casa dall’ospedale perché non aveva con sé il risultato di un tampone molecolare recente.
La donna si era presentata domenica all’ospedale con forti dolori addominali e una piccola emorragia, l’ostetrica le ha chiesto se fosse vaccinata e se avesse un tampone fatto da poco, la paziente nonostante avesse fatto la seconda dose e in attesa della terza non è stata accettata per la mancanza di un tampone recente e a causa dell’impossibilità da parte dell’ospedale di farne uno al momento con la motivazione che “prima di lunedì sarebbe stato impossibile”.
L’ospedale quindi non ha avuto modo di curare la paziente in nessun reparto a causa di un tampone. Un luogo che dovrebbe prendersi cura di tutti i pazienti ne ha rimandato a casa uno a causa di un protocollo che ha portato la donna ad avere un aborto spontaneo pochi minuti dopo aver lasciato l’ospedale, nel parcheggio antistante lo stesso.
La sanità pubblica dovrebbe curare tutti i cittadini in egual modo, ma grazie ai continui tagli fatti negli ultimi 30anni e grazie anche a protocolli che discriminano i pazienti, ciò non avviene più.
L’Italia ha bisogno di una sanità pubblica, gratuita e di qualità che si prenda cura di tutti, non di una sanità che giorno dopo giorno diventa sempre più discriminatoria e di classe.

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