da Partito Comunista https://ift.tt/OPz59iJ
La Beko Europe, colosso della produzione di elettrodomestici, ha annunciato oggi la chiusura nel dicembre 2025 dei suoi due stabilimenti in provincia di Ascoli Piceno, insieme ad un piano di esuberi che riguarderà 1.935 lavoratori su 4.440 dipendenti totali.
L’azienda, dopo ben 12 anni di cassa integrazione tra ex-Whirpool (prima dell’acquisizione da parte del gruppo turco Arçelik) e Beko Europe, vorrebbe chiudere gli stabilimenti di Siena e di Comunanza, con rispettivamente 299 e 320 lavoratori. A queste due fabbriche si aggiungono poi anche la linea del freddo di Cassinetta e il dipartimento di ricerca e sviluppo di Fabriano.
Queste grandi aziende e multinazionali utilizzano l’Italia con un ottica usa e getta, facendo uso di sgravi, finanziamenti pubblici e ammortizzatori sociali pagati di tasca nostra. Dopodichè abbandonano la nostra penisola senza alcuno scrupolo, delocalizzando i mezzi di produzione e esponendo quasi 2.000 lavoratori al rischio di licenziamento.
Il Partito Comunista si schiera fieramente contro alla precarietà del lavoro e alla svendita del nostro bel Paese al più alto offerente. È necessario porre queste grandi aziende di fronte ad una scelta: o risarciscono lo Stato, o vengono nazionalizzate.
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