CONTINUA LA RESISTENZA DEI SERBI DEL KOSOVO ALLA NATO…IN UN ASSORDANTE SILENZIO ED INDIFFERENZA GENERALI
La resistenza della minoranza serba in Kosovo non si ferma: nuove
barricate sono state erette in alcune località della zona
settentrionale, nella quale si concentra la popolazione serba, dopo i
gravi incidenti che avevano causato una ventina di manifestanti feriti.
L’amministrazione kosovara aveva inviato agenti kosovari albanesi,
appoggiati dalle truppe della KFOR, a controllare le frontiere con la
Serbia, ma la popolazione serba locale e’ scesa in piazza per opporsi
a questa prevaricazione, fuori dalla Risoluzione 1244 dell’ONU. I
serbi non si sono fatti intimidire dai ricatti e dalle minacce della
KFOR e dall’EULEX, ogni giorno il numero dei manifestanti serbi che
effettuano i blocchi, aumenta: ” …RESTEREMO QUI E SIAMO PRONTI A
VERSARE IL NOSTRO SANGUE, SE NECESSARIO. NON ABBIAMO
ARMI, NON VOGLIAMOLA VIOLENZA, MA NON ARRETREREMO DI
UN METRO IN FRONTE AL NEMICO…”.
Hanno dichiarato alla stampa dalle barricate.
Secondo i serbi, l’invio da Pristina di guardie di frontiera
albanesi è una provocazione, volta a isolare la minoranza locale dalla
madrepatria serba. La tensione sale davanti alle barricate, ma rischia
di riesplodere anche l’odio tra le due comunita’ del Kosovo. Tra decine
di feriti e alcuni omicidi di serbi, solo nelle ultime settimane,
anche tre albanesi sono rimasti feriti in un assalto da parte di uomini
mascherati, in un villaggio. IN QUESTI GIORNI RISALGONO IN SUPERFICIE
TUTTE LE CONTRADDIZIONI POLITICHE E MILITARI DEL “ NODO KOSOVO”. , a
nord del fiume Ibar, NON CEDONO. LA cosiddetta “ GUERRA DELLE
DOGANE” iniziata da mesi, assume contorni sempre più ampi. È una
lotta che va molto oltre la questione dogane. In palio c’è la stessa
esistenza della comunità serba kosovara, e non solo quella. E’ la
riemersione palese, che la “QUESTIONE KOSOVO” NON È AFFATTO CHIUSA
O RISOLTA. E’ la riaffermazione tenace del diritto di un popolo, ad
esistere e a rivendicare tutti i diritti civili, politici, sociali, dal
1999, negati, calpestati, violentati da una banda di terroristi e
criminali fattasi stato (…o meglio NARCOSTATO, come dichiarato da
molti funzionari e giornalisti internazionali) , sotto tutela NATO e
occidentale. Il fatto che sulla barricata innalzata a Rudare, al fianco
della bandiera serba, sia stata disegnata una grande croce ortodossa e
che questa è stata consacrata da padri della chiesa ortodossa serba,
aiuta a capire quale sia davvero la posta in gioco, la stessa
sopravvivenza identitaria di un popolo, al di là delle questioni
religiose in sè. Non si tratta di questioni commerciali, come anche dal
governo di Belgrado,si cerca disperatamente di ridurre il problema (
per non affondare nella propria ignominia), bensì di una DISPERATA DIFESA
DI IDENTITÀ E DIGNITÀ NAZIONALE E CULTURALE. UN ATTO DI RISCATTO della
propria dignità dopo 12 anni di umiliazioni e sconfitte, vissute nel
silenzio e nell’isolamento più totale; UN ATTO PER RIAFFERMARE di
esistere come popolo e come coscienza di sé; UN ATTO PER RIBADIRE…
NON CI HANNO ANCORA VINTO; nonostante tradimenti, sconfitte, rapimenti,
uccisioni, onte e torti subiti, esistenze di vita civile normali
negate,nonostante averli resi cittadini invisibili, quasi immateriali
…NONOSTANTE UN SILENZIO ASSORDANTE, NOI COME POPOLO
SERBO DEL KOSOVOTORNIAMO A RIALZARCI IN PIEDI, AD SFIDARE
LE MENZOGNE, LE INGIUSTIZIE, I CRIMINI E SIAMO SULLE BARRICATE
…CIOÈ, NONOSTANTE TUTTO ETUTTI…SIAMO VIVI ….e ora dovete
affrontare anche le nostre volontà e bisogni.
QUESTO DICHIARANO LE 18 BARRICATE DEL KOSOVO. Ed ecco che
tutti gli archetipi delle politiche di forza e sopraffazione, costruite
in questi anni dalle diplomazie e politiche internazionali, per fa
pensare che in KOSOVO TUTTO È A POSTO, … È “ NORRMALIZZATO
DEMOCRATICAMENTE”; ecco che il giochino salta per colpa di questi
riottosi, testardi, indocili, ostinati di serbi, che non stanno alle
regole imposte dalle capitali occidentali o statunitensi; dalla NATO,
dal FMI, dalla BM, dalla UE, dall’OCSE, dalle varie Fondazioni
Soros..ecc. ecc. E’ TUTTO TALMENTE NORRMALIZZATO, che la Nato ha
appena disposto l’invio in Kosovo di altri 700 soldati di stanza in
Germania… E’ TUTTO TALMENTE NORRRMALIZZATO che Il premier Hashim
Thaçi ha ribadito ancora una volta che indietro non si torna e il
ministro dell’interno BAJRAM REXHEPI, HA ORDINATO L’ARRESTO DEL
MINISTROGORAN BOGDANOVIĆ E DEL MEDIATORE SERBO BORISLAV
STEFANOVIĆ entrati in Kosovo “clandestinamente” per trattare con la Kfor …
E’ TUTTO TALMENTE NORMALIZZATO che nel 2011 in Europa, decine di migliaia di
uomini, donne, bambini, con alcuna colpa se non quella “etnica”, di
appartenere ad un popolo invece che ad un altro…debbano vivere in
“enclavi”, aree isolate e protette da militari internazionali, dove
non vi è alcun diritto civile ( lasciamo perdere gli altri…), NEMMENO
QUELLO PRIMARIO…IL DIRITTO A VIVERE NELLA PROPRIA CASA E SULLA
PROPRIA TERRA.
Di normalizzato ci pare che sia soltanto l’indifferenza e la
supinità dei media e dei politici occidentali, sempre pronti denunciare
presunte violazioni, violenze, ingiustizie nei luoghi appetiti dalla
NATO e dagli interessi rapaci dell’occidente affamato di risorse degli
altri…Nessuna “anima buona” di nessuna forza politica in questo
occidente, ha invece il coraggio della verità, dell’onestà
intellettuale e morale di denunciare una realtà come quella del Kosovo,
che anche coraggiose singole personalità dell’establishment
occidentale, hanno avuto il coraggio di evidenziare. Nessuno che abbia
il coraggio in occidente ( tranne rare eccezioni), di dire che la lotta
sulle barricate in Kosovo è una lotta per una Risoluzione dell’ONU,
fatta e firmata da loro; è una lotta per chiedere di RISPETTARE ( UNA
PAROLA INGOMBRANTE IN OCCIDENTE…), un accordo sottoscritto da due
parti…imposta dopo 78 giorni di bombardamenti: è la RISOLUZIONE ONU
1244 DEL 1999 che e secondo tale documento, IL KOSOVO E’ ( FORSE È
PIÙ GIUSTO DIRE …SAREBBE), TUTTORA UNA PROVINCIA SERBA.
MA IL POPOLO SERBO DEL KOSOVO È NUOVAMENTE IN PIEDI E NOI AL SUO
FIANCO, PER QUANTO MODESTAMENTE SIAMO IN GRADO. AD OGNUNO SECONDO LAPROPRIA COSCIENZA…QUANDO C’È.
ENRICO VIGNA – PORTAVOCE DEL FORUM BELGRADO ITALIA