I LAVORATORI NON SONO NUMERI Sempre più spesso i lavoratori vengono considerati solamente dei numeri, ormai hanno perso ogni diritto, vengono trattati come schiavi fino al momento in cui non decidono di licenziarli senza alcuna remora. Numeri appunto, oltre 200 lavoratori dopo la decisione di Interruzione delle linee di produzione e l’attivazione della Cig nella fonderia di San Gavino Monreale della Portovesme Srl. La decisione della Portovesme Srl di interrompere le linee di produzione facendo ricadere le conseguenze sulla pelle dei lavoratori è socialmente inaccettabile ed è contraria all’interesse di tutto il territorio che favorirebbe, inoltre, l’ulteriore desertificazione industriale del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano. Dunque ci sarà solamente il rinnovo della cassa integrazione attivata a fine 2021 per gli oltre 300 operai a causa dello stop della linea dello zinco, a questi 300 operai se ne andranno ad aggiungere altri 200 quando si fermerà anche la linea del piombo. Ancora una volta a rimetterci saranno solo i lavoratori, dato che né la regione né il governo sono minimamente intervenuti in difesa dei lavoratori. Ancora una volta in Italia, i lavoratori sono costretti a lottare per mantenere il proprio posto di lavoro (con sempre meno diritti e salari più bassi) contro i dirigenti delle aziende e contro anche chi nelle stanze del potere dovrebbe difenderli. Ancora una volta i lavoratori sono costretti a lottare per non essere considerati solamente numeri. Il Partito Comunista è al fianco dei lavoratori in lotta.


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I LAVORATORI NON SONO NUMERI

Sempre più spesso i lavoratori vengono considerati solamente dei numeri, ormai hanno perso ogni diritto, vengono trattati come schiavi fino al momento in cui non decidono di licenziarli senza alcuna remora.

Numeri appunto, oltre 200 lavoratori dopo la decisione di Interruzione delle linee di produzione e l’attivazione della Cig nella fonderia di San Gavino Monreale della Portovesme Srl.
La decisione della Portovesme Srl di interrompere le linee di produzione facendo ricadere le conseguenze sulla pelle dei lavoratori è socialmente inaccettabile ed è contraria all’interesse di tutto il territorio che favorirebbe, inoltre, l’ulteriore desertificazione industriale del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano.

Dunque ci sarà solamente il rinnovo della cassa integrazione attivata a fine 2021 per gli oltre 300 operai a causa dello stop della linea dello zinco, a questi 300 operai se ne andranno ad aggiungere altri 200 quando si fermerà anche la linea del piombo.

Ancora una volta a rimetterci saranno solo i lavoratori, dato che né la regione né il governo sono minimamente intervenuti in difesa dei lavoratori.
Ancora una volta in Italia, i lavoratori sono costretti a lottare per mantenere il proprio posto di lavoro (con sempre meno diritti e salari più bassi) contro i dirigenti delle aziende e contro anche chi nelle stanze del potere dovrebbe difenderli.
Ancora una volta i lavoratori sono costretti a lottare per non essere considerati solamente numeri.
Il Partito Comunista è al fianco dei lavoratori in lotta.

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