Perché aderiamo al Csp-Partito Comunista
Scriveva Pasolini nell’articolo Il Romanzo delle stragi, uscito il 14 novembre 1974 sul Corriere della Sera:
«Ma non esiste solo il potere: esiste anche un’opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano. […] Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico».
Pasolini individuava la grande differenza – che definiva antropologica – tra il Pci e il resto del Paese. Una differenza combattuta con tutti i mezzi da nemici esterni, come Craxi, e nemici interni, come Napolitano con la sua corrente, i miglioristi.
Pasolini comprende il ruolo di quest’area e ne coglie la portata eversiva. Sono gli elementi negativi che si sono infiltrati in questo grande intellettuale collettivo per farlo degenerare, facendogli separare la conoscenza e la verità politica dalla pratica politica. La verità e la prassi iniziano a non essere più rivoluzionarie.
Ma, fino alla misteriosa morte di Berlinguer, il Pci continua a rappresentare una reale alternativa e un argine al potere capitalistico. A partire da quel tragico ed eversivo momento tutto cambia e ciò che è apparso a sinistra sulla scena politica – Rifondazione compresa – si è mosso all’interno del progetto piduista di trasformazione dell’Italia da Paese democratico a Paese di stampo anglosassone, dove il capitalismo regna sovrano e i lavoratori non hanno nessuna reale rappresentanza.
Assistiamo ora a delle elezioni ridicole e truffaldine, grazie al maggioritario e ai suoi antidemocratici sbarramenti, dove si fronteggiano solo partiti di cultura e prassi liberale. L’obiettivo della P2 realizzato.
Con queste formazioni in Parlamento non ci saranno limiti alla devastazione della nostra Costituzione nata dalla Resistenza, e quindi alla perdita dei diritti acquisiti con le lotte sociali tra gli anni ’50 e gli anni ’70.
Per impedire che questo disegno si realizzi occorre un Partito comunista che sappia ricostituire quella differenza antropologica di cui parla Pasolini.
Per questi motivi siamo usciti da Rifondazione, nello scorso mese di dicembre e riconoscendoci nello Statuto e nel programma di Csp – Partito Comunista, aderiamo al suo progetto.
Paola Baiocchi, Andrea Montella
Già Comitato Federale PRC Pisa