TORINO E LA FRANTUMAZIONE DELLA SINISTRA E DEI COMUNISTI.
Torino, la città di Gramsci e della Resistenza, con le elezioni amministrative di maggio “toccherà il fondo” nella frantumazione della sinistra e dei comunisti, che non hanno saputo né voluto opporsi al progetto del PD colluso con Marchionne e con la Fiat.
Lo diciamo con il dovuto disincanto verso lo strumento delle elezioni ormai diventate il vero feticcio della politica di mestiere e delle poltrone. Ma tant’è, invece di guardare alla politica di radicamento sociale e alla capacità di incidere ed indirizzare il conflitto, gli appuntamenti elettorali continuano ad essere il misuratore dell’attività di questa pessima politica.
Proprio su questo punto condividiamo la decisione di Comunisti Sinistra Popolare, l’organizzazione politica fondata dal comunista torinese Marco Rizzo, di cui interpretiamo la nuova forma di militanza, che decide con grande senso di responsabilità di interrompere un gioco che ha distrutto la storia ed il senso di esistere della sinistra e dei comunisti.
Dopo che è stata fatta cadere (favorendo l’indietreggiare di Giorgio Cremaschi) la possibilità di avere una candidatura unitaria contro la destra ma alternativa al Partito Democratico di Fassino (l’uomo più funzionale alla Fiat di Marchionne), in larga parte per la responsabilità dei gruppi dirigenti nazionali di PRC e PDCI, che avevano visto come un grave pericolo la contrapposizione netta con lo stesso PD, a cui chiedono, solo e sempre, una forma di accordo alle future elezioni politiche per avere uno scampolo di rappresentanza parlamentare, ci pare giusta e responsabile la scelta di non presentare la quarta “falce e martello”, che sarebbe andata ad aggiungersi alle tre di PRC-PDCI, SC e PCL, senza omettere la lista di sinistra di Rossana Becarelli e i voti sparsi a singoli candidati ed addirittura ai nostri elettori che sceglieranno Grillo, divisi e l’una assieme alle altre centrifughe in questo processo di frantumazione e fine della sinistra e dei comunisti.
E pensare che la parte migliore della città, gli operai della Fiat, qualche mese fa aveva ridato dignità e orgoglio ad una politica sempre più afona. La loro lotta al ricatto referendario del “moderno” padrone Marchionne aveva, per la prima volta, rotto il velo del gossip di Arcore e riportato la realtà e le potenzialità di una società sempre più sofferente alla crisi strutturale del sistema capitalistico.
Lor signori avevano bisogno che quella parentesi si richiudesse in fretta, mentre il gioco perverso di piccole trattative per ottenere un consigliere comunale o un presidente di circoscrizione bruciavano la possibilità di risollevarsi ad un risultato come quello del 1993, quando i comunisti tornarono ad essere il primo partito della sinistra in città.
Facciamo comunque i migliori auguri alle liste comuniste e di sinistra che, appunto monche e divise, cercheranno, non si sà in quale modo, di opporsi alla destra ed al PD filo-Fiat, ma abbiamo voluto assumerci la responsabilità di segnalare un pericolo di disfatta che altrove sarà ancora più evidente, vista la rincorsa ad allearsi appunto con quel PD collaterale ai poteri forti del capitalismo nostrano, certo stanco di Berlusconi ma tuttora avvinghiato ad un potere, che solo il processo di trasformazione comunista della società potrà realmente interrompere.
Invitiamo tutte e tutti, sin d’ora e certo dopo il 15/16 maggio, ad un confronto collettivo su queste nostre considerazioni.
Torino 23 aprile 2011. Giorgio Bottiglieri, Massimo Zucchetti, Giovanni Zungrone.