STATI UNITI CRIMINALI Non li ferma nemmeno il terremoto Gli USA si ergono agli occhi del mondo occidentale come Paese liberatore e l’unico “esportatore di democrazia”, la realtà però è ben diversa, ovunque portano distruzione. Morte e povertà. Gli USA, così, rinnovano le sanzioni alla Siria nonostante la catastrofe umanitaria per il terremoto, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato la Risoluzione 132, che esorta la Casa Bianca a “rimanere impegnata” nell’attuazione di sanzioni economiche unilaterali sulla Siria colpita dal terremoto. Nel 2019, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il Caesar Act, che proibisce severamente a Stati, società e individui di fare affari con il governo siriano. Questo schiacciante pacchetto di sanzioni si è aggiunto alle misure punitive esistenti imposte a Damasco dal 2011. Ovviamente, l’ultimo atto del Congresso degli Stati Uniti d’America non è una novità, è solo una conferma del cinismo e della criminale volontà di Washington di rovinare chi non si attiene ai suoi diktat con feroci sanzioni già stigmatizzate dall’Onu. Questa è la ferocia con cui gli Stati Uniti d’America (e la NATO) usano verso i Paesi che non si sono piegati fin da subito ai loro voleri, condannando così un’intera popolazione a sofferenze e ulteriore povertà.


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STATI UNITI CRIMINALI
Non li ferma nemmeno il terremoto

Gli USA si ergono agli occhi del mondo occidentale come Paese liberatore e l’unico “esportatore di democrazia”, la realtà però è ben diversa, ovunque portano distruzione. Morte e povertà.

Gli USA, così, rinnovano le sanzioni alla Siria nonostante la catastrofe umanitaria per il terremoto, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato la Risoluzione 132, che esorta la Casa Bianca a “rimanere impegnata” nell’attuazione di sanzioni economiche unilaterali sulla Siria colpita dal terremoto.

Nel 2019, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il Caesar Act, che proibisce severamente a Stati, società e individui di fare affari con il governo siriano. Questo schiacciante pacchetto di sanzioni si è aggiunto alle misure punitive esistenti imposte a Damasco dal 2011.
Ovviamente, l’ultimo atto del Congresso degli Stati Uniti d’America non è una novità, è solo una conferma del cinismo e della criminale volontà di Washington di rovinare chi non si attiene ai suoi diktat con feroci sanzioni già stigmatizzate dall’Onu.
Questa è la ferocia con cui gli Stati Uniti d’America (e la NATO) usano verso i Paesi che non si sono piegati fin da subito ai loro voleri, condannando così un’intera popolazione a sofferenze e ulteriore povertà.

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PASSERELLA FINTA ANTIFASCISTA Il Partito Democratico col suo neo segretario globalista, pro nazisti ucraini, Elly SCHLEIN. Sfilerà insieme agli altri leader della sinistra a Firenze, nella cosiddetta manifestazione nazionale antifascista. La strumentalizzazione di quello che è successo a Firenze qualche settimana fa, tra studenti di destra e di sinistra è qualcosa di raccapricciante. Così sabato scenderà in piazza in nome di un antifascismo finto, di facciata, sarà sostenuti da sindacati, associazionismo etc. per la solita finta contrapposizione centrosinistra, centrodestra tanto comoda alle classi dominanti e utile sotto elezioni. Ci dispiace per quanti scenderanno in buona fede, ma speriamo che questo messaggio arrivi anche a loro, scendere in piazza vuol dire legittimarli e dargli ancora più visibilità di quanta già non ne abbiano. Sabato 4 Marzo a Firenze, non ci presteremo a questo squallido teatrino. Di chi da un lato si dichiara antifascista e dall’altro manda le armi ai nazisti ucraini. ANTIFASCISMO È FERMARE LA GUERRA IMPERIALISTA NO NATO – NO SANZIONI – NO ARMI SI PACE – SI LAVORO – SI SOVRANITÀ POPOLARE


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PASSERELLA FINTA ANTIFASCISTA

Il Partito Democratico col suo neo segretario globalista, pro nazisti ucraini, Elly SCHLEIN.
Sfilerà insieme agli altri leader della sinistra a Firenze, nella cosiddetta manifestazione nazionale antifascista.
La strumentalizzazione di quello che è successo a Firenze qualche settimana fa, tra studenti di destra e di sinistra è qualcosa di raccapricciante.
Così sabato scenderà in piazza in nome di un antifascismo finto, di facciata, sarà sostenuti da sindacati, associazionismo etc. per la solita finta contrapposizione centrosinistra, centrodestra tanto comoda alle classi dominanti e utile sotto elezioni.

Ci dispiace per quanti scenderanno in buona fede, ma speriamo che questo messaggio arrivi anche a loro, scendere in piazza vuol dire legittimarli e dargli ancora più visibilità di quanta già non ne abbiano.

Sabato 4 Marzo a Firenze, non ci presteremo a questo squallido teatrino. Di chi da un lato si dichiara antifascista e dall’altro manda le armi ai nazisti ucraini.

ANTIFASCISMO È FERMARE LA GUERRA IMPERIALISTA
NO NATO – NO SANZIONI – NO ARMI
SI PACE – SI LAVORO – SI SOVRANITÀ POPOLARE

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FUTURA UMANITA’ Il 2 marzo 1919 veniva fondata a Mosca l’Internazionale Comunista. Nel marzo 1919 molti rappresentanti di numerosi partiti socialisti e dei partiti comunisti già costituiti si ritrovano a Mosca sotto invito di Lenin, dove sull’onda dell’entusiasmo per le spinte rivoluzionarie che sembrano percorrere quasi tutti i paesi europei, i bolscevichi riescono a costituire, di fatto, la fondazione della Internazionale comunista. Dopo il fallimento della Seconda Internazionale, Lenin insieme al partito Bolscevico, riuscì nell’intento di costituire la Terza Internazionale Comunista dandogli un carattere più rivoluzionario e comunista. L’intento principale e fondamentale fu quella di garantire al proletariato di tutto il mondo la liberazione dall’oppressione del capitalismo. Il congresso di fondazione della Terza Internazionale si riunì a Mosca fra il 2 e il 6 marzo 1919. I delegati con diritto di voto erano 35 e rappresentavano 19 partiti o organizzazioni comuniste, oltre a questi vi erano, come osservatori, altri 19 delegati in rappresentanza di 16 organizzazioni. In quei giorni furono date le disposizioni per organizzare, consolidare, ampliare e collegare il lavoro rivoluzionario fra il proletariato europeo.


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FUTURA UMANITA’
Il 2 marzo 1919 veniva fondata a Mosca l’Internazionale Comunista.
Nel marzo 1919 molti rappresentanti di numerosi partiti socialisti e dei partiti comunisti già costituiti si ritrovano a Mosca sotto invito di Lenin, dove sull’onda dell’entusiasmo per le spinte rivoluzionarie che sembrano percorrere quasi tutti i paesi europei, i bolscevichi riescono a costituire, di fatto, la fondazione della Internazionale comunista.
Dopo il fallimento della Seconda Internazionale, Lenin insieme al partito Bolscevico, riuscì nell’intento di costituire la Terza Internazionale Comunista dandogli un carattere più rivoluzionario e comunista. L’intento principale e fondamentale fu quella di garantire al proletariato di tutto il mondo la liberazione dall’oppressione del capitalismo.
Il congresso di fondazione della Terza Internazionale si riunì a Mosca fra il 2 e il 6 marzo 1919. I delegati con diritto di voto erano 35 e rappresentavano 19 partiti o organizzazioni comuniste, oltre a questi vi erano, come osservatori, altri 19 delegati in rappresentanza di 16 organizzazioni. In quei giorni furono date le disposizioni per organizzare, consolidare, ampliare e collegare il lavoro rivoluzionario fra il proletariato europeo.

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PASSERELLA FINTA ANTIFASCISTA Il Partito Democratico col suo neo segretario globalista, pro nazisti ucraini, Elly SCHLEIN. Sfilerà insieme agli altri leader della sinistra a Firenze, nella cosiddetta manifestazione nazionale antifascista. La strumentalizzazione di quello che è successo a Firenze qualche settimana fa, tra studenti di destra e di sinistra è qualcosa di raccapricciante. Così sabato scenderà in piazza in nome di un antifascismo finto, di facciata, sarà sostenuti da sindacati, associazionismo etc. per la solita finta contrapposizione centrosinistra, centrodestra tanto comoda alle classi dominanti e utile sotto elezioni. Ci dispiace per quanti scenderanno in buona fede, ma speriamo che questo messaggio arrivi anche a loro, scendere in piazza vuol dire legittimarli e dargli ancora più visibilità di quanta già non ne abbiano. Sabato 4 Marzo a Firenze, non ci presteremo a questo squallido teatrino. Di chi da un lato si dichiara antifascista e dall’altro manda le armi ai nazisti ucraini. ANTIFASCISMO È FERMARE LA GUERRA IMPERIALISTA NO NATO – NO SANZIONI – NO ARMI SI PACE – SI LAVORO – SI SOVRANITÀ POPOLARE


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PASSERELLA FINTA ANTIFASCISTA

Il Partito Democratico col suo neo segretario globalista, pro nazisti ucraini, Elly SCHLEIN.
Sfilerà insieme agli altri leader della sinistra a Firenze, nella cosiddetta manifestazione nazionale antifascista.
La strumentalizzazione di quello che è successo a Firenze qualche settimana fa, tra studenti di destra e di sinistra è qualcosa di raccapricciante.
Così sabato scenderà in piazza in nome di un antifascismo finto, di facciata, sarà sostenuti da sindacati, associazionismo etc. per la solita finta contrapposizione centrosinistra, centrodestra tanto comoda alle classi dominanti e utile sotto elezioni.

Ci dispiace per quanti scenderanno in buona fede, ma speriamo che questo messaggio arrivi anche a loro, scendere in piazza vuol dire legittimarli e dargli ancora più visibilità di quanta già non ne abbiano.

Sabato 4 Marzo a Firenze, non ci presteremo a questo squallido teatrino. Di chi da un lato si dichiara antifascista e dall’altro manda le armi ai nazisti ucraini.

ANTIFASCISMO È FERMARE LA GUERRA IMPERIALISTA
NO NATO – NO SANZIONI – NO ARMI
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LA FINTA SINISTRA E’ A FAVORE DELLA GUERRA. La finta sinistra, anche quella radicale, è a favore della guerra e supporta la linea del governo nel continuare a dare le armi a Kiev. Due testate giornalistiche vicine agli ambienti di sinistra fanno continuativamente propaganda pro-guerra, la prima è il sedicente giornale comunista il Manifesto (giornale assai modesto) e l’altro è il faro di tutti i liberal di sinistra filo-PD FanPage. Il primo scrive candidamente che «Putin minaccia da Mosca», a differenza di Biden che invece «risponde da Varsavia», tacciando poi il presidente Russo di essere un “dittatore” e quello americano un liberatore e difensore dei valori della democrazia in visita nella capitale polacca. Il Manifesto continua elogiando addirittura la Meloni scrivendo: Meloni non ha esitato a connotare la resistenza delle forze armate ucraine di rimandi ideologici. E neanche il Risorgimento è stato risparmiato. FanPage invece, in un suo articolo, si perde in un elogio eroico verso il soldato neo-n4zist@ Oleh Mudrak, presentato come un qualsiasi soldato dell’esercito di Kiev catturato a Mariupol, morto oggi in quanto avrebbe perso molto peso quando si trovava nelle carceri della Fed. Russa. I colleghi di Voxkomm sono andati prontamente a far notare che Mudrak era un neonazista, comandante del 1° Battaglione del Reggimento Azov, ricoperto di tatuaggi neonazisti, adoratore del campione di diritti umani chiamato Adolf Hitler (nell’ultima foto indica la cifra 1488, 88 sta per H-H, He*l Hitler). Gli articoli de Il Manifesto e di FanPage sono uno smielato e forzato elogio al governo di Kiev in perfetta linea con la propaganda della NATO nel nostro paese. Questi due giornali che dovrebbero essere uno di sinistra e l’altro addirittura Comunista sono persino più dannosi di tutti i giornali di regime che si fanno dettare gli articoli direttamente da Washington.


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LA FINTA SINISTRA E’ A FAVORE DELLA GUERRA.

La finta sinistra, anche quella radicale, è a favore della guerra e supporta la linea del governo nel continuare a dare le armi a Kiev.
Due testate giornalistiche vicine agli ambienti di sinistra fanno continuativamente propaganda pro-guerra, la prima è il sedicente giornale comunista il Manifesto (giornale assai modesto) e l’altro è il faro di tutti i liberal di sinistra filo-PD FanPage.

Il primo scrive candidamente che «Putin minaccia da Mosca», a differenza di Biden che invece «risponde da Varsavia», tacciando poi il presidente Russo di essere un “dittatore” e quello americano un liberatore e difensore dei valori della democrazia in visita nella capitale polacca.
Il Manifesto continua elogiando addirittura la Meloni scrivendo: Meloni non ha esitato a connotare la resistenza delle forze armate ucraine di rimandi ideologici. E neanche il Risorgimento è stato risparmiato.

FanPage invece, in un suo articolo, si perde in un elogio eroico verso il soldato neo-n4zist@ Oleh Mudrak, presentato come un qualsiasi soldato dell’esercito di Kiev catturato a Mariupol, morto oggi in quanto avrebbe perso molto peso quando si trovava nelle carceri della Fed. Russa.
I colleghi di Voxkomm sono andati prontamente a far notare che Mudrak era un neonazista, comandante del 1° Battaglione del Reggimento Azov, ricoperto di tatuaggi neonazisti, adoratore del campione di diritti umani chiamato Adolf Hitler (nell’ultima foto indica la cifra 1488, 88 sta per H-H, He*l Hitler).

Gli articoli de Il Manifesto e di FanPage sono uno smielato e forzato elogio al governo di Kiev in perfetta linea con la propaganda della NATO nel nostro paese. Questi due giornali che dovrebbero essere uno di sinistra e l’altro addirittura Comunista sono persino più dannosi di tutti i giornali di regime che si fanno dettare gli articoli direttamente da Washington.

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SCHLEIN: LA NOVITÀ STANTIA «… così come sono stata d’accordo a sostenere l’Ucraina, sono contraria all’aumento lineare della spesa sulle armi in tutti i paesi Ue». Ciò che c’è da dire sulla Schlein si può sintetizzare in queste sue parole: una tinta di rosa alle armi da inviare in Ucraina. Comunque si sottolinea l’urgente necessità di aumentare la spesa delle armi … non in modo “lineare”, qualunque cosa voglia dire questa parola, buttata lì a effetto. Come è stata a effetto tutta la sua campagna per le primarie. Da volontaria per Barak Obama, felice che Biden, l’uomo che ci ha precipitato nella terza guerra mondiale, abbia al suo fianco Kamala Harris. Non posso giudicare la buona fede di Schlein quando parla di precariato, jobs act, servizi pubblici, cioè di tutte le nefandezze di cui si è coperto il partito che oggi è chiamata a dirigere. Certo l’impudenza è tanta. I punti cardinali sono due. Il totale sostegno alle politiche guerrafondaie spacciate per pacifismo e il sostegno alle politiche di transizione al capitalismo elettrico-informatico spacciate per ecologismo. Tutto quello che riguarda i diritti civili è la pittura rosa. Dal punto di vista mediatico un ottimo colpo per il blocco mediatico. Ora le polemiche inutili nella classe politica non le faranno più vecchi e noiosi barbogi, ma due donne giovani e “aggressive” nel loro genere, collocate nelle due squadre avversarie, ma sempre più uguali. Insomma in favore di telecamera ci stanno proprio bene.


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SCHLEIN: LA NOVITÀ STANTIA

«… così come sono stata d’accordo a sostenere l’Ucraina, sono contraria all’aumento lineare della spesa sulle armi in tutti i paesi Ue».

Ciò che c’è da dire sulla Schlein si può sintetizzare in queste sue parole: una tinta di rosa alle armi da inviare in Ucraina. Comunque si sottolinea l’urgente necessità di aumentare la spesa delle armi … non in modo “lineare”, qualunque cosa voglia dire questa parola, buttata lì a effetto. Come è stata a effetto tutta la sua campagna per le primarie.

Da volontaria per Barak Obama, felice che Biden, l’uomo che ci ha precipitato nella terza guerra mondiale, abbia al suo fianco Kamala Harris.
Non posso giudicare la buona fede di Schlein quando parla di precariato, jobs act, servizi pubblici, cioè di tutte le nefandezze di cui si è coperto il partito che oggi è chiamata a dirigere. Certo l’impudenza è tanta.
I punti cardinali sono due. Il totale sostegno alle politiche guerrafondaie spacciate per pacifismo e il sostegno alle politiche di transizione al capitalismo elettrico-informatico spacciate per ecologismo. Tutto quello che riguarda i diritti civili è la pittura rosa.

Dal punto di vista mediatico un ottimo colpo per il blocco mediatico. Ora le polemiche inutili nella classe politica non le faranno più vecchi e noiosi barbogi, ma due donne giovani e “aggressive” nel loro genere, collocate nelle due squadre avversarie, ma sempre più uguali. Insomma in favore di telecamera ci stanno proprio bene.

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Il Presidente Onorario Marco Rizzo sarà presente questo venerdì all’evento in ricordo di Hugo Chavez. A 10 anni dalla sua scomparsa, l’ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, ricorda la figura del Comandante Eterno, attraverso i suoi viaggi in Italia e la sua trascendentale eredità Hugo Chavez, Uomo di Pace


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Il Presidente Onorario Marco Rizzo sarà presente questo venerdì all’evento in ricordo di Hugo Chavez.

A 10 anni dalla sua scomparsa, l’ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, ricorda la figura del Comandante Eterno, attraverso i suoi viaggi in Italia e la sua trascendentale eredità

Hugo Chavez, Uomo di Pace

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STELLANTIS CONTINUA A LICENZIARE La crisi non la pagano mai i padroni delle grandi aziende ma sempre e solo i lavoratori. Dall’inizio della pandemia fino ad oggi le grandi multinazionali non solo non hanno risentito della crisi dovuta prima alla pandemia e successivamente dalla crisi generata dalla guerra, ma hanno guadagnato sempre di più aumentando a dismisura i loro profitti, sulle spalle dei lavoratori e delle piccole attività che sono state spazzate via, nel frattempo però continuano comunque a licenziare. Stellantis (ex Fiat) licenzierà altri 2000 lavoratori pari a circa 4,4% su un’occupazione totale in Italia di circa 47mila addetti, e sarà operativa fino al 31 dicembre 2023, e riguarda soprattutto figure che operano negli Enti centrali di Mirafiori e nel settore commerciale, fuori Torino. Si tratta per Stellantis del terzo accordo chiuso con i sindacati per ridurre il personale per un totale per un massimo di 7mila persone, al netto delle future stabilizzazioni. l’ex FIAT continua per la strada della riduzione dell’occupazione senza prospettive future, facendo pagare la crisi totalmente ai lavoratori. L’unica soluzione per l’ex azienda FIAT è la nazionalizzazione, anche perché l’abbiamo già pagata con le sovvenzioni dagli albori della Repubblica. Solo con la nazionalizzazione possiamo preservare posti di lavoro, anzi crearne di nuovi e metterla sotto il controllo dei lavoratori e messa al servizio del popolo.


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STELLANTIS CONTINUA A LICENZIARE

La crisi non la pagano mai i padroni delle grandi aziende ma sempre e solo i lavoratori.
Dall’inizio della pandemia fino ad oggi le grandi multinazionali non solo non hanno risentito della crisi dovuta prima alla pandemia e successivamente dalla crisi generata dalla guerra, ma hanno guadagnato sempre di più aumentando a dismisura i loro profitti, sulle spalle dei lavoratori e delle piccole attività che sono state spazzate via, nel frattempo però continuano comunque a licenziare.

Stellantis (ex Fiat) licenzierà altri 2000 lavoratori pari a circa 4,4% su un’occupazione totale in Italia di circa 47mila addetti, e sarà operativa fino al 31 dicembre 2023, e riguarda soprattutto figure che operano negli Enti centrali di Mirafiori e nel settore commerciale, fuori Torino.
Si tratta per Stellantis del terzo accordo chiuso con i sindacati per ridurre il personale per un totale per un massimo di 7mila persone, al netto delle future stabilizzazioni.

l’ex FIAT continua per la strada della riduzione dell’occupazione senza prospettive future, facendo pagare la crisi totalmente ai lavoratori.

L’unica soluzione per l’ex azienda FIAT è la nazionalizzazione, anche perché l’abbiamo già pagata con le sovvenzioni dagli albori della Repubblica.
Solo con la nazionalizzazione possiamo preservare posti di lavoro, anzi crearne di nuovi e metterla sotto il controllo dei lavoratori e messa al servizio del popolo.

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L’UNIONE EUROPEA DELLE MAZZETTE Si apre, forse, un nuovo capitolo sull’inchiesta delle presunte mazzette versate a esponenti del Parlamento europeo per sostenere le posizioni di Marocco e Qatar. L’ex europarlamentare Antonio Panzeri,in carcere dal 9 dicembre quando fu arrestato dalla polizia belga, nelle dichiarazioni ai pm di Bruxelles Michel Claise e Raphael Malagnini titolari dell’indagine Qatargate ha fatto il nome dell’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi raccontando di aver visto e gettato via una sua borsa con 60-70mila euro in contanti. Si allarga ulteriormente il giro di mazzette degli Europarlamentari nello scandalo Qatargate, oltre agli esponenti del PD adesso si aggiunge anche un esponente di Forza Italia. Questa è l’ulteriore dimostrazione di quanto i nostri politici, fervidi sostenitori di questa Unione Europea, facciano solamente i loro interessi volti ad arricchirsi sempre di più alle spalle del popolo che dovrebbero rappresentare e difendere all’Europarlamento. Le politiche portate avanti dall’UE sono fortemente contro i propri popoli e solamente a favore delle grandi gruppi finanziari, delle multinazionali e delle banche. L’Italia deve uscire subito dall’UE, dall’Euro e dalla NATO


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L’UNIONE EUROPEA DELLE MAZZETTE

Si apre, forse, un nuovo capitolo sull’inchiesta delle presunte mazzette versate a esponenti del Parlamento europeo per sostenere le posizioni di Marocco e Qatar. L’ex europarlamentare Antonio Panzeri,in carcere dal 9 dicembre quando fu arrestato dalla polizia belga, nelle dichiarazioni ai pm di Bruxelles Michel Claise e Raphael Malagnini titolari dell’indagine Qatargate ha fatto il nome dell’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi raccontando di aver visto e gettato via una sua borsa con 60-70mila euro in contanti.

Si allarga ulteriormente il giro di mazzette degli Europarlamentari nello scandalo Qatargate, oltre agli esponenti del PD adesso si aggiunge anche un esponente di Forza Italia.
Questa è l’ulteriore dimostrazione di quanto i nostri politici, fervidi sostenitori di questa Unione Europea, facciano solamente i loro interessi volti ad arricchirsi sempre di più alle spalle del popolo che dovrebbero rappresentare e difendere all’Europarlamento.
Le politiche portate avanti dall’UE sono fortemente contro i propri popoli e solamente a favore delle grandi gruppi finanziari, delle multinazionali e delle banche.

L’Italia deve uscire subito dall’UE, dall’Euro e dalla NATO

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PORTOVESME NON DEVE CHIUDERE! IL CARO ENERGIA DISTRUGGE IL LAVORO NEL DISINTERESSE DEL GOVERNO. L’aumento e la speculazione che il nostro Paese sta vivendo nell’ultimo anno sui costi di energia e carburante si sta anche ripercuotendo nel mondo del lavoro. A causa di questi insensati aumenti molte aziende sono state costrette a chiudere lasciando così senza stipendio migliaia di lavoratori. E’ quello che sta succedendo alla Portovesme srl dove 4 lavoratori sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza e gli altri operai sono in assemblea permanente per protestare contro il caro energia che rischia di far chiudere la loro fabbrica e rischia di lasciare a casa 1300 lavoratori. Il 28 febbraio è il termine ultimo prima che la Portovesme srl riduca le sue attività dell’80% con la chiusura di interi reparti e dell’impianto di raffinazione di San Gavino Monreale, gli operai hanno ricevuto solo rassicurazioni a parole da parte delle istituzioni, della regione Sardegna e del governo e a distanza di pochi giorni dalla chiusura, nulla è stato ancora fatto per salvare il lavoro e lo stipendio dei lavoratori e salvaguardare le loro famiglie. Ancora una volta per colpa delle scelte di un governo che preferisce utilizzare fondi per armare l’Ucraina, dietro diktat della NATO, invece di aiutare il proprio popolo, 1300 lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro mandando in difficoltà 1300 famiglie e di conseguenza tutto il tessuto economico della zona. Bisogna smettere di spendere soldi per l’Ucraina e per la NATO, smettere con le sanzioni alle Russia, ripristinare rapporti economici e energetici con la Russia per riprendere gas a costi ridotti. Intervenire con nazionalizzazioni rispetto gli asset strategici e le aziende che chiudono o che delocalizzano. Solo così si possono salvare immediatamente i posti di lavoro e nessuno dei partiti di governo vuole fare questo.


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PORTOVESME NON DEVE CHIUDERE!
IL CARO ENERGIA DISTRUGGE IL LAVORO NEL DISINTERESSE DEL GOVERNO.

L’aumento e la speculazione che il nostro Paese sta vivendo nell’ultimo anno sui costi di energia e carburante si sta anche ripercuotendo nel mondo del lavoro.
A causa di questi insensati aumenti molte aziende sono state costrette a chiudere lasciando così senza stipendio migliaia di lavoratori.

E’ quello che sta succedendo alla Portovesme srl dove 4 lavoratori sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza e gli altri operai sono in assemblea permanente per protestare contro il caro energia che rischia di far chiudere la loro fabbrica e rischia di lasciare a casa 1300 lavoratori.
Il 28 febbraio è il termine ultimo prima che la Portovesme srl riduca le sue attività dell’80% con la chiusura di interi reparti e dell’impianto di raffinazione di San Gavino Monreale, gli operai hanno ricevuto solo rassicurazioni a parole da parte delle istituzioni, della regione Sardegna e del governo e a distanza di pochi giorni dalla chiusura, nulla è stato ancora fatto per salvare il lavoro e lo stipendio dei lavoratori e salvaguardare le loro famiglie.

Ancora una volta per colpa delle scelte di un governo che preferisce utilizzare fondi per armare l’Ucraina, dietro diktat della NATO, invece di aiutare il proprio popolo, 1300 lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro mandando in difficoltà 1300 famiglie e di conseguenza tutto il tessuto economico della zona.

Bisogna smettere di spendere soldi per l’Ucraina e per la NATO, smettere con le sanzioni alle Russia, ripristinare rapporti economici e energetici con la Russia per riprendere gas a costi ridotti.
Intervenire con nazionalizzazioni rispetto gli asset strategici e le aziende che chiudono o che delocalizzano. Solo così si possono salvare immediatamente i posti di lavoro e nessuno dei partiti di governo vuole fare questo.

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CI MENTONO SEMPRE! I nostri governanti ci prendono in giro e non lo fanno neanche bene. Nel 2035 sarà vietata la vendita delle auto a benzina e diesel per far spazio alle sole auto elettriche, che come ci dicono, non sono inquinanti e non impattano sull’ambiente. Da alcuni anni è in atto una vera e propria campagna di demonizzazione contro le auto a carburante per spingere la popolazione ad orientarsi verso la “svolta green” dell’elettrico che però ha ancora dei prezzi proibitivi per la maggior parte della popolazione. Le auto elettriche però non sono così ecologiche come vogliono farci credere, oltre al problema dello smaltimento delle batterie esauste che sono altamente inquinanti e al fatto che la maggior parte dell’energia elettrica che consumiamo venga dal fossile, molto spesso per ricaricare queste auto vengono impiegati i generatori a gasolio. E’ quello che è successo infatti a Lione in occasione di un recente vertice tra i ministri degli Affari esteri e della Salute dei vari Paesi membri dell’Unione Europea si è visto uno schieramento di auto elettriche ricaricate con generatori a gasolio. In Unione Europea si riempiono tanto la bocca di “svolta green”, “emissioni Zero” e con la folle decisione del divieto di vendita dei motori a benzina e gasolio, ma questo per il momento è il risultato, volto solamente ad incrementare e arricchire le grandi case automobilistiche senza il minimo rispetto per l’ambiente.


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CI MENTONO SEMPRE!

I nostri governanti ci prendono in giro e non lo fanno neanche bene.

Nel 2035 sarà vietata la vendita delle auto a benzina e diesel per far spazio alle sole auto elettriche, che come ci dicono, non sono inquinanti e non impattano sull’ambiente.
Da alcuni anni è in atto una vera e propria campagna di demonizzazione contro le auto a carburante per spingere la popolazione ad orientarsi verso la “svolta green” dell’elettrico che però ha ancora dei prezzi proibitivi per la maggior parte della popolazione.

Le auto elettriche però non sono così ecologiche come vogliono farci credere, oltre al problema dello smaltimento delle batterie esauste che sono altamente inquinanti e al fatto che la maggior parte dell’energia elettrica che consumiamo venga dal fossile, molto spesso per ricaricare queste auto vengono impiegati i generatori a gasolio.
E’ quello che è successo infatti a Lione in occasione di un recente vertice tra i ministri degli Affari esteri e della Salute dei vari Paesi membri dell’Unione Europea si è visto uno schieramento di auto elettriche ricaricate con generatori a gasolio.

In Unione Europea si riempiono tanto la bocca di “svolta green”, “emissioni Zero” e con la folle decisione del divieto di vendita dei motori a benzina e gasolio, ma questo per il momento è il risultato, volto solamente ad incrementare e arricchire le grandi case automobilistiche senza il minimo rispetto per l’ambiente.

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