PORTOVESME NON DEVE CHIUDERE! IL CARO ENERGIA DISTRUGGE IL LAVORO NEL DISINTERESSE DEL GOVERNO. L’aumento e la speculazione che il nostro Paese sta vivendo nell’ultimo anno sui costi di energia e carburante si sta anche ripercuotendo nel mondo del lavoro. A causa di questi insensati aumenti molte aziende sono state costrette a chiudere lasciando così senza stipendio migliaia di lavoratori. E’ quello che sta succedendo alla Portovesme srl dove 4 lavoratori sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza e gli altri operai sono in assemblea permanente per protestare contro il caro energia che rischia di far chiudere la loro fabbrica e rischia di lasciare a casa 1300 lavoratori. Il 28 febbraio è il termine ultimo prima che la Portovesme srl riduca le sue attività dell’80% con la chiusura di interi reparti e dell’impianto di raffinazione di San Gavino Monreale, gli operai hanno ricevuto solo rassicurazioni a parole da parte delle istituzioni, della regione Sardegna e del governo e a distanza di pochi giorni dalla chiusura, nulla è stato ancora fatto per salvare il lavoro e lo stipendio dei lavoratori e salvaguardare le loro famiglie. Ancora una volta per colpa delle scelte di un governo che preferisce utilizzare fondi per armare l’Ucraina, dietro diktat della NATO, invece di aiutare il proprio popolo, 1300 lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro mandando in difficoltà 1300 famiglie e di conseguenza tutto il tessuto economico della zona. Bisogna smettere di spendere soldi per l’Ucraina e per la NATO, smettere con le sanzioni alle Russia, ripristinare rapporti economici e energetici con la Russia per riprendere gas a costi ridotti. Intervenire con nazionalizzazioni rispetto gli asset strategici e le aziende che chiudono o che delocalizzano. Solo così si possono salvare immediatamente i posti di lavoro e nessuno dei partiti di governo vuole fare questo.


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PORTOVESME NON DEVE CHIUDERE!
IL CARO ENERGIA DISTRUGGE IL LAVORO NEL DISINTERESSE DEL GOVERNO.

L’aumento e la speculazione che il nostro Paese sta vivendo nell’ultimo anno sui costi di energia e carburante si sta anche ripercuotendo nel mondo del lavoro.
A causa di questi insensati aumenti molte aziende sono state costrette a chiudere lasciando così senza stipendio migliaia di lavoratori.

E’ quello che sta succedendo alla Portovesme srl dove 4 lavoratori sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza e gli altri operai sono in assemblea permanente per protestare contro il caro energia che rischia di far chiudere la loro fabbrica e rischia di lasciare a casa 1300 lavoratori.
Il 28 febbraio è il termine ultimo prima che la Portovesme srl riduca le sue attività dell’80% con la chiusura di interi reparti e dell’impianto di raffinazione di San Gavino Monreale, gli operai hanno ricevuto solo rassicurazioni a parole da parte delle istituzioni, della regione Sardegna e del governo e a distanza di pochi giorni dalla chiusura, nulla è stato ancora fatto per salvare il lavoro e lo stipendio dei lavoratori e salvaguardare le loro famiglie.

Ancora una volta per colpa delle scelte di un governo che preferisce utilizzare fondi per armare l’Ucraina, dietro diktat della NATO, invece di aiutare il proprio popolo, 1300 lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro mandando in difficoltà 1300 famiglie e di conseguenza tutto il tessuto economico della zona.

Bisogna smettere di spendere soldi per l’Ucraina e per la NATO, smettere con le sanzioni alle Russia, ripristinare rapporti economici e energetici con la Russia per riprendere gas a costi ridotti.
Intervenire con nazionalizzazioni rispetto gli asset strategici e le aziende che chiudono o che delocalizzano. Solo così si possono salvare immediatamente i posti di lavoro e nessuno dei partiti di governo vuole fare questo.

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