VIVA STALIN! VIVA FIDEL! VIVA IL COMUNISMO!
Thiene, 14 febbraio 2015
Compagni,
La nostra è una meravigliosa missione. Il Partito Comunista è ancora piccolo, poco strutturato;come un neonato, somiglia più all’embrione che all’adulto. Ci viene rinfacciato che, richiamandoci a Stalin, commettiamo apologia di reato. Il presunto reato è variegato e multiforme: va dal genocidio, ai processi farsa, al terrorismo di stato eccetera. Un immenso stuolo di storici e di scrittori del secolo passato e del presente, anche di grande talento, ci dimostrano, documenti d’archivio e testimoniane dirette alla mano, che stiamo commettendo questo crimine. Le voci fuori dal coro, che cercano di dare dello stalinismo una versione diversa, vengono accusate di revisionismo. Chi ha ragione, noi o loro? Qualunque dimostrazione scientifica, ossia operata per mezzo degli strumenti di cui gli storici accademici dispongono, risulta però vana di fronte alla convinzione, propalata dal nemico di classe, che la distruzione della borghesia capitalista e del privilegio feudale siano già un crimine. Un giudizio storico scientificamente neutro è impossibile, poiché quello che l’uno considera giustizia, per l’altro è crimine, e viceversa. Se il dibattito su Stalin, il cui valore storico viene, secondo noi, totalmente travisato dal nemico di classe, è virtualmente interminabile, proprio perché appartiene a un passato ormai lontano, il giudizio del nemico di classe sulla Cuba di oggi è laprova evidente di quanto i non comunisti siano in malafede. Costoro accusano l’attuale regime stalinista cubano, nonostante quelle che loro interpretano come delle “aperture” al capitalismo, di essere una dittatura. Il compagno Fidel viene da loro dipinto come un dittatore stalinista sanguinario, con tinte macabre che si avvicinano a quelle con cui viene descritto Stalin. L’opinione dei cittadini cubani, secondo i quali tutto ciò è menzogna, non vengono nemmeno prese in considerazione. Le librerie occidentali sono invase dai libri sul Che, in cui si esalta l’eroe vittorioso della battaglia di Santa Clara come se fosse il comunista disinteressato tradito dal dittatore Fidel assetato di potere e timoroso di essere offuscato dalla gloria del suo delfino. La reazione usa perfino gli eroi rivoluzionari morti per denigrare i capi di governo comunisti vivi. Naturalmente l’opinione dei cittadini cubani che hanno sempre visto e percepito i compagni Fidel Castro ed Ernesto Guevara come politicamente uno, agli occhi dei reazionari occidentali non conta nulla. E il cubano che respingesse con orrore e sdegno l’opinione degli occidentali che accusano Fidel di essere stato un dittatore sanguinario, è considerato un ignorante dallo straniero occidentale: come se il fatto di vivere in un regime illiberale gli rendesse incomprensibile il concetto di libertà. Per i reazionari occidentali solo i cubani controrivoluzionari posseggono il concetto di che cosa sia la vera libertà, la vera democrazia, la vera giustizia. Forse non tutti sanno che Fidel Castro non ha mai considerato la rivoluzione di cui fu protagonista come un evento nuovo nella storia di Cuba. Secondo Fidel, la rivoluzione comincia con la guerra d’indipendenza contro la Spagna e ancora oggi i cubani stanno vivendo in quel medesimo processo storico. Alla luce di questa sua interpretazione della storia risulta facilmente comprensibile l’atteggiamento odierno degli spagnoli imperialisti, per non dire di tutto l’occidente imperialista, verso Cuba. Gli occidentali reazionari e imperialisti considerano ancora il cubano che provi dei sentimenti di affetto per il vecchio, venerabile Fidel, quale che sia il suo grado di preparazione culturale, come un ignorante, un subumano incapace di capire quali siano i valori democratici, un negro nel senso più orrendamente razzista del termine. Ma negri siamo tutti noi comunisti, così come negro è Fidel e negro era Stalin. Viva la rivoluzione! Viva il comunismo!
Franco Brunello
Partito Comunista-Veneto