Per una Città Futura. Analisi del voto del 31 maggio 2015 ad Albano Laziale.

Le ultime elezioni amministrative hanno confermato che in Italia ormai l’astenzionismo si è attestato ben al di la del 50%. Mentre fino a pochi anni fa gli italiani partecipavano alle elezioni con percentuali superiori al 70%.  L’attacco quotidiano ai diritti sociali, sindacali, politici, la pesante crisi economica, i continui scandali (non ultimi: il Mose, mafia Capitale,  i tesseramenti taroccati del PD – vedi il Messaggero- allegato 1 ) hanno portato a questa disaffezione dal voto.

Anche la presenza di un partito nato come antisistema (5 stelle) non riesce (o non vuole) invertire il fenomeno… Probabilmente i cittadini hanno capito che per cambiare d’avvero non è sufficiente un “vaffaday” e neanche salire inutilmente sui tetti di palazzo  Chigi.

Il potere, infatti, non si accontenta più di governare, ma vuole anche costruire un’opposizione a suo piacimento. E crea continui movimenti, coalizioni, nuovi leader… Basta qualche apparizione sui mass-media ben orchestrata!

La grande borghesia sta velocemente raggiungendo i suoi obiettivi:

  • un governo asservito e che esegue i compiti assegnatigli (è indifferente che sia di destra o di sinistra, tanto, per dirla con le parole del governatore della BCE Mario Draghi, “abbiamo messo il pilota automatico”).

  • Una finta opposizione populista, capace di distrarre il popolo dai veri problemi, indicando come nemici i più deboli.

  • Una crisi economica perseguita e sostenuta con l’austerity(causa di  disperazione e di suicidi, anche sul nostro territorio – vedi allegato 2 ) per togliere diritti sociali, sindacali, politici…

Insomma una democrazia ridotta a simulacro, dove le lobby ed i padroni dettano legge.

In tutto questo disastro, che fine hanno fatto la classe operaia, i lavoratori, i pensionati? Senza un Partito di riferimento, capace di essere espressione diretta (e non solo rappresentante) dei lavoratori, questi vivono nel disorientamento e nello sbandamento totale. Con la fine del P.C.I. è stata disarmata una intera classe: quella operaia (eppure, nel censimento del 2011 in Italia risultavano 8 milioni di operai! E da 20 anni ci dicono che gli operai non ci sono più). Mentre i padroni hanno continuato a svolgere il proprio lavoro. Non è vero che la lotta di classe è finita, è vero però che oggi sono i padroni a condurla (vedi l’ultima indegna e scandalosa condanna subita da 5 operai della Fiat- allegato 3).

La sconfitta operaia, con il conseguente processo di schiacciamento dei diritti,  salari e stipendi, ovviamente ha influito poi su tutta la società, con una lunga e pesante crisi economica recessiva:  sugli artigiani, sui commercianti, sulle piccole imprese. Anche la classe media si sta sempre più impoverendo. Una volta avremmo detto proletarizzando, ma oggi  non si fanno più neanche i figli…

In queste elezioni, per la prima volta in alcuni Comuni si è presentato anche il nostro Partito, con risultati molto incoraggianti (vedi documento nazionale– allegato 4).

Proiettando i risultati delle elezioni di questi Comuni senza l’effetto dei locali candidati Sindaci e Consiglieri, il Partito Comunista si attesta da subito alla prima uscita su un robusto 3%.

Anche ad Albano Laziale si sono tenute le elezioni comunali.

Avevamo proposto a Rifondazione un percorso politico alternativo, rompere con il PD per costituire un nuovo processo politico che, rivendicando il proprio essere Comunisti, fosse capace di coinvolgere i cittadini su una nuova idea di città e di modo di praticare la politica. Ma il loro obiettivo dichiarato era solo quello di eleggere un consigliere comunale, sperando così di poter influenzare le scelte politiche. E per questo motivo sono rimasti fedeli alleati del PD e del Sindaco Marini.

Purtroppo anche ad Albano, in assenza di una vera proposta comunista alternativa, l’astenzionismo l’ha fatta da padrone. Si è passati dal 62% al 45% di votanti, nonostante la presenza di 9 candidati Sindaci e oltre 700 candidati per il Consiglio Comunale.

Il Sindaco Marini è stato costretto al ballottaggio e rieletto con soli 7.530 voti (su 32.000 aventi diritto al voto, per un totale di 41.000 abitanti). La volta scorsa Marini era stato eletto con 12.069 voti. Quindi in 5 anni di amministrazione ha perso oltre 4.500 voti. Va evidenziato che Marini è stato rieletto solo grazie al peso determinante dei professionisti della vecchia politica di Albano (socialisti, ex socialisti, ex repubblicani, ex democristiani, ex di tutto), che da quarant’anni sono sempre al governo del Comune di Albano (sia con le giunte di centrodestra sia con quelle di centrosinistra).

Questo indecente abbraccio con i professionisti della vecchia politica, tutti da rottamare, è stato fatale per il PD e per la sinistra.

Il PD, ha preso solo 2.696 voti (14%), praticamente ha dimezzato il consenso rispetto alla volta precedente in cui aveva preso 4.758 voti (21,16%). Hanno pesato su questo risultato sia la complessiva negatività del voto nazionale, che ha visto il P.D. soccombere in importanti città (prime tra tutte Venezia ed Arezzo), sia la rottura con la coalizione di liste civiche facente capo a Battistelli, che ha preso il 10% circa. Sarà interessante vedere come si porrà questa area rispetto alla giunta e alle scelte della maggioranza.

La sinistra, che ha scelto di non costruire una vera alternativa Comunista,è quasi scomparsa:

  • SEL ha preso solo 274 voti (la volta scorsa ne aveva 786) e perde il suo unico consigliere comunale.

  • La lista della “Sinistra” (Rifondazione + PDCI + L’Altra Albano) ha preso solo 479 voti, dimezzando il consenso rispetto alla volta scorsa in cui aveva ottenuto 897 voti.

Questi risultati desolanti dimostrano l’importanza della nostra proposta di costruire una vera alternativa Comunista per Albano, con l’obiettivo dichiarato di rottamare i professionsiti della vecchia classe politica e di coinvolgere invece i cittadini, proposta su cui lavoreremo da subito.

Di fronte a questo quadro desolante anche a livello nazionale, che fare?

Non crediamo in nuove coalizioni o costituenti, negli ultimi 20 anni ne abbiamo viste anche troppe, e tutte fallimentari: Progressisti, Arcobaleno, Rivoluzione Civile.

Non crediamo neanche al demiurgo di turno che si chiami Landini o Civati.

Pensiamo che l’unica via di uscita, proprio alla luce dell’astensionismo di cui abbiamo detto, sia la ricostruzione di un percorso alternativo ed antagonista, capace di rivendicare il proprio essere “altro” rispetto a questa politica corrotta e clientelare, ed a questa società capitalista.

Nessuno più dei Comunisti può rivendicare la propria vera alternatività!

Altro che “5 Stelle”, “Podemos”, “Tsipras”, i soli antagonisti che possono rivoluzionare veramente il sistema, dando dignità, voce e forza alle classi più deboli del Paese, sono i Comunisti.

Solo il Partito Comunista, organizzato e disciplinato nella dottrina marxista leninista, ha dimostrato nella storia di poter realizzare concretamente la Rivoluzione, a partire dall’URSS fino a Cuba. Nessun altra organizzazione politica è riuscita a fare altrettanto! Ed oggi, a 25 anni dalla fine dell’URSS, dobbiamo ricordare a noi stessi ed al mondo intero che non è fallita la Rivoluzione, ma la sua revisione. Finchè la Rivoluzione è stata perseguita l’URSS ha primeggiato. Anche Cuba (allegato 5) è lì a dimostrarlo, nonostante le mille difficoltà, ha costretto gli USA a rivedere la propria politica; ed è riuscita a garantire ai cubani i migliori standard di vita al mondo, con risultati eccezionali nell’istruzione, nella sanità, nello sport…

Per tornare invece al nostro territorio, nel percorso di ricostruzione del Partito Comunista non potremo non interloquire con l’attuale amministrazione, anche se espressione di una minoranza dei cittadini di Albano.

E proprio per riavvicinare l’istituzione ai cittadini, ci sentiamo di avanzare due importanti proposte di grande valore etico-politico e culturale, senza alcun costo aggiuntivo per le tasche dei cittadini:

  1. Chiediamo che venga finalmente assegnata una sede alla locale sezione dell’ANPI “Marco Moscati”. Vista la ferita ancora aperta dell’apertura della sede neofascista e la mancata chiusura del covo Lefebvriano di via Trilussa. La locale sezione dell’ANPI in questi anni ha tenuto viva la memoria della Resistenza,  che in questi luoghi ha visto compiere gesta eroiche spesso dimenticate (spicca tra tutti, l’attentanto del “ponte delle sette luci” ). Il neofascismo deve essere combattuto giorno dopo giorno. Per questo il Comune deve assegnare una sede a chi svolge meritoriamente e con grande impegno questa attività culturale di informazione e divulgazione.

 

  1. Togliere dalle strade di Albano via Bettino Craxi, perché non è ammissibile che una strada sia intestata ad un pregiudicato, fuggito all’estero. Alla faccia dei cittadini onesti. E per dare un segnale di novità positiva, sarebbe importante che tale via fosse intestata al Presidente – Partigiano  Sandro Pertini.

Purtroppo non siamo certi che il Sindaco e il Consiglio Comunale sosterranno con forza queste due importanti proposte.

Un tema centrale della iniziativa politica del Partito Comunista sarà la lotta contro la costruzione dell’inceneritore di Albano. Questa vicenda rappresenta un gravissimo scandalo per la vita democratica dei Castelli Romani, sia per la pericolosità dell’impianto, sia per i giganteschi finanziamenti pubblici connessi (circa 400 milioni di euro). Questo affare viene gestito dal consorzio COEMA (Gruppo Cerroni + Acea + Ama). Sull’affare dell’inceneritore di Albano si è mossa la magistratura. Il Partito Comunista lotterà insieme al Coordinamento contro l’inceneritore, ai comitati ed ai cittadini per cancellare l’inceneritore di Albano dai piani regionali, e per far decollare la raccolta differenziata in tutto il Comune di Albano.

Ovviamente la nostra azione propositiva continuerà, anche su altre questioni: dalla gestione dei rifiuti all’IMU, dalle scuole all’acqua, che (come deciso dai cittadini in un referendum) deve tornare pubblica, ecc…

Per una nuova Politica, per una nuova Città. Per dirla con Antonio Gramsci per “una Città Futura”.

 

Sezione Castelli Romani – Brigata Pietro Secchia

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Comitato Regionale Pugliese.OGGI LE NOSTRE BANDIERE SONO A LUTTO PER LA MORTE DI ALESSANDRO, OPERAIO DELL’ILVA DI TARANTO.

Ancora uno… la catene degli infotuni sul lavoro all’Ilva continua. Questa volta è toccato al giovane operaio di 35 anni Alessandro Torricella, dopo 4 giorni di agonia è morto. Un getto di ghisa incandescente lo ha investito mentre misurava la temperatura del foro di colata dell’alto forno n°2.

Non sono serviti 4 giorni di ricovero presso il centro di rianimazione a Bari.

E’ morto un operaio.

Dopo i Riva, la fabbrica è nelle mani del governo italiano ma si continua a morire di infortuni sul lavoro.

I Comunisti della Puglia ribadiscono la necessità di rimuovere ogni elemento di rischio per garantire la sicurezza sul posto di lavoro.

L’Ilva, la fabbrica di inquinamento e di morte, e stata resa tale dalle scellerate politiche di privatizzazione finalizzate al profitto ad ogni costo.

Il Partito Comunista della Puglia esprime il più sincero cordoglio alla famiglia di Alessandro Torricella ed è vicino a tutti i lavoratori ed gli ex lavoratori sopravvissuti all’Ilva, fabbrica di morte che rappresenta in Italia la punta più alta del capitalismo europeo.

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Dalla Liguria, sulle elezioni regionali.

Tra pochi giorni si concluderà l’agone elettorale e la Liguria saluterà ‘Re Claudio Burlando’ e i suoi dieci anni di dominio quasi incontrastato sul territorio. Finalmente! Verrebbe da dire, ma se guardiamo il panorama che si sta profilando per la nostra regione, da comunisti sappiamo che nulla cambierà dopo il 31 maggio. Puntare il dito contro questo o quel candidato non ci interessa, e già ci pensano i media. Non si può, tuttavia, fare a meno di notare come i grandi partiti si muovano nella continuità disastrosa dell’amministrazione Burlando. Che sia il forzista Toti o la piddina Paita, la sostanza non cambia: le loro schermaglie ridicole non nascondono una sostanziale omogeneità di idee, e l’unica differenza sta nel nome del partito di riferimento. Loro, d’altronde, fanno come dice il partito, che fa come dice il Governo, che fa come dice l’Europa. Il Movimento 5 Stelle, al quale riconosciamo il coraggio di aver candidato una persona giovane, propone un cambiamento inserito all’interno di regole che rifiutano il cambiamento e, di conseguenza, incanalano il dissenso in modo che non esploda. Insomma un Movimento quasi indispensabile nell’ottica della fine del bipartitismo che si va profilando. Le altre forze in campo, escluso il PCL, sembrano accomunate da opportunismo, e Rete a Sinistra ne è un chiaro esempio: il suo esponente, Luca Pastorino, nel periodo pre-primarie ingoiava tutto ciò che faceva e diceva il Pd, salvo poi staccarsi dal partito nel tentativo di accaparrarsi una poltrona in consiglio regionale. E in questo ammasso informe e politicamente deludente, si inseriscono i rimasugli del PCDI e di Rifondazione, che ormai non riescono più a fare politica tra le masse, se mai l’hanno fatta, e si agganciano opportunisticamente a cartelli elettorali sperando in una sedia da qualche parte. La lotta di Rete a Sinistra contro l’Altra Liguria conferma la sostanza opportunistica di tale organizzazione, mentre la sinistra più radicale, sulla scorta dell’esperienza che si sta rivelando fallimentare in Grecia e in Europa, propone una forza dalle non ben definite caratteristiche. In questo panorama agghiacciante, noi comunisti richiamiamo all’azione e alla condivisione tutti i compagni che ancora pensano di cambiare radicalmente lo stato attuale delle cose. Comitato Regionale Ligure Partito Comunista

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Dal Veneto…Viva Stalin, Viva Fidel!

VIVA STALIN! VIVA FIDEL! VIVA IL COMUNISMO!

Thiene, 14 febbraio 2015

Compagni,

La nostra è una meravigliosa missione. Il Partito Comunista è ancora piccolo, poco strutturato;come un neonato, somiglia più all’embrione che all’adulto. Ci viene rinfacciato che, richiamandoci a Stalin, commettiamo apologia di reato. Il presunto reato è variegato e multiforme: va dal genocidio, ai processi farsa, al terrorismo di stato eccetera. Un immenso stuolo di storici e di scrittori del secolo passato e del presente, anche di grande talento, ci dimostrano, documenti d’archivio e testimoniane dirette alla mano, che stiamo commettendo questo crimine. Le voci fuori dal coro, che cercano di dare dello stalinismo una versione diversa, vengono accusate di revisionismo. Chi ha ragione, noi o loro? Qualunque dimostrazione scientifica, ossia operata per mezzo degli strumenti di cui gli storici accademici dispongono, risulta però vana di fronte alla convinzione, propalata dal nemico di classe, che la distruzione della borghesia capitalista e del privilegio feudale siano già un crimine. Un giudizio storico scientificamente neutro è impossibile, poiché quello che l’uno considera giustizia, per l’altro è crimine, e viceversa. Se il dibattito su Stalin, il cui valore storico viene, secondo noi, totalmente travisato dal nemico di classe, è virtualmente interminabile, proprio perché appartiene a un passato ormai lontano, il giudizio del nemico di classe sulla Cuba di oggi è laprova evidente di quanto i non comunisti siano in malafede. Costoro accusano l’attuale regime stalinista cubano, nonostante quelle che loro interpretano come delle “aperture” al capitalismo, di essere una dittatura. Il compagno Fidel viene da loro dipinto come un dittatore stalinista sanguinario, con tinte macabre che si avvicinano a quelle con cui viene descritto Stalin. L’opinione dei cittadini cubani, secondo i quali tutto ciò è menzogna, non vengono nemmeno prese in considerazione. Le librerie occidentali sono invase dai libri sul Che, in cui si esalta l’eroe vittorioso della battaglia di Santa Clara come se fosse il comunista disinteressato tradito dal dittatore Fidel assetato di potere e timoroso di essere offuscato dalla gloria del suo delfino. La reazione usa perfino gli eroi rivoluzionari morti per denigrare i capi di governo comunisti vivi. Naturalmente l’opinione dei cittadini cubani che hanno sempre visto e percepito i compagni Fidel Castro ed Ernesto Guevara come politicamente uno, agli occhi dei reazionari occidentali non conta nulla. E il cubano che respingesse con orrore e sdegno l’opinione degli occidentali che accusano Fidel di essere stato un dittatore sanguinario, è considerato un ignorante dallo straniero occidentale: come se il fatto di vivere in un regime illiberale gli rendesse incomprensibile il concetto di libertà. Per i reazionari occidentali solo i cubani controrivoluzionari posseggono il concetto di che cosa sia la vera libertà, la vera democrazia, la vera giustizia. Forse non tutti sanno che Fidel Castro non ha mai considerato la rivoluzione di cui fu protagonista come un evento nuovo nella storia di Cuba. Secondo Fidel, la rivoluzione comincia con la guerra d’indipendenza contro la Spagna e ancora oggi i cubani stanno vivendo in quel medesimo processo storico. Alla luce di questa sua interpretazione della storia risulta facilmente comprensibile l’atteggiamento odierno degli spagnoli imperialisti, per non dire di tutto l’occidente imperialista, verso Cuba. Gli occidentali reazionari e imperialisti considerano ancora il cubano che provi dei sentimenti di affetto per il vecchio, venerabile Fidel, quale che sia il suo grado di preparazione culturale, come un ignorante, un subumano incapace di capire quali siano i valori democratici, un negro nel senso più orrendamente razzista del termine. Ma negri siamo tutti noi comunisti, così come negro è Fidel e negro era Stalin. Viva la rivoluzione! Viva il comunismo!

Franco Brunello

Partito Comunista-Veneto

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