STELLANTIS(EX FIAT) LICENZIA IL 40% DEI SUOI LAVORATORI Stellantis sta pensando ad un ulteriore ridimensionamento della sua fabbrica di Melfi, così il 40% dei lavoratori rischia il licenziamento. Melfi fino a pochi anni fa era il più grande stabilimento di auto in Italia, dopo la fusione di Fiat con Chrysler fu la prima fabbrica italiana a produrre la Jeep, oggi però rischia di ridimensionarsi ulteriormente licenziando il 40% della propria forza lavoro e andando a impattare pesantemente su tutta l’economia della regione. Nel 2015 la fabbrica ha registrato i volumi più alti, con circa 390mila auto uscite dallo stabilimento lucano, l’anno scorso Melfi ha chiuso a quota 163.793, registrando il calo di volumi più pesante con un calo del 34% tra tutte le fabbriche di assemblaggio di Stellantis in Italia rispetto al periodo pre-Covid. I dirigenti dell’azienda accusano anche che le fermate produttive sono state indotte dalla mancanza di componenti e semiconduttori e le prospettive per il nuovo piano industriale potrebbero restare tra le 150mila e le 200mila unità, ciò confermerebbe le cifre dell’ultimo anno e quindi la volontà di licenziare migliaia di lavoratori Negli ultimi cinque anni Stellantis ha fatto pesanti licenziamenti, passando da 13000 dipendenti ai 10000 di oggi, adesso altre 4000 famiglie rischiano di non avere più un sostentamento e un lavoro. La crisi, come sempre, viene scaricata e fatta pagare solamente dai lavoratori e non ricade mai sui manager e capi d’azienda che pensano a salvaguardare i propri enormi profitti sacrificando i lavoratori.


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STELLANTIS(EX FIAT) LICENZIA IL 40% DEI SUOI LAVORATORI

Stellantis sta pensando ad un ulteriore ridimensionamento della sua fabbrica di Melfi, così il 40% dei lavoratori rischia il licenziamento.

Melfi fino a pochi anni fa era il più grande stabilimento di auto in Italia, dopo la fusione di Fiat con Chrysler fu la prima fabbrica italiana a produrre la Jeep, oggi però rischia di ridimensionarsi ulteriormente licenziando il 40% della propria forza lavoro e andando a impattare pesantemente su tutta l’economia della regione.
Nel 2015 la fabbrica ha registrato i volumi più alti, con circa 390mila auto uscite dallo stabilimento lucano, l’anno scorso Melfi ha chiuso a quota 163.793, registrando il calo di volumi più pesante con un calo del 34% tra tutte le fabbriche di assemblaggio di Stellantis in Italia rispetto al periodo pre-Covid.
I dirigenti dell’azienda accusano anche che le fermate produttive sono state indotte dalla mancanza di componenti e semiconduttori e le prospettive per il nuovo piano industriale potrebbero restare tra le 150mila e le 200mila unità, ciò confermerebbe le cifre dell’ultimo anno e quindi la volontà di licenziare migliaia di lavoratori

Negli ultimi cinque anni Stellantis ha fatto pesanti licenziamenti, passando da 13000 dipendenti ai 10000 di oggi, adesso altre 4000 famiglie rischiano di non avere più un sostentamento e un lavoro.
La crisi, come sempre, viene scaricata e fatta pagare solamente dai lavoratori e non ricade mai sui manager e capi d’azienda che pensano a salvaguardare i propri enormi profitti sacrificando i lavoratori.

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I PAESI BALTICI SIMPATIZZANO CON I NAZISTI Estonia e Lettonia hanno gettato del tutto la maschera e oltre a sostenere i gruppi neo-nazisti come il battaglione Azov e Pravy Sektor in Ucraina, fanno propaganda nazista all’interno dei loro Paesi. La prima ministra dell’Estonia Kaja Kallas simpatizza apertamente con la Germania Nazista pubblicato un tweet vergognoso in cui denunciava i bombardamenti sovietici su Tallin, quando il Paese era occupato dalle truppe della Germania nazista e amministrato dal governo collaborazionista estone. Mentre nella “democratica” Lettonia, ogni anno, il 16 marzo, viene commemorata la Giornata dei legionari delle SS lettoni. Nella cosiddetta Giornata dei legionari delle Waffen-SS, i legionari delle SS e i loro sostenitori marciano per le strade di Riga, dove i simboli e i riconoscimenti nazisti vengono esposti pubblicamente. Molti Paesi del mondo, tra cui la Russia, condannano l’evento e si oppongono alla glorificazione del nazismo. I due Paesi fanno parte sia della Unione Europea che della NATO dal 2004 e nessuno dei due è stato sanzionato per le posizioni che hanno preso riguardo il nazifascismo. DI FATTO L’UNIONE EUROPEA SOSTIENE DIRETTAMENTE I NEONAZISTI Queste notizie, ovviamente, sui media occidentali vengono accuratamente censurate.


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I PAESI BALTICI SIMPATIZZANO CON I NAZISTI

Estonia e Lettonia hanno gettato del tutto la maschera e oltre a sostenere i gruppi neo-nazisti come il battaglione Azov e Pravy Sektor in Ucraina, fanno propaganda nazista all’interno dei loro Paesi.

La prima ministra dell’Estonia Kaja Kallas simpatizza apertamente con la Germania Nazista pubblicato un tweet vergognoso in cui denunciava i bombardamenti sovietici su Tallin, quando il Paese era occupato dalle truppe della Germania nazista e amministrato dal governo collaborazionista estone.

Mentre nella “democratica” Lettonia, ogni anno, il 16 marzo, viene commemorata la Giornata dei legionari delle SS lettoni. Nella cosiddetta Giornata dei legionari delle Waffen-SS, i legionari delle SS e i loro sostenitori marciano per le strade di Riga, dove i simboli e i riconoscimenti nazisti vengono esposti pubblicamente. Molti Paesi del mondo, tra cui la Russia, condannano l’evento e si oppongono alla glorificazione del nazismo.
I due Paesi fanno parte sia della Unione Europea che della NATO dal 2004 e nessuno dei due è stato sanzionato per le posizioni che hanno preso riguardo il nazifascismo.

DI FATTO L’UNIONE EUROPEA SOSTIENE DIRETTAMENTE I NEONAZISTI

Queste notizie, ovviamente, sui media occidentali vengono accuratamente censurate.

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CPI: CORTE DEI PAGLIACCI INTERNAZIONALI CONDANNA PUTIN! Noi ci chiediamo Dove era e dove è la CPI? riguardo la vicenda ASSANGE? E Dove era il CPI quando gli Stati Uniti e l’occidente uccidevano i bambini e civili in IRAQ, in AFGHANISTAN, in SIRIA e in LIBIA Dove è il CPI quando Israele bombarda la Palestina, occupa territori palestinesi o bombarda la Siria? Dove è il CPI quando gli USA e l’occidente organizzano colpi di stato in giro per il mondo? La Corte Penale Internazionale è una barzelletta, ed è la prova di come la Democrazia borghese è solo una grandissima immensa buffonata, il potere giudiziario non è indipendente, ma risponde esattamente agli interessi delle classi dominanti. Questo vale per la CPI come per i tribunali nazionali. La divisione dei tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) su cui si basa la democrazia borghese è una grande, grandissima presa per il culo.


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CPI: CORTE DEI PAGLIACCI INTERNAZIONALI
CONDANNA PUTIN!

Noi ci chiediamo Dove era e dove è la CPI? riguardo la vicenda ASSANGE?
E Dove era il CPI quando gli Stati Uniti e l’occidente uccidevano i bambini e civili in IRAQ, in AFGHANISTAN, in SIRIA e in LIBIA
Dove è il CPI quando Israele bombarda la Palestina, occupa territori palestinesi o bombarda la Siria?
Dove è il CPI quando gli USA e l’occidente organizzano colpi di stato in giro per il mondo?

La Corte Penale Internazionale è una barzelletta, ed è la prova di come la Democrazia borghese è solo una grandissima immensa buffonata, il potere giudiziario non è indipendente, ma risponde esattamente agli interessi delle classi dominanti.
Questo vale per la CPI come per i tribunali nazionali. La divisione dei tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) su cui si basa la democrazia borghese è una grande, grandissima presa per il culo.

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UE E NATO RICATTANO ANCHE LA SERBIA La propaganda anti Russia portata avanti dalla NATO e dall’UE attacca anche la Serbia, Paese che non ha ancora voluto imporre le folli sanzioni alla Russia La promessa di ammissione di questi Paesi nell’Unione europea, oltreché nella NATO, è stato finora lo strumento più sottile dell’Occidente per assoggettare e integrare la regione, usando i leader filoeuropeisti da essi sponsorizzati e sostenuti. Nell’ultima votazione di novembre scorso, il Parlamento Europeo, per la seconda volta ha chiesto ufficialmente che l’UE interrompa l’avanzamento dei negoziati con la Serbia fino a quando non soddisferà diversi requisiti di base, il più importante dei quali è il completo allineamento della politica estera e di sicurezza della Serbia con la politica estera e di sicurezza della UE. Il Parlamento europeo sottolinea l’importanza del pieno rispetto, in particolare della politica delle sanzioni contro i Paesi terzi. Secondo uno studio condotto dall’organizzazione britannica Henry Jackson Society (HJS) presso l’Università di Cambridge, la stragrande maggioranza dei cittadini serbi, il 78,7%, è contraria all’imposizione di sanzioni anti-russe e all’asservimento della politica estera del Paese all’Unione Europea, è contraria all’adesione alla NATO e non vuole perdere i suoi, storicamente buoni rapporti con la Russia . Inoltre Alla domanda su chi sia la colpa del conflitto in Ucraina, il 66,3% degli intervistati in Serbia ha risposto che è di Zelenskij. Consigliamo vivamente ai lavoratori e al popolo serbo di fare pressioni perché la Serbia non aderisca ad u Unione Europea marcia e in decadenza, ma anzi faccia domanda di adesione per i BRICS, per un mondo multipolare, che è il futuro dell’umanità.


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UE E NATO RICATTANO ANCHE LA SERBIA

La propaganda anti Russia portata avanti dalla NATO e dall’UE attacca anche la Serbia, Paese che non ha ancora voluto imporre le folli sanzioni alla Russia

La promessa di ammissione di questi Paesi nell’Unione europea, oltreché nella NATO, è stato finora lo strumento più sottile dell’Occidente per assoggettare e integrare la regione, usando i leader filoeuropeisti da essi sponsorizzati e sostenuti.
Nell’ultima votazione di novembre scorso, il Parlamento Europeo, per la seconda volta ha chiesto ufficialmente che l’UE interrompa l’avanzamento dei negoziati con la Serbia fino a quando non soddisferà diversi requisiti di base, il più importante dei quali è il completo allineamento della politica estera e di sicurezza della Serbia con la politica estera e di sicurezza della UE. Il Parlamento europeo sottolinea l’importanza del pieno rispetto, in particolare della politica delle sanzioni contro i Paesi terzi.

Secondo uno studio condotto dall’organizzazione britannica Henry Jackson Society (HJS) presso l’Università di Cambridge, la stragrande maggioranza dei cittadini serbi, il 78,7%, è contraria all’imposizione di sanzioni anti-russe e all’asservimento della politica estera del Paese all’Unione Europea, è contraria all’adesione alla NATO e non vuole perdere i suoi, storicamente buoni rapporti con la Russia .
Inoltre Alla domanda su chi sia la colpa del conflitto in Ucraina, il 66,3% degli intervistati in Serbia ha risposto che è di Zelenskij.

Consigliamo vivamente ai lavoratori e al popolo serbo di fare pressioni perché la Serbia non aderisca ad u Unione Europea marcia e in decadenza, ma anzi faccia domanda di adesione per i BRICS, per un mondo multipolare, che è il futuro dell’umanità.

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VIVA LA COMUNE! “….Il ricordo dei combattenti della Comune è venerato non solo dagli operai francesi, ma dal proletariato di tutti i paesi. Perché la Comune non combatté per una causa puramente locale o strettamente nazionale, ma per l’emancipazione di tutta l’umanità lavoratrice, di tutti i diseredati e di tutti gli offesi. Combattente avanzata della rivoluzione sociale, la Comune si è guadagnata le simpatie dovunque il proletariato soffre e combatte. Il quadro della sua vita e della sua morte, la visione del governo operaio che prese e conservò per oltre due mesi la capitale del mondo, lo spettacolo della lotta eroica del proletariato e delle sue sofferenze dopo la sconfitta, tutto questo ha rinvigorito il morale di milioni di operai, ha risvegliato le loro speranze, ha conquistato le loro simpatie al socialismo. Il rombo dei cannoni di Parigi ha svegliato dal sonno profondo gli strati sociali più arretrati del proletariato e ha dato ovunque nuovo impulso allo sviluppo della propaganda rivoluzionaria socialista. Ecco perché l’opera della Comune non è morta; essa rivive in ciascuno di noi. La causa della Comune è la causa della rivoluzione socialista, la causa dell’integrale emancipazione politica ed economica dei lavoratori, è la causa del proletariato mondiale. In questo senso essa è immortale.” Con queste parole di Lenin vogliamo ricordare la prima volta in cui il potere dello stato fu in mano ai lavoratori, il primo governo operaio della storia, l’assalto al cielo del proletariato. Il lavoro notturno venne eliminato, fu garantita la libertà di stampa e di associazione, furono equiparati gli stupendi di uomini e donne. Anche se durò solo 72 giorni, ancora oggi a 151 anni di distanza l’eco dell’impresa della Comune di Parigi riecheggia come esempio per tutti i futuri assalti al cielo. Gloria eterna alla Comune di Parigi! Viva il comunismo!


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VIVA LA COMUNE!

“….Il ricordo dei combattenti della Comune è venerato non solo dagli operai francesi, ma dal proletariato di tutti i paesi. Perché la Comune non combatté per una causa puramente locale o strettamente nazionale, ma per l’emancipazione di tutta l’umanità lavoratrice, di tutti i diseredati e di tutti gli offesi. Combattente avanzata della rivoluzione sociale, la Comune si è guadagnata le simpatie dovunque il proletariato soffre e combatte. Il quadro della sua vita e della sua morte, la visione del governo operaio che prese e conservò per oltre due mesi la capitale del mondo, lo spettacolo della lotta eroica del proletariato e delle sue sofferenze dopo la sconfitta, tutto questo ha rinvigorito il morale di milioni di operai, ha risvegliato le loro speranze, ha conquistato le loro simpatie al socialismo. Il rombo dei cannoni di Parigi ha svegliato dal sonno profondo gli strati sociali più arretrati del proletariato e ha dato ovunque nuovo impulso allo sviluppo della propaganda rivoluzionaria socialista. Ecco perché l’opera della Comune non è morta; essa rivive in ciascuno di noi.
La causa della Comune è la causa della rivoluzione socialista, la causa dell’integrale emancipazione politica ed economica dei lavoratori, è la causa del proletariato mondiale. In questo senso essa è immortale.”

Con queste parole di Lenin vogliamo ricordare la prima volta in cui il potere dello stato fu in mano ai lavoratori, il primo governo operaio della storia, l’assalto al cielo del proletariato.
Il lavoro notturno venne eliminato, fu garantita la libertà di stampa e di associazione, furono equiparati gli stupendi di uomini e donne.

Anche se durò solo 72 giorni, ancora oggi a 151 anni di distanza l’eco dell’impresa della Comune di Parigi riecheggia come esempio per tutti i futuri assalti al cielo.

Gloria eterna alla Comune di Parigi!
Viva il comunismo!

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CROLLANO LE BANCHE NUOVA CRISI CHE FARANNO PAGARE AL POPOLO! Le banche di tutto il mondo occidentale stanno crollando in borsa a causa dello tsunami finanziario che ha investito gli USA nell’ultima settimana con il fallimento di ben tre banche. La situazione attuale negli Stati Uniti si è ripercossa in tutto il mondo occidentale e a differenza di quanto hanno continuamente detto in questi giorni i nostri economisti e i nostri governati, ha investito anche l’Europa e il nostro Paese con i titoli bancari di tutti i Paesi che stanno avendo grosse perdite. Nel mondo unipolare e capitalista tutti i mercati sono collegati con gli USA che fanno da padroni e dettano le regole del gioco, in un momento di crisi profonda come questo, sia dal punto di vista economico che della guerra che ha colpito le economie europee si vedono tutte le contraddizioni e le falle di un capitalismo selvaggio che sta velocemente crollando, portando con sé tutto il popolo occidentale e i risparmi di tutti i lavoratori che hanno messo da parte durante la loro vita. Ieri la Von der Leyen non contenta ha ancora aumentato il costo del denaro di altri 50 punti. Sempre con la motivazione di calmierare l’inflazione. Ci stanno facendo pagare questa economia di guerra e la nuova crisi, di un sistema capitalistico sempre più fragile e per questo aggressivo. Bisogna nel più veloce tempo possibile, costruire una forza che prenda il potere ci porti fuori da questo sistema, verso un mondo multipolare che queste crisi e queste tensioni le affronta dalla parte del popolo e non contro il popolo.


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CROLLANO LE BANCHE
NUOVA CRISI CHE FARANNO PAGARE AL POPOLO!

Le banche di tutto il mondo occidentale stanno crollando in borsa a causa dello tsunami finanziario che ha investito gli USA nell’ultima settimana con il fallimento di ben tre banche.

La situazione attuale negli Stati Uniti si è ripercossa in tutto il mondo occidentale e a differenza di quanto hanno continuamente detto in questi giorni i nostri economisti e i nostri governati, ha investito anche l’Europa e il nostro Paese con i titoli bancari di tutti i Paesi che stanno avendo grosse perdite.

Nel mondo unipolare e capitalista tutti i mercati sono collegati con gli USA che fanno da padroni e dettano le regole del gioco, in un momento di crisi profonda come questo, sia dal punto di vista economico che della guerra che ha colpito le economie europee si vedono tutte le contraddizioni e le falle di un capitalismo selvaggio che sta velocemente crollando, portando con sé tutto il popolo occidentale e i risparmi di tutti i lavoratori che hanno messo da parte durante la loro vita.

Ieri la Von der Leyen non contenta ha ancora aumentato il costo del denaro di altri 50 punti.
Sempre con la motivazione di calmierare l’inflazione.
Ci stanno facendo pagare questa economia di guerra e la nuova crisi, di un sistema capitalistico sempre più fragile e per questo aggressivo.
Bisogna nel più veloce tempo possibile, costruire una forza che prenda il potere ci porti fuori da questo sistema, verso un mondo multipolare che queste crisi e queste tensioni le affronta dalla parte del popolo e non contro il popolo.

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MELONI UGUALE A DRAGHI Giorgia Meloni sta portando avanti le politiche di distruzione del nostro paese iniziate dal governo Draghi sotto i diktat dell’UE, a dirlo non siamo soltanto noi che abbiamo sempre criticato sia questo sia il precedente governo, ma direttamente gli USA e la NATO. Rachel Rizzo,dell’ Europe Center dell’Atlantic Council, think tank con sede a Washington che ha un ruolo di punta nell’elaborazione delle strategie NATO durante la sua visita a Roma ha dichiarato: “Mario Draghi è visto dagli Usa come un baluardo di stabilità in un sistema politico volatile come quello italiano. Penso che la transizione tra lui e Meloni destasse preoccupazioni, in particolar modo in merito a questioni di politica interna e sociale vista la differenza ideologica tra un’amministrazione democratica e un governo conservatore. In particolare si temeva che un’ondata populista di destra, che abbiamo osservato in Ungheria, Francia e Polonia, potesse prendere il sopravvento anche in Italia. Ma Giorgia Meloni ha sin da subito mandato messaggi molto europeisti, in favore della Nato, dell’Ucraina, ed è stata una piacevole sorpresa per tutti noi”. Giorgia Meloni è quindi solamente la declinazione al femminile di Mario Draghi, capace di dire tutto e il contrario di tutto pur di accontentare le volontà di UE, NATO e USA dimostrando che anche questo governo è un governo deboli coi forti e forte con i deboli.


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MELONI UGUALE A DRAGHI

Giorgia Meloni sta portando avanti le politiche di distruzione del nostro paese iniziate dal governo Draghi sotto i diktat dell’UE, a dirlo non siamo soltanto noi che abbiamo sempre criticato sia questo sia il precedente governo, ma direttamente gli USA e la NATO.

Rachel Rizzo,dell’ Europe Center dell’Atlantic Council, think tank con sede a Washington che ha un ruolo di punta nell’elaborazione delle strategie NATO durante la sua visita a Roma ha dichiarato:
“Mario Draghi è visto dagli Usa come un baluardo di stabilità in un sistema politico volatile come quello italiano. Penso che la transizione tra lui e Meloni destasse preoccupazioni, in particolar modo in merito a questioni di politica interna e sociale vista la differenza ideologica tra un’amministrazione democratica e un governo conservatore. In particolare si temeva che un’ondata populista di destra, che abbiamo osservato in Ungheria, Francia e Polonia, potesse prendere il sopravvento anche in Italia. Ma Giorgia Meloni ha sin da subito mandato messaggi molto europeisti, in favore della Nato, dell’Ucraina, ed è stata una piacevole sorpresa per tutti noi”.

Giorgia Meloni è quindi solamente la declinazione al femminile di Mario Draghi, capace di dire tutto e il contrario di tutto pur di accontentare le volontà di UE, NATO e USA dimostrando che anche questo governo è un governo deboli coi forti e forte con i deboli.

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LA SANITÀ PUBBLICA E’ SEMPRE PIU COLPITA La sanità pubblica italiana è sempre più sotto assedio, i continui tagli fatti da tutti i governi di centro destra e di centro sinistra degli ultimi trent’anni l’hanno messa completamente in ginocchio e le conseguenze le pagano ogni giorno i cittadini che non possono avere cure di qualità e gratuite e in tempi ragionevoli. Il governo Meloni nella legge di bilancio del 2023 ha confermato ULTERIORI TAGLI al Sistema Sanitario Nazionale confermando l’austerità della spesa sanitaria con conseguenze disastrose, tanto che persino le regioni ne hanno dato l’allarme annunciando il rischio di «riduzione dei servizi sanitari» se non si troveranno le risorse per coprire un buco di oltre 5 miliardi provocato dalle spese per il Covid e dal caro bollette e non coperte dallo Stato Invece dei continui tagli fatti al settore, l’Italia dovrebbe investire almeno 40 miliardi l’anno per essere almeno a livello di Francia e Germania , invece la Meloni e il suo governo preferiscono ancora una volta finanziare una guerra che viola l’articolo 11 della nostra Costituzione, condannando migliaia di cittadini che devono usufruire della Sanità Pubblica e anche i lavoratori che si dovranno sobbarcare un carico di lavoro immenso non riuscendo comunque a garantire un servizio decente. Senza urgenti interventi sarà irrimediabilmente compromesso il sistema sanitario universalistico italiano con gravissime conseguenze per tutta la popolazione, altro che vaccini e mascherine. Ci vogliono i soldi per dottori, infermieri, oss e tutto il personale di cui c’è bisogno, c’è bisogno di riaprire i piccoli presidi e di aumentare i posti letto e la qualità di macchinari e strutture. Solo così torneremo ad avere una sanità di qualità.


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LA SANITÀ PUBBLICA E’ SEMPRE PIU COLPITA

La sanità pubblica italiana è sempre più sotto assedio, i continui tagli fatti da tutti i governi di centro destra e di centro sinistra degli ultimi trent’anni l’hanno messa completamente in ginocchio e le conseguenze le pagano ogni giorno i cittadini che non possono avere cure di qualità e gratuite e in tempi ragionevoli.

Il governo Meloni nella legge di bilancio del 2023 ha confermato ULTERIORI TAGLI al Sistema Sanitario Nazionale confermando l’austerità della spesa sanitaria con conseguenze disastrose, tanto che persino le regioni ne hanno dato l’allarme annunciando il rischio di «riduzione dei servizi sanitari» se non si troveranno le risorse per coprire un buco di oltre 5 miliardi provocato dalle spese per il Covid e dal caro bollette e non coperte dallo Stato

Invece dei continui tagli fatti al settore, l’Italia dovrebbe investire almeno 40 miliardi l’anno per essere almeno a livello di Francia e Germania , invece la Meloni e il suo governo preferiscono ancora una volta finanziare una guerra che viola l’articolo 11 della nostra Costituzione, condannando migliaia di cittadini che devono usufruire della Sanità Pubblica e anche i lavoratori che si dovranno sobbarcare un carico di lavoro immenso non riuscendo comunque a garantire un servizio decente.

Senza urgenti interventi sarà irrimediabilmente compromesso il sistema sanitario universalistico italiano con gravissime conseguenze per tutta la popolazione, altro che vaccini e mascherine.
Ci vogliono i soldi per dottori, infermieri, oss e tutto il personale di cui c’è bisogno, c’è bisogno di riaprire i piccoli presidi e di aumentare i posti letto e la qualità di macchinari e strutture. Solo così torneremo ad avere una sanità di qualità.

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32 anni fa il referendum sulla conservazione dell’URSS «Considerate necessario preservare l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche come una rinnovata federazione di repubbliche uguali e sovrane in cui saranno pienamente garantiti i diritti e la libertà dell’individuo di ogni nazionalità?» A questa domanda risposero in maniera positiva il 78% dei cittadini sovietici che invece videro comunque dissolversi l’Unione Sovietica a causa di tutti coloro che non vedevano l’ora di smembrarla per fare giganteschi profitti con le aziende ed i beni che erano di proprietà dei cittadini sovietici. Così con il compiacimento dell’occidente “democratico” Gorbaciov tradì il suo stesso popolo e sciolse l’URSS


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32 anni fa il referendum sulla conservazione dell’URSS

«Considerate necessario preservare l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche come una rinnovata federazione di repubbliche uguali e sovrane in cui saranno pienamente garantiti i diritti e la libertà dell’individuo di ogni nazionalità?»

A questa domanda risposero in maniera positiva il 78% dei cittadini sovietici che invece videro comunque dissolversi l’Unione Sovietica a causa di tutti coloro che non vedevano l’ora di smembrarla per fare giganteschi profitti con le aziende ed i beni che erano di proprietà dei cittadini sovietici.

Così con il compiacimento dell’occidente “democratico” Gorbaciov tradì il suo stesso popolo e sciolse l’URSS

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Ieri si è tenuto in incontro storico promosso dal Partito Comunista di Cina. PCC in dialogo con partito politici del mondo. Dialogo di Alto Livello Il titolo è stato “Il percorso verso la modernizzazione. La responsabilità dei partiti politici” L’incontro è stato aperto da: Xi Jinping, Segretario Generale del PCC e Presidente della Repubblica Popolare Cinese Sono quindi intervenuti, tra gli altri, Cyril Ramaphosa, Presidente del Congresso Nazionale Africano e Presidente del Sudafrica Nicolas Maduro, Presidente del PSUV e Presidente del Venezuela Aleksandar Vucic, Presidente della Serbia Daniel Ortega , Segretario Generale del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e Presidente del Nicaragua I lavori sono stati chiusi da Cai Qi, Membro del Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del PCC. All’incontro hanno assistito oltre cento delegazioni. Per il nostro Partito era presente il Segretario Generale, c. Alberto Lombardo, e il Presidente Onorario, C. Marco Rizzo. Il Presidente Xi per la prima volta ha parlato dell’iniziativa per la civilizzazione globale. Questa è una novità assoluta, dopo iniziative per la belt and road, lo sviluppo globale e la sicurezza globale. Portare a un tale livello di generalizzazione – da quello economico, poi economico, poi sociale ed ora culturale – la proposta di una prospettiva di sviluppo per tutti i popoli è un impegno enorme che assume davanti a tutto il mondo la Repubblica Popolare Cinese, guidata dal Partito Comunista di Cina, con al centro il compagno Xi Jinping. Due i tratti caratteristici che colpiscono sono l’importanza della forza propulsiva del popolo e la imprescindibile necessità di far convergere ogni civiltà, così come scaturita dalla propria storia, all’interno di un movimento mondiale in cui ognuno abbia lo stesso spazio e lo stesso rispetto. Il multipolarismo prospettato da Xi ormai si contrappone all’unipolarismo su tutti i fonti, offrendo la mano a tutti i popoli che desiderano trovare la propria strada verso lo sviluppo e l’affermazione della propria autodeterminazione e sovranità.


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Ieri si è tenuto in incontro storico promosso dal Partito Comunista di Cina.

PCC in dialogo con partito politici del mondo. Dialogo di Alto Livello

Il titolo è stato “Il percorso verso la modernizzazione. La responsabilità dei partiti politici”

L’incontro è stato aperto da:

Xi Jinping, Segretario Generale del PCC e Presidente della Repubblica Popolare Cinese

Sono quindi intervenuti, tra gli altri,

Cyril Ramaphosa, Presidente del Congresso Nazionale Africano e Presidente del Sudafrica
Nicolas Maduro, Presidente del PSUV e Presidente del Venezuela
Aleksandar Vucic, Presidente della Serbia
Daniel Ortega , Segretario Generale del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e Presidente del Nicaragua

I lavori sono stati chiusi da

Cai Qi, Membro del Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del PCC.

All’incontro hanno assistito oltre cento delegazioni.

Per il nostro Partito era presente il Segretario Generale, c. Alberto Lombardo, e il Presidente Onorario, C. Marco Rizzo.

Il Presidente Xi per la prima volta ha parlato dell’iniziativa per la civilizzazione globale. Questa è una novità assoluta, dopo iniziative per la belt and road, lo sviluppo globale e la sicurezza globale.

Portare a un tale livello di generalizzazione – da quello economico, poi economico, poi sociale ed ora culturale – la proposta di una prospettiva di sviluppo per tutti i popoli è un impegno enorme che assume davanti a tutto il mondo la Repubblica Popolare Cinese, guidata dal Partito Comunista di Cina, con al centro il compagno Xi Jinping.

Due i tratti caratteristici che colpiscono sono l’importanza della forza propulsiva del popolo e la imprescindibile necessità di far convergere ogni civiltà, così come scaturita dalla propria storia, all’interno di un movimento mondiale in cui ognuno abbia lo stesso spazio e lo stesso rispetto.

Il multipolarismo prospettato da Xi ormai si contrappone all’unipolarismo su tutti i fonti, offrendo la mano a tutti i popoli che desiderano trovare la propria strada verso lo sviluppo e l’affermazione della propria autodeterminazione e sovranità.

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SOTTOSCRIZIONE POPOLARE Tutte le informazioni qui 👉 https://ift.tt/ufb3whW RAFFORZARE, UNIRE, ALLARGARE. Queste sono le tre parole d’ordine del IV CONGRESSO NAZIONALE del Partito Comunista che si appresta ad affrontare le nuove sfide del nostro tempo. Dopo aver tenuto aperta l’ipotesi comunista in Italia, l’impegno del Partito è ancora oggi quello del I Congresso nazionale del 2014 NO ALLA NATO, NO ALLA UNIONE EUROPEA Per poterlo fare però, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e per poter organizzare al meglio l’evento serve anche il vostro aiuto, con una donazione libera, permetterai la realizzazione nel migliore dei modi del nostro congresso per proseguire nella nostra lotta dalla parte di chi vive del proprio lavoro ed è stanco di essere parte di un sistema guidato dai grandi potentati economici.


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RAFFORZARE, UNIRE, ALLARGARE. Queste sono le tre parole d’ordine del IV CONGRESSO NAZIONALE del Partito Comunista che si appresta ad affrontare le nuove sfide del nostro tempo.
Dopo aver tenuto aperta l’ipotesi comunista in Italia, l’impegno del Partito è ancora oggi quello del I Congresso nazionale del 2014
NO ALLA NATO, NO ALLA UNIONE EUROPEA
Per poterlo fare però, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e per poter organizzare al meglio l’evento serve anche il vostro aiuto, con una donazione libera, permetterai la realizzazione nel migliore dei modi del nostro congresso per proseguire nella nostra lotta dalla parte di chi vive del proprio lavoro ed è stanco di essere parte di un sistema guidato dai grandi potentati economici.

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