25 FEBBRAIO IN TUTTA ITALIA CONTRO LA GUERRA CONTRO LA NATO CONTRO LE SANZIONI ALLA RUSSIA E L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA IL PARTITO COMUNISTA SI MOBILITA ROMA – PIAZZA SANTI APOSTOLI ORE 15 GENOVA – PONTE ETIOPIA ORE 14 CAGLIARI – PIAZZA GARIBALDI ORE 9.30 FIRENZE – CIRCOLO PONTE A GREVE Via Pisana 809 ORE 17


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25 FEBBRAIO IN TUTTA ITALIA
CONTRO LA GUERRA CONTRO LA NATO
CONTRO LE SANZIONI ALLA RUSSIA E L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA

IL PARTITO COMUNISTA SI MOBILITA
ROMA – PIAZZA SANTI APOSTOLI ORE 15
GENOVA – PONTE ETIOPIA ORE 14
CAGLIARI – PIAZZA GARIBALDI ORE 9.30
FIRENZE – CIRCOLO PONTE A GREVE Via Pisana 809 ORE 17

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Il Partito Comunista ricorda che l’antifascismo deve rappresentare la bussola della nostra cultura e non un vessillo da sbandierare all’occorrenza e strumentalmente per puri calcoli di convenienza. Passerelle come quelle del PD in campagna elettorale non possono essere più accettate. L’antifascismo si professa tutti i giorni nelle strade, nei luoghi di lavoro e nelle scuole e di certo non si alimenta con equiparazioni improbabili tra fascismo e comunismo nelle sedi europee. L’antifascismo che noi applichiamo coerentemente è invece quello anticapitalista, perché il fascismo rappresenta da sempre il braccio armato del capitalismo.


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Il Partito Comunista ricorda che l’antifascismo deve rappresentare la bussola della nostra cultura e non un vessillo da sbandierare all’occorrenza e strumentalmente per puri calcoli di convenienza. Passerelle come quelle del PD in campagna elettorale non possono essere più accettate.
L’antifascismo si professa tutti i giorni nelle strade, nei luoghi di lavoro e nelle scuole e di certo non si alimenta con equiparazioni improbabili tra fascismo e comunismo nelle sedi europee.
L’antifascismo che noi applichiamo coerentemente è invece quello anticapitalista, perché il fascismo rappresenta da sempre il braccio armato del capitalismo.

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MANO FASCISTA SILENZIO DI STATO UN FIORE PER VERBANO Correva l’anno 1980, nel pieno dei cosiddetti Anni di Piombo, il 22 febbraio veniva ucciso da un colpo d’arma da fuoco l’attivista di Autonomia Operaia Valerio Verbano. Siamo a Montesacro, in via Monte Bianco, due genitori imbavagliati e legati in una stanza sentono esplodere il colpo. L’omicidio viene rivendicato dai NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari ma mai nessuno pagò per questo delitto. Valerio indaga sull’eversione nera romana, fogli e fogli di elementi riconducibili alla destra romana, una mappatura precisa che riportava ben 900 nomi e cognomi di cui purtroppo per colpa o negligenza di chi ne venne in possesso, andrà in gran parte perduta. Proprio così il ‘Dossier Verbano’, sequestrato il 30 aprile del 1980 nell’abitazione, presto scompare dall’ufficio corpi di reato del tribunale di Roma, ritrasmesso in copia fotostatica dalla digos al giudice che indagava sul suo omicidio viene infine definitivamente inviato al macero nel 1987. Quasi 400 pagine, tra cui l’agenda rossa del 1977 e la rubrica con i nomi dei militanti neofascisti. Il 23 giugno 1980, a breve distanza dal luogo dell’assassinio di Valerio, viene ucciso anche il magistrato romano Mario Amato che stava lavorando anch’egli sui fascisti e aveva acquisito fra l’altro la documentazione ritrovata a casa del giovane. Un intreccio mortifero e inquietante, che si protrarrà per lunghi anni. Oggi i fascisti paiono tornati in grande spolvero e si alimentano dell’imbelle incapacità della sinistra di rappresentare quelli che dovrebbero essere i suoi settori sociali di riferimento. Il Partito Comunista nel ricordare Valerio Verbano a 43 anni dalla sua uccisione, chiede ancora una volta che sia fatta chiarezza sui responsabili dell’omicidio del compagno. Il Partito Comunista ricorda che l’antifascismo deve rappresentare la bussola della nostra cultura e non un vessillo da sbandierare all’occorrenza e strumentalmente per puri calcoli di convenienza. Passerelle come quelle del PD in campagna elettorale non possono essere più accettate. L’antifascismo si professa tutti i giorni nelle strade, nei luoghi di lavoro e nelle scuole e di certo non si alimenta con equiparazioni improbabili tra fascismo e comunismo nelle sedi europee. L’antifascismo che noi applichiamo coerentemente è invece quello anticapitalista, perché il fascismo rappresenta da sempre il braccio armato del capitalismo.


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MANO FASCISTA
SILENZIO DI STATO
UN FIORE PER VERBANO
Correva l’anno 1980, nel pieno dei cosiddetti Anni di Piombo, il 22 febbraio veniva ucciso da un colpo d’arma da fuoco l’attivista di Autonomia Operaia Valerio Verbano. Siamo a Montesacro, in via Monte Bianco, due genitori imbavagliati e legati in una stanza sentono esplodere il colpo.
L’omicidio viene rivendicato dai NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari ma mai nessuno pagò per questo delitto.
Valerio indaga sull’eversione nera romana, fogli e fogli di elementi riconducibili alla destra romana, una mappatura precisa che riportava ben 900 nomi e cognomi di cui purtroppo per colpa o negligenza di chi ne venne in possesso, andrà in gran parte perduta.
Proprio così il ‘Dossier Verbano’, sequestrato il 30 aprile del 1980 nell’abitazione, presto scompare dall’ufficio corpi di reato del tribunale di Roma, ritrasmesso in copia fotostatica dalla digos al giudice che indagava sul suo omicidio viene infine definitivamente inviato al macero nel 1987. Quasi 400 pagine, tra cui l’agenda rossa del 1977 e la rubrica con i nomi dei militanti neofascisti.
Il 23 giugno 1980, a breve distanza dal luogo dell’assassinio di Valerio, viene ucciso anche il magistrato romano Mario Amato che stava lavorando anch’egli sui fascisti e aveva acquisito fra l’altro la documentazione ritrovata a casa del giovane.
Un intreccio mortifero e inquietante, che si protrarrà per lunghi anni. Oggi i fascisti paiono tornati in grande spolvero e si alimentano dell’imbelle incapacità della sinistra di rappresentare quelli che dovrebbero essere i suoi settori sociali di riferimento.
Il Partito Comunista nel ricordare Valerio Verbano a 43 anni dalla sua uccisione, chiede ancora una volta che sia fatta chiarezza sui responsabili dell’omicidio del compagno.
Il Partito Comunista ricorda che l’antifascismo deve rappresentare la bussola della nostra cultura e non un vessillo da sbandierare all’occorrenza e strumentalmente per puri calcoli di convenienza. Passerelle come quelle del PD in campagna elettorale non possono essere più accettate.
L’antifascismo si professa tutti i giorni nelle strade, nei luoghi di lavoro e nelle scuole e di certo non si alimenta con equiparazioni improbabili tra fascismo e comunismo nelle sedi europee.
L’antifascismo che noi applichiamo coerentemente è invece quello anticapitalista, perché il fascismo rappresenta da sempre il braccio armato del capitalismo.

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I MEDIA OCCIDENTALI NON SI FERMANO NEANCHE DAVANTI AL DISASTRO IN SIRIA I media occidentali continuano la loro opera di sciacallaggio e disinformazione anche davanti al disastroso terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia lo scorso 6 febbraio, concentrandosi sopratutto sull’attaccare con ogni mezzo il governo di Damasco, dichiarando e influenzando l’opinione pubblica che Assad utilizzerà i fondi per ricostruire il Paese e la stessa crisi per “riabilitare” la propria immagine sulla scena internazionale. I titoli che i giornali hanno tirato fuori per attaccare il governo siriano sono stati: titoli che vanno da “Assad siriano usa la diplomazia del disastro per tornare sulla scena mondiale” a “Bashar al-Assad non vuole che una calamità vada sprecata”, i media occidentali si sono uniti per affermare che il devastante terremoto è in qualche modo vantaggioso per il governo siriano. “Un potente terremoto la scorsa settimana ha catapultato l’autoritario presidente siriano, Bashar al-Assad, sotto i riflettori globali, creandogli l’opportunità di avanzare ulteriormente sulla scena internazionale attraverso la diplomazia dei disastri”, ha scritto Declan Walsh per il New York Times (NYT ), prima di lamentarsi di come il leader siriano “abbia ricevuto un flusso costante di simpatia, aiuto e attenzione da altri paesi”. “Una tragedia per i siriani è un vantaggio per Assad perché nessun altro vuole gestire questo pasticcio”, ha spiegato al NYT un analista dell’International Institute for Strategic Studies di Londra. Queste sono solamente alcune delle frasi che sono uscite dai media occidentali asservite agli USA e che ricalcano in tutto e per tutto la linea politica statunitense sulla questione Siria facendo una vera e propria opera di sciacallaggio nei confronti di una popolazione intera. Quello che però i nostri media non vogliono raccontare è che in questa vicenda non esiste solamente il supporto dell’occidente e della comunità internazionale, che alla fine si riduce a Usa, Gran Bretagna Canada, Unione Europea, Australia e Giappone, ma esiste una vera comunità internazionale, che comprende la maggior parte dei Paesi e delle popolazioni del mondo, e fra quelli più popolati, come India, Cina, Russia, Brasile, altri paesi dell’Africa e del Medio Oriente che non hanno mai voltato le spalle a Damasco. Verrà dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che ormai il blocco dell’imperialismo occidentale non è più necessario al resto del mondo e prima gli USA e i suoi alleati si faranno da parte e prima le popolazioni del pianeta terra potranno andare insieme verso un mondo di Pace e di sviluppo per tutti.


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I MEDIA OCCIDENTALI NON SI FERMANO NEANCHE DAVANTI AL DISASTRO IN SIRIA

I media occidentali continuano la loro opera di sciacallaggio e disinformazione anche davanti al disastroso terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia lo scorso 6 febbraio, concentrandosi sopratutto sull’attaccare con ogni mezzo il governo di Damasco, dichiarando e influenzando l’opinione pubblica che Assad utilizzerà i fondi per ricostruire il Paese e la stessa crisi per “riabilitare” la propria immagine sulla scena internazionale.

I titoli che i giornali hanno tirato fuori per attaccare il governo siriano sono stati: titoli che vanno da “Assad siriano usa la diplomazia del disastro per tornare sulla scena mondiale” a “Bashar al-Assad non vuole che una calamità vada sprecata”, i media occidentali si sono uniti per affermare che il devastante terremoto è in qualche modo vantaggioso per il governo siriano.
“Un potente terremoto la scorsa settimana ha catapultato l’autoritario presidente siriano, Bashar al-Assad, sotto i riflettori globali, creandogli l’opportunità di avanzare ulteriormente sulla scena internazionale attraverso la diplomazia dei disastri”, ha scritto Declan Walsh per il New York Times (NYT ), prima di lamentarsi di come il leader siriano “abbia ricevuto un flusso costante di simpatia, aiuto e attenzione da altri paesi”.
“Una tragedia per i siriani è un vantaggio per Assad perché nessun altro vuole gestire questo pasticcio”, ha spiegato al NYT un analista dell’International Institute for Strategic Studies di Londra.

Queste sono solamente alcune delle frasi che sono uscite dai media occidentali asservite agli USA e che ricalcano in tutto e per tutto la linea politica statunitense sulla questione Siria facendo una vera e propria opera di sciacallaggio nei confronti di una popolazione intera.
Quello che però i nostri media non vogliono raccontare è che in questa vicenda non esiste solamente il supporto dell’occidente e della comunità internazionale, che alla fine si riduce a Usa, Gran Bretagna Canada, Unione Europea, Australia e Giappone, ma esiste una vera comunità internazionale, che comprende la maggior parte dei Paesi e delle popolazioni del mondo, e fra quelli più popolati, come India, Cina, Russia, Brasile, altri paesi dell’Africa e del Medio Oriente che non hanno mai voltato le spalle a Damasco. Verrà dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che ormai il blocco dell’imperialismo occidentale non è più necessario al resto del mondo e prima gli USA e i suoi alleati si faranno da parte e prima le popolazioni del pianeta terra potranno andare insieme verso un mondo di Pace e di sviluppo per tutti.

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Alla Conferenza di Monaco Ursula von der Leyen ha dichiarato: «Credo che sia venuto il momento di aumentare la produzione [di armi]: dobbiamo fare come durante la pandemia». Siccome in Ucraina si consumano più proiettili di quanti ne produce l’intera Europa e le scorte sono in via di esaurimento e con esse le speranze di tutti coloro che “vogliono la pace” con una schiacciante vittoria, dobbiamo produrne di più. Per far questo occorre assicurare alle aziende produttrici di proiettili che i loro investimenti avranno una redditività pluriennale, diciamo almeno dieci anni. Come con la pandemia contratti capestro e secretati. La Von der Leyen perde il pelo ma non il vizio


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Alla Conferenza di Monaco Ursula von der Leyen ha dichiarato: «Credo che sia venuto il momento di aumentare la produzione [di armi]: dobbiamo fare come durante la pandemia».
Siccome in Ucraina si consumano più proiettili di quanti ne produce l’intera Europa e le scorte sono in via di esaurimento e con esse le speranze di tutti coloro che “vogliono la pace” con una schiacciante vittoria, dobbiamo produrne di più. Per far questo occorre assicurare alle aziende produttrici di proiettili che i loro investimenti avranno una redditività pluriennale, diciamo almeno dieci anni. Come con la pandemia contratti capestro e secretati.

La Von der Leyen perde il pelo ma non il vizio

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Esattamente 170 anni fa veniva pubblicato il Manifesto del Partito Comunista. Quelle idee hanno animato le lotte di milioni di oppressi, dei nostri partigiani, dei popoli in lotta contro l’imperialismo. Oggi vivono nella nostra lotta per una società più giusta, per il potere ai lavoratori. Per un’Italia socialista.


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Esattamente 170 anni fa veniva pubblicato il Manifesto del Partito Comunista.

Quelle idee hanno animato le lotte di milioni di oppressi, dei nostri partigiani, dei popoli in lotta contro l’imperialismo. Oggi vivono nella nostra lotta per una società più giusta, per il potere ai lavoratori.

Per un’Italia socialista.

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#BOLOGNA, sala di quartiere Il Cubo di Pescarola, via Zanardi 249 Sabato 26 Febbraio ore 11 RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE I #comunisti e la fase attuale Sarà presene e interverrà Marco RIZZO – Presidente Onorario Partito Comunista


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#BOLOGNA, sala di quartiere Il Cubo di Pescarola, via Zanardi 249
Sabato 26 Febbraio ore 11
RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE
I #comunisti e la fase attuale
Sarà presene e interverrà

Marco RIZZO – Presidente Onorario Partito Comunista

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“LA PACCHIA E’ FINITA” LA MELONI ATTACCA ANCORA LA SANITA’ La Santià pubblica italiana è attaccata costantemente da trent’anni e nonostante i proclami fatti negli ultimi tre anni di voler rafforzarla, soprattutto nel periodo del primo lockdown di Covid-19, tutti i governi hanno continuato a fare tagli consistenti favorendo così la Sanità privata. Anche il governo Meloni, insediato da poco, ha subito attaccato il Servizio Sanitario Nazionale con oltre 5 MILIARDI di tagli in un solo biennio. Questo definanziamento porterà ancora più disservizi e disagi per chi sarà costretto a curarsi, ma anche per gli stessi lavoratori che dovranno operare nel settore con sempre meno personale e mezzi a disposizione. Il taglio previsto dal nuovo governo porterà: chiusura di ospedali e pronto soccorso, con cronica carenza di posti letto (3,1 posti ogni mille abitanti, mentre la media negli altri paesi europei è di 5 posti letto ogni 1000 abitanti, oltre il 60% in più). Tempi di attesa infiniti: (in media, ma in molte Regioni è anche peggio) dai 56 giorni per una visita ortopedica fino ai 74 giorni per un eco-doppler o 96 giorni per una colonscopia e allo stesso tempo, tempi di attesa spariti per chi può ricorrere al privato, anche in convenzione. Infatti, al taglio della spesa pubblica per la sanità corrisponde , per chi può permetterselo, un incremento della spesa per la sanità privata, che arriva alla cifra di 640 euro procapite. Per sopperire alla carenza di medici, oss e infermieri, infatti, il Governo non è intenzionato ad assumere nuovo personale, ma solamente di ritardare l’uscita del personale anziano innalzando l’età pensionabile dei camici bianchi dai 70 ai 72 anni. Curarsi nel nostro paese diventa, ogni giorno, sempre più un privilegio dei pochi che se lo potranno permettere e non un diritto di tutti come prevede l’articolo 32 della nostra Costituzione


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“LA PACCHIA E’ FINITA”
LA MELONI ATTACCA ANCORA LA SANITA’

La Santià pubblica italiana è attaccata costantemente da trent’anni e nonostante i proclami fatti negli ultimi tre anni di voler rafforzarla, soprattutto nel periodo del primo lockdown di Covid-19, tutti i governi hanno continuato a fare tagli consistenti favorendo così la Sanità privata.

Anche il governo Meloni, insediato da poco, ha subito attaccato il Servizio Sanitario Nazionale con oltre 5 MILIARDI di tagli in un solo biennio.
Questo definanziamento porterà ancora più disservizi e disagi per chi sarà costretto a curarsi, ma anche per gli stessi lavoratori che dovranno operare nel settore con sempre meno personale e mezzi a disposizione. Il taglio previsto dal nuovo governo porterà: chiusura di ospedali e pronto soccorso, con cronica carenza di posti letto (3,1 posti ogni mille abitanti, mentre la media negli altri paesi europei è di 5 posti letto ogni 1000 abitanti, oltre il 60% in più). Tempi di attesa infiniti: (in media, ma in molte Regioni è anche peggio) dai 56 giorni per una visita ortopedica fino ai 74 giorni per un eco-doppler o 96 giorni per una colonscopia e allo stesso tempo, tempi di attesa spariti per chi può ricorrere al privato, anche in convenzione.

Infatti, al taglio della spesa pubblica per la sanità corrisponde , per chi può permetterselo, un incremento della spesa per la sanità privata, che arriva alla cifra di 640 euro procapite.
Per sopperire alla carenza di medici, oss e infermieri, infatti, il Governo non è intenzionato ad assumere nuovo personale, ma solamente di ritardare l’uscita del personale anziano innalzando l’età pensionabile dei camici bianchi dai 70 ai 72 anni.

Curarsi nel nostro paese diventa, ogni giorno, sempre più un privilegio dei pochi che se lo potranno permettere e non un diritto di tutti come prevede l’articolo 32 della nostra Costituzione

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