IL POPOLO E’ SEMPRE PIÙ POVERO LE REGIONI SI AUMENTANO GLI STIPENDI La crisi finanziaria che ha investito il nostro Paese dalla pandemia fino al conflitto russo-ucraino ha reso il popolo italiano sempre più povero. Migliaia sono stati i licenziamenti dei lavoratori, le delocalizzazioni delle fabbriche favorite dai governi Conte, Draghi e Meloni e l’innalzamento del caro-vita ha messo sempre più in ginocchio tutto il Paese, a tutto questo va aggiunta anche la soppressione del reddito di cittadinanza senza un piano per la piena occupazione. I nostri governanti per far fronte a questa profonda crisi invece di pensare al benessere del proprio popolo, hanno deciso arbitrariamente di aumentarsi lo stipendio. Mentre gli stipendi non salgono per recuperare l’inflazione, i consiglieri regionali hanno messo i propri stipendi al riparo dell’inflazione votando aumenti dal 3 al 8%.In questa logica del Robin Hood alla rovescia, che toglie ai poveri per favorire i redditi alti, si colloca la ciliegina sulla torta dei politici che incuranti di tutto, dagli effetti della pandemia al carovita, votano da soli gli aumenti di cui solo loro beneficiano, sempre a valere su risorse pubbliche. Gli esempi si sprecano, dall’aumento di 900 euro lordi dei consiglieri della Sicilia, passando dal 3% in più dei consiglieri della Toscana per finire con il “sensibile” aumento del 12% dei consiglieri della Liguria. Ciò dimostra che centro destra e centro sinistra sono esattamente uguali, pensano solamente ai propri interessi a discapito del benessere del popolo che giorno dopo giorno diventa sempre più povero, soprattutto a causa delle scelte insensate portate avanti da TUTTI i partiti presenti in parlamento e che governano le regioni.


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IL POPOLO E’ SEMPRE PIÙ POVERO
LE REGIONI SI AUMENTANO GLI STIPENDI

La crisi finanziaria che ha investito il nostro Paese dalla pandemia fino al conflitto russo-ucraino ha reso il popolo italiano sempre più povero. Migliaia sono stati i licenziamenti dei lavoratori, le delocalizzazioni delle fabbriche favorite dai governi Conte, Draghi e Meloni e l’innalzamento del caro-vita ha messo sempre più in ginocchio tutto il Paese, a tutto questo va aggiunta anche la soppressione del reddito di cittadinanza senza un piano per la piena occupazione.
I nostri governanti per far fronte a questa profonda crisi invece di pensare al benessere del proprio popolo, hanno deciso arbitrariamente di aumentarsi lo stipendio.

Mentre gli stipendi non salgono per recuperare l’inflazione, i consiglieri regionali hanno messo i propri stipendi al riparo dell’inflazione votando aumenti dal 3 al 8%.In questa logica del Robin Hood alla rovescia, che toglie ai poveri per favorire i redditi alti, si colloca la ciliegina sulla torta dei politici che incuranti di tutto, dagli effetti della pandemia al carovita, votano da soli gli aumenti di cui solo loro beneficiano, sempre a valere su risorse pubbliche.

Gli esempi si sprecano, dall’aumento di 900 euro lordi dei consiglieri della Sicilia, passando dal 3% in più dei consiglieri della Toscana per finire con il “sensibile” aumento del 12% dei consiglieri della Liguria.
Ciò dimostra che centro destra e centro sinistra sono esattamente uguali, pensano solamente ai propri interessi a discapito del benessere del popolo che giorno dopo giorno diventa sempre più povero, soprattutto a causa delle scelte insensate portate avanti da TUTTI i partiti presenti in parlamento e che governano le regioni.

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LA GEORGIA COME L’UCRAINA Gli USA vogliono far diventare la Georgia un Ucraina 2.0, il meccanismo che stanno portando avanti è lo stesso che hanno usato dal 2014 in poi in Ucraina, lo ha dichiarato pubblicamente l’analista politico statunitense Scott Bennett: “Questa volta l’attore in Georgia è Todd Robinson, un politico statunitense, assistente del Segretario di Stato nominato dall’amministrazione Biden. La situazione odierna potrebbe trasformarsi in un’Ucraina 2.0” Gli Stati Uniti e la NATO hanno già iniziato le ingerenze in Georgia con manifestazioni create direttamente da loro per sollevare il legittimo governo con la scusa di voler far ritirare la legge sul registro degli agenti stranieri, dichiarata dagli stessi USA “incompatibile con i valori democratici”. Quello che però non viene detto è che sia i democraticissimi USA sia l’Australia hanno già una legge identica che “serve a proteggere i valori democratici” e a breve si aggiungerà alla lista anche il Canada e anche l’UE sta lavorando a una legge che costringerebbe ONG, società di consulenza e istituzioni accademiche a rivelare qualsiasi finanziamento non UE nell’ambito di un controllo più serrato sull’influenza straniera nel blocco. Come gli USA si sentono i padroni del mondo e vogliono che tutti facciano quello che loro dicono, ma non quello che loro fanno.


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LA GEORGIA COME L’UCRAINA

Gli USA vogliono far diventare la Georgia un Ucraina 2.0, il meccanismo che stanno portando avanti è lo stesso che hanno usato dal 2014 in poi in Ucraina, lo ha dichiarato pubblicamente l’analista politico statunitense Scott Bennett: “Questa volta l’attore in Georgia è Todd Robinson, un politico statunitense, assistente del Segretario di Stato nominato dall’amministrazione Biden. La situazione odierna potrebbe trasformarsi in un’Ucraina 2.0”

Gli Stati Uniti e la NATO hanno già iniziato le ingerenze in Georgia con manifestazioni create direttamente da loro per sollevare il legittimo governo con la scusa di voler far ritirare la legge sul registro degli agenti stranieri, dichiarata dagli stessi USA “incompatibile con i valori democratici”.
Quello che però non viene detto è che sia i democraticissimi USA sia l’Australia hanno già una legge identica che “serve a proteggere i valori democratici” e a breve si aggiungerà alla lista anche il Canada e anche l’UE sta lavorando a una legge che costringerebbe ONG, società di consulenza e istituzioni accademiche a rivelare qualsiasi finanziamento non UE nell’ambito di un controllo più serrato sull’influenza straniera nel blocco.

Come gli USA si sentono i padroni del mondo e vogliono che tutti facciano quello che loro dicono, ma non quello che loro fanno.

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PD: PROVE D’INCONTRO CON LA MELONI La nuova segretaria del PD avrebbe dovuto riportare a sinistra un PD che ormai è diventato da tempo un partito di centro destra, ma la realtà è ben diversa. Le politiche e le dichiarazioni della Schlein però sono quanto di più lontano si possa immaginare da quello che il suo elettorato si sarebbe aspettato, tra dichiarazioni pro guerra e pro invio di armi all’ucraina e da una visione ultra liberista, la nuova segretaria continuerà la linea che ha caratterizzato il PD dalla sua nascita fino ad ora, cioè di fedele servo delle banche, dell’Unione Europea, della NATO e dei grandi gruppi multinazionali. Il nuovo PD quindi è identico a quello precedente e su temi importanti come quello della guerra o quello dell’economia segue la stessa linea del governo con Fratelli d’Italia a capo, tutti e due preferiscono inviare soldi e armi all’Ucraina violando l’articolo 11 della nostra costituzione invece di impiegare quei soldi per risollevare le sorti del popolo italiano che ogni giorno continua a pagare le conseguenze di una crisi creata dai nostri governanti. Le politiche economiche e militari portate avanti dal governo Meloni sono perfettamente identiche a quelle che la Schlein porterebbe avanti nel suo PD, dimostrando per l’ennesima volta che sono due facce della stessa medaglia.


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PD: PROVE D’INCONTRO CON LA MELONI

La nuova segretaria del PD avrebbe dovuto riportare a sinistra un PD che ormai è diventato da tempo un partito di centro destra, ma la realtà è ben diversa.
Le politiche e le dichiarazioni della Schlein però sono quanto di più lontano si possa immaginare da quello che il suo elettorato si sarebbe aspettato, tra dichiarazioni pro guerra e pro invio di armi all’ucraina e da una visione ultra liberista, la nuova segretaria continuerà la linea che ha caratterizzato il PD dalla sua nascita fino ad ora, cioè di fedele servo delle banche, dell’Unione Europea, della NATO e dei grandi gruppi multinazionali.

Il nuovo PD quindi è identico a quello precedente e su temi importanti come quello della guerra o quello dell’economia segue la stessa linea del governo con Fratelli d’Italia a capo, tutti e due preferiscono inviare soldi e armi all’Ucraina violando l’articolo 11 della nostra costituzione invece di impiegare quei soldi per risollevare le sorti del popolo italiano che ogni giorno continua a pagare le conseguenze di una crisi creata dai nostri governanti.

Le politiche economiche e militari portate avanti dal governo Meloni sono perfettamente identiche a quelle che la Schlein porterebbe avanti nel suo PD, dimostrando per l’ennesima volta che sono due facce della stessa medaglia.

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Il 14 Marzo del 1883, muore Karl Heinrich Marx. Nel 1848, pubblicò insieme a Friedrich Engels, il MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA, atto che, insieme al supporto dato ai moti del 48, gli costo l’esilio dalla Francia. Si trasferì dunque a Londra, dove proseguendo gli studi, arrivo ad elaborare e pubblicare nel 1867, il primo volume de IL CAPITALE. Fondamentale testo socio-scientifico dell’800, perno su cui si realizzò nel secolo dopo, la più importante rivoluzione della Storia moderna: la RIVOLUZIONE D’OTTOBRE. Ieri, oggi e domani, TUTTO ciò che ci circonda è interessato al conflitto di classe, tra chi sfrutta e chi viene sfruttato. Questo fu, ed è il Comunismo : rovesciare un sistema basato sul profitto di pochi, e liberare dalle catene dell’oppressione le masse popolari, la storia, la scienza, l’arte, e la cultura dalla morsa dei potenti e degli sfruttatori.


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Il 14 Marzo del 1883, muore Karl Heinrich Marx.
Nel 1848, pubblicò insieme a Friedrich Engels, il MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA, atto che, insieme al supporto dato ai moti del 48, gli costo l’esilio dalla Francia. Si trasferì dunque a Londra, dove proseguendo gli studi, arrivo ad elaborare e pubblicare nel 1867, il primo volume de IL CAPITALE.
Fondamentale testo socio-scientifico dell’800, perno su cui si realizzò nel secolo dopo, la più importante rivoluzione della Storia moderna: la RIVOLUZIONE D’OTTOBRE.
Ieri, oggi e domani, TUTTO ciò che ci circonda è interessato al conflitto di classe, tra chi sfrutta e chi viene sfruttato.
Questo fu, ed è il Comunismo : rovesciare un sistema basato sul profitto di pochi, e liberare dalle catene dell’oppressione le masse popolari, la storia, la scienza, l’arte, e la cultura dalla morsa dei potenti e degli sfruttatori.

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IN FRANCIA I SINDACATI PROTESTANO. DA NOI DIALOGANO CON LA MELONI In Francia i sindacati smuovono centinaia di migliaia di persone manifestando contro il governo che vuole innalzare di due anni l’età pensionabile, in Italia invece la CGIL è legata a doppio filo al governo, pronta a tradire sempre i lavoratori non lottando mai per i loro diritti. La CGIL e il suo segretario Landini, hanno accettato tutte le richieste che il governo precedente guidato da Mario Draghi ha fatto, dall’adozione del green pass, ai continui tagli alla sicurezza e finendo con l’assordante silenzio sulle delocalizzazioni e licenziamenti che hanno invaso il nostro il nostro paese negli ultimi anni. Adesso per suggellare l’eterna alleanza tra i sindacati confederali e il governo di turno, la Meloni è stata invitata ufficialmente da Landini a parlare al congresso nazionale della CGIL il 17 marzo, “Il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil lo considero positivo, – ha commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini. La CGIL ha abbandonato completamente il suo ruolo di difensore dei lavoratori per andare a fare da lacchè al governo di turno. Negli altri paesi, come la Francia, invece ancora lottano per tutelare e dare una dignità ai lavoratori.


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IN FRANCIA I SINDACATI PROTESTANO.
DA NOI DIALOGANO CON LA MELONI

In Francia i sindacati smuovono centinaia di migliaia di persone manifestando contro il governo che vuole innalzare di due anni l’età pensionabile, in Italia invece la CGIL è legata a doppio filo al governo, pronta a tradire sempre i lavoratori non lottando mai per i loro diritti.

La CGIL e il suo segretario Landini, hanno accettato tutte le richieste che il governo precedente guidato da Mario Draghi ha fatto, dall’adozione del green pass, ai continui tagli alla sicurezza e finendo con l’assordante silenzio sulle delocalizzazioni e licenziamenti che hanno invaso il nostro il nostro paese negli ultimi anni.
Adesso per suggellare l’eterna alleanza tra i sindacati confederali e il governo di turno, la Meloni è stata invitata ufficialmente da Landini a parlare al congresso nazionale della CGIL il 17 marzo, “Il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil lo considero positivo, – ha commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini.

La CGIL ha abbandonato completamente il suo ruolo di difensore dei lavoratori per andare a fare da lacchè al governo di turno. Negli altri paesi, come la Francia, invece ancora lottano per tutelare e dare una dignità ai lavoratori.

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PREPARIAMOCI AL PEGGIO L’OCCIDENTE COLA A PICCO Una delle più grandi banche statunitensi nel settore Hi-Tech, la Silicon Valley Bank (SVB), è fallita creando un effetto a catena che ha portato tutte le borse occidentali a chiudere in negativo. Il crollo della SVB è il più grande fallimento nella storia finanziaria del paese dopo quello di Washington Mutual nel 2008 e segna la fine di una banca che solo un anno e mezzo fa aveva una valutazione di oltre 44 miliardi di dollari. Il fallimento della banca statunitense ha causato timori di contagio in Europa, con le Borse del Vecchio Continente che hanno registrato un venerdì nero. Francoforte ha lasciato sul terreno a fine giornata l’1,31% e Parigi l’1,3%, la peggiore però è stata Londra, che ha perso -1,67%. E l’indice bancario europeo che è sceso di oltre il 4%, nel suo più grande calo giornaliero dall’inizio di giugno. La paura è proprio quella di un possibile effetto contagio, con forti perdite per altri istituti bancari e una corsa agli sportelli che potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione le banche. A differenza di quanto propagandano i nostri media, non è né la Russia né tantomeno la Cina ad essere in una profonda crisi finanziaria, ma il nostro occidente, infatti l’economia della Repubblica Popolare Cinese è in forte crescita (5% del PIL e 2% di inflazione) e la Russia continua ad intessere rapporti economici con tutto il mondo non allineato alla NATO e agli USA. L’occidente sta crollando ma continuano a dirci che va tutto bene.


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PREPARIAMOCI AL PEGGIO
L’OCCIDENTE COLA A PICCO

Una delle più grandi banche statunitensi nel settore Hi-Tech, la Silicon Valley Bank (SVB), è fallita creando un effetto a catena che ha portato tutte le borse occidentali a chiudere in negativo.

Il crollo della SVB è il più grande fallimento nella storia finanziaria del paese dopo quello di Washington Mutual nel 2008 e segna la fine di una banca che solo un anno e mezzo fa aveva una valutazione di oltre 44 miliardi di dollari.
Il fallimento della banca statunitense ha causato timori di contagio in Europa, con le Borse del Vecchio Continente che hanno registrato un venerdì nero. Francoforte ha lasciato sul terreno a fine giornata l’1,31% e Parigi l’1,3%, la peggiore però è stata Londra, che ha perso -1,67%. E l’indice bancario europeo che è sceso di oltre il 4%, nel suo più grande calo giornaliero dall’inizio di giugno.
La paura è proprio quella di un possibile effetto contagio, con forti perdite per altri istituti bancari e una corsa agli sportelli che potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione le banche.

A differenza di quanto propagandano i nostri media, non è né la Russia né tantomeno la Cina ad essere in una profonda crisi finanziaria, ma il nostro occidente, infatti l’economia della Repubblica Popolare Cinese è in forte crescita (5% del PIL e 2% di inflazione) e la Russia continua ad intessere rapporti economici con tutto il mondo non allineato alla NATO e agli USA.

L’occidente sta crollando ma continuano a dirci che va tutto bene.

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I POVERI RALLENTANO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA Le parole del governatore di BankItalia sono inequivocabili: “Aiutare chi è stato colpito dalla crisi rallenta il perseguimento dell’obiettivo della transizione energetica.” Se, da un lato, aumentano i costi di produzione delle imprese e si riduce il potere d’acquisto delle famiglie, dall’altro gli interventi per chi è maggiormente colpito rischiano di rallentare il perseguimento dell’obiettivo di una rapida transizione verso le energie rinnovabili. Allo stesso tempo, le crescenti tensioni internazionali rischiano di riproporre nuove divisioni del mondo in blocchi contrapposti. Ciò danneggerebbe seriamente la nostra capacità di affrontare i grandi problemi globali, dal cambiamento climatico agli squilibri demografici, dalla povertà estrema alle pandemie. Per farvi fronte con successo, e per contenere le difficoltà connesse sul piano sociale ed economico con la transizione digitale come con quella energetica, non si può che mirare a tenere alto e costruttivo lo scambio di idee e conoscenze. Bisogna quindi operare perché resti equilibrata ed intensa la cooperazione tra i Paesi. Le parole del comunicato alla XIV Conferenza MAECI con la presenza del ministro Tajani dimostra quanto ai nostri governanti non interessi la sorte del proprio popolo, ma solamente i loro affari e i loro guadagni, salvaguardando sempre i privilegi di grandi gruppi multinazionali, dei gruppi finanziari e delle banche. La crisi e le scelte insensate che i nostri governi hanno continuato ad adottare le devono sempre pagare le famiglie, i lavoratori e chi vive del proprio lavoro.


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I POVERI RALLENTANO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Le parole del governatore di BankItalia sono inequivocabili: “Aiutare chi è stato colpito dalla crisi rallenta il perseguimento dell’obiettivo della transizione energetica.”

Se, da un lato, aumentano i costi di produzione delle imprese e si riduce il potere d’acquisto delle famiglie, dall’altro gli interventi per chi è maggiormente colpito rischiano di rallentare il perseguimento dell’obiettivo di una rapida transizione verso le energie rinnovabili.
Allo stesso tempo, le crescenti tensioni internazionali rischiano di riproporre nuove divisioni del mondo in blocchi contrapposti. Ciò danneggerebbe seriamente la nostra capacità di affrontare i grandi problemi globali, dal cambiamento climatico agli squilibri demografici, dalla povertà estrema alle pandemie. Per farvi fronte con successo, e per contenere le difficoltà connesse sul piano sociale ed economico con la transizione digitale come con quella energetica, non si può che mirare a tenere alto e costruttivo lo scambio di idee e conoscenze. Bisogna quindi operare perché resti equilibrata ed intensa la cooperazione tra i Paesi.

Le parole del comunicato alla XIV Conferenza MAECI con la presenza del ministro Tajani dimostra quanto ai nostri governanti non interessi la sorte del proprio popolo, ma solamente i loro affari e i loro guadagni, salvaguardando sempre i privilegi di grandi gruppi multinazionali, dei gruppi finanziari e delle banche.
La crisi e le scelte insensate che i nostri governi hanno continuato ad adottare le devono sempre pagare le famiglie, i lavoratori e chi vive del proprio lavoro.

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#NAPOLI sede de “La Città del Sole”, Vico Giuseppe Maffei 4 (alla fine di Via San Gregorio Armeno) DOMENICA 12 MARZO ore 17 RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE I #comunisti e la fase attuale: Interverrà SALVATORE CATELLO Vice Segretario Generale Partito Comunista


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#NAPOLI sede de “La Città del Sole”, Vico Giuseppe Maffei 4 (alla fine di Via San Gregorio Armeno)
DOMENICA 12 MARZO ore 17
RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE
I #comunisti e la fase attuale:
Interverrà
SALVATORE CATELLO Vice Segretario Generale Partito Comunista

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Gioia del Colle (#BARI) Sala De Deo, Via Gioacchino Rossini DOMENICA 12 MARZO ore 10.30 RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE I #comunisti e la fase attuale: Interverrà MARCO RIZZO Presidente Onorario Partito Comunista


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Gioia del Colle (#BARI) Sala De Deo, Via Gioacchino Rossini
DOMENICA 12 MARZO ore 10.30
RAFFORZARE – UNIRE – ALLARGARE
I #comunisti e la fase attuale:
Interverrà
MARCO RIZZO Presidente Onorario Partito Comunista

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“SE NON LAVORI, LA COLPA È TUA” La litania dei padroni è sempre la stessa: in Italia il lavoro c’è, anzi ci sono migliaia di posti vacanti e le aziende faticano a trovare lavoratori. La crisi cronica di sovrapproduzione del capitalismo, la pandemia e oggi l’incremento dei costi dovuti alla speculazione, partita prima della guerra scatenata dalla NATO in Europa, vengono completamente taciute dall’informazione di regime. A parte la ridefinizione di “disoccupato” – che oggi oscura la reale situazione di sottoccupati e di lavoratori poveri, ossia che comunque non guadagnano abbastanza per mantenersi – i numeri dicono tutt’altro. Nel terzo trimestre del 2022 in Italia ci sono quasi 2 milioni di disoccupati che cercano “attivamente” il lavoro, con un tasso di disoccupazione del 7,8%. Di questi, oltre un milione diplomati o laureati. L’emorragia di questi verso altri paesi è costante. Dati ISTAT. Si lamenta che in Italia ci sono meno di 500 mila posti vacanti. Qualunque osservatore onesto intellettualmente attribuirebbe questa situazione a una scarsa offerta di lavoro, non solo quantitativa ma anche qualitativa. Si parla di almeno 100 mila posti vacanti nell’agricoltura, in maggior parte stagionali. Vuoti notevoli anche nei servizi, in particolare alla persona: badanti e collaboratrici domestiche. Posti di bassissimo livello, pagati una miseria, che i lavoratori italiani non possono andare ad occupare perché regolarmente retribuiti meno di quanto serve per campare. La risposta a questo è: primo eliminare quel poco di argine che – per quanto maldestramente – costituiva il reddito di cittadinanza, secondo aprire i flussi migratori quel tanto che basta per distruggere ulteriormente ciò che chiamano “mercato del lavoro”, ma che è un mercato di schiavi. La doverosa accoglienza ai profughi che scappano dalle guerre e dal saccheggio, che l’Occidente ha perpetrato in giro per il mondo, la fanno pagare ai lavoratori europei e italiani in particolare, che – unici in Europa – hanno visto nell’ultimo decennio diminuire i propri salari, mentre i padroni si ingrassano con le disgrazie degli uni e degli altri.


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“SE NON LAVORI, LA COLPA È TUA”

La litania dei padroni è sempre la stessa: in Italia il lavoro c’è, anzi ci sono migliaia di posti vacanti e le aziende faticano a trovare lavoratori.

La crisi cronica di sovrapproduzione del capitalismo, la pandemia e oggi l’incremento dei costi dovuti alla speculazione, partita prima della guerra scatenata dalla NATO in Europa, vengono completamente taciute dall’informazione di regime.
A parte la ridefinizione di “disoccupato” – che oggi oscura la reale situazione di sottoccupati e di lavoratori poveri, ossia che comunque non guadagnano abbastanza per mantenersi – i numeri dicono tutt’altro.
Nel terzo trimestre del 2022 in Italia ci sono quasi 2 milioni di disoccupati che cercano “attivamente” il lavoro, con un tasso di disoccupazione del 7,8%. Di questi, oltre un milione diplomati o laureati. L’emorragia di questi verso altri paesi è costante. Dati ISTAT.
Si lamenta che in Italia ci sono meno di 500 mila posti vacanti.
Qualunque osservatore onesto intellettualmente attribuirebbe questa situazione a una scarsa offerta di lavoro, non solo quantitativa ma anche qualitativa.
Si parla di almeno 100 mila posti vacanti nell’agricoltura, in maggior parte stagionali. Vuoti notevoli anche nei servizi, in particolare alla persona: badanti e collaboratrici domestiche.
Posti di bassissimo livello, pagati una miseria, che i lavoratori italiani non possono andare ad occupare perché regolarmente retribuiti meno di quanto serve per campare.
La risposta a questo è: primo eliminare quel poco di argine che – per quanto maldestramente – costituiva il reddito di cittadinanza, secondo aprire i flussi migratori quel tanto che basta per distruggere ulteriormente ciò che chiamano “mercato del lavoro”, ma che è un mercato di schiavi.
La doverosa accoglienza ai profughi che scappano dalle guerre e dal saccheggio, che l’Occidente ha perpetrato in giro per il mondo, la fanno pagare ai lavoratori europei e italiani in particolare, che – unici in Europa – hanno visto nell’ultimo decennio diminuire i propri salari, mentre i padroni si ingrassano con le disgrazie degli uni e degli altri.

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