«Sulla vicenda delle foibe ormai è impossibile esprimere in Italia un giudizio legato alla verità storica e alla contestualizzazione degli eventi. Chiunque affermi il vero, e cioè che quello che è avvenuto non puo’ definirsi genocidio, nè pulizia etnica, e soprattutto che le vittime non erano nell’ordine nè delle centinaia di migliaia nè dei milioni come arrivano ad affermare settori di destra, viene tacciato di negazionismo. Sbaglia l’ANPI a dissociarsi da serie iniziative di storici che mirano a contrastare con il rigore della ricerca questo mare di propaganda» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Sulle vicende del confine orientale è stata costruita una narrazione che ha stravolto la realtà, che non fa i conti con le responsabilità dell’Italia fascista, alimenta il mito del “buon italiano”, utile alla propaganda nazionalista anche per l’oggi. Una cosa sono episodi di giustizia sommaria e rappresaglie, per quanto brutali, pero assai comuni durante la guerra, e nella maggior parte in risposta ai crimini perpetrati dalla colonizzazione fascista. Altro è quello che la propaganda revisionista afferma oggi a reti unificate. La costruzione della memoria collettiva è demandata a sceneggiati privi di reale riscontro storico come quello che andrà in onda sulla Rai questa sera. Si parla di ricerca della “memoria condivisa” ma in realtà si nobilita la falsificazione. La sinistra che ha appoggiato questa tendenza, è corresponsabile tanto quanto la destra, anzi forse di più. Al contrario – conclude Rizzo – difendere la verità storica significa evitare che narrazioni tossiche influenzino il senso comune, costruendo il terreno per nuove campagne belliciste che si profilano all’orizzonte e che nulla hanno a che fare con l’interesse dei popoli, a partire da quello italiano».
Ai lavoratori non servono giravolte, ma coerenza e impegno per la ricostruzione comunista
Ancora una volta le tornate elettorali dettano l’agenda politica della sinistra, anche nelle sue organizzazioni più radicali, piegando qualsiasi prospettiva strategica all’utilità immediata del risultato contingente, e anche dell’autoconservazione dei suoi gruppi dirigenti. Quando un anno fa il Partito Comunista decise di presentare il proprio simbolo alle elezioni politiche e quindi di non partecipare a coalizioni elettorali unitarie di sinistra, attirò su di sé molte critiche. È bastato meno di un anno per dimostrare le ragioni della nostra scelta.
In ogni prospettiva di aggregazione a sinistra manca sistematicamente qualsiasi chiarezza sulla differenza tra l’alternativa al PD – condizione necessaria ma non sufficiente – e la costruzione di una soggettività politica che esprima il rifiuto del sistema capitalistico e che lotti per far avanzare la prospettiva di un’alternativa alla società capitalistica. In nome di questa ambiguità si può rifiutare l’accordo con il PD, ma allo stesso tempo sostenerlo con settori altrettanto responsabili della condizione dei lavoratori e delle masse popolari: partiti e personaggi impegnati nelle amministrazioni locali, nei governi regionali, imbevuti della retorica della democrazia borghese, della legalità borghese, di una visione riformista, assolutamente compatibile con le dinamiche di salvaguardia del capitalismo. L’ambiguità si scioglie, l’alternativa diventa solo elettorale – magari persino temporanea, in attesa di sviluppi interni al PD – ma assolutamente priva di qualsiasi prospettiva strategica che ponga una reale differenza con le forze che comunque stanno “dentro” al sistema borghese ed alle sue logiche. Una parte rilevante delle forze più sane della società: lavoratori, settori di sindacato conflittuali, giovani, studenti, protagonisti delle lotte sociali vengono così imbrigliati, loro malgrado, all’interno dei meccanismi di bassa politica della società borghese.
Per questa ragione si cercano formule di compromesso buone per tutte le stagioni che esprimano un’apparente radicalità senza dire nulla. Una di queste è l’idea della “rottura dell’Unione Europea dei trattati” che in concreto non significa assolutamente nulla, e che a ben vedere, non è altro che l’ennesima declinazione della visione riformista Sinistra Europea, con parole apparentemente più radicali. Dopo l’Arcobaleno, la Rivoluzione Civile, l’Altra Europa e Pap, saremmo ora di fronte ad un nuovo simbolo, per la quinta volta. A una leadership affidata, per la terza volta a un ex-magistrato, da Ingroia a Grasso, e oggi a De Magistris. No, grazie. Lo diciamo con rispetto per chi fa questa scelta, a nostro avviso, sbagliando.
Da comunisti riaffermiamo, ancora una volta, che la nostra prospettiva strategica è la costruzione di un forte, radicato, coerente Partito Comunista, che sia percepito come serio e affidabile da parte dei lavoratori e delle classi popolari del nostro Paese. È un processo che richiede tempo e non conosce scorciatoie. Esige un percorso sicuramente lungo, necessariamente chiaro e coerente. Non ha bisogno di continue giravolte, cambi di linee strategiche, simboli, figure di riferimento, situazioni che producono disorientamento, evitando sistematicamente la sedimentazione di qualsiasi ipotesi organizzativa. L’elettorato della sinistra “alternativa al PD” in dieci anni ha visto solo sconfitte, non tanto elettorali, quanto strategiche. Oggi un’altra ancora, che non fermerà di un millimetro il progressivo scivolamento in senso reazionario della società italiana.
Guardiamo alle elezioni europee, come abbiamo sempre fatto, con la consapevolezza che le elezioni servono a costruire e rafforzare il Partito e non viceversa. Siamo consapevoli che l’ostacolo della raccolta di 150.000 firme in tutto il Paese è enorme, ma non per questa ragione ci accodiamo a percorsi elettorali che sono antitetici rispetto alla nostra prospettiva. Il Partito lavorerà con le proprie forze, con tutti i sinceri comunisti che vorranno sostenere insieme a noi questo sforzo. Abbiamo sempre ricercato l’unità comunista ma attribuendo a questa espressione una prospettiva strategica e non istituzionale ed elettorale. Affermiamo nuovamente che la nostra porta è aperta, ma con altrettanta chiarezza diciamo che non siamo disponibili a discutere di unità comunista con quei dirigenti che, dopo essere stati rifiutati da chi ha preferito altre alleanze, si riscoprono improvvisamente fautori dell’unità dei comunisti sotto elezioni. Servono scelte strategiche non vecchie logiche.
Siamo consapevoli della difficile condizione della società italiana, del contesto internazionale, di quanto sta accadendo nel nostro continente e nel mondo. Ma siamo altrettanto consapevoli degli errori commessi nel passato dalla sinistra, e anche dai comunisti. Non sarà rinunciando alla costruzione dell’unico progetto in grado di lottare per una società alternativa al capitalismo che miglioreremo questa situazione. Abbiamo il dovere di evitare che nuovi errori strategici possano intaccare anche quel poco – certamente ancora insufficiente – che fino ad oggi siamo riusciti a ricostruire in termini di militanza, consenso, interesse attivo specie tra le nuove generazioni. Perché questo è l’embrione della nuova società che dobbiamo far nascere. Sarebbe un errore imperdonabile sacrificarlo in nome della pressione del momento, o peggio ancora di calcoli meramente elettorali. Sappiamo che una linea coerente può apparire rigida, ma nel tempo è l’unica che paga
Abbiamo un Partito e una Gioventù che crescono nel Paese, lavoreremo coerentemente per rafforzarli. Per questo rivolgiamo un appello a quanti saranno delusi dalle ennesime giravolte e esperienze fallimentari, ai lavoratori, ai giovani: abbandonate le illusioni, unitevi a chi con determinazione e coerenza vuole costruire in questo Paese un forte Partito Comunista, unico strumento in grado di condurre i lavoratori e le classi popolari alla loro liberazione, all’abbattimento dell’oppressione capitalistica alla costruzione di una società socialista. Negli anni futuri, quali siano le condizioni di questo Paese e del mondo il Partito Comunista ci sarà, noi ci saremo e saremo più forti. Con il nostro simbolo, con le nostre bandiere, con le nostre idee. Ne è la riprova una forte e combattiva gioventù, che testimonia più di ogni altro fattore le solide basi su cui poggia la ricostruzione comunista in Italia. Chi oggi potrebbe dire altrettanto?
RIZZO(PC): «UE VUOLE GOLPE IMPERIALISTA IN VENEZUELA. SOLO MADURO HA LEGITTIMAZIONE POPOLARE»
Le elezioni in Venezuela si sono tenute il 20 maggio 2018. Le ha vinte Maduro con oltre il 67% dei voti, una legittimazione popolare superiore a quella della stragrande maggioranza dei governi europei. L’Unione Europea e gli Stati Uniti non hanno alcun diritto di imporre nuove elezioni, minacciando interventi in caso contrario. Vogliono il golpe in Venezuela per imporre un governo fantoccio al servizio dei loro interessi imperialisti a partire dal controllo del petrolio. Il governo italiano non si allinei a questa posizione.
RIZZO (PC): «SOLIDALI CON MADURO. GOVERNO ITALIANO NON RICONOSCA I GOLPISTI»
«Esprimo a nome del Partito Comunista la piena solidarietà al presidente Maduro contro il tentativo di golpe appoggiato apertamente dagli USA. Una criminale ingerenza imperialista, il cui scopo è sovvertire un governo che ha l’appoggio dei lavoratori e delle classi popolari venezuelane» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Ci auguriamo che l’Italia non ceda alle pressioni di Trump e che il governo non dia alcun riconoscimento e legittimazione al golpista Guaidò. I comunisti – conclude Rizzo – sono pronti alla mobilitazione in difesa del diritto del popolo venezuelano alla propria autodeterminazione contro ogni ingerenza imperialista»
VENEZUELA. CRIMINALE SOSTEGNO USA A GOLPE, SOSTENIAMO PRESIDENTE MADURO
RIZZO (PC): «ACCUSE ALLA FRANCIA VERE, MA PAROLE DI DI MAIO COLPEVOLMENTE PARZIALI»
«Da comunisti abbiamo sempre denunciato le politiche imperialiste e neocolonialiste dei paesi europei, Francia in testa, additandole come prime responsabili del terribile esodo migratorio. Solo il PD può pensare ancora una volta di difendere l’indifendibile, facendo blocco con la Commissione europea» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Quanto detto da Di Maio è innegabile, però le sue dichiarazioni sono colpevolmente parziali, e omettono di andare alla radice della questione. La critica alla Francia è giusta e sacrosanta, ma lo stesso deve essere fatto della politica imperialista statunitense, e anche di quella italiana. Anche il nostro paese è colpevole, quando difende gli interessi dell’Eni e delle grandi società italiane che spesso si sono macchiate delle peggiori nefandezze in Africa. Se non si fa questo, il rischio è di fare semplice nazionalismo, finendo per farsi portabandiera degli interessi di una parte dei monopoli nella spartizione africana. Le cause dell’immigrazione – conclude Rizzo – sono da ricercarsi nel sistema capitalistico, che ogni giorno impone la rapina delle risorse dei popoli e della ricchezza prodotta dai lavoratori per consegnarla nelle mani di un pugno di persone ricchissime. L’imperialismo è il vero responsabile della crisi dell’immigrazione. Bisogna rovesciare un sistema dove pochi supermiliardari hanno la stessa ricchezza di 3,8 miliardi di persone ridotte alla fame, non è sufficiente criticare un solo Paese. E questo i cinque stelle hanno dimostrato definitivamente con i fatti di non volerlo fare».
RIZZO (PC): «REDDITO DI CITTADINANZA E’ SOLO UN SUSSIDIO CHE PROVOCHERA’ EMIGRAZIONE E SFRUTTAMENTO. QUOTA 100 NON ELIMINA LA FORNERO».
«I cinque stelle riescono nel capolavoro di spacciare per provvedimenti a favore delle classi popolari l’istituzionalizzazione del loro sfruttamento con il reddito di cittadinanza e il sostanziale mantenimento della Legge Fornero. In realtà hanno tradito ogni impegno preso in campagna elettorale». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, a commento del decreto varato dal Cdm. «Dopo un anno, chi riceve il reddito è obbligato ad accettare qualsiasi offerta di lavoro in ogni parte d’Italia, pena la revoca del reddito. Non ci vuole molto a capire che si utilizzerà un esercito di disoccupati per costringerli a accettare lavori a condizioni sempre peggiori. Questo reddito è un sussidio allo sfruttamento e all’emigrazione, un sistema istituzionalizzato per favorire la competizione al ribasso sui salari e sui diritti dei lavoratori. Pagano i lavoratori, vincono anche questa volta le grandi imprese che incasseranno il reddito al posto dei disoccupati una volta assunti. Quanto alle pensioni – continua Rizzo – il governo Cinque Stelle – Lega, non ha abolito la Fornero ma ha solo previsto le condizioni per un anticipo con una forte riduzione della pensione percepita. Nulla di nuovo, la Fornero non viene cancellata. Avevano promesso fino a 20 miliardi e ne hanno stanziati 4,7. In sostanza – conclude Rizzo – questo governo sta ingannando i lavoratori, i disoccupati e pensionati, proseguendo con le stesse politiche delle precedenti maggioranze, come dimostrato dalla trattativa con l’Unione Europea».
BANCA CARIGE. RIZZO (PC): « CINQUE STELLE ASSERVITI ALLA FINANZA COME IL PD».
«Il governo Cinque Stelle -Lega, si prepara a varare l’ennesimo esborso di soldi pubblici in favore delle banche, questa volta per evitare il fallimento di Banca Carige. L’ennesima socializzazione delle perdite a costo della collettività per salvare i profitti privati della finanza italiana. In poche parole la stessa politica portata avanti dai governi precedenti per MPS e Banca Etruria». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Solo un anno fa -rincara la dose Rizzo – il Movimento Cinque Stelle denunciava la spesa di oltre sessanta miliardi per il salvataggio delle banche. Oggi propone un’ennesima operazione di rifinanziamento, tradendo i propri impegni con gli italiani. Altro che governo del popolo. Chi accetta le regole del sistema capitalistico finisce sempre per fare la ruota di scorta degli interessi della finanza. Cambia il colore dei governi ma non la sostanza dei provvedimenti».
Messaggio per il 60° anniversario della Rivoluzione Cubana
All’attenzione dei compagni:
Raúl Castro Ruz
Primo Segretario
del Partito Comunista di Cuba
Miguel Díaz-Canel Bermúdez
Presidente del Consiglio di Stato
e del Consiglio dei Ministri
della Repubblica di Cuba
José Carlos Rodríguez Ruiz
Ambasciatore della Repubblica di Cuba
presso la Repubblica Italiana
Mauricio Martínez Duque,
Primo Segretario Politico
dell’Ambasciata di Cuba in Italia
Cari compagni,
a nome del Comitato Centrale e di tutti i militanti del Partito Comunista vi porgo i miei più sinceri e rivoluzionari auguri per il sessantesimo anniversario della vittoria della vostra Rivoluzione, riaffermando la piena solidarietà alla causa di Cuba Socialista.
In questi anni la resistenza cubana è stata per i comunisti di tutto il mondo fonte di orgoglio e elemento insostituibile di rafforzamento delle lotte. È stata la dimostrazione materiale della possibilità del socialismo, anche nelle condizioni più dure e difficili, di costruire un sistema sociale che assicura i diritti fondamentali dei lavoratori e delle classi popolari. La resistenza cubana agli eventi controrivoluzionari avvenuti in URSS e nei paesi del blocco socialista dell’Europa orientale ha contribuito a mantenere aperta la via per il socialismo e costituito un baluardo insostituibile nella lotta antimperialista, nel continente lationamericano e in tutto il mondo.
Compagni, la situazione dei paesi dell’Unione Europea e dell’Italia in modo particolare, sembra volgere verso una forte involuzione reazionaria, che si respira anche nel vostro continente. La crisi del sistema capitalistico ha acuito le disuguaglianze, concentrando le ricchezze nelle mani di pochi grandi gruppi monopolistici, e cancellando sistematicamente le conquiste del movimento operaio e delle lotte sociali del secolo scorso. Oggi che il capitalismo mostra la sua faccia più criminale, la forza delle organizzazioni comuniste è ancora troppo debole. Siamo convinti che la prima forma di solidarietà con Cuba sia il rafforzamento della lotta nel nostro Paese e nel continente europeo, per la comune causa del socialismo e della lotta all’imperialismo.
L’ondata reazionaria si volge anche contro Cuba e le esperienze progressiste dell’America Latina, come dimostra la vittoria di Trump negli USA e di Bolsonaro in Brasile. Il Partito Comunista, in questo momento complesso, riafferma la propria volontà di lottare al fianco di Cuba per la fine del criminale bloqueo imposto dagli USA, e per contrastare ogni forma di ingerenza, anche pacifica e sotto altre forme, che l’imperialismo può utilizzare per perseguire l’obiettivo del rovesciamento del sistema socialista a Cuba.
Crediamo che il rafforzamento delle relazioni tra i comunisti di tutto il mondo sia elemento necessario in questa fase e per questo ci impegniamo a rafforzare la nostra cooperazione con il Vs. Partito e con l’Ambasciata cubana in Italia.
Siamo e saremo sempre al fianco di Cuba socialista, convinti che il socialismo sia il futuro dell’umanità, che solo il socialismo possa mettere fine alla barbarie a cui assistiamo quotidianamente, all’ineguale sviluppo delle nazioni del mondo, alla diseguaglianza e all’oppressione delle classi popolari. Le recenti dichiarazioni sul carattere irreversibile del socialismo a Cuba hanno chiarito ancora una volta la fermezza, la solidità e continuità tra le generazioni degli ideali della Rivoluzione Cubana.
Sappiate che in Italia potrete sempre contare su sinceri compagni di lotta, che non vi lasceranno soli e che sosterranno sempre gli ideali rivoluzionari del socialismo, fino alla vittoria definitiva.
Roma, 14 gennaio 2019
f.to Marco Rizzo
Segretario generale del Partito Comunista
LIBERTÀ PER IL PARTITO COMUNISTA IN POLONIA. (dichiarazione di Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista in Italia).
Il governo della Polonia, “euroscettico”, ma che gode della appoggio della UE, della Nato e degli Usa, sta praticando una drastica riduzione dei diritti e delle garanzie in ogni settore della società. Ma, in primo luogo nei confronti del Partito Comunista Polacco, sta armando una vera e propria persecuzione con l’obiettivo finale di arrivare alla dichiarazione di illegalità, come esito del processo che si tiene oggi 7 Dicembre 2018. Qualcuno giustamente si può chiedere come mai proprio un partito comunista di non grandi dimensioni come quello polacco possa dare così fastidio da esser messo fuorilegge? In una Europa dove si sta estendendo la grande miseria che le riforme della globalizzazione capitalistica hanno determinato, i gruppi dominanti sanno che la crisi non sarà risolta dal sovranismo populista e quindi avvertono il rischio, per loro esiziale, di chi potrebbe davvero proporre l’unica soluzione sistemica di cambiamento: i comunisti. Questo il motivo della “caccia” ai comunisti. Oggi in Polonia, domani altrove. Ai dirigenti e ai militanti comunisti polacchi manifestiamo la nostra concreta solidarietà militante in questa lotta che estendiamo nella nostra coerente e quotidiana opposizione alla UE, alla Nato e alla globalizzazione capitalistica.
Appello del 20° Incontro internazionale dei partiti comunisti e operai
Il 20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai (IMCWP) si è svolto dal 23 al 25 novembre 2018 ad Atene, ospitato dal KKE, che celebra i suoi 100 anni di storia.
All’incontro, dal titolo “La classe lavoratrice contemporanea e le sue alleanze. I compiti dell’avanguardia politica – i partiti comunisti e operai – nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo“, hanno partecipato 90 partiti comunisti e operai di 73 paesi, rappresentativi di tutti i continenti.
I delegati dei partiti hanno esaminato gli sviluppi a livello internazionale, regionale e nazionale, hanno scambiato opinioni sull’esperienza acquisita dalla lotta dei partiti comunisti e operai nei rispettivi paesi, le azioni comuni e convergenti sviluppate nel periodo precedente, le lotte di classe nei loro paesi per promuovere l’alleanza della classe operaia con altri strati popolari e antimonopolistici. Hanno discusso sui compiti per il rafforzamento della lotta dei comunisti, lo sviluppo delle lotte della classe operaia e degli altri strati popolari per i diritti dei lavoratori, dei popoli, della gioventù, in conflitto con i monopoli, il potere del capitale, lo sfruttamento e l’oppressione capitalista.
I contributi dei partiti comunisti e operai hanno messo in evidenza la natura sfruttatrice, predatoria e disumana del capitalismo. È stato osservato che sul terreno della crisi e dello sviluppo capitalistico si acuiscono in tutti gli aspetti le contraddizioni e la competizione di stati e alleanze capitaliste; che avanza il processo di riordinamento di forze a livello internazionale. Gli interventi imperialisti, i blocchi e le ingerenze continuano. Ci sono ancora guerre in corso, come in Siria, Yemen, Libia e Azerbaijan. La guerra fratricida in Ucraina continua sotto la responsabilità del regime antipopolare di Kiev. Gli armamenti militari e i preparativi di guerra stanno aumentando.
I partiti comunisti e operai salutano le lotte degli operai e dei popoli di tutto il mondo contro l’offensiva imperialista, contro l’occupazione, contro ogni minaccia ai diritti sovrani e all’indipendenza nazionale, per la pace, la difesa e l’espansione dei diritti sociali e democratici. L’esperienza acquisita in molti paesi nelle lotte contro i piani imperialisti e la linea politica degli USA, della NATO, dell’UE e dei loro alleati è preziosa.
L’acuirsi delle contraddizioni comporta il pericolo di nuove guerre imperialiste, per il controllo delle fonti di ricchezza, dei mercati e dei gasdotti energetici; questo rischio pone compiti importanti per il movimento operaio e i comunisti per il rafforzamento di un’ampia lotta antimperialista per la pace e il disarmo, l’intensificazione della lotta contro la linea politica dei governi borghesi al servizio della redditività del grande capitale, l’aggressione imperialista e la guerra.
Questi sviluppi evidenziano che la lotta per la pace, il disarmo, il rispetto della sovranità popolare, la soluzione dei problemi del popolo e la soddisfazione dei bisogni popolari, è indissolubilmente vincolata alla lotta per il rovesciamento della barbarie capitalista, per il socialismo.
I partiti comunisti e operai hanno apprezzato positivamente le iniziative prese nel 2017, in occasione del 100° anniversario della Rivoluzione Socialista d’Ottobre e nel 2018 per il 200° anniversario della nascita di Karl Marx, contribuendo alla difesa del contributo dell’Unione Sovietica, del socialismo, che è l’unica strada per abbattere lo sfruttamento capitalistico.
Hanno riaffermato la loro solidarietà internazionalista con i popoli siriano, palestinese cipriota; con i popoli del Libano, del Sudan, di Cuba socialista, del Venezuela, del Brasile, dell’Iran, con tutti i popoli che affrontano le minacce e gli attacchi imperialisti. Hanno condannato l’anticomunismo e l’attacco ai diritti e libertà democratiche e hanno espresso il totale appoggio ai comunisti perseguitati in Polonia, Ucraina, Sudan, Kazakistan, Pakistan e ai comunisti che affrontano persecuzioni legali e politiche in Russia, Transnistria e altrove.
È stato osservato che nel 2019 ci sono diversi anniversari importanti come il centenario della fondazione dell’Internazionale Comunista, i 70 anni della Rivoluzione Cinese e i 60 anni della Rivoluzione Cubana. È importante utilizzare questi anniversari per rafforzare l’internazionalismo proletario; difendere la storia e il contributo del movimento comunista, per le conquiste popolari, nella lotta per il progresso, l’emancipazione sociale dei lavoratori e dei popoli, contro la falsificazione e la distorsione della verità storica e l’identificazione del comunismo con le atrocità fasciste.
I partiti comunisti e operai hanno espresso solidarietà ai rifugiati e immigrati. Hanno condannato il razzismo, le pericolose forze fasciste, di estrema destra che nascono dal sistema di sfruttamento e sono dirette contro i popoli.
Durante il 20° IMCWP, sono state emesse una serie di dichiarazioni di solidarietà con la lotta dei popoli in molte parti del mondo.
I partiti comunisti e operai chiedono lo sviluppo di azioni comuni e convergenti nel prossimo periodo sui seguenti assi principali:
Contro la guerra imperialista, gli interventi e la militarizzazione.
Azioni contro la NATO – che compie il suo 70° anniversario il 4 aprile 2019 – e l’Unione europea, che si militarizzata ulteriormente con la PESCO [Cooperazione strutturata permanente europea in materia di difesa, NdT] e altri meccanismi. Contro le armi nucleari e le basi militari straniere, in occasione dell’anniversario dell’olocausto nucleare a Hiroshima – Nagasaki (6 e 9 agosto) e degli 80 anni dall’inizio della seconda guerra mondiale (1° settembre).
Per la difesa della storia del movimento comunista e dei valori dell’internazionalismo proletario.
Vari eventi per il 100° anniversario dell’Internazionale Comunista (il 2 marzo), azioni contro l’anticomunismo, le persecuzioni e i divieti per i partiti comunisti e operai. Utilizzare il 102° anniversario della Rivoluzione Socialista d’Ottobre per evidenziare le conquiste del socialismo e approfondire il dibattito teorico e l’azione pratica contro il capitalismo e la sua natura sfruttatrice, oppressiva, aggressiva, predatoria e disumana.
Per rafforzare la solidarietà internazionalista coi popoli in lotta, che affrontano l’occupazione, le minacce e gli interventi imperialisti.
Rafforzare la solidarietà e lotta internazionalista chiedendo la fine del blocco degli USA contro Cuba e gli interventi e le minacce contro il Venezuela bolivariano. Sostenere il diritto del popolo palestinese alla fine dell’occupazione e all’autodeterminazione stabilendo uno stato nazionale e indipendente palestinese, con la sua capitale a Gerusalemme Est, in applicazione delle relative risoluzioni delle Nazioni Unite, appoggiando la resistenza del popolo palestinese e condannando la criminale politica di Israele. Denunciare gli interventi imperialisti nella Penisola Coreana e solidarietà con il popolo coreano per una riunificazione indipendente e pacifica. Solidarietà con i rifugiati e con tutti i popoli che affrontano l’occupazione, l’intervento e i blocchi dell’imperialismo.
Solidarietà di classe a tutto tondo con le lotte dei lavoratori per i diritti lavorativi, sociali e sindacali, contro l’offensiva capitalista.
Sviluppare azioni militanti nei luoghi di lavoro, in particolare nella Giornata internazionale dei lavoratori del 1° maggio, evidenziando il ruolo di avanguardia dei comunisti.
Per i diritti e l’emancipazione delle donne.
Sviluppare azioni di lotta l’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, per difendere i diritti delle donne e la loro piena eguaglianza nel lavoro e nella vita.
Lotta per le libertà politiche e sindacali, per i diritti democratici contro le forze fasciste, i regimi reazionari, il razzismo e la xenofobia, il fanatismo religioso e l’oppressione sociale.
Sviluppo di azioni militanti nel Giorno della Vittoria dei Popoli sul nazifascismo.
Sviluppo di azioni per la protezione dell’ambiente.
I partecipanti hanno ringraziato il Partito Comunista di Grecia (KKE) per aver ospitato con successo questo incontro.