Libertà per Gianfranco Castellotti

Libertà per Gianfranco Castellotti

Abbiamo appreso con sconcerto dell’arresto del compagno Gianfranco Castellotti in Turchia, in seguito a un blitz della polizia in un centro culturale di Istanbul. Castellotti si era recato in Turchia per seguire, in qualità di osservatore internazionale il processo giudiziario contro il gruppo musicale comunista “Grup Yorum”. In questi giorni insieme con musicisti e altri militanti è stato tratto in arresto con l’accusa di terrorismo. Le accuse al Gruppo Yorum si basano sui testi di alcune canzoni del gruppo, nelle quali veniva preso di mira il regime di Erdogan, e dalla militanza dei musicisti da sempre impegnati nel supportare le lotte sindacali nel paese. Tutto questo a poche settimane dall’arresto di ben seicento operai impegnati nella costruzione di un aeroporto e il divieto rivolto al partito comunista di Turchia di usare i propri simboli alle elezioni politiche .

Il Partito Comunista, nell’esprimere la propria solidairetà a Castellotti e agli altri compagni arrestati, chiedendo che il Governo Italiano si attivi per ottenere il ritorno in Italia di Gianfranco. Quest’ennesimo episodio, insieme ai recenti avvenimenti dimostra chiaramente la natura del regime di Erdogan, la sua linea antioperaia e anticomunista, strettamente connessa con la restrizione delle libertà politiche e democratiche nel Paese.

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Replica ai giornali: «Dal Partito Comunista nessuna “difesa” della manovra»

Replica ai giornali: «Dal Partito Comunista nessuna “difesa” della manovra»

In una serie di articoli comparsi su giornali e agenzie web viene impropriamente riportato che il Partito Comunista avrebbe “difeso” la manovra approvata dal Governo Cinque Stelle-Lega. Il riferimento sarebbe alle dichiarazioni del segretario Marco Rizzo durante la trasmissione CoffeBreak andata in onda ieri su La7. Sul sito on line del quotidiano “Il Giornale” nell’articolo a firma di Franco Grilli si legge: «Il segretario del Partito comunista italiano “a difesa” della Finanziaria del governo Lega-Movimento 5 Stelle … non si tratta certo di una spassionata difesa a spada tratta, ma rappresenta comunque una presa di posizione non così malevola nei confronti del Def che l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte punta a varare al pià presto»; Su lineapress.it nell’articolo firmato da Salvatore Massaro si legge: «Marco Rizzo, ospite di Coffee Break su La7 sorprendentemente difende l’operato di Lega e M5S…La difesa da chi non te l’aspetti. Marco Rizzo, il “comunista” per eccellenza difende le scelte del governo gialloverde». Per LiberoTV si tratterebbe addirittura di una “svolta” poiché «A sorpresa il comunista Marco Rizzo difende la manovra del governo giallo-verde».

Con questa nota il Partito Comunista intende smentire le ricostruzioni giornalistiche che attribuendo alle parole del segretario un senso diverso da quanto detto, prospettano un sostegno dei comunisti alla manovra del governo o addirittura una “svolta” nella linea del Partito. Il senso delle parole espresse da Rizzo è inequivocabile e illustra chiaramente la nostra linea rispetto alla manovra e al governo gialloverde.

Probabilmente l’equivoco deriva dal diverso significato politico che noi comunisti attribuiamo al rispetto dei vincoli di bilancio e del patto di stabilità. Per noi affermare che il governo si muove in perfetta continuità con i governi precedenti, rispettando i parametri della UE non è un complimento, ma una durissima critica. É la prova che questo governo risponde alle stesse logiche di chi lo ha preceduto, non rappresentando alcun reale “cambiamento” come invece tenta di far credere

A differenza del centrosinistra che intende utilizzare contro il governo gli argomenti dell’interesse dei mercati e delle istituzioni europee, noi comunisti critichiamo la maggioranza perché ha approvato un provvedimento contrario agli interessi dei lavoratori, favorevole alle imprese e assolutamente non di rottura rispetto ai vincoli europei e alla politica internazionale dell’Italia (es adesione alla Nato). La posizione dei comunisti, che è quella della difesa dei reali interessi dei lavoratori, non trova oggi alcuna vicinanza né nella maggioranza di governo, né nell’opposizione del Partito Democratico. Ogni  tentativo di ricondurre la nostra visione sotto uno dei due campi politici in lotta è una totale e errata forzatura. Sia PD che Cinque Stelle-Lega rappresentano interessi di settori del capitale in lotta, entrambi uniti nella difesa di questo modello di sistema e quindi antitetici rispetto alla nostra prospettiva di società.

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Solidarietà al PC di Donetsk

Solidarietà al PC di Donetsk

Il Partito Comunista esprime la massima solidarietà e vicinanza ai militanti del Partito Comunista della repubblica popolare di Donetsk per il vile attentato esplosivo che ha avuto luogo durante il loro congresso, ferendo tre compagni, tra cui Igor Khakimzyanov candidato alla guida della Repubblica dopo la uccisione di Zakharchenko alla fine di agosto.

Come Partito Comunista condanniamo l’opera di destabilizzazione terroristica che il governo nazista ucraino sostenuto da Unione Europea e NATO opera contro le repubbliche del Donbass e contro i comunisti Ucraini. Il silenzi assordante dei media italiani ed europei su quanto accaduto e su quanto accade quotidianamente dimostra la totale complicità del sistema mediatico con i piani imparialisti del grande capitale europeo nella regione.

Continueremo a fare luce augli avvenimenti in quella regione, e a condannare non solo i nazisti e le loro bombe ma anche chi, travestito da democratico o addirittura da progressista, strizza l’occhio o ospita questi assassini per poi ipocritamente e impropriamente utilizzare l’antifascismo come tema di lotta politica nel nostro Paese.

Il Partito Comunista riafferma al PC di Donetsk la propria solidarietà antimperialista e internazionalista, nella comune lotta per il socialismo e contro l’imperialismo.

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RIZZO (PC): «NESSUNA SICUREZZA NEL DECRETO, SOLO STRETTA REPRESSIVA»

RIZZO (PC): «NESSUNA SICUREZZA NEL DECRETO, SOLO STRETTA REPRESSIVA»

«La sicurezza non c’entra nulla, il decreto Salvini è un regalo ai potenti con una durissima stretta repressiva sulle lotte sociali. Dietro l’abbaglio del contrasto all’immigrazione, si nasconde il vero volto di questo governo, completamente al servizio del grande capitale». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Una manifestazione non autorizzata potrà essere punita anche con sei anni di carcere, mentre chi truffa lo Stato al massimo ha una pena di tre. L’occupazione di una fabbrica per difendere il proprio posto di lavoro, o di un edificio costerà fino a tre anni di reclusione, un bel regalo per i padroni che delocalizzano. La stretta contro le occupazioni, senza una politica abitativa del governo è anch’essa un regalo alla rendita. Infine – conclude Rizzo – non ci sono provvedimenti contro l’immigrazione, ma contro gli immigrati e in particolar modo contro i lavoratori immigrati. Se una lotta diventa reato e toglie la possibilità anche ai tuoi familiari di avere la cittadinanza, chiunque ci penserà due volte prima di lottare per i propri diritti. Una chiara dimostrazione di come la Lega strumentalizzi la lotta tra poveri a tutto vantaggio dei capitalisti».

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Intensifichiamo la lotta contro la privatizzazione e mercificazione della scuola

Intensifichiamo la lotta contro la privatizzazione e mercificazione della scuola

Da anni l’Unione europea ha attuato una strategia volta alla totale subordinazione dei sistemi educativi dei diversi paesi europei agli interessi del grande capitale, i monopoli.

I piani dell’UE, attuati in modo differenziato dai governi di ogni paese, rappresentano un’aggressione costante contro gli studenti e le famiglie operaie e popolari, che hanno sempre maggiori difficoltà ad accedere all’istruzione superiore a causa dell’elevato costo di questa, e anche contro gli insegnanti, le cui condizioni di lavoro stanno peggiorando in quanto la partecipazione del capitale privato nei sistemi educativi viene estesa e rafforza la mercificazione dell’istruzione.

Il sistema educativo che viene attuato nei diversi paesi dell’UE non è finalizzato all’istruzione completa, allo sviluppo personale, culturale e sociale della personalità degli studenti, ma a una conoscenza astratta e frammentata, finalizzata alla generazione di forza lavoro a basso costo, così come serve al capitale. La generalizzazione di fenomeni come stage e tirocini non retribuiti implica una situazione di assoluto sfruttamento che inoltre genera una pressione al ribasso sui salari degli altri lavoratori, così come la creazione di livelli salariali doppi o tripli all’interno delle aziende, approfondendo la divisione della classe operaia a beneficio dei capitalisti.

Nei curricula e nei contenuti dei diversi livelli di istruzione viene inoltre rafforzata la diffusione dell’ideologia capitalista e anti-comunista. Non solo il capitalismo viene promosso come l’unico possibile percorso di sviluppo, presentando i processi di privatizzazione e mercificazione sotto maschere come “imprenditorialità”, competitività, la cosiddetta Idea Europea a livello generale; ma vengono anche promosse visioni manipolate e distorte della storia, che operano propagandisticamente contro i processi di costruzione socialista in Europa e nel resto del mondo. È chiaro quindi che i figli e le figlie della classe operaia ignorino la storia, il contributo e le lotte della loro classe e assumano come propri i postulati ideologici della borghesia, i loro interessi e la loro visione reazionaria del mondo.

In molti paesi questa situazione è aggravata da una forte presenza della religione o di principi religiosi nelle scuole e nei centri educativi. Cresce la promozione di posizioni irrazionali e anti-scientifiche e ciò favorisce lo sviluppo in Europa di posizioni politiche reazionarie e xenofobe, le cui spregevoli conseguenze vediamo oggi in molti paesi.

Il Segretariato dell’Iniziativa Comunista Europea si rivolge agli studenti di tutti i livelli, alle famiglie di estrazione operaia e popolare e ai lavoratori dell’educazione, così come al movimento operaio e popolare nel suo insieme, per continuare e intensificare la lotta contro la privatizzazione e la mercificazione del sistema educativo, per l’espulsione dei capitali privati ​​da scuole e università, l’aumento dei finanziamenti per le scuole statali, per sistemi educativi esclusivamente pubblici e gratuiti, per un’educazione reale basata sulle conquiste della scienza e della tecnologia in opposizione agli interessi economici capitalistici e la visione del mondo borghese. Il raggiungimento dell’obiettivo di un tale sistema educativo è indissolubilmente legato alla lotta per un’altra società senza lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, il socialismo.

*Dichiarazione del Segretariato dell’Iniziativa Comunista Europea sul nuovo anno scolastico

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Messaggio al PC e al popolo del Vietnam

Messaggio al PC e al popolo del Vietnam

Il Partito Comunista invia le proprie condoglianze al Partito Comunista e a tutto il popolo vietnamita per la prematura scomparsa del compagno Tran Dai Quang, presidente della Repubblica Socialista del Vietnam. Il PC esprime la propria  vicinanza al popolo vietnamita in questo momento di lutto, riaffermando la propria solidarietà antimperialista e la ferma volontà del rafforzamento delle relazioni tra i nostri partiti, nella comune lotta per il socialismo e contro l’imperialismo.

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Intensifichiamo la lotta contro la Nato e la guerra.

Intensifichiamo la lotta contro la Nato e la guerra.

Dichiarazione dell’Iniziativa Comunista Europea

“Intensificare la lotta contro le guerre e gli interventi imperialisti, contro la NATO e l’UE, per l’immediata rimozione di tutte le basi militari straniere dai nostri paesi, contro la partecipazione delle Forze armate dei nostri paesi alle missioni all’estero”.

L’imperialismo ha una lunga storia di aggressioni, ingerenze, occupazioni e guerre.

L’imperialismo ha rovinato la vita di milioni di persone nell’interesse dei monopoli. La crescente aggressività dell’imperialismo nelle attuali condizioni rappresenta una minaccia reale e imminente per gli interessi di tutta l’umanità. La militarizzazione della società capitalista, la presenza di massicci eserciti e un crescente complesso militare-industriale – che assicura che le conquiste scientifiche e tecnologiche vengano utilizzate su scala senza precedenti per lo sviluppo e la creazione di terrificanti armi di distruzione di massa – ha prodotto l’aumento delle aggressioni da parte degli stati capitalisti per l’attuazione dei loro pericolosi piani e interessi e profitti senza precedenti per il capitale anche attraverso la produzione militare e la guerra.

La NATO è un’alleanza militare aggressiva che agisce negli interessi dell’imperialismo, le classi borghesi dei suoi stati membri. La storia della NATO non può esser separata dallo sfruttamento, dall’oppressione, dall’ingerenza e dalla guerra.

Sia con il pretesto dell’esistenza degli stati socialisti in Europa, sia dopo il loro rovesciamento controrivoluzionario, la NATO ha sempre costituito uno strumento militare dell’imperialismo. La NATO con le decisioni anche del suo più recente vertice a Bruxelles promuove la militarizzazione e la continuazione della corsa agli armamenti. Opera e mantiene una vasta rete di basi militari in territori stranieri in tutto il mondo.

La ratifica del Trattato di Lisbona da parte dell’Unione Europea nel 2009 nel mezzo di tante contrapposizioni ha segnato un ulteriore sviluppo nel processo di integrazione Europea degli stati membri dell’UE in una alleanza imperialista attraverso la cosiddetta Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC). L’Unione Europea ha partecipato alle guerre imperialiste in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e Libia insieme agli Stati Uniti e alla NATO, e ha svolto un ruolo di primo piano negli interventi, bombardamenti e minacce contro la Siria e l’Iran. La cooperazione tra la NATO e l’UE, unitamente alle richieste di un Esercito Europeo, è concepita per aumentare la capacità di intervento militare.

Molte missioni PSDC e UE sono pianificate e condotte in una crescente collaborazione con la NATO. Vi è una massiccia espansione del finanziamento dell’UE per la ricerca militare e lo sviluppo dei piani imperialisti. Il Fondo Europeo per la Difesa, l’Organizzazione Europea per la Difesa, il meccanismo per la valutazione della promozione della militarizzazione negli stati membri CARD, il Servizio Europeo per l’Azione Esterna, i programmi di finanziamento come gli apparati “Athina”, “Orizzonte 2020” e altri apparati dell’Unione Europea si stanno sviluppando con miliardi di euro per promuovere gli interessi imperialisti a spese dei popoli, che nello stesso momento vengono colpiti da dure misure antioperaie, tagli, pesanti tasse.

L’UE è un grande sostenitore del commercio di armi e gli stati membri dell’UE esportano grandi quantità di armi per i loro pericolosi piani imperialisti. Questa pericolosa linea perseguita dall’UE è stata aggiornata attraverso il suo accordo formale per stabilire la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) nel 2017.

Contemporaneamente, la NATO si è ampliata rapidamente e in modo significativo, progettando un mandato globale per le sue operazioni. Si sforza costantemente di espandere la sua influenza sia in termini di ampiezza dei suoi programmi che della sua portata globale, concentrandosi sull’accerchiamento della Russia nel quadro degli intensi antagonismi internazionali. Il ruolo della NATO e dell’UE, attraverso il dispositivo della PSDC, pone sempre nuovi pericoli per l’Europa e oltre.

La crisi del capitalismo intensifica l’aggressione imperialista, la competizione sull’energia, sulle sue rotte di trasporto, le quote di mercato. Il capitalismo non ha la volontà né la capacità di risolvere i problemi che esso stesso crea. Aumento della disuguaglianza, povertà, privazioni, disoccupazione, mancanza di abitazioni, di protezione contro le inondazioni, incendi e terremoti, decadimento ambientale insieme a una miriade di problemi sociali, economici e politici che il capitalismo non è in grado di risolvere fanno parte della barbarie capitalista. Mentre gli stati capitalisti hanno un interesse strategico comune, cioè la riproduzione del sistema capitalista, la storia ha mostrato le feroci rivalità imperialiste tra i gruppi monopolistici e la loro volontà di imporre i loro interessi con la forza.

I partiti della Iniziativa Comunista Europea chiamano all’intensificazione della lotta contro l’imperialismo e gli interventi e guerre imperialiste. Ciò necessita un’intensificazione delle dimostrazioni attraverso mobilitazioni e iniziative in ogni paese contro la NATO e l’UE e il cosiddetto Partenariato per la Pace (PfP), per:

–       Il diritto dei popoli di scegliere il percorso in base ai loro interessi, compreso il diritto di ritirarsi da queste unioni imperialiste;

–       Il rifiuto della PESCO e ripudio di ogni partecipazione alle missioni imperialiste nell’ambito della PSDC;

–       La chiusura di tutte le basi militari nei territori stranieri e lo smantellamento dei sistemi anti-missile USA e NATO; la fine delle spese militari per i piani di guerra della NATO; l’abolizione delle armi nucleari e altre armi di distruzione di massa; il ritiro immediato di tutte le forze NATO/UE coinvolte nell’aggressione e nell’occupazione militare; fine delle minacce, intimidazioni, destabilizzazione e interventi imperialisti e guerre contro i popoli.

 

https://www.initiative-cwpe.org/en/news/Statement-of-the-European-Communist-Initiative/

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L’Europarlamento vota contro Orban. Ma l’Unione Europea ne è la causa.

L’Europarlamento vota contro Orban. Ma l’Unione Europea ne è la causa.

«Il voto favorevole del gruppo europarlamentare del Partito Comunista di Grecia alla risoluzione del Parlamento Europeo sul Governo Orban è una presa di posizione contro la politica anticomunista del governo ungherese, la sua politica razzista contro rifugiati e immigrati e tutti i tipi di discriminazione razziale.

Il KKE combatte costantemente da molti anni l’Unione Europea e la sua politica antipopolare, ha votato contro l’Unione Europea, non la riconosce, ma ha sempre condannato il suo intervento negli affari interni dei paesi membri e dimostrato nei fatti che l’Unione Europea è un’associazione internazionale contro i popoli.

La risoluzione contro il Governo Orban e i riferimenti agli immigrati e ai rifugiati non possono rimuovere la politica anti-immigrati dell’Unione Europea, il suo coinvolgimento nelle guerre imperialiste che crea e alimenta immigrazione e flussi di rifugiati.

L’Unione Europea ha adottato l’anticomunismo come ideologia ufficiale trascurando la verità storica e avendo grandi responsabilità per l’ascesa dell’estrema destra».

*Dichiarazione di voto letta da Sotiris Zarianopoulos, europarlamentare del KKE e rappresentante dell’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa al Parlamento Europeo.

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RIZZO: «DA DI MAIO SOLO SPOT. SERVE RIDUZIONE ORARI DI LAVORO E STRAORDINARI».

RIZZO: «DA DI MAIO SOLO SPOT. SERVE RIDUZIONE ORARI DI LAVORO E STRAORDINARI».

«Quello di Di Maio è l’ennesimo spot di un movimento cinque stelle in crisi di consenso. Non serve la chiusura parziale dei centri commerciali la domenica ma ridurre gli orari di lavoro e il ricorso agli straordinari a parità salariale. Così si aumenterebbe l’occupazione costringendo le imprese e le grandi catene commerciali ad assumere nuovi lavoratori migliorando i diritti e assicurando a tutti più tempo libero, non costringendo tra l’altro i lavoratori a fare la spesa la domenica». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista in una nota.

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Non solo la domenica. Ridurre l’orario di lavoro e aumentare i diritti dei lavoratori.

Non solo la domenica. Ridurre l’orario di lavoro e aumentare i diritti dei lavoratori.

La proposta della chiusura domenicale degli esercizi commerciali avanzata dal ministro Di Maio, sebbene apprezzabile per aver contribuito a innescare un dibattito positivo che finalmente riguarda il tema del lavoro e dei diritti dei lavoratori, è una risposta parziale e insufficiente per affrontare la questione, perché finirebbe per riguardare solo una parte dei lavoratori interessati e non risolvere la maggior parte dei loro problemi. La vera problematica, infatti, non è tanto l’apertura o meno dei negozi, quanto la condizione contrattuale a cui sono sottoposti i lavoratori, sottopagati e spesso costretti ad ore di straordinari, nell’impossibilità di rifiutare una prestazione lavorativa nelle giornate festive sotto il ricatto del licenziamento, ancora più facile con le riforme di Renzi.

Negli ultimi anni il lavoro nei giorni festivi è cresciuto sempre di più, non solo nel settore commerciale. Sono circa 5 milioni i lavoratori in servizio nei giorni e nei periodi tradizionalmente festivi [1] Le ragioni sono varie. Dalla necessità del mantenimento dei servizi essenziali di carattere pubblico, alla crescita del settore dei trasporti, alle peculiarità del sistema economica italiano con la forte incidenza nell’economia nazionale del settore turistico, della ristorazione, del settore alberghiero, dei lavori stagionali nel settore agricolo e turistico, l’apertura dei poli museali, fino alla tendenza strutturale della società capitalistica a concepire il tempo libero dei lavoratori essenzialmente come tempo di consumo, con conseguente apertura festiva di negozi e centri commerciali.

Da tempo il Partito Comunista ritiene necessario per la difesa degli interessi dei lavoratori, per ridurre lo sfruttamento e la disoccupazione, la riduzione generalizzata degli orari di lavoro, con mantenimento dei livelli salariali. Attraverso l’approvazione della legge sulle 32 ore settimanali e fissando per legge un tetto massimo agli straordinari, si avrebbe come conseguenza il necessario incremento dell’occupazione e una maggiore turnazione settimanale, con aumento del tempo libero per i lavoratori di tutti i settori, equamente distribuito nei giorni feriali e nei periodi festivi. Avere più tempo libero durante la settimana significa più tempo per le proprie relazioni sociali, per la cura della propria persona e dei propri familiari, più tempo per le necessarie attività che di fronte ai turni massacranti imposti dal lavoro oggi, vengono tutte inevitabilmente relegate ai giorni festivi. Significa anche non obbligare i lavoratori a dover impegnare le loro domeniche, o le ore notturne, per fare la spesa e provvedere alle esigenze proprie e delle proprie famiglie con evidente conflitto con gli interessi di altri lavoratori.

Limitarsi alla chiusura domenicale degli esercizi commerciali quindi non risolverebbe il problema, interesserebbe solo una parte dei lavoratori, finendo addirittura per diventare un provvedimento a vantaggio dell’e-commerce (distribuzione via internet, che in Europa cresce ad un tasso del 14% annuo e sul quale sarebbe necessario l’immediato incremento della tassazione) con ulteriore riduzione dei posti di lavoro, e un alibi per una nuova ondata di licenziamenti in molti settori.

Al contrario, ridurre gli orari di lavoro con mantenimento dei livelli salariali obbligherebbe la grande industria e la grande distribuzione, ma anche tutti gli altri settori, a nuove assunzioni, riducendo la disoccupazione, migliorando allo stesso tempo la qualità di vita dei lavoratori sia sul lavoro che aumentandone il tempo libero. A causa della sfrenata concorrenza l’incremento dei costi non si scaricherebbe in questo caso sui prezzi, ma solo sui profitti della grande distribuzione e ridarebbe fiato alle piccole ditte familiari. Il provvedimento inoltre riguarderebbe tutti i settori, anche quelli pubblici nei quali oggi le assunzioni sono frenate dai vincoli di bilancio. Lavorare meno, lavorare tutti, lavorare meglio. Oggi è possibile solo il capitalismo lo impedisce.

I lavoratori, infine, non devono ignorare le vere ragioni di questo annuncio, a cui con tutta probabilità non corrisponderà alcun provvedimento seriamente incisivo. Il Movimento 5 stelle, in calo di consensi e schiacciato mediatamente dalla Lega di Salvini, reduce dal tradimento consumato sull’Ilva, tenta di ricostruire la propria immagine come partito a favore degli interessi dei lavoratori; strizza l’occhio per convenienza elettorale al Vaticano e ai settori cattolici che da sempre, per motivi religiosi, difendono la chiusura domenicale. Di Maio e Salvini così preparano la propria campagna elettorale per pesarsi a vicenda spartendosi i temi: alla Lega l’immigrazione, ai cinque stelle le politiche sociali. Gli annunci mediatici, a cui il più delle volte non seguono neanche i fatti, non mutano il carattere di questo governo che in realtà è contro gli interessi dei lavoratori tanto quanto i precedenti.

Ufficio Politico, Partito Comunista

[1] fonte rapporto CGIA di Mestre anno 2016.

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È mancato il compagno Gian Maria Pavan, dirigente comunista.            (Commento di Marco Rizzo).

È mancato il compagno Gian Maria Pavan, dirigente comunista. (Commento di Marco Rizzo).

La notizia è arrivata all’improvviso da Milano, prima di un’accentuarsi della sua malattia e, poco dopo, della scomparsa. Gian Maria Pavan è morto.

A nome mio personale e del Comitato Centrale del Partito Comunista voglio dare alla famiglia e a tutti i comunisti di Milano le nostre più sentite condoglianze. Gian Maria Pavan era un militante ed un dirigente comunista. Coniugava un pensiero analitico di altissimo livello ad una pratica militante rigorosa.

La sua lunga storia di comunista è testimoniata dall’affetto che in queste ore si sta manifestando dinnanzi a questa tragica notizia. Conoscevo Gian Maria da oltre trent’anni. Un periodo di tempo che è volato, ma che lo ha sempre visto battersi coerentemente per tenere aperta e viva l’ipotesi comunista in Italia.

Ci mancherai Gian Maria, ci mancherà la voce roca per l’ennesima sigaretta con cui accompagnerai un originale suggerimento per la nostra comune causa.

Ci accompagnerai in questa battaglia irriducibile per ricostruire il Partito Comunista e una società alternativa a quella capitalista. Gian Maria, la terra Ti sia lieve, le nostre idee non moriranno mai.

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