PER IL CARO BOLLETTE NON CI SONO I SOLDI, MA AUMENTANO LE SPESE PER LA GUERRA.


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PER IL CARO BOLLETTE NON CI SONO I SOLDI, MA AUMENTANO LE SPESE PER LA GUERRA.

Il governo non si smentisce fino alla fine del suo mandato, non riesce a trovare i fondi per aiutare le migliaia di famiglie, lavoratori e piccole imprese che si stanno vedendo aumentare fino al 900% le bollette di luce e gas, ma riesce a trovare i soldi da destinare a una guerra che viola completamente l’articolo 11 della nostra costituzione.

Il governo Draghi prosegue quindi nel voler consciamente affamare il suo popolo per seguire i diktat dei loro capi (USA, UE e NATO), infatti gli investimenti che il nostro Paese farà in materiale bellico da destinare quest’anno saranno di 5,42 miliardi, che si traduce in un +34% rispetto al 2021. Complessivamente, tra difesa, Mef e costi delle missioni internazionali quest’anno si arriverà a una spesa di quasi 30 MILIARDI di euro, comprese le donazioni che il nostro Paese fa alla NATO ogni anno e che grazie ai governi Conte (prima con la Lega e poi con il PD) sono arrivate al 2% del PIL.

I soldi per la guerra i nostri politici li trovano sempre, invece quando si tratta di aiutare il proprio popolo che ogni giorno viene affamato sempre di più, a causa di un sistema che tutela solamente i ricchi e a causa di una guerra incostituzionale, invece chiedono sempre sacrifici.

Per qeusto continuiamo a crescere.
Il 25 settembre VOTA e FAI VOTARE ITALIA SOVRANA E POPOLARE, per cambiare questo sistema.

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Questa la nostra azione al Parlamento…

Questa la nostra azione al Parlamento…

…Ora al Senato!

Risoluzione in Assemblea… Presentata da Crucioli, Granato, Angrisani, Sbrana, Mininno, Abate, Corrado, DESSÌ, Giannuzzi, La Mura, Lannutti, Lezzi, Petrocelli.
Martedì 21 giugno 2022, seduta n. 443a.
Udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022;
premesso che all’ordine del giorno provvisorio del Consiglio europeo è prevista la trattazione, fra gli altri, del seguente argomento:
1) conflitto bellico in Ucraina;
Considerato che:
La guerra in Ucraina, oltre alle gravi conseguenze umanitarie, ha generato profonde incertezze nello scenario economico globale, già ampiamente compromesso dalla pandemia, che peraltro nel nostro Paese ha visto una particolare politica tesa al controllo sociale;
i motivi che hanno scatenato il conflitto in corso tendono ad essere rappresentati dai media del nostro paese con semplificazione propagandistica occultandone gli antefatti bellici iniziati a partire dal 2014 nonché le ragioni profonde che trovano le proprie radici in uno scontro geopolitico scaturito dagli equilibri precari conseguenti alla fine della guerra fredda;
la ripresa post-Covid si è completamente bloccata con l’insorgere della guerra, visto l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle difficoltà di distribuzione delle stesse;
gli effetti della crisi economica, pur estesa a livello mondiale, sono fortemente diseguali e si fanno maggiormente sentire in Europa, a causa della vicinanza con i paesi coinvolti nel conflitto ma anche per la dipendenza energetica dei Paesi dell’UE dalla Russia;
in Italia, ove appunto l’economia è fortemente condizionata dal punto di vista energetico, si registra un evidente rallentamento della crescita rispetto alle previsioni. Il conseguente ed inevitabile aumento dei prezzi energetici dovuto alla difficoltà di approvvigionamento, insieme all’aumento indiscriminato dei costi al consumo, sta creando una contrazione del mercato dell’importazione ed esportazione, con danni a cascata su tutte le fasce sociali e le categorie imprenditoriali;
l’inasprimento delle tensioni nei mercati delle risorse energetiche e delle materie prime (grano, mais, metalli) è dovuto principalmente al fatto che Russia ed Ucraina sono i principali fornitori di tali risorse, la cui mancanza produce gli effetti collaterali appena descritti;
in questo scenario, gli effetti economici “stagflattivi” sono destinati inevitabilmente ad aumentare: le strozzature dell’offerta innalzano l’inflazione e contraggono la produzione, con conseguenze devastanti, in prospettiva sui livelli occupazionali;
l’inflazione, erodendo il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, costringe le famiglie a consumare meno e le imprese a ritardare gli investimenti, alimentando un clima di incertezza e tensioni, oltre che un progressivo impoverimento della stragrande maggioranza della popolazione;
è evidente che alimentare con l’invio delle armi il conflitto in Ucraina concorre a mettere a rischio la pace internazionale ed a rendere il mondo meno sicuro. Occorre, pertanto, addivenire ad una risoluzione del conflitto attraverso ogni strumento diplomatico a disposizione, finalizzato a favorire il dialogo tra le parti. Occorre, altresì, sospendere ogni sanzione finanziaria che, storicamente, non ha mai risolto alcun conflitto e che, attualmente, non fa altro che produrre gravi ricadute sul nostro sistema economico;
impegna pertanto il Governo:
– ad attivarsi per mettere immediatamente in campo ogni azione diplomatica volta alla risoluzione del conflitto in atto, promuovendo il confronto e il dialogo tra le parti coinvolte;
– a promuovere la neutralità dell’Ucraina in sede internazionale quale via pacifica di risoluzione del conflitto;
– a non partecipare ad alcun intervento militare, a non inviare ulteriori armamenti, a ritirare
ogni assetto militare dispiegato e a farsi promotore dei valori di pace e dialogo, in seno all’Unione europea;
– ad affrontare immediatamente l’emergenza democratica in cui ci ritroviamo dopo il
dossieraggio messo in atto dall’articolo del Corriere della Sera e suggellato dai documenti dei servizi segreti che drammaticamente mettono in discussione la critica al governo ed il diritto all’opposizione politica;
– ad adottare politiche pubbliche volte a ridurre gli effetti economici della guerra su imprese e famiglie, quali l’aumento dei salari, la riduzione del cuneo fiscale, l’aumento delle politiche di sostegno alle famiglie disagiate, la riduzione in maniera drastica e definitiva del costo dei carburanti per autotrazione con eliminazione delle accise, la riduzione sistematica dei costi di rete per le utenze energetiche sia private che commerciali, l’eliminazione del fenomeno degli extraprofitti delle aziende di Stato da rimettere a disposizione della collettività, l’immediato blocco, in questa fase di crisi, dei licenziamenti come disposto nella precedente crisi pandemica;
– a mettere in atto una politica energetica con interventi mirati a rendere l’Italia indipendente dalle importazioni di fonti energetiche e, nel contempo, renderla libera dalle fonti fossili e dall’energia nucleare in favore delle fonti energetiche rinnovabili;
– a promuovere, nell’ambito delle sedi europee, l’istituzione di un fondo comune tra paesi membri al fine di sostenere e rendere perseguibili le raccomandazioni per il semestre;
– ad accelerare la decisione sul tetto al prezzo del gas al fine di attenuare le gravissime difficoltà dei paesi più esposti alla crisi dovuta al conflitto;
– a procedere con determinazione contro le speculazioni sul prezzo del gas e del petrolio come annunciato dal Ministro Giovannini in una sua intervista rilasciata ad un quotidiano.
Crucioli, Granato, Angrisani, Sbrana, Mininno, Abate, Corrado, DESSÌ’, Giannuzzi, La Mura, Lannutti, Lezzi, Petrocelli

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In Italia la salute non è tutelata!

In Italia la salute non è tutelata!

Gravi rischi con i respiratori Philips

 

Mentre la Food and Drug Administration negl Stati Uniti inizia a segnalare gravi rischi per la salute dei pazienti che utilizzano i respiratori Philips, contemporaneamente impongono alla multinazionale di trovare una soluzione efficace ed immediata al problema.
In Francia per lo stesso problema, viene richiesto all’azienda di sostituire entro 30 giorni il 75% dei respiratori.
In Italia Draghi invece continua ad inviare armi, senza preouccuparsi più di tanto di prendere di petto la situazione, lasciando ancora una volta la tutela della salute dei cittadini come fanalino di coda nelle priorità del governo dei migliori…
In Italia la salute non è tutelata!
Clicca sull’immagine per vedere il video.

 

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Nessun Banchiere farà mai gli interessi del popolo

Nessun Banchiere farà mai gli interessi del popolo

🚩Un Banchiere come Draghi, non farà mai gli interessi del popolo.
Contro lo strapotere che ci vuole succubi e docili. Contro la destra opportunista e contro una sinistra falsa che nulla ha a che vedere con il rappresentare la classe popolare, chi non lotta ha già perso.
Non c’è vittoria senza lotta. Non c’è lotta senza organizzazione.
Non c’è vittoria, non c’è conquista, senza un grande Partito Comunista.

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Andiamo Verso La Crisi Alimentare

Andiamo Verso La Crisi Alimentare

A seguito delle sanzioni imposte alla Russia da parte degli USA, NATO e dell’Unione Europea (con il nostro paese in prima fila nel sostenere le sanzioni), a breve ci sarà una crisi alimentare dovuta alla mancanza di grano proveniente dall’Ucraina.
La Russia ha bloccato l’export di grano verso l’Europa, causando grandi danni a tutte le economie che sostengono le sanzioni.
L’ alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell a bruxelles ha dichiarato che: «Le conseguenze della guerra stanno diventando pericolose non solo per l’Ucraina ma per il mondo: c’è il rischio di una grande carestia » e «Non si può immaginare che milioni di tonnellate di grano restino bloccate, e le persone muoiono di fame, altrimenti la Russia sarà ritenuta responsabile, non può usare la fame come arma».
Le sanzioni alla Russia quindi vanno bene solamente se non vi è dalla parte opposta una reazione contraria. Secondo La NATO, gli USA e L’UE la Russia dovrebbe accettare passivamente tutte le sanzioni che sono state emesse verso di lei.
Intanto chi sta pagando realmente le conseguenze di queste sanzioni sono i cittadini italiani (ed europei) che a causa dei mancati rifornimenti di grano e greggio vedono aumentare giorno dopo giorno i prezzi delle materie prime, delle bollette e dei carburanti senza che ci sia, in prospettiva, un aumento degli stipendi per far fronte a tutti questi aumenti.
Il governo dei migliori nel mentre non sembra preoccupato o interessato alla sorte di milioni di cittadini che già prima del conflitto riuscivano ad arrivare a stento a fine mese con i loro esigui stipendi.
Adesso oltre alla crisi economica-energetica, il popolo dovrà affrontare anche quella alimentare, senza aiuti da chi ci ha portati in questa situazione.

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Strage Piazza della Loggia

Strage Piazza della Loggia

STRAGE FASCISTA 8 MORTI 102 FERITI

Oggi, 28 maggio, di 48 anni fa (1974) si consumava la strage di Piazza Loggia.
Un attentato terroristico di matrice neofascista che portò alla morte di 8 persone e al ferimento di altre 102.
La Strage di Piazza Loggia è considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).

Avviene dopo un lungo periodo di incubazione che parte dal secondo dopoguerra, quando, svaniscono le speranze dell’ MSI di condizionare la politica italiana premendo sulla DC.

L’anticomunismo da sempre connota la vita della nostra Repubblica, quindi, dai tempi del Sifar (servizio Segreto militare) che nel 1954 elaborava una tesi per mettere fuori legge il Partito Comunista e i suoi simboli, ai tempi del piano antisommossa del Comandante dei carabinieri Giovanni de Lorenzo, il Piano Solo, che prevedeva l’arresto e la deportazione dei dirigenti socialisti e comunisti, del Sindacato e delle associazioni partigiane.

E ancora oggi, che da allora è passato tanto tempo, la Guerra Fredda sembra un lontano ricordo, il Partito Comunista, pur non avendo la forza e le dimensioni che avevano in quegli anni, si cerca anche tramite l’Unione Europea di metterli fuori legge o di ostacolarne in tutti i modi l’attività (basti pensare alla risoluzione del Parlamento Europeo che, di fatto, vorrebbe equipararlo al nazifascismo).

Questa è la prova che il Partito Comunista continui ad essere l’unico elemento rivoluzionario, l’unica vera opposizione a questo marcio sistema capitalistico.

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L’arroganza Padronale di Vacchi

L’arroganza Padronale di Vacchi

In queste poche righe, un esempio plastico di cosa sia l’arroganza padronale difesa da questo sistema. Vediamo un miracolato, un “mantenuto” dall’eredità azionista dell’azienda di famiglia fondata negli anni 60, sfogare le proprie frustrazioni e fantasie sulla dignità di #lavoratori sfruttati.
Lavoratori “domestici” e “Colf” costretti a ridicolizzare la propria immagine, sforzandosi di sorridere per non incappare nell’ira di un omuncolo viziato e totalmente menefreghista della dignità altrui.
Oggi, #Vacchi, rappresenta in tutto e per tutto il sistema capitalista che gli permette di sguazzare nell’oro, mentre chi lavora per lui deve accontentarsi di essere umiliato, con il sorriso stampato in faccia.
Venite ora a dire ai Comunisti che sbagliano, quando parlano di “odio di classe.”
È un obbligo morale sentirsi disgustati da tutto questo.
È un obbligo materiale organizzarsi per far cessare tutor questo.

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Inaugurazione Sezione a Rosignano e Bassa Val di Cecina

Inaugurazione Sezione a Rosignano e Bassa Val di Cecina

Domani sabato 28 Maggio verrà inaugurata la sezione del Partito Comunista – Rosignano e Bassa Val di Cecina.
La sezione verrà intitolata a Sante Danesin, partigiano che ha combattuto i Nazifascisti nel territorio.
Sarà presente il Senatore del Partito Comunista Emanuele Dessì.
L’appuntamento è per le ore 17,30 in via Serragrande 143, Rosignano M.mo (LI)

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