GIORNALISTI ITALIANI BLOCCATI DAI NAZISTI UCRAINI Sono Andrea Sceresini e Alfredo Bosco i due giornalisti e reporter italiani de il Manifesto che lo scorso 6 febbraio hanno ricevuto la notifica di sospensione dagli accrediti giornalistici da parte del ministro della Difesa ucraino. Erano di ritorno dal fronte di Bakhmut, ora sono in attesa dell’interrogatorio da parte della femigerata SBU, la Gestapo ucraina. Ovviamente la libera informazione italica non è interessata a condannare la censura della libertà di informazione se non si tratta di Russia, Cuba o Cina. Tantomeno non ci sono prese di posizione da parte della politica o pressioni verso l’ambasciata ucraina, a cui invece è concesso comandare in Italia. E non ci sono le manifestazioni delle organizzazioni umanitarie, o dei partiti arcobaleno, che non hanno avuto a cuore le sorti di Andrea Rocchelli ammazzato in Ucraina il 24 maggio 2014, quando dell’Ucraina non importava nulla a nessuno, figuriamoci se qualcuno oggi si potrà interessare di due nostri connazionali che stanno esercitando il loro diritto al lavoro. Sui colleghi giornalisti in Italia, stendiamo un velo pietoso, quelli aspettano la velina da Washington, altrimenti la notizia non è vera e nemmeno degna di essere raccontata.


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GIORNALISTI ITALIANI BLOCCATI DAI NAZISTI UCRAINI

Sono Andrea Sceresini e Alfredo Bosco i due giornalisti e reporter italiani de il Manifesto che lo scorso 6 febbraio hanno ricevuto la notifica di sospensione dagli accrediti giornalistici da parte del ministro della Difesa ucraino. Erano di ritorno dal fronte di Bakhmut, ora sono in attesa dell’interrogatorio da parte della femigerata SBU, la Gestapo ucraina.

Ovviamente la libera informazione italica non è interessata a condannare la censura della libertà di informazione se non si tratta di Russia, Cuba o Cina. Tantomeno non ci sono prese di posizione da parte della politica o pressioni verso l’ambasciata ucraina, a cui invece è concesso comandare in Italia. E non ci sono le manifestazioni delle organizzazioni umanitarie, o dei partiti arcobaleno, che non hanno avuto a cuore le sorti di Andrea Rocchelli ammazzato in Ucraina il 24 maggio 2014, quando dell’Ucraina non importava nulla a nessuno, figuriamoci se qualcuno oggi si potrà interessare di due nostri connazionali che stanno esercitando il loro diritto al lavoro.

Sui colleghi giornalisti in Italia, stendiamo un velo pietoso, quelli aspettano la velina da Washington, altrimenti la notizia non è vera e nemmeno degna di essere raccontata.

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