I COMUNISTI SABATO MANIFESTAVANO IN TUTTA ITALIA Daniela Santanché ha definito il festival di Sanremo un festival comunista: “Da ministro voglio salvare il Festival di Sanremo se fosse come deve essere il festival della canzone italiana. Ci guardano in moltissimi stati, quindi io non ne voglio parlare male ma qualcuno si deve fare un esame di coscienza: che il festival sia comunista non è una novità”. Il ministro del turismo si sbaglia di grosso nel definire con quelle parole il festival perchè i comunisti erano in piazza a manifestare contro l’infelice scelta di leggere la lettera del presidente ucraino Zelenskij avallando la propaganda guerrafondaia della NATO, USA e del governo Meloni. Quello che è andato in onda a Sanremo è solo la rappresentazione del pensiero unico che unisce sia il centro destra (di cui la Santanché fa parte ed è una dei suoi migliori rappresentanti) che il centro sinistra fatto di temi frivoli su cui i vari esponenti politici fanno finta di litigare tra loro cercando di distrarre il popolo e gli spettatori dai temi importanti. I Comunisti erano in piazza a manifestare anche contro tutto questo, ribadendo che le priorità sono ben altre come i diritti sociali, il lavoro, la scuola, la sanità pubblica per tutti e un mondo senza l’imperialismo della NATO capace solo di esportare guerre.


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I COMUNISTI SABATO MANIFESTAVANO IN TUTTA ITALIA

Daniela Santanché ha definito il festival di Sanremo un festival comunista: “Da ministro voglio salvare il Festival di Sanremo se fosse come deve essere il festival della canzone italiana. Ci guardano in moltissimi stati, quindi io non ne voglio parlare male ma qualcuno si deve fare un esame di coscienza: che il festival sia comunista non è una novità”.

Il ministro del turismo si sbaglia di grosso nel definire con quelle parole il festival perchè i comunisti erano in piazza a manifestare contro l’infelice scelta di leggere la lettera del presidente ucraino Zelenskij avallando la propaganda guerrafondaia della NATO, USA e del governo Meloni.

Quello che è andato in onda a Sanremo è solo la rappresentazione del pensiero unico che unisce sia il centro destra (di cui la Santanché fa parte ed è una dei suoi migliori rappresentanti) che il centro sinistra fatto di temi frivoli su cui i vari esponenti politici fanno finta di litigare tra loro cercando di distrarre il popolo e gli spettatori dai temi importanti.
I Comunisti erano in piazza a manifestare anche contro tutto questo, ribadendo che le priorità sono ben altre come i diritti sociali, il lavoro, la scuola, la sanità pubblica per tutti e un mondo senza l’imperialismo della NATO capace solo di esportare guerre.

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I COMUNISTI SABATO MANIFESTAVANO IN TUTTA ITALIA Daniela Santanché ha definito il festival di Sanremo un festival comunista: “Da ministro voglio salvare il Festival di Sanremo se fosse come deve essere il festival della canzone italiana. Ci guardano in moltissimi stati, quindi io non ne voglio parlare male ma qualcuno si deve fare un esame di coscienza: che il festival sia comunista non è una novità”. Il ministro del turismo si sbaglia di grosso nel definire con quelle parole il festival perchè i comunisti erano in piazza a manifestare contro l’infelice scelta di leggere la lettera del presidente ucraino Zelenskij avallando la propaganda guerrafondaia della NATO, USA e del governo Meloni. Quello che è andato in onda a Sanremo è solo la rappresentazione del pensiero unico che unisce sia il centro destra (di cui la Santanché fa parte ed è una dei suoi migliori rappresentanti) che il centro sinistra fatto di temi frivoli su cui i vari esponenti politici fanno finta di litigare tra loro cercando di distrarre il popolo e gli spettatori dai temi importanti. I Comunisti erano in piazza a manifestare anche contro tutto questo ribadendo che le priorità sono ben altre come i diritti sociali, il lavoro, la scuola, la sanità pubblica per tutti e un mondo senza l’imperialismo della NATO capace solo di esportare guerre.


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I COMUNISTI SABATO MANIFESTAVANO IN TUTTA ITALIA

Daniela Santanché ha definito il festival di Sanremo un festival comunista: “Da ministro voglio salvare il Festival di Sanremo se fosse come deve essere il festival della canzone italiana. Ci guardano in moltissimi stati, quindi io non ne voglio parlare male ma qualcuno si deve fare un esame di coscienza: che il festival sia comunista non è una novità”.

Il ministro del turismo si sbaglia di grosso nel definire con quelle parole il festival perchè i comunisti erano in piazza a manifestare contro l’infelice scelta di leggere la lettera del presidente ucraino Zelenskij avallando la propaganda guerrafondaia della NATO, USA e del governo Meloni.

Quello che è andato in onda a Sanremo è solo la rappresentazione del pensiero unico che unisce sia il centro destra (di cui la Santanché fa parte ed è una dei suoi migliori rappresentanti) che il centro sinistra fatto di temi frivoli su cui i vari esponenti politici fanno finta di litigare tra loro cercando di distrarre il popolo e gli spettatori dai temi importanti.
I Comunisti erano in piazza a manifestare anche contro tutto questo ribadendo che le priorità sono ben altre come i diritti sociali, il lavoro, la scuola, la sanità pubblica per tutti e un mondo senza l’imperialismo della NATO capace solo di esportare guerre.

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STIPENDI AL LIMITE DELLA POVERTÀ’ Gli stipendi degli italiani sono i più bassi d’ Europa e dal 1990 fino ad oggi sono persino diminuiti del 3%. Il primo stipendio che un italiano riceve sfiora la soglia di povertà, questo è il quadro di una nazione che non fa nulla per migliorare le condizioni di lavoro del proprio popolo ma che anzi, continua a fare tagli in tutti i settori e attacca ogni giorno i pochi diritti dei lavoratori che ancora sono rimasti. Negli ultimi trent’anni sono stati fatti grossissimi tagli in tutti i settori, dalla sanità ai trasporti pubblici, ma anche nella scuola, dove gli studenti sono costretti a stare in strutture sempre più fatiscenti e pericolanti, seguendo programmi non aggiornati e obsoleti e con insegnati sempre più malpagati, precari e demotivati. Secondo un rapporto dell’OCSE, ‘Education at a Glance 2022’, risulta che i docenti italiani sono sostanzialmente più poveri rispetto ai colleghi europei. Un docente in una scuola superiore arriva a guadagnare il 22% in meno rispetto ad un lavoratore di un qualsiasi altro settore con lo stesso titolo universitario. Lo stipendio di un docente italiano di scuola media con 15 anni di servizio è ben lontana non solo rispetto a Paesi come la Germania, caso emblematico con stipendi oltre il doppio di quelli italiani, ma anche rispetto a Francia (-3.783 euro) e Spagna (-8.327 euro). Anche l’andamento delle retribuzioni negli ultimi anni conferma la penalizzazione dei docenti italiani rispetto ai colleghi europei. Ad esempio nel periodo che va dal 2010 al 2021 in Italia le retribuzioni dei docenti di scuola media sono diminuite drasticamente a fronte di un incremento delle retribuzioni medie europee dei docenti dello stesso livello di scuola. Un Paese che non investe nei suoi insegnanti è il riflesso di un più generale mancato interesse nel suo avanzamento. Investire in istruzione vuole dire investire nel proprio futuro. Destra e Sinistra hanno deciso che il Popolo italiano non deve avere un futuro.


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STIPENDI AL LIMITE DELLA POVERTÀ’

Gli stipendi degli italiani sono i più bassi d’ Europa e dal 1990 fino ad oggi sono persino diminuiti del 3%. Il primo stipendio che un italiano riceve sfiora la soglia di povertà, questo è il quadro di una nazione che non fa nulla per migliorare le condizioni di lavoro del proprio popolo ma che anzi, continua a fare tagli in tutti i settori e attacca ogni giorno i pochi diritti dei lavoratori che ancora sono rimasti.

Negli ultimi trent’anni sono stati fatti grossissimi tagli in tutti i settori, dalla sanità ai trasporti pubblici, ma anche nella scuola, dove gli studenti sono costretti a stare in strutture sempre più fatiscenti e pericolanti, seguendo programmi non aggiornati e obsoleti e con insegnati sempre più malpagati, precari e demotivati. Secondo un rapporto dell’OCSE, ‘Education at a Glance 2022’, risulta che i docenti italiani sono sostanzialmente più poveri rispetto ai colleghi europei. Un docente in una scuola superiore arriva a guadagnare il 22% in meno rispetto ad un lavoratore di un qualsiasi altro settore con lo stesso titolo universitario.

Lo stipendio di un docente italiano di scuola media con 15 anni di servizio è ben lontana non solo rispetto a Paesi come la Germania, caso emblematico con stipendi oltre il doppio di quelli italiani, ma anche rispetto a Francia (-3.783 euro) e Spagna (-8.327 euro).
Anche l’andamento delle retribuzioni negli ultimi anni conferma la penalizzazione dei docenti italiani rispetto ai colleghi europei. Ad esempio nel periodo che va dal 2010 al 2021 in Italia le retribuzioni dei docenti di scuola media sono diminuite drasticamente a fronte di un incremento delle retribuzioni medie europee dei docenti dello stesso livello di scuola.
Un Paese che non investe nei suoi insegnanti è il riflesso di un più generale mancato interesse nel suo avanzamento. Investire in istruzione vuole dire investire nel proprio futuro.
Destra e Sinistra hanno deciso che il Popolo italiano non deve avere un futuro.

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FESTIVAL DELLA PROPAGANDA BELLICA Nonostante tutte le proteste che sono state fatte nella giornata di ieri, Amadeus ha letto lo stesso la lettera che Zelenskij ha inviato. Nella lettera il presidente ucraino come prima cosa ha ringraziato il governo Meloni per la vicinanza e il supporto bellico che gli è stato donato andando contro l’articolo 11 della nostra Costituzione. Zelenskij nella sua lettera parla di cultura e arte, la stessa cultura e arte che lui stesso ha bandito dall’Ucraina e da tutto il mondo asservito alla narrazione della NATO, facendo distruggere e/o abbattere tutti i monumenti storici risalenti alla seconda guerra mondiale dai suoi battaglioni neo-nazisti, facendo annullare concerti di artisti russi in tutto il mondo colpevoli solamente di essere russi o addirittura facendo bandire e bruciare molti libri della letteratura russa. Questo è lo stesso modellousato durante il Terzo Reich e adesso dai gruppi fedeli a Zelenskij, alla NATO, all’UE e agli USA stanno riproponendo alla medesima maniera. Il presidente ucraino ha mandato una lettera piena di propaganda bellica da far ascoltare al popolo italiano e il Servizio Pubblico Nazionale ha acconsentito a leggere tramite il servilismo di Amadeus nel tentativo di spacciare enormi falsità per realtà.


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FESTIVAL DELLA PROPAGANDA BELLICA

Nonostante tutte le proteste che sono state fatte nella giornata di ieri, Amadeus ha letto lo stesso la lettera che Zelenskij ha inviato.
Nella lettera il presidente ucraino come prima cosa ha ringraziato il governo Meloni per la vicinanza e il supporto bellico che gli è stato donato andando contro l’articolo 11 della nostra Costituzione.

Zelenskij nella sua lettera parla di cultura e arte, la stessa cultura e arte che lui stesso ha bandito dall’Ucraina e da tutto il mondo asservito alla narrazione della NATO, facendo distruggere e/o abbattere tutti i monumenti storici risalenti alla seconda guerra mondiale dai suoi battaglioni neo-nazisti, facendo annullare concerti di artisti russi in tutto il mondo colpevoli solamente di essere russi o addirittura facendo bandire e bruciare molti libri della letteratura russa.

Questo è lo stesso modellousato durante il Terzo Reich e adesso dai gruppi fedeli a Zelenskij, alla NATO, all’UE e agli USA stanno riproponendo alla medesima maniera.
Il presidente ucraino ha mandato una lettera piena di propaganda bellica da far ascoltare al popolo italiano e il Servizio Pubblico Nazionale ha acconsentito a leggere tramite il servilismo di Amadeus nel tentativo di spacciare enormi falsità per realtà.

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🔴 Domani 13 Febbraio al circolo ARCI FENULLI di Reggio Emilia, a partire dalle ore 19, si terrà la conferenza tenuta da Alessandro Pascale dal titolo “I Crimini del Capitalismo e la verità sul Comunisimo”. L’evento per tutte l’informazioni sull’incontro: https://ift.tt/Yi8ge7O


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🔴 Domani 13 Febbraio al circolo ARCI FENULLI di Reggio Emilia, a partire dalle ore 19, si terrà la conferenza tenuta da Alessandro Pascale dal titolo “I Crimini del Capitalismo e la verità sul Comunisimo”.

L’evento per tutte l’informazioni sull’incontro:
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