Congratulazioni al compagno Miguel Díaz-Canel. Viva Cuba socialista!

Congratulazioni al compagno Miguel Díaz-Canel. Viva Cuba socialista!

All’attenzione di:

S.E. Miguel DIAZ-CANEL Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba

A nome del Partito Comunista (Italia), dei suoi dirigenti e dei suoi militanti, sono lieto di esprimerLe le più sincere congratulazioni per l’elezione a Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba, alla guida dell’eroico popolo di un paese che è sempre stato un baluardo inflessibile di resistenza all’imperialismo.

Il nostro Partito conosce bene ed apprezza gli innegabili successi del socialismo nel Vostro paese. Nonostante il protrarsi dell’infame embargo e i reiterati tentativi dell’imperialismo statunitense di destabilizzare e rovesciare il socialismo, Cuba ha saputo resistere, svilupparsi e diventare un paese d’avanguardia per giustizia sociale e sviluppo della cultura, della scienza al servizio dell’uomo e del benessere del popolo, grazie alla saggia guida dei compagni Fidel Castro e Raul Castro e del Partito Comunista. Di Cuba apprezziamo anche il generoso impegno internazionalista a sostegno dei movimenti di liberazione e dei paesi che non si vogliono arrendere alle pretese predatorie dell’imperialismo.

Nel ribadire che il Partito Comunista (Italia) è sempre stato e sempre sarà al fianco di Cuba socialista, continueremo a fare quanto nelle nostre forze per lo sviluppo di relazioni di amicizia, cooperazione e collaborazione tra Cuba e l’Italia.

Le porgo, quindi, compagno Presidente, i più fraterni auguri di successo nell’espletamento del Suo mandato presidenziale e di nuove conquiste e vittorie nell’interesse del popolo cubano, proseguendo lungo la via tracciata dal Comandante Fidel e dalla Rivoluzione, fino alla vittoria definitiva del socialismo.

Roma, il 19/04/2018

PARTITO COMUNISTA (ITALIA)

Il Segretario Generale

Marco Rizzo

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Sulla criminale aggressione imperialista alla Siria

Sulla criminale aggressione imperialista alla Siria

Alle 03.55 di sabato 14 aprile, l’ignobile attacco contro la Siria, annunciato nei giorni scorsi, è stato sferrato senza attendere nemmeno il parere della commissione di esperti internazionali dell’UNOPCW in merito all’impiego di armi chimiche. Le forze aeronavali di USA, Francia e Gran Bretagna hanno bombardato obiettivi militari e civili in Siria con oltre 100 missili Tomahawk, la cui maggior parte è stata abbattuta dalla difesa contraerea siriana. La campagna mediatica, imperniata nuovamente attorno all’indimostrato utilizzo delle armi chimiche, è servita a preparare l’opinione pubblica mondiale a questo nuovo attacco. Esattamente come l’anno scorso, quando con lo stesso pretesto venne bombardata la base militare siriana di Shayrat, salvo poi scoprire che l’utilizzo di armi chimiche fu responsabilità dei cosiddetti ribelli dell’opposizione islamista, finanziata dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dai Paesi del Golfo. È accertato che, dal 2012 ad oggi, solo le organizzazioni terroristiche che combattono contro il governo siriano hanno usato sostanze chimiche contro popolazione siriana.

Come nel caso delle inesistenti “armi di distruzione di massa” in Iraq, delle false fosse comuni in Libia, ancora una volta gli imperialisti americani ed europei ricorrono alla menzogna per demonizzare l’avversario e giustificare l’intervento militare contro il popolo siriano, con il coinvolgimento delle principali testate giornalistiche italiane in questa scia di falsità propagandistiche.

La lotta fra centri imperialisti interessati al dominio della regione mediorientale nel quadro di una nuova spartizione del mondo, per la supremazia geo-strategica e il controllo di mercati, materie prime, energia e vie di comunicazione, aggrava quotidianamente il rischio di allargamento del conflitto. Questo attacco, attuato in totale violazione addirittura delle stesse norme del diritto internazionale borghese, dimostra come lo scontro imperialista in Siria si stia progressivamente trasformando da una guerra condotta per procura in un confronto diretto di tutte le forze che hanno interessi economici e strategici nella regione.

Lo scontro politico, economico e militare tra centri imperialisti è sempre più profondo e sono i popoli a pagarlo. La Siria è solo uno dei terreni dello scontro tra potenze imperialiste dagli esiti e dagli assetti quanto mai variabili.

Questo attacco si aggiunge a quelli perpetrati dall’esercito israeliano nelle ultime settimane e conferma un comune impegno di sionisti e imperialisti per salvare ciò che rimane delle organizzazioni terroristiche islamiche, create e sostenute dagli USA in questi anni con l’intento di rovesciare il governo siriano e smembrare il paese.

Il Partito Comunista, rinnovando la propria solidarietà al popolo e ai comunisti siriani, chiama alla mobilitazione antimperialista le masse popolari italiane, affinché l’Italia non solo non partecipi direttamente ad operazioni militari in Siria, ma non conceda l’uso delle basi militari in territorio italiano agli aggressori imperialisti.

Nessun sostegno diretto o indiretto agli assassini imperialisti!

Il Partito Comunista difende il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Il futuro della Siria può essere deciso solo dal popolo siriano che ha già saputo sconfiggere i criminali oscurantisti dell’ISIS. Il Partito Comunista sosterrà la lotta del popolo siriano per sventare anche questo nuovo, vile attacco dell’imperialismo americano ed europeo.

Gli imperialisti dovranno pagare caro anche per questo loro ennesimo crimine!

Il Partito Comunista chiama i lavoratori e gli strati popolari a lottare contro la guerra imperialista, costituendo un vasto movimento di lotta per l’uscita immediata e unilaterale del nostro paese dalla NATO e la chiusura di tutte le basi militari Nato e statunitensi in Italia.

Fuori l’Italia dalla NATO! Fuori la NATO dall’Italia!

Giù le mani dalla Siria!

PARTITO COMUNISTA (ITALIA)
FRONTE DELLA GIOVENTÙ COMUNISTA

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I partiti comunisti europei condannano l’aggressione imperialista contro la Siria

I partiti comunisti europei condannano l’aggressione imperialista contro la Siria

La seguente dichiarazione comune è stata sottoscritta da 28 partiti comunisti d’Europa, riuniti in questi giorni all’European Communist Meeting di Bruxelles, contro la prospettiva di una nuova aggressione imperialista ai danni del popolo siriano.

“I Partiti Comunisti che si sono riuniti l’11 Aprile a Bruxelles condannano l’escalation dell’aggressività imperialista e lo sviluppo della situazione in Siria e nella regione, dopo l’annuncio del Presidente degli USA Donald Trump di nuovi bombardamenti in Siria con il pretesto dell’utilizzo di armi chimiche, che gli USA hanno già compiuto più volte in passato. Il pericolo di una guerra generalizzata è sempre più in crescita.

I Partiti Comunisti esprimono la loro solidarietà internazionalista al popolo siriano e agli altri popoli della regione e si rivolgono alla classe lavoratrice e alle forze popolari per rinforzare la lotta contro gli interventi imperialisti e le guerre. Contro la Nato, gli Usa e l’Unione Europea.

I popoli non devono versare nemmeno una goccia di sangue per gli interessi dei gruppi monopolistici, nel conflitto per il controllo delle risorse energetiche, per le vie di trasporto e per il controllo dei mercati e per la distribuzione delle sfere di influenza.

I popoli devono avere il diritto di vivere in pace e di pretendere una società libera dalle guerre, dalle crisi, dalla povertà e lo sfruttamento.”

 

Elenco dei partiti che hanno sottoscritto l’appello (in ordine alfabetico secondo la denominazione inglese del paese d’origine):

Partito del Lavoro d’Austria (PdA)
Partito Comunista di Bulgaria (KPB)
Partito Socialista dei Lavoratori di Croazia (SRP)
Partito Progressista dei Lavoratori di Cipro (AKEL)
Partito Comunista dei Lavoratori di Finlandia (KT)
Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF)
Partito Rivoluzionario dei Comunisti (Francia)
Partito Comunista di Grecia (KKE)
Partito dei Lavoratori Ungherese (Munkaspart)
Partito dei Lavoratori (Irlanda)
Partito Comunista (PC- Italia)
Partito Socialista di Lettonia (LSP)
Partito Comunista di Lussemburgo (KPL-PCL)
Partito Comunista di Norvegia (NKP)
Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi (NPCN)
Partito Comunista di Polonia (KPP)
Partito Socialista Romeno (PSR)
Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF)
Partito Comunista Operaio Russo (RKRP)
Partito Comunista dell’Unione Sovietica (KPSS)
Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)
Partito Comunista di Svezia (SKP)
Partito Svizzero del Lavoro (PdAS-PST)
Partito Comunista di Turchia (TKP)
Partito Comunista di Ucraina (KPU)
Unione dei Comunisti di Ucraina
Nuovo Partito Comunista Britannico (NCPB)
Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia (NKPJ)
 

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No alla guerra imperialista in Siria

No alla guerra imperialista in Siria

La Siria sta per essere attaccata. Un copione già visto, molto simile a ciò che avvenne 15 anni fa con l’invasione dell’Iraq. Anche allora si parlò di armi chimiche poi rivelatisi inesistenti, di un dittatore da cacciare via per portare la libertà e la democrazia in quel paese, per giustificare un vero e proprio crimine internazionale, un’aggressione che scavalcò persino la “legittimità” dell’ONU. Una guerra per il petrolio, che ha causato più di mezzo milione di morti, destabilizzando un’intera regione consegnandola nelle mani dei fondamentalisti islamici.

Oggi si parla di nuovo dell’utilizzo di armi chimiche da parte dell’esercito siriano del governo di Bashar al Assad. Un’accusa già lanciata dai paesi della NATO già dal 2014, e poi nel 2017 (esattamente un anno fa), mai dimostrata da prove concrete e che tutt’oggi appare inverosimile, perché un esercito che sta già vincendo la guerra contro i jihadisti, come quello di Assad, non ha nessuna convenienza militare, strategica né tantomeno politica nell’utilizzare armi chimiche contro i civili, con l’unico risultato di fornire il pretesto per un’invasione che gli USA e i paesi della NATO aspettano da tempo. Già anni fa diverse inchieste giornalistiche, fra cui quella del premio Pulitzer Seymour Hersh, dimostrarono che ad utilizzare le armi chimiche in Siria non è l’esercito di Assad, ma le formazioni dei “ribelli” e jihadisti, con il preciso intento di provocare un intervento militare dei paesi NATO e UE in loro sostegno. Non a caso, la Siria ha ufficialmente e nuovamente invitato l’ONU, la cui apposita commissione è già presente in Siria, a un’ulteriore indagine per accertare le effettive responsabilità.

La scorsa notte, gli Stati Uniti hanno proposto la sua sostituzione con una commissione con meccanismi diversi da quelli dell’attuale diritto internazionale. Il veto della Russia è stato riportato in Italia con titoli fuorvianti che parlano del “No di Mosca a inchiesta ONU”: un’informazione tutt’altro che oggettiva e neutrale, ma distorta da chi ha il preciso intento di trascinare l’Italia in guerra col consenso dell’opinione pubblica.

Il Partito Comunista condanna con forza la campagna mediatica lanciata in Italia a reti unificate dai principali mezzi di informazione, con la complicità di noti personaggi pubblici e dello spettacolo come Saviano, Boldrini, Littizzetto, Fabio Volo e molti altri. Una campagna propagandistica che ha l’evidente obiettivo di preparare l’opinione pubblica del nostro paese ad accettare un intervento militare in Siria, proprio mentre il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, annuncia nuovi bombardamenti contro l’esercito siriano.

In guerra la prima a morire è sempre la verità. Questo è particolarmente evidente oggi nel conflitto siriano, in cui allo scontro fra diversi centri imperialisti, che si contendono l’egemonia e il controllo delle risorse in Siria, corrispondono altrettante versioni dei fatti, in cui anche la propaganda di guerra assume le caratteristiche di un fuoco incrociato in cui la verità è sempre più difficile da riconoscere. Una propaganda di guerra che, nel nostro caso, non si fa scrupoli nell’utilizzare nel modo più subdolo i morti innocenti causati dall’imperialismo, inclusi i bambini, per giustificare una guerra che causerebbe altre decine di migliaia di morti.

Il Partito Comunista condanna con forza la prospettiva di un nuovo intervento imperialista in Siria, e considera scellerata ogni forma di sostegno dell’Italia a una guerra voluta dai grandi monopoli, ma che saranno i popoli e i lavoratori a pagare. Non una base, non un soldato devono essere messi a disposizione dall’Italia per una nuova guerra in Siria. Siamo pronti a mobilitarci in difesa della pace, contro l’imperialismo e la prospettiva di un coinvolgimento del nostro paese in un’aggressione alla Siria. Fuori l’Italia dalla NATO, fuori la NATO dall’Italia.

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Delegazione dell’Iniziativa Comunista Europea in Palestina

Delegazione dell’Iniziativa Comunista Europea in Palestina

Una delegazione dell’Iniziativa Comunista Europea ha fatto ritorno in questi giorni dalla Palestina, dove ha tenuto una serie di importanti incontri con le autorità palestinesi e le organizzazioni comuniste e operaie, per rafforzare la solidarietà internazionale con la lotta del popolo palestinese. La delegazione guidata dall’eurodeputato greco Sotiris Zarianopoulos ha visto la partecipazione anche di un compagno della commissione internazionale del Partito Comunista.

Nonostante qualche problema alla frontiera con le autorità israeliane –  che nella prima giornata ha comportato l’annullamento di alcuni incontri a causa dei ritardi – la delegazione dell’iniziativa comunista europea ha incontrato a Ramallah una delegazione del Partito Comunista Palestinese, Rabé Barghouti, Capo del Protocollo dell’Autorità Nazionale Palestinese, l’avvocato Uri Davis, docente universitario emerito e notissimo avvocato difensore dei diritti civili dei palestinesi, membro del Partito Fatah e deputato all’Assemblea Nazionale Palestinese.

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Nel secondo giorno di attività la delegazione si è spostata a Hebron dove ha potuto costatare la presenza di numerosi insediamenti israeliani nel territorio palestinese e incontrare a pranzo con alcuni ministri del governo palestinese. I delegati comunisti hanno visitato Betlemme e il campo profughi di Aida.

Nell’ultima giornata i compagni europei hanno avuto un incontro con i rappresentanti del Partito del Popolo Palestinese, e successivamente partiti per Gerico hanno avuto un lungo incontro con il governatore della regione, Majed Al-Fityani, Segretario del Consiglio Rivoluzionario di Fatah.

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L’Iniziativa Comunista Europea ha voluto manifestare la propria vicinanza alla lotta del popolo palestinese, conoscere dal vivo la situazione sviluppando iniziative di sostegno e cooperazione internazionale per denunciare l’occupazione israeliana e la violazione dei diritti del popolo palestinese. Negli stessi giorni l’Iniziativa Comunista Europea aveva pubblicato una forte presa di posizione in solidarietà con la lotta del popolo Palestinese, che pubblichiamo  integralmente tradotta.

Per la pace e la giustizia in Palestina e nel mondo, diamo una spinta verso il socialismo.

Il 2018 è iniziato come un anno buio per il popolo della Palestina. Nel contesto della inaccettabile e riprovevole decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale israeliana, i ministri israeliani stanno discutendo di come uccidere altri palestinesi. L’aiuto economico internazionale, essenziale per assicurare i bisogni fondamentali dei palestinesi, sta diminuendo drasticamente dal momento che gli Stati Uniti hanno sospeso il loro contributo. Il governo israeliano non cerca nemmeno di nascondere che sta progettando una guerra, minacciando l’intera regione con esercitazioni militari in corso ai confini di Gaza. In un paese in cui non esiste un’attività economica autonoma, Israele intensifica lo strangolamento economico dei territori palestinesi.

Che le nuvole della guerra si stiano addensando sul popolo palestinese è stato chiaramente indicato dalla dichiarazione del presidente degli Stati Uniti che accetta Gerusalemme come capitale d’Israele.

Come  partiti comunisti che costituiscono l’Iniziativa Comunista Europea, condividiamo le proteste del popolo palestinese, circondato dall’imperialismo e dal collaborazionismo, sia dall’interno che dall’esterno, e dichiariamo ancora una volta che siamo fermamente uniti alla loro causa giusta, alla loro lotta per la libertà e l’indipendenza.

La giusta strada per il popolo della Palestina e per i popoli progressisti che si sono espressi in solidarietà con esso, evidenzia la necessità del pieno riconoscimento della Palestina come stato indipendente e sovrano. Crediamo che nelle condizioni attuali, una soluzione equa richieda: l’istituzione di uno Stato indipendente di Palestina entro i confini esistenti prima della guerra del 4 giugno 1967, con capitale Gerusalemme Est; l’evacuazione di tutti gli insediamenti israeliani all’interno dei territori palestinesi; l’urgente demolizione del muro che divide e rende la Palestina una prigione aperta; la realizzazione del diritto al rientro dei profughi palestinesi; l’immediata liberazione di prigionieri politici nelle prigioni israeliane.

Continuiamo a sostenere risolutamente queste richieste. Consideriamo il riconoscimento della Palestina come uno “stato osservatore non membro” delle Nazioni Unite nel novembre 2012 come discriminazione inaccettabile, e chiediamo che la Palestina sia riconosciuta come membro a pieno titolo dell’ONU con piena autorità e diritti.

D’altra parte, siamo consapevoli del fatto che la negazione del diritto internazionale e della legittimità politica è ormai diventata la principale linea di reazione, specialmente per Israele e gli Stati Uniti. Dichiarare Gerusalemme nella sua interezza come capitale di Israele mentre Gerusalemme Est è occupata, aumentando il numero di coloni illegali e incoraggiando la diffusione di tali insediamenti, abbracciando l’uso della forza come strategia indispensabile, adottando politiche che guidano la gente alla fame e alla miseria ecc. rivelano il vero carattere dell’imperialismo e il ruolo di Israele e dei suoi crimini contro il popolo palestinese e i popoli della regione.

In queste circostanze, consideriamo che le posizioni e gli appelli del movimento comunista verso popoli e movimenti, con i quali si unisce nella lotta per uno stato palestinese indipendente e sovrano entro i confini del 1967, dovrebbero estendersi al di là della richiesta di rispetto del diritto internazionale. In Medio Oriente –  quindi anche in Israele e in Palestina –  varie forme di reazione si galvanizzano a vicenda. Collaborazionismo di classe borghese, razzismo, divisioni religiose costituiscono strumenti per la perpetuazione dell’occupazione israeliana, per rafforzare la tattica del “divide et impera” e un costante intervento imperialista. Inoltre, rimane la realtà che l’imperialismo e la reazione possono essere sradicati solo dal socialismo. Un’alternativa socialista costruita sulla classe operaia può essere portata avanti attraverso la lotta dei popoli nella regione per sconfiggere gli interventi imperialisti e le politiche che seminano la discordia tra i popoli. Il rafforzamento dei lavoratori all’interno di lotte che mirano veramente a raggiungere le giuste richieste del popolo palestinese, la fine dell’occupazione e l’eguaglianza, la libertà e la pace, è l’unica strada progressista.

Come partiti che costituiscono l’Iniziativa Comunista Europea, chiediamo alla classe operaia e ai popoli di esprimere con decisione la loro solidarietà internazionalista e di sostenere il popolo palestinese nella sua lotta contro l’occupazione israeliana, contro l’imperialismo e ogni tipo di forze reazionarie e per uno stato palestinese indipendente, per una società socialista per liberare il popolo da ogni tipo di sfruttamento e repressione.

Viva la Palestina libera!
Viva l’internazionalismo proletario!
Viva il socialismo!

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Giù le mani dalla Siria. Posizione del PC sull’intervento della Turchia.

Giù le mani dalla Siria. Posizione del PC sull’intervento della Turchia.

Il Partito Comunista condanna l’azione imperialista del governo della Turchia che con il pretesto della lotta al terrorismo sta conducendo da mesi operazioni militari all’interno del territorio siriano. Oggi l’esercito turco ha dichiarato di essere entrato ad Afrin, dopo giorni di combattimenti. La Siria è divenuta terra di conquista e spartizione degli imperialisti, tanto delle grandi potenze mondiali quanto di quelle regionali.

Sappiamo che la lotta al terrorismo è un mero pretesto. Il governo turco conduce la sua campagna militare contro i curdi del PYD in alleanza con cosiddetto “Esercito Libero Siriano” (FSA) che, tuttavia, è a sua volta un gruppo terrorista. In un’evidente contraddizione interna al fronte imperialista dagli sviluppi imprevedibili, gli Stati Uniti e i paesi della NATO utilizzano e sostengono sia il PYD curdo che i terroristi del FSA per destabilizzare il legittimo governo siriano in funzione del loro piano di smembramento del paese. E’ altrettanto evidente il fallimento dell’illusione del PYD di poter creare uno stato curdo alleandosi con l’imperialismo: questo ha soltanto contribuito ad assecondare il piano degli USA per dividere la Siria, a chiara testimonianza di come nessuna alleanza con gli imperialisti possa determinare alcun avanzamento reale e permanente, ma solo la compromissione delle forze popolari e la loro subalternità politica.

Il Partito Comunista (Italia) invia la propria solidarietà ai partiti fratelli della regione, in particolare al Partito Comunista Siriano che lotta sul campo di battaglia e al Partito Comunista di Turchia (TKP), che sta contrastando nel proprio paese la politica del governo turco, chiamando i lavoratori e le classi popolari a non lasciarsi ingannare e a non appoggiare le politiche imperialiste di Erdogan.

Il Partito Comunista, vigilerà sull’azione del futuro governo italiano quale ne sia il colore politico, affinché cessino le politiche di sostegno ai piani imperialisti nella regione, e si eviti qualsiasi coinvolgimento dell’Italia nelle operazioni in Siria. Insieme con i nostri partiti fratelli lavoreremo per contrastare l’emergere di conflitti nell’area del mediterraneo, il cui rischio si intensifica giorno dopo giorno.

La Siria deve essere liberata dai progetti imperialisti, dai conflitti di interessi tra le grandi potenze e le potenze fondamentaliste della regione. È il popolo siriano che lo farà. Ecco perché diciamo, giù le mani dalla Siria.

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Il segretario del KKE: «congratulazioni al Partito Comunista in Italia»

Il segretario del KKE: «congratulazioni al Partito Comunista in Italia»

Lettera del segretario del Partito Comunista di Grecia (KKE), Dimitris Koutsoumpas, a Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC) in Italia.

Caro compagno Marco, cari compagni,

vi esprimiamo la stima dei compagni del Partito Comunista di Grecia (KKE) per l’importante battaglia del vostro Partito. Una battaglia che ha superato gran parte degli ostacoli della legge elettorale imponendo l’insostituibile presenza del Partito Comunista in Italia con una lista indipendente e con simbolo la falce e martello.

Il risultato elettorale del Partito Comunista in Italia è un importante passo avanti per la sua azione, che dà forza per gli interventi e la presenza nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, nei quartieri popolari e operai.

Grazie all’avanzamento politico che avete compiuto e alle forze raccolte, il vostro partito può continuare da posizioni migliori un forte lavoro quotidiano in questa battaglia politica, per rafforzare il Partito Comunista nella lotta per la difesa degli interessi della classe operaia e degli strati popolari, per la riorganizzazione del movimento operaio in Italia con un orientamento di classe, per supportare con decisione l’unica vera soluzione, il socialismo-comunismo.

Caro compagno Marco, cari compagni,

il KKE continuerà a stare al vostro fianco e contribuirà all’ulteriore rafforzamento dei rapporti bilaterali e della lotta comune dei nostri partiti.

Un saluto a pugno chiuso

Dimitris Koutsoumpas

Segretario Generale del C.C. del KKE

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Marco Rizzo (Pc): «Cia ammette ingerenza in elezioni italiane»

Marco Rizzo (Pc): «Cia ammette ingerenza in elezioni italiane»

James Woolsey, ex direttore della CIA fra il 1993 e il 1995, ha affermato in un’intervista andata in onda su FoxNews pochi giorni fa che gli Stati Uniti hanno interferito nelle elezioni italiane e greche del dopoguerra per evitare la vittoria dei comunisti. Fra le risate sue e della giornalista, ha lasciato intendere che la CIA oggi interferisce ancora nelle elezioni di alcuni paesi nel mondo, “solo per una giusta causa, per difendere la democrazia”.

Questa la dichiarazione di Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC): «È grave che in Italia nessuno abbia detto nulla. Il fatto che tutto questo sia considerato normale dimostra che in questo sistema la “democrazia” va bene solo quando vincono i padroni, quando il potere resta saldo nelle mani di banche e multinazionali. Se in Italia avessero vinto i comunisti nel 1948, gli USA avrebbero promosso un colpo di Stato come in Cile nel ‘73. Quanto ammesso da Woolsey è tanto più inaccettabile se si pensa che oggi in Italia ci sono decine di basi militari USA dislocate sul suolo italiano. Adesso abbiamo una ragione in più per esigere l’uscita dell’Italia dalla NATO e la chiusura di tutte le basi statunitensi sul territorio nazionale».

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TURCHIA LIBERI IMMEDIATAMENTE IL SEGRETARIO DEL TKP

TURCHIA LIBERI IMMEDIATAMENTE IL SEGRETARIO DEL TKP

Dichiarazione di Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC) sull’arresto e l’incarcerazione del leader dei comunisti turchi.

«Ieri un tribunale turco ha condannato Kemal Okuyan, segretario del Partito Comunista di Turchia (TKP), a 11 mesi di carcere, ufficialmente per aver “insultato” il Presidente Erdoğan. Denunciamo quello che riteniamo essere un evidente tentativo di repressione dell’attività politica dei comunisti da parte di un governo, quello turco, la cui deriva autoritaria è sempre più evidente. Chiediamo l’immediata scarcerazione di Okuyan ed esprimiamo la solidarietà del Partito Comunista ai comunisti turchi, che oggi fronteggiano la reazione e il fondamentalismo, lottando per la laicità, per il progresso e per il socialismo».

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Bombe in Yemen, Rizzo (PC): «Italia complice di un genocidio»

Bombe in Yemen, Rizzo (PC): «Italia complice di un genocidio»

«L’inchiesta del New York Times apre un vaso di Pandora in parte già noto» – così Marco Rizzo del Partito Comunista (PC) – «L’Italia ha fornito 40 milioni di euro in armi e bombe all’Arabia Saudita, di fatto un sostegno alla guerra contro lo Yemen. La Farnesina si giustifica citando il diritto internazionale e l’assenza di un embargo internazionale contro l’Arabia Saudita, ma la nostra legge vieta di vendere armi a paesi in guerra. È evidente che l’interesse viene prima di tutto, un paese serio non cercherebbe alibi ma sospenderebbe la produzione negli stabilimenti RMW in Italia iniziando un processo di riconversione industriale, cessando ogni flusso di armi verso l’Arabia Saudita e ogni forma di sostegno anche economico. Invece si preferisce cercare giustificazioni. L’Italia in Yemen è complice di un genocidio».

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RIZZO (PC): « INVIO TRUPPE IN NIGER, ATTO IMPERIALISTA»

RIZZO (PC): « INVIO TRUPPE IN NIGER, ATTO IMPERIALISTA»

«L’invio di un contingente di 500 soldati e 150 mezzi in Niger da parte del governo Italiano è un atto imperialista. Un atto che si inserisce nel quadro della politica neocolonialista dei paesi dell’Unione Europea e della Nato per la spartizione del continente africano. Lo stesso Gentiloni ha parlato espressamente di apertura anche ad altri paesi della regione, lasciando intendere che il Niger farà solo da apripista». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Si dice di voler arginare l’immigrazione, ma non si dice in che modo lo si farà e a quale prezzo. Di certo non garantendo uno sviluppo per i popoli africani che consenta occupazione e una vita dignitosa nel proprio paese. L’Italia va solo a difendere gli interessi delle grandi compagnie energetiche e minerarie, spesso fonte di impoverimento e sfruttamento dei popoli, cause primarie dell’immigrazione. Questa missione militare peserà sui conti dello Stato, con nuovi fondi sottratti alla spesa sociale, ma per le missioni all’estero non si taglia mai! La pace, la fine dell’immigrazione, potranno essere ottenute solo rovesciando queste politiche. Serve uscire dalla Nato e ritirare le truppe all’estero».

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