Una delegazione dell’Iniziativa Comunista Europea ha fatto ritorno in questi giorni dalla Palestina, dove ha tenuto una serie di importanti incontri con le autorità palestinesi e le organizzazioni comuniste e operaie, per rafforzare la solidarietà internazionale con la lotta del popolo palestinese. La delegazione guidata dall’eurodeputato greco Sotiris Zarianopoulos ha visto la partecipazione anche di un compagno della commissione internazionale del Partito Comunista.
Nonostante qualche problema alla frontiera con le autorità israeliane – che nella prima giornata ha comportato l’annullamento di alcuni incontri a causa dei ritardi – la delegazione dell’iniziativa comunista europea ha incontrato a Ramallah una delegazione del Partito Comunista Palestinese, Rabé Barghouti, Capo del Protocollo dell’Autorità Nazionale Palestinese, l’avvocato Uri Davis, docente universitario emerito e notissimo avvocato difensore dei diritti civili dei palestinesi, membro del Partito Fatah e deputato all’Assemblea Nazionale Palestinese.
Nel secondo giorno di attività la delegazione si è spostata a Hebron dove ha potuto costatare la presenza di numerosi insediamenti israeliani nel territorio palestinese e incontrare a pranzo con alcuni ministri del governo palestinese. I delegati comunisti hanno visitato Betlemme e il campo profughi di Aida.
Nell’ultima giornata i compagni europei hanno avuto un incontro con i rappresentanti del Partito del Popolo Palestinese, e successivamente partiti per Gerico hanno avuto un lungo incontro con il governatore della regione, Majed Al-Fityani, Segretario del Consiglio Rivoluzionario di Fatah.
L’Iniziativa Comunista Europea ha voluto manifestare la propria vicinanza alla lotta del popolo palestinese, conoscere dal vivo la situazione sviluppando iniziative di sostegno e cooperazione internazionale per denunciare l’occupazione israeliana e la violazione dei diritti del popolo palestinese. Negli stessi giorni l’Iniziativa Comunista Europea aveva pubblicato una forte presa di posizione in solidarietà con la lotta del popolo Palestinese, che pubblichiamo integralmente tradotta.
Per la pace e la giustizia in Palestina e nel mondo, diamo una spinta verso il socialismo.
Il 2018 è iniziato come un anno buio per il popolo della Palestina. Nel contesto della inaccettabile e riprovevole decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale israeliana, i ministri israeliani stanno discutendo di come uccidere altri palestinesi. L’aiuto economico internazionale, essenziale per assicurare i bisogni fondamentali dei palestinesi, sta diminuendo drasticamente dal momento che gli Stati Uniti hanno sospeso il loro contributo. Il governo israeliano non cerca nemmeno di nascondere che sta progettando una guerra, minacciando l’intera regione con esercitazioni militari in corso ai confini di Gaza. In un paese in cui non esiste un’attività economica autonoma, Israele intensifica lo strangolamento economico dei territori palestinesi.
Che le nuvole della guerra si stiano addensando sul popolo palestinese è stato chiaramente indicato dalla dichiarazione del presidente degli Stati Uniti che accetta Gerusalemme come capitale d’Israele.
Come partiti comunisti che costituiscono l’Iniziativa Comunista Europea, condividiamo le proteste del popolo palestinese, circondato dall’imperialismo e dal collaborazionismo, sia dall’interno che dall’esterno, e dichiariamo ancora una volta che siamo fermamente uniti alla loro causa giusta, alla loro lotta per la libertà e l’indipendenza.
La giusta strada per il popolo della Palestina e per i popoli progressisti che si sono espressi in solidarietà con esso, evidenzia la necessità del pieno riconoscimento della Palestina come stato indipendente e sovrano. Crediamo che nelle condizioni attuali, una soluzione equa richieda: l’istituzione di uno Stato indipendente di Palestina entro i confini esistenti prima della guerra del 4 giugno 1967, con capitale Gerusalemme Est; l’evacuazione di tutti gli insediamenti israeliani all’interno dei territori palestinesi; l’urgente demolizione del muro che divide e rende la Palestina una prigione aperta; la realizzazione del diritto al rientro dei profughi palestinesi; l’immediata liberazione di prigionieri politici nelle prigioni israeliane.
Continuiamo a sostenere risolutamente queste richieste. Consideriamo il riconoscimento della Palestina come uno “stato osservatore non membro” delle Nazioni Unite nel novembre 2012 come discriminazione inaccettabile, e chiediamo che la Palestina sia riconosciuta come membro a pieno titolo dell’ONU con piena autorità e diritti.
D’altra parte, siamo consapevoli del fatto che la negazione del diritto internazionale e della legittimità politica è ormai diventata la principale linea di reazione, specialmente per Israele e gli Stati Uniti. Dichiarare Gerusalemme nella sua interezza come capitale di Israele mentre Gerusalemme Est è occupata, aumentando il numero di coloni illegali e incoraggiando la diffusione di tali insediamenti, abbracciando l’uso della forza come strategia indispensabile, adottando politiche che guidano la gente alla fame e alla miseria ecc. rivelano il vero carattere dell’imperialismo e il ruolo di Israele e dei suoi crimini contro il popolo palestinese e i popoli della regione.
In queste circostanze, consideriamo che le posizioni e gli appelli del movimento comunista verso popoli e movimenti, con i quali si unisce nella lotta per uno stato palestinese indipendente e sovrano entro i confini del 1967, dovrebbero estendersi al di là della richiesta di rispetto del diritto internazionale. In Medio Oriente – quindi anche in Israele e in Palestina – varie forme di reazione si galvanizzano a vicenda. Collaborazionismo di classe borghese, razzismo, divisioni religiose costituiscono strumenti per la perpetuazione dell’occupazione israeliana, per rafforzare la tattica del “divide et impera” e un costante intervento imperialista. Inoltre, rimane la realtà che l’imperialismo e la reazione possono essere sradicati solo dal socialismo. Un’alternativa socialista costruita sulla classe operaia può essere portata avanti attraverso la lotta dei popoli nella regione per sconfiggere gli interventi imperialisti e le politiche che seminano la discordia tra i popoli. Il rafforzamento dei lavoratori all’interno di lotte che mirano veramente a raggiungere le giuste richieste del popolo palestinese, la fine dell’occupazione e l’eguaglianza, la libertà e la pace, è l’unica strada progressista.
Come partiti che costituiscono l’Iniziativa Comunista Europea, chiediamo alla classe operaia e ai popoli di esprimere con decisione la loro solidarietà internazionalista e di sostenere il popolo palestinese nella sua lotta contro l’occupazione israeliana, contro l’imperialismo e ogni tipo di forze reazionarie e per uno stato palestinese indipendente, per una società socialista per liberare il popolo da ogni tipo di sfruttamento e repressione.
Viva la Palestina libera!
Viva l’internazionalismo proletario!
Viva il socialismo!