Tregua in Palestina: Il 4° Podcast del Partito Comunista
Presentiamo il nuovo episodio del Podcast del Partito Comunista, questa è una puntata speciale dedicata all’accordo per Tregua in Palestina.
Al podcast partecipano il Responsabile dell’Organizzazione Nazionale Matteo Di Cocco ed il Segretario Generale Alberto Lombardo.
Ascolta il podcast su Youtube cliccando qui
https://youtu.be/yQSmYnMwCOo
🎧 Per tutte le altre piattaforme ascoltate il podcast qui:
👉 https://linktr.ee/ilpartitocomunista
📢 Contribuisci al Partito Comunista con una piccola sottoscrizione:
👉 https://ilpartitocomunista.it/contribuisci/
📬 Iscriviti al Partito Comunista:
👉 https://ilpartitocomunista.it/tesseramento/
🔴 Segui il Partito Comunista sui social:
👉 https://instabio.cc/PartitoComunista
Roma 19 Gennaio ore 15,30 – Evento sulla Resistenza
A nome del Comitato Centrale del Partito Comunista (Italia) esprimo …
da Partito Comunista https://ift.tt/D5V2Sr4
A nome del Comitato Centrale del Partito Comunista (Italia) esprimo i sensi della solidarietà del nostro partito al popolo cinese per il recente disastro avvenuto nello Xizang.
Sappiamo che il Partito Comunista di Cina e il Governo sono strenuamente e con successo impegnati per alleviare i disagi e le sofferenze delle popolazioni colpite.
Anche in queste dolorose circostanze si misura l’enorme distanza tra un paese socialista e paesi a guida capitalistica come il nostro o gli Stati Uniti.
Il Segretario Generale
Alberto Lombardo
Un anno dopo l’Italia va ancora a rotoli. Questo Governo …
da Partito Comunista https://ift.tt/5EiZhJQ
Un anno dopo l’Italia va ancora a rotoli. Questo Governo non si merita niente, infatti l’articolo che vi proponiamo è stato scritto esattamente lo scorso anno, cosa è cambiato nel frattempo? Spoiler: NIENTE.
Vi riproponiamo il punto del Segretario Generale Alberto Lombardo nella sua interezza:
Il punto di Alberto Lombardo, Segretario generale del Partito Comunista
Oggi, 12 gennaio, il quotidiano della Confindustria, Il Sole 24 ore, a pag. 6 ci dà due importanti notizie.
Nella prima ci informa che, secondo i dati ISTAT, a novembre la produzione industriale diminuisce dell’1,5% rispetto a ottobre e del 3,1% in termini tendenziali. Un tracollo annunciato. Altro che rimbalzo dopo la pandemia! Le sanzioni contro la Russia sono proprio efficaci… contro di noi.
La seconda riguarda i dati sull’occupazione che sarebbero in aumento, nonostante la débâcle succitata, e che vengono invece sbandierati dal Governo come un successo della sua politica antipopolare. Vediamo da vicino.
A parte il maldestro tentativo dell’articolo di attribuire al calo demografico l’incremento dell’occupazione, cosa che non può essere perché caso mai potrebbe essere causa di diminuzione della disoccupazione e non di aumento dell’occupazione, si ha innanzitutto una marcata trasformazione dei contratti a termine in quelli a tempo indeterminato. Ovviamente questa cosa non fa aumentare l’occupazione e non dà neanche ai lavoratori maggiori diritti o certezze, in quanto ormai le differenze tra le due tipologie sono scomparse.
In realtà si legge: «Ma la crescita occupazionale si concentra anche sulle fasce d’età più elevate, soprattutto sugli over 50. Qui incidono ancora gli effetti della riforma Fornero che portano a prolungare la permanenza nel mercato del lavoro di persone che anni fa sarebbero andate in pensione prima, accrescendo quindi lo stock complessivo degli occupati».
Quindi l’incremento dell’occupazione è dovuta alla sciagurata negazione del diritto di andare in pensione in un’età accettabile. Fine pena, mai!
Anche sul lato degli effetti della revoca del Reddito di cittadinanza, che avrebbe portato gli ex percettori a trovare un lavoro, vi sono forti dubbi.
«Infatti, i nuovi occupati degli ultimi trimestri si concentrano su chi ha un titolo di studio medio alto, dall’altro proprio il calo dei disoccupati e il contestuale aumento degli inattivi di novembre potrebbe suggerire che queste persone non sono riuscite a trovare un lavoro.»
Quindi calo di disoccupati si ha perché aumentano gli inattivi, ossia quelli che il lavoro neanche lo cercano più. Aumenta invece l’occupazione delle fasce alte, in seguito alla tendenza alla concentrazione capitalistica e relativa specializzazione. Quindi il tanto decantato boom degli operai specializzati che – a detta di Confindustria – sarebbero introvabili in Italia, non c’è.
«Povera Italia».
Dal 2015 ad oggi si è registrato, in Europa, un …
da Partito Comunista https://ift.tt/PiJpZL7
Dal 2015 ad oggi si è registrato, in Europa, un vertiginoso aumento dei prezzi delle abitazioni: in media, +48% (dati Eurostat).
Questo fenomeno è causato dalla speculazione finanziaria dei grandi capitali delle banche nel settore immobiliare e dalla situazione geopolitica degli ultimi 30 anni, che ha portato ad una progressiva deindustrializzazione e finanziarizzazione della nostra economia. Distruggendo la produzione reale, si è arrivati ad una situazione di controllo monopolistico dei grandi capitali finanziari nei vari settori economici, tra cui quello immobiliare.
È importante notare però che in Italia i prezzi sono aumentati di meno rispetto agli altri paesi (+8% in Italia) e proprio in Italia la distribuzione delle case vede una maggiore presenza dei piccoli proprietari e non delle solite grandi imprese immobiliari.
Ad aggiungere sale sulle ferite ci sono gli affitti: il peso dell’affitto sul salario minimo va dal 35% di Francia e Italia al 56% dei Paesi Bassi.
Un salasso rovinoso su famiglie, giovani lavoratori e studenti, che si troveranno a dover scegliere fra l’indebitarsi a vita con i mutui o perdere almeno un terzo del proprio guadagno in affitti. Una vera e propria estorsione.
L’economia europea è fondata sull’usura e sulla speculazione legalizzata da parte delle banche, caratteristiche fondanti di un sistema che pompa la ricchezza dal basso verso l’alto.
Questa situazione inaccettabile e insostenibile dimostra la necessità del controllo dello stato (uno stato che faccia gli interessi del popolo) sul settore immobiliare, che fissi l’affitto al 5% del salario.
Nicolás Maduro si è insediato ufficialmente come Presidente della Repubblica …
da Partito Comunista https://ift.tt/0eiOgFE
Nicolás Maduro si è insediato ufficialmente come Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Il Partito Comunista, augura al Presidente eletto ed al popolo venezuelano di proseguire nel percorso tracciato da Hugo Chávez contro ogni tentativo di ingerenza imperialista nordamericana, lottando per l’uguaglianza e per lo sviluppo del paese.
Viva Maduro!
Giornata nera per il trasporto ferroviario in Italia, in particolare …
da Partito Comunista https://ift.tt/egTqwQL
Giornata nera per il trasporto ferroviario in Italia, in particolare a Milano, dove si sono accumulati oltre 200 minuti di ritardo bloccando lo spostamento di migliaia e migliaia di italiani tra quelli in attese nelle stazioni e quelli bloccati nelle carrozze dei treni.
Dopo una prima verifica sembra che il tutto sia causato dal sovrautilizzo della rete ferroviaria che non è stata aggiornata e mantenuta correttamente nel tempo.
Questo grave danno a tutto il sistema dei trasporti nasce nel momento in cui la gestione della Rete Ferroviaria ed i suoi costi vengono scorporati da Ferrovie dello Stato, dando vita da una parte ad una società pubblica RFI dove ci sono solo i costi e le perdite, dall’altra parte invece nasce una società privata che si occupa di incassare e guadagnare sul trasporto passeggeri ovvero Trenitalia.
La collettivizzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti è un classico sintomo di un paese che svende se stesso ed i suoi cittadini al capitalismo, come succede in Italia giorno dopo giorno da decenni.
Vogliamo chiedere al Ministro dei Trasporti Salvini di pensare un po’ di più all’aggiornamento delle infrastrutture del nostro paese che sono in una situazione indegna per un paese come l’Italia, invece di fare azioni di pura propaganda o di cercare in tutti i modi di tornare alla guida del Ministero degli Interni, si occupi del suo lavoro.
Se non se la sente di gestire uno dei Ministeri cruciali per il nostro paese, può sempre dimettersi.
SALA È LIBERA, ABEDINI NO Il rilascio della giornalista italiana Sala …
da Partito Comunista https://ift.tt/ZPV67TW
SALA È LIBERA, ABEDINI NO
Il rilascio della giornalista italiana Sala non fa che smentire le aberranti argomentazioni che la stampa occidentale, e quindi a ruota anche quella italiana, ha profuso a proposito del parallelo con il caso dell’arresto del ricercatore iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, avvenuto all’aeroporto di Malpensa dove era in transito. Abedini si trova ancora sottoposto ad arresto cautelare su mandato delle autorità statunitensi.
Nonostante le autorità iraniane abbiano smentito qualunque collegamento, se non casuale per la concomitanza temporale, l’informazione tossica nostrana ha continuato su questa litania. Ora si dimostra che non si è trattato né di un “ricatto” (i sequestrati non si rilasciano prima di ottenere quello che si desidera), né di una “ritorsione”.
Per quanto riguarda la vicenda dell’iraniano, ci sembra che quanto scritto dai compagni svizzeri [1] restituisca la vicenda alla verità. In sintesi, «… il cittadino svizzero di origine iraniana, Mohammad Abedini Najafabadi, è accusato di traffico d’armi. Quando invece è semplicemente un libero commercio garantito dalle leggi internazionali. Infatti non ci risulta che i rappresentanti dell’industria degli armamenti americani in Svizzera ed Europa vengano arrestati con questa accusa. Quanto alle sanzioni contro l’Iran, sono prive di mandato dell’ONU e quindi da un punto di vista legale siamo di fronte al nulla: è un arresto squisitamente politico! Gli USA comandano, l’Italia ubbidisce, la Svizzera sta zitta anche se un suo cittadino viene arrestato abusivamente all’estero. Il giornalista Di Mizio dice bene: “la verità è che gli americani vogliono interrogare, con le buone o con le cattive, l’ingegnere iraniano per conoscere i segreti dei droni iraniani, come li fabbricano, dove, se li vendono alla Russia, ecc. Questa è la vera ragione. L’arresto dell’ingegnere è un sequestro di persona, non un arresto: è un atto di pirateria di Stato”.»
Qui vogliamo inoltre sottolineare la difformità evidente tra il sistema giudiziario iraniano, che risponde alle caratteristiche secondo le quali un tribunale terzo rispetto alla politica debba giudicare gli accusati secondo le leggi di quello stato per (presunti) ivi reati commessi, e la procedura statunitense.
Per quanto riguarda la competenza territoriale, gli USA ci hanno da tempo abituati a arresti e perfino esecuzioni extraterritoriali senza alcuna accusa formale, ma solo su mandato del Presidente.
Quanto all’autorità giudiziaria che ha emesso il mandato, peraltro inviato direttamente alla Polizia italiana senza passare dall’Interpol, si tratta del famigerato Gran Jury. Per capire il livello tribale, grottesco, da Far West di cui parliamo, ci riferiamo a un articolo [2] di dieci anni fa di Michele Papa, Ordinario di diritto penale Università di Firenze, dove si legge:
«“Se il pubblico ministero volesse, potrebbe agevolmente convincere il Grand jury ad incriminare un sandwich al prosciutto”. Con queste parole il giudice Sol Watchtler, già presidente della Corte suprema dello stato di New York, stigmatizzava lapidariamente la totale sudditanza di quest’organo popolare al prosecutor. … il Grand jury è solitamente incapace di resistere al prosecutor.»
Ma per la nostra stampa gli USA sono il faro della democrazia, e l’Iran è una brutale dittatura.
[2] (https://ift.tt/nmHyatj)
“Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta”, …
da Partito Comunista https://ift.tt/LmbGsw1
“Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta”, così parlava qualche anno fa Alfonso Bonafede, ex Guardasigilli e deputato del Movimento 5 Stelle. In Sardegna non vi sono sospetti perché il provvedimento della Corte d’Appello di Cagliari è perentorio: la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, esponente di punta del Campo Largo, è stata dichiarata decaduta per inadempienze legate alle spese elettorali.
Sono sei i punti contestati alle presidente Todde: innanzitutto, la dichiarazione relative alle spese non sarebbe conforme a quanto stabilito dalla legge; in seconda battuta, “non risulta essere nominato un mandatario”, obbligato per legge; al terzo punto, “non risulta essere aperto un conto corrente riservato solo alla raccolta dei fondi”; al quarto punto, non vi è “la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato”; al quinto punto, “non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale” e, continua il provvedimento, “non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti della campagna elettorale”; infine, al sesto e ultimo punto, non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte attraverso PayPal durante la campagna elettorale.
Da ciò che emerge dal provvedimento del Collegio regionale di garanzia elettorale, sembra che il Movimento 5 Stelle, nella figura della presidente Alessandra Todde, abbiamo tradito altri due principi delle sue origini: la trasparenza e l’onestà. La notizia della decadenza riporta alla mente due fatti che dovrebbero farci pensare: lo scorso 18 ottobre nell’Ufficio elettorale centrale, ospitato alla Corte d’Appello di Cagliari, ci fu un’intrusione che richiese anche l’intervento della polizia scientifica, ma senza individuare il responsabile che cercò, pur senza riuscirci, di violare uno dei computer dell’Ufficio elettorale; l’altro episodio che ci torna in mente riguarda proprio Alessandra Todde che, il 10 marzo 2024, ospitata da Corrado Formigli su La7, dichiara: “mi sono pagata anche gran parte di questa compagna elettorale”, ma, dopo lo scoppio del caso che la vede coinvolta, il 4 gennaio 2025, afferma: “le mie spese sono state gestite da un comitato elettorale e io personalmente non ho sostenuto nessuna spesa”.
La Sardegna ha bisogno di risposte concrete per risolvere il dramma economico e sociale al quale è stata condannata da una politica impegnata a preservare i propri interessi. Né il Campo Largo (M5S e PD sardi), che trasportati da un vento complottista parlano di “trame di palazzo” per fare cadere il governo regionale, né il centrodestra regionale, che riscopre il “buon governo” dopo anni di gestione padronale della cosa pubblica, possono risollevare la Sardegna. All’orizzonte si profila una paralisi politica e istituzionale, che renderà impossibile l’approvazione di una finanziaria politica; per questo, è necessaria una trasformazione radicale della politica sarda che passi dalla democraticizzazione della politica regionale (la bocciatura del referendum consultivo sulla colonizzazione green e la messa all’angolo della Legge Pratobello sono l’esempio dello scarso coinvolgimento del popolo nelle decisioni di palazzo) e da una legge elettorale proporzionale in grado di permettere alle forze radicate nell’Isola di trovare la giusta rappresentanza nel Consiglio Regionale.
Chiediamo che la presidente Todde, che avrà modo di risolvere le sue grane giudiziarie nelle sedi opportune, si dimetta dal governo della Sardegna e che la maggioranza di governo regionale blocchi il progetto di colonizzazione dell’Isola da parte dei grandi gruppi finanziari e delle multinazionali green. Il popolo sardo ha bisogno di una nuova politica che affronti le sfide sociali ed economiche, il dramma della deindustrializzazione e quello della sanità regionale. Il Consiglio regionale non deve essere un poltronificio né il luogo dal quale restituire – sotto forma di mance elettorali (al riguardo potete recuperare un post pubblicato nelle nostre pagine l’11 dicembre) – i favori ricevuti dalla propria base elettorale.
Socialismo o barbarie.
Viva la Sardegna!
Viva il Partito Comunista!
Vergogna Italiana in Arabia Saudita. La Supercoppa italiana giocata a Riyad …
da Partito Comunista https://ift.tt/xkL30GQ
Vergogna Italiana in Arabia Saudita.
La Supercoppa italiana giocata a Riyad non è una partita di calcio, ma uno spettacolo vuoto costruito per i ricchi in un Paese che non sa cosa siano né i diritti umani né tanto meno i diritti dei lavoratori che hanno costruito quello stadio in condizioni inimmaginabili. Tutto approvato da un sistema malato che punta solo al massimo profitto, in un circo globalizzato che svuota il calcio dal suo significato originario.
Come per Mondiali in Qatar si è di nuovo svenduto tutto ciò che di più alto rappresenta lo sport in cambio di qualche milione.
Il calcio nasce nelle piazze e nelle fabbriche, dava speranza e libertà agli operai alienati dal lavoro e creava in loro senso di comunità e solidarietà, che sta alla base dell’ideologia comunista. Questo nobile sport da alcuni anni è stato venduto ai petrodollari. Giocare in Arabia Saudita, dove i diritti dei lavoratori che costruiscono gli stadi (spesso vuoti e senza atmosfera) sono calpestati, significa piegarsi al dio denaro.
La nostra lotta è per lo sport che torni ad essere del popolo, per stadi che siano spazi di aggregazione e non teatri del profitto. La Supercoppa italiana a Riyad è un insulto ai valori della solidarietà e della dignità umana, che l’Occidente sbandiera ma vìola costantemente.
#SupercoppaItaliana #Italia #serieA #calcio #sport #sportpopolare #dirittiumani