Nota ufficiale del CC del Partito Comunista.

• Lo sviluppo ed il rafforzamento della sanità pubblica sono l’universale fondamento per difendere la salute pubblica di un popolo e battere qualunque tipo di pandemia, come dimostrano la storia ed il presente delle esperienze socialiste.
• Nel nostro Paese da oltre trent’anni, governi di centro destra e di centro sinistra, e così il governo Conte ieri e Draghi oggi, hanno ridotto e continuano a ridurre pesantemente la sanità pubblica, a partire dalla drastica riduzione dei posti letto in ospedale, della medicina territoriale, di prossimità e di quella di base (ingredienti fondamentali per battere anche il Covid su cui chiediamo la certificazione di dati e statistiche).

• Come marxisti crediamo nell’analisi e nel processo scientifico convalidato, siamo altresì attenti analisti della torsione che il capitalismo globalizzato compie nella sua corsa sfrenata verso il profitto: brevetti, scelta geopolitica dei vaccini etc.
• Siamo contro il Green Pass in quanto strumento non atto alla difesa della salute pubblica, ma elemento divisivo, discriminatorio e grimaldello per aprire la stagione dei licenziamenti di massa nel nostro Paese. Il paradosso è che questo strumento è assente nei luoghi della massima concentrazione di persone come le ferrovie locali, le metropolitane ed i trasporti pubblici.

• Serve un piano straordinario per la difesa del lavoro, della sanità , dell’istruzione e dei trasporti pubblici anche in rapporto alla situazione pandemica.

• Serve un piano pubblico e gratuito per avere tamponi ed esami salivari per consentire un miglioramento della situazione economica, del lavoro e dell’istruzione.

* Si ricorda che è vietato pubblicare commenti e post sui social di diverso indirizzo dalla scelte del CC, massimo organismo dirigente. Che invece vanno propagandate, assieme a quelle del segretario generale.

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27 FEBBRAIO 2021 – GRANDE MANIFESTAZIONE UNITARIA NAZIONALE

GRANDE MANIFESTAZIONE UNITARIA NAZIONALE
SABATO 27 FEBBRAIO NELLE PIAZZE D’ITALIA

CONTRO IL GOVERNO DRAGHI
CONTRO IL GOVERNO DI BANCHE E MULTINAZIONALI
CONTRO IL GOVERNO DELL’UNIONE EUROPEA E DELLA NATO

Aosta – Via Croce di Città angolo Via de Tillier (Ore 10)
Torino – Piazza Castello
Genova – Largo Eros Lanfranco (prefettura)
Milano – Piazza della Scala
Padova – Piazza Antenore
Trento – Piazza Duomo
Trieste – Piazza di Cavana
Bologna – Giardini Margherita (Porta Santo Stefano)
Ancona – Piazza Roma
Firenze – Piazza Sant’Ambrogio
Terni – Largo Villa Glori (Ore 17)
Roma – Piazza San Silvestro
Pescara – Piazza Sacro Cuore
Napoli – Porta Capuana
Bari – Lungomare Nazario Sauro 47/49
Reggio Calabria – Piazza Camagna
Palermo – Piazza Verdi
Sassari – Piazza Azuni (Ore 11)

Contro il nascente governo Draghi senza nessuna esitazione o tentennamento.
Mario Draghi è stato tra i massimi esponenti delle imposizioni di privatizzazione e perdita di diritti sociali nel nostro Paese; grazie al suo passato tra cariche pubbliche e private, tra incarichi internazionali e onorificenze ad personam, per noi rimane un personaggio totalmente negativo.

Tanto più grande è la ‘grancassa’ mediatica a favore di questo esecutivo e tanto più grandi i pericoli per il popolo e le classi lavoratrici. Proprio perché amiamo il nostro popolo e i lavoratori tutti, riteniamo necessario organizzare subito una seria opposizione alle future politiche di questo governo, totalmente allineato ai voleri della UE e della NATO.
Non vogliamo neanche perdere una parola nei confronti del trasformismo delle forze politiche istituzionali che hanno sostituito l’interesse personale con quello dei destini del Paese, tanto da azzerare completamente l’opposizione a Mario Draghi, lodato da tutti come “persona competente”.
Invece:
È l’uomo delle banche, delle privatizzazioni e della perdita dei diritti sociali dei lavoratori!
È l’uomo dei tagli alla sanità, alla scuola e alle pensioni!
È l’uomo della BCE, dell’Unione Europea e della Nato!
CONTRO la dirigenza della falsa sinistra e del PD, capiamo chi ha creduto che fossero di sinistra, ma hanno svenduto i diritti dei lavoratori e si sono alleati con Salvini e Berlusconi. BASTA!
CONTRO i capi dei movimento 5 stelle, ma capiamo il loro elettorato tradito e abbandonato!
CONTRO i dirigenti della lega ma comprendiamo i lavoratori e il proletariato che oggi votano lega, perché traditi e abbandonati dalla sinistra e dai sindacati concertativi.
CONTRO il fascismo e i dirigenti politici fascisti, ma capiamo le contraddizioni di molti giovani della nostre periferie anch’essi traditi e abbandonati al loro destino.

Da questa piazza insieme alle organizzazione che hanno aderito e ai tanti lavoratori, da tutte le piazza d’Italia lanciamo l’unica vera opposizione a questo governo a favore di tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati le partite iva in una grande alleanza sociale che può spazzare via questa classe politica e dare il potere ai lavoratori.
Costruiamo insieme una GRANDE OPPOSIZIONE SOCIALE unita e forte contro chi vuole annullare le nostre vite, che vuole farci sopravvivere a stento e facciamo prendere il potere a chi VIVE DEL PROPRIO LAVORO.

Scendi in Piazza con noi e passaparola.

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MOBILITAZIONE NAZIONALE IN TUTTA ITALIA SABATO 27 FEBBRAIO

NO AL GOVERNO DRAGHI
NO AL GOVERNO DELLE BANCHE E DELL’UNIONE EUROPEA
MOBILITAZIONE NAZIONALE IN TUTTA ITALIA
SABATO 27 FEBBRAIO

Tutto il Paese “sembrerebbe” nelle mani di Draghi: la quasi totalità dei gruppi parlamentari, sinistra e destra, sindacati confederali e confindustria, Stati Uniti e Unione Europea, Banca Centrale e Nato. Potremmo continuare per arrivare a tutto il mainstream mediatico con rare eccezioni. Proprio perché vogliamo il bene del popolo italiano e di chi vive del proprio lavoro scenderemo in piazza contro questo governo delle banche e della finanza, mai così lontano dagli interessi reali del nostro Paese.

 

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Per una Città Futura. Analisi del voto del 31 maggio 2015 ad Albano Laziale.

Le ultime elezioni amministrative hanno confermato che in Italia ormai l’astenzionismo si è attestato ben al di la del 50%. Mentre fino a pochi anni fa gli italiani partecipavano alle elezioni con percentuali superiori al 70%.  L’attacco quotidiano ai diritti sociali, sindacali, politici, la pesante crisi economica, i continui scandali (non ultimi: il Mose, mafia Capitale,  i tesseramenti taroccati del PD – vedi il Messaggero- allegato 1 ) hanno portato a questa disaffezione dal voto.

Anche la presenza di un partito nato come antisistema (5 stelle) non riesce (o non vuole) invertire il fenomeno… Probabilmente i cittadini hanno capito che per cambiare d’avvero non è sufficiente un “vaffaday” e neanche salire inutilmente sui tetti di palazzo  Chigi.

Il potere, infatti, non si accontenta più di governare, ma vuole anche costruire un’opposizione a suo piacimento. E crea continui movimenti, coalizioni, nuovi leader… Basta qualche apparizione sui mass-media ben orchestrata!

La grande borghesia sta velocemente raggiungendo i suoi obiettivi:

  • un governo asservito e che esegue i compiti assegnatigli (è indifferente che sia di destra o di sinistra, tanto, per dirla con le parole del governatore della BCE Mario Draghi, “abbiamo messo il pilota automatico”).

  • Una finta opposizione populista, capace di distrarre il popolo dai veri problemi, indicando come nemici i più deboli.

  • Una crisi economica perseguita e sostenuta con l’austerity(causa di  disperazione e di suicidi, anche sul nostro territorio – vedi allegato 2 ) per togliere diritti sociali, sindacali, politici…

Insomma una democrazia ridotta a simulacro, dove le lobby ed i padroni dettano legge.

In tutto questo disastro, che fine hanno fatto la classe operaia, i lavoratori, i pensionati? Senza un Partito di riferimento, capace di essere espressione diretta (e non solo rappresentante) dei lavoratori, questi vivono nel disorientamento e nello sbandamento totale. Con la fine del P.C.I. è stata disarmata una intera classe: quella operaia (eppure, nel censimento del 2011 in Italia risultavano 8 milioni di operai! E da 20 anni ci dicono che gli operai non ci sono più). Mentre i padroni hanno continuato a svolgere il proprio lavoro. Non è vero che la lotta di classe è finita, è vero però che oggi sono i padroni a condurla (vedi l’ultima indegna e scandalosa condanna subita da 5 operai della Fiat- allegato 3).

La sconfitta operaia, con il conseguente processo di schiacciamento dei diritti,  salari e stipendi, ovviamente ha influito poi su tutta la società, con una lunga e pesante crisi economica recessiva:  sugli artigiani, sui commercianti, sulle piccole imprese. Anche la classe media si sta sempre più impoverendo. Una volta avremmo detto proletarizzando, ma oggi  non si fanno più neanche i figli…

In queste elezioni, per la prima volta in alcuni Comuni si è presentato anche il nostro Partito, con risultati molto incoraggianti (vedi documento nazionale– allegato 4).

Proiettando i risultati delle elezioni di questi Comuni senza l’effetto dei locali candidati Sindaci e Consiglieri, il Partito Comunista si attesta da subito alla prima uscita su un robusto 3%.

Anche ad Albano Laziale si sono tenute le elezioni comunali.

Avevamo proposto a Rifondazione un percorso politico alternativo, rompere con il PD per costituire un nuovo processo politico che, rivendicando il proprio essere Comunisti, fosse capace di coinvolgere i cittadini su una nuova idea di città e di modo di praticare la politica. Ma il loro obiettivo dichiarato era solo quello di eleggere un consigliere comunale, sperando così di poter influenzare le scelte politiche. E per questo motivo sono rimasti fedeli alleati del PD e del Sindaco Marini.

Purtroppo anche ad Albano, in assenza di una vera proposta comunista alternativa, l’astenzionismo l’ha fatta da padrone. Si è passati dal 62% al 45% di votanti, nonostante la presenza di 9 candidati Sindaci e oltre 700 candidati per il Consiglio Comunale.

Il Sindaco Marini è stato costretto al ballottaggio e rieletto con soli 7.530 voti (su 32.000 aventi diritto al voto, per un totale di 41.000 abitanti). La volta scorsa Marini era stato eletto con 12.069 voti. Quindi in 5 anni di amministrazione ha perso oltre 4.500 voti. Va evidenziato che Marini è stato rieletto solo grazie al peso determinante dei professionisti della vecchia politica di Albano (socialisti, ex socialisti, ex repubblicani, ex democristiani, ex di tutto), che da quarant’anni sono sempre al governo del Comune di Albano (sia con le giunte di centrodestra sia con quelle di centrosinistra).

Questo indecente abbraccio con i professionisti della vecchia politica, tutti da rottamare, è stato fatale per il PD e per la sinistra.

Il PD, ha preso solo 2.696 voti (14%), praticamente ha dimezzato il consenso rispetto alla volta precedente in cui aveva preso 4.758 voti (21,16%). Hanno pesato su questo risultato sia la complessiva negatività del voto nazionale, che ha visto il P.D. soccombere in importanti città (prime tra tutte Venezia ed Arezzo), sia la rottura con la coalizione di liste civiche facente capo a Battistelli, che ha preso il 10% circa. Sarà interessante vedere come si porrà questa area rispetto alla giunta e alle scelte della maggioranza.

La sinistra, che ha scelto di non costruire una vera alternativa Comunista,è quasi scomparsa:

  • SEL ha preso solo 274 voti (la volta scorsa ne aveva 786) e perde il suo unico consigliere comunale.

  • La lista della “Sinistra” (Rifondazione + PDCI + L’Altra Albano) ha preso solo 479 voti, dimezzando il consenso rispetto alla volta scorsa in cui aveva ottenuto 897 voti.

Questi risultati desolanti dimostrano l’importanza della nostra proposta di costruire una vera alternativa Comunista per Albano, con l’obiettivo dichiarato di rottamare i professionsiti della vecchia classe politica e di coinvolgere invece i cittadini, proposta su cui lavoreremo da subito.

Di fronte a questo quadro desolante anche a livello nazionale, che fare?

Non crediamo in nuove coalizioni o costituenti, negli ultimi 20 anni ne abbiamo viste anche troppe, e tutte fallimentari: Progressisti, Arcobaleno, Rivoluzione Civile.

Non crediamo neanche al demiurgo di turno che si chiami Landini o Civati.

Pensiamo che l’unica via di uscita, proprio alla luce dell’astensionismo di cui abbiamo detto, sia la ricostruzione di un percorso alternativo ed antagonista, capace di rivendicare il proprio essere “altro” rispetto a questa politica corrotta e clientelare, ed a questa società capitalista.

Nessuno più dei Comunisti può rivendicare la propria vera alternatività!

Altro che “5 Stelle”, “Podemos”, “Tsipras”, i soli antagonisti che possono rivoluzionare veramente il sistema, dando dignità, voce e forza alle classi più deboli del Paese, sono i Comunisti.

Solo il Partito Comunista, organizzato e disciplinato nella dottrina marxista leninista, ha dimostrato nella storia di poter realizzare concretamente la Rivoluzione, a partire dall’URSS fino a Cuba. Nessun altra organizzazione politica è riuscita a fare altrettanto! Ed oggi, a 25 anni dalla fine dell’URSS, dobbiamo ricordare a noi stessi ed al mondo intero che non è fallita la Rivoluzione, ma la sua revisione. Finchè la Rivoluzione è stata perseguita l’URSS ha primeggiato. Anche Cuba (allegato 5) è lì a dimostrarlo, nonostante le mille difficoltà, ha costretto gli USA a rivedere la propria politica; ed è riuscita a garantire ai cubani i migliori standard di vita al mondo, con risultati eccezionali nell’istruzione, nella sanità, nello sport…

Per tornare invece al nostro territorio, nel percorso di ricostruzione del Partito Comunista non potremo non interloquire con l’attuale amministrazione, anche se espressione di una minoranza dei cittadini di Albano.

E proprio per riavvicinare l’istituzione ai cittadini, ci sentiamo di avanzare due importanti proposte di grande valore etico-politico e culturale, senza alcun costo aggiuntivo per le tasche dei cittadini:

  1. Chiediamo che venga finalmente assegnata una sede alla locale sezione dell’ANPI “Marco Moscati”. Vista la ferita ancora aperta dell’apertura della sede neofascista e la mancata chiusura del covo Lefebvriano di via Trilussa. La locale sezione dell’ANPI in questi anni ha tenuto viva la memoria della Resistenza,  che in questi luoghi ha visto compiere gesta eroiche spesso dimenticate (spicca tra tutti, l’attentanto del “ponte delle sette luci” ). Il neofascismo deve essere combattuto giorno dopo giorno. Per questo il Comune deve assegnare una sede a chi svolge meritoriamente e con grande impegno questa attività culturale di informazione e divulgazione.

 

  1. Togliere dalle strade di Albano via Bettino Craxi, perché non è ammissibile che una strada sia intestata ad un pregiudicato, fuggito all’estero. Alla faccia dei cittadini onesti. E per dare un segnale di novità positiva, sarebbe importante che tale via fosse intestata al Presidente – Partigiano  Sandro Pertini.

Purtroppo non siamo certi che il Sindaco e il Consiglio Comunale sosterranno con forza queste due importanti proposte.

Un tema centrale della iniziativa politica del Partito Comunista sarà la lotta contro la costruzione dell’inceneritore di Albano. Questa vicenda rappresenta un gravissimo scandalo per la vita democratica dei Castelli Romani, sia per la pericolosità dell’impianto, sia per i giganteschi finanziamenti pubblici connessi (circa 400 milioni di euro). Questo affare viene gestito dal consorzio COEMA (Gruppo Cerroni + Acea + Ama). Sull’affare dell’inceneritore di Albano si è mossa la magistratura. Il Partito Comunista lotterà insieme al Coordinamento contro l’inceneritore, ai comitati ed ai cittadini per cancellare l’inceneritore di Albano dai piani regionali, e per far decollare la raccolta differenziata in tutto il Comune di Albano.

Ovviamente la nostra azione propositiva continuerà, anche su altre questioni: dalla gestione dei rifiuti all’IMU, dalle scuole all’acqua, che (come deciso dai cittadini in un referendum) deve tornare pubblica, ecc…

Per una nuova Politica, per una nuova Città. Per dirla con Antonio Gramsci per “una Città Futura”.

 

Sezione Castelli Romani – Brigata Pietro Secchia

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COMITATO CENTRALE. ODG su Fiat di Nola e contributi delle organizzazioni di Livorno e Liguria.

Ordine Del Giorno approvato dal Comitato Centrale del Partito  Comunista  nella seduta del 6  maggio 2015

 

La sentenza del Tribunale di Nola , che estromette dal ciclo produttivo e dalla rappresentanza i 5 operai dello stabilimento FIAT di Nola . segna un punto politico e giuridico fondamentale per  i padroni e tutto negativo per i lavoratori .

Il giudice , in questa gravissima sentenza, ratifica le peggiori azioni messe in campo dai padroni contro la classe operaia e verso i lavoratori tutti, a partire dal Testo Unico sulla Rappresentanza passando per l’abolizione dell’art, 18 , fino al Jobs Act , in sostanza legittimando il “metodo Marchionne” .

Lo stesso che in questi anni, da Melfi a Pomigliano e all’intero Paese, ha rappresentato il punto più alto nello sfruttamento dei lavoratori da parte della borghesia monopolistica internazionale .

Il lavoratore lo si vuole solo ed isolato , sottoposto all’inaudito ricatto della cassa integrazione , del reparto confino , fino al licenziamento in quanto avanguardia di lotta , ad un licenziamento sostanzialmente politico .

Una pratica chirurgica che asetticamente asporta dal corpo della fabbrica, dell’ufficio, del call center, del centro commerciale, qualsiasi lavoratore cosciente e pronto ad organizzare la resistenza allo spietato attacco al movimento dei lavoratori organizzati.  Cosi come è successo ai 5 compagni operai, licenziati politici dal “modello Marchionne”.

Oggi i lavoratori, i proletari , pagano il prezzo della crisi …e lo pagano in vite umane ( suicidi , malattie, infortuni sul lavoro , nuove patologie che insorgono con l’avanzare dei ritmi di sfruttamento che i capitalisti impongono alla classe operaia ).

Una classe che ormai non si può solo riconoscere nei ritmi della produzione metalmeccanica, ma che  oggi si fa riconoscere anche per la proletarizzazione che il ceto medio ha subìto , a partire dagli impiegati, una volta “colletti bianchi”, e che oggi sono sottoposti alle nuove catene di montaggio, dove si produce un servizio o un prodotto immateriale, e non una merce, fino ai nuovi schiavizzati, gli operatori dei call center.

I lavoratori tutti si sentono abbandonati dai sindacati “concertativi e collaborazionisti”, che ormai non possono più incidere in una lotta di classe acuta, che per altro non hanno mai voluto combattere.

Per questa responsabilità storica e , fondamentalmente, per l’inutilità dei dirigenti e burocrati sindacali rispetto ai concreti interessi  dei lavoratori  essi stessi verranno spazzati via in una acuta crisi di rappresentanza, una volta resi inutili anche per padroni e per i loro governi.

Mentre la politica , quella di una finta sinistra e di un falso movimento , abbandona di fatto il terreno della lotta di classe, il Partito Comunista, con i suoi militanti e le organizzazioni di massa e di classe,  pone al centro della sua azione politica  la lotta dei lavoratori italiani, delle larghe masse popolari , per farli uscire dall’isolamento , costruire l’unità delle vertenze e il coordinamento , in tutti i luoghi ed i ogni momento,  a partire , data la drammaticità della fase, proprio dalla organizzazione di un collegio di tutela legale a livello nazionale.

Si rende cioè necessaria  la creazione di una pratica coordinata dei conflitti, che sia anche in grado di offrire la più attenta e competente tutela legale per le vertenze che si proporranno di contrastare lo strapotere e l’arroganza della borghesia, a partire dalla difesa intransigente dei cinque combattivi operai licenziati dalla Fiat a Nola

 

CONTRIBUTO SUL TEMA DEL LAVORO DELLA FEDERAZIONE DI LIVORNO  PER IL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO COMUNISTA

I compagni e le compagne del Partito Comunista – federazione provinciale di Livorno- ritengono opportuno sottoporre all’attenzione del Comitato Centrale del Partito le riflessioni seguite ad una prima analisi della pesante crisi occupazionale in cui versa l’intero territorio della provincia livornese.

A seguito del licenziamento dei lavoratori della TRW, circa 500 lavoratori, della crisi dello stabilimento Eni, circa 1.200 lavoratori, della crisi del call center People Care, conclusosi in questi giorni con il licenziamento di 341 lavoratrici, e della crisi di altre piccole e medie aziende, in Livorno città da un anno lavoratori e rsu di varie aziende si sono costituiti in Coordinamento Lavoratori e Lavoratrici Livornesi, trasversale alle varie sigle sindacali e formalmente autonomo da queste, che ha per motto: “Se colpiscono uno colpiscono tutti”. Il tentativo di questi lavoratori è quello “mettere sul piatto” il peso di mobilitazioni unitarie su ogni singola vicenda significativa che vede minacciare chiusure e/o delocalizzazioni. Sono state organizzate due grandi manifestazioni unitarie contro la crisi e i licenziamenti (novembre e aprile) che hanno visto un buon successo in termini di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza. Iniziative di mobilitazione in solidarietà di lavoratori impegnati nelle singole vertenze hanno visto la partecipazione estemporanea di piccoli gruppi.

Il Coordinamento stenta a superare la fase della pura mobilitazione di piazza (grande o piccola che sia) e a darsi una linea organica di opposizione sociale e politica. E’ egemone una linea movimentista e pansindacalista che ha come unico collante la difesa del posto di lavoro e il “rifiuto dei partiti” di qualsiasi tipo. Ciò si traduce nella difficoltà a far penetrare nel dibattito temi di carattere politico.

Il nostro Partito ha stabilito un rapporto di collaborazione col Coordinamento, è riconosciuto come interlocutore serio, partecipa alle manifestazioni e alle iniziative.

A Piombino si è ad un punto cruciale della procedura di vendita delle Acciaierie (Lucchini S.p.a.) alla algerina Cevital.

Secondo la narrazione di regime, gli accordi tra la Cevital e i vari livelli di Governo consentiranno di salvare, da qui al 2018, tutti i 2200 posti di lavoro (numero attuale dei dipendenti diretti delle Acciaierie), grazie a un piano che vede investimenti per circa 700 milioni, con  la demolizione della vecchia area a caldo, l’ammodernamento di un treno di laminazione, la costruzione di due forni elettrici e lo sviluppo di una attività agroindustriale. In questo modo sarebbero salvi i posti di lavoro e si procederebbe secondo un concetto di diversificazione economica, chimera cui Piombino guarda da almeno tre decenni come alternativa alla perdurante crisi del mercato dell’ acciaio.

La narrazione di regime omette di sottolineare diverse fondamentali questioni:

– La Cevital è un gruppo agroindustriale e non è un mistero per nessuno che sia particolarmente interessata alle aree retroportuali che si libereranno con la demolizione dell’area a caldo delle Acciaierie, con l’intenzione (prevista nel piano) di costituirvi un grande snodo per il commercio internazionale di derrate alimentari e agroindustriali;

– La Cevital non ha alcuna esperienza in campo siderurgico (e lo ha dimostrato durante tutta la trattativa) e non si comprende quale interesse economico possa avere a tentare di rilanciare una produzione di acciaio che vede da tempo eccessi di offerta da cui sia l’Europa che l’Italia sono chiamati a rientrare; e che ha visto tutti i tentativi, dalla fine degli anni ottanta ad oggi, di rilanciare le Acciaierie di Piombino, fallire miseramente in assenza di serie iniziative di qualificazione tecnologica avanzata della produzione. Cevital ripropone uno schema già fallito.

– La tempistica del piano industriale prevede subito lo sviluppo della fase “agroindustriale” e dopo la costruzione dei due nuovi forni elettrici per la produzione di acciaio.

Come a dire: “di sicuro demoliamo il demolibile, acquisiamo le aree, sviluppiamo l’agro-industriale e il commercio di derrate (previsti 700 di posti di lavoro), per il resto di vedrà…se il mercato dell’acciaio non tirerà, nessuno potrà obbligarci a gettare via i soldi, rischiando di mettere in crisi anche la parte agro-industriale del piano.” Non si tratta di cattivi pensieri quanto di razionali previsioni sui futuri comportamenti del gruppo algerino, poiché è prevedibile che il mercato non tirerà per il tipo di produzione di acciaio prevista a Piombino.

– I 2.200 dipendenti di cui si promette l’assunzione a piano integralmente realizzato (fine 2017), verrebbero assunti col contratto nazionale metalmeccanici-siderurgici, azzerando tutte le voci accessorie del salario conquistate in decenni di lotte sindacali, con decurtazione della busta paga di 300-400 Euro rispetto alle attuali. Su questo aspetto sono in corso trattative tra Cevital e sindacati concertativi.

– Dei circa 1.000 dipendenti delle ditte d’appalto che costituivano l’indotto delle Acciaierie non parla più nessuno. Per questi lavoratori da questo mese cessa ogni tipo di “paracadute salariale”. C’è rabbia e sconcerto tra i lavoratori dell’indotto, che tuttavia, anche a causa della frammentazione del settore, non si coagulano in una opposizione organizzata.

– Fiom, Fim, Uilm hanno gestito la partita fungendo da sponda delle iniziative delle istituzioni locali e nazionali, con iniziative di pressione esterna senza mai promuovere incisive mobilitazioni unitarie e soprattutto senza promuovere il fronte unitario tra lavoratori dipendenti e lavoratori dell’indotto.

Recentemente un gruppo di 30 lavoratori, sia dipendenti diretti che dell’indotto, hanno preso una posizione pubblica attraverso una lettera che pone gli stessi interrogativi e le perplessità sopraesposte. E’ ancora presto per capire se questo gruppo potrà dar vita a una vera opposizione alla gestione di regime. Al momento il Partito ha contatti ma non elementi attivi fra questi trenta.

Il Partito Comunista Livorno registra difficoltà nel trovare le giuste d’ ordine giuste da utilizzare nei movimenti di resistenza, sorti sul territorio in questi ultimi mesi.

Questi movimenti, come ricordato, sono caratterizzati dal tentativo di una classe operaia, che però non ha ancora preso coscienza di essere tale e in alcuni casi rifiuta di farlo, di coordinarsi localmente e di aprirsi alla ricerca di solidarietà di altri strati sociali.

Per non cadere nella trappola della “contestazione guidata dal sistema” e per far avanzare il fronte di lotta, il Partito Comunista, ha necessità di darsi un piano razionale di obiettivi generali da articolare poi in obiettivi concreti, immediati, comprensibili alle masse nelle singole esperienze di lotta, coerenti al programma generale, un programma che guidi le lotte verso una prospettiva strategica più avanzata (il socialismo, la proprietà collettiva dei mezzi di produzione e la dittatura del proletariato) partendo però da proposte immediatamente recepibili dalle masse.

Gli obiettivi che la borghesia monopolistica sta perseguendo nel nostro paese sono elencati con sufficiente chiarezza nella famosa lettera di Trichet e Draghi del 5/8/2011 che ci consente di avere ben chiari gli obbiettivi del nemico di classe. Dobbiamo essere quindi altrettanto chiari e precisi su punti fondamentali quali: dove e come prendere le risorse, dove allocarle per investimenti e per la crescita culturale e sociale del paese, a chi togliamo e chi diamo per redistribuire il reddito; come concepiamo l’ordine pubblico, il fenomeno dell’immigrazione, la difesa nazionale dall’imperialismo e la collocazione internazionale.

Per questo, si avverte la necessità di lavorare per una Conferenza Programmatica del Partito che sappia dare una ulteriore spinta al lavoro che stiamo  facendo.

CONTRIBUTO DEL COMITATO REGIONALE LIGURE.

La realtà ligure, e in particolare quella genovese, presenta caratteristiche tali da richiedere un intervento politico modulato secondo alcune specificità, seppur nel più rigoroso rispetto della LINEA UNICA IN OGNI LUOGO E SU TUTTI GLI ARGOMENTI.

La Liguria, attualmente è un autentico laboratorio politico che, con il ricompattamento vincente delle destre – dovuto in gran parte ai voti della Lega – prefigura una nuova geografia dello scontro. In questo contesto si inserisce anche la disfatta del Pd e, soprattutto, della sua candidata Raffaella Paita. Le percentuali in forte calo in casa dei Democratici hanno fotografato uno stato di crisi interna, resa ancor più evidente dopo lo strappo di Luca Pastorino, che ha catalizzato anche i resti di Rifondazione e Pdci con l’intento di dare vita ad una ulteriore forza, che ricorda la sinistra arcobaleno.

Anche se, indubbiamente, il voto espresso in sede regionale non rappresenta lo scenario principale entro il quale cerchiamo di portare le nostre armi della critica, saremmo disarmati e disarmanti se non facessimo i conti con una situazione che ha configurato la regione.

L’astensionismo, pari al 50 per cento della popolazione, non può essere ascritto solo a “gite fuori porta” garantite dal bel tempo e dal ponte lungo: un ligure ha votato e uno ha girato i tacchi, questo è il dato nudo e crudo.

E questa specificità, porta fuori dalle sedi istituzionalmente deputate lo scontro politico che, inevitabilmente, vedrà come soggetti attivi pletore di comitati e movimentismo.

E ciò, è facile immaginare, andrà a consolidare lo scenario sociale nel medio periodo.

Ma l’intreccio sociale ed economico, ci rivela una regione estremamente contradditoria che nel genovesato è stata drammaticamente attraversata dal crollo trasversale delle partecipazioni statali.

Tasso di disoccupazione, e disoccupazione giovanile, al livello delle regioni meridionali. Tasso di anzianità elevatissimo, a livelli record in campo europeo. Regione, quindi, con altissimo tasso di pensionati.

La Liguria, Genova ma anche le altre province, sono realtà vecchie e questa è specificità di cui tenere conto per modulare interventi specifici.

Non a caso,  la partita più importante della politica regionale (l’82% del bilancio) si gioca sul campo della sanità….

E il dibattito politico che ha determinato il cambio di rotta ai vertici della Regione è stato dominato dalla paura, sentimento che diventa facilmente politico e che è facile agitare di fronte a chi fa dell’insicurezza, percepita o meno, il proprio pane quotidiano. Sentimento, che nulla ha a che vedere con i discorsi di politica fiscale e/o del lavoro: argomenti che, nel corso della campagna elettorale, non sono mai stati toccati da alcun candidato.

I morti delle alluvioni, i mercati illegali degli extracomunitari, il record italiano, per Genova, di scippi, sono stati gli elementi che hanno catalizzato e spostato l’asse elettorale, con un’abile strategia di marketing sul territorio, dalla parte di chi ne ha fatto largo uso.

Argomenti che hanno un rappresentato l’argomento UNICO del dibattito e determinato il risultato elettorale.

Stringendo al dato politico del capoluogo, Genova sarebbe largamente 5 stelle, la prima delle grandi città a cadere in mano ai grillini, con una vittoria  schiacciante (7 Municipi su 9).

E con questa specificità vanno fatti i conti, purtroppo. Occorre attrezzarsi per arrivare (tra 2 anni) alle prossime elezioni amministrative genovesi garantendo al Partito una dignitosa visibilità.

Geografia sociale e politica  particolare, paura amplificata, disoccupazione in larghissima parte giovanile.

Ma andiamo avanti, con lavoro ed

industria: altre specificità. L’implosione delle partecipazioni statali ha di fatto nebulizzato la tradizione operaia genovese, tanto che oggi esistono solo singole imbarcazioni alla deriva artigliate alle boe di salvataggio degli ammortizzatori sociali: salvagenti che ormai si stanno sgonfiando. ILVA al tracollo, Ansaldo venduta, Finmeccanica e Fincantieri ostaggio del racket dei singoli amministratori.

Pezzi di storia industriale, come Piaggio, abbandonati dalle politiche governative.

Tristemente, constatiamo che la lotta dei lavoratori è finalizzata al mantenimento dell’ammortizzatore sociale (il posto di lavoro se n’è già andato) ed è quindi gestita dall’apparato burocratico sindacale, spesso asservito alle istituzioni. Entrare in queste dinamiche è molto difficile. E ancora più complicato è guidare le avanguardie della lotta dei lavoratori. Mi riferisco al trasporto pubblico, una delle bombe a orologeria innescate sul territorio. La gara  prevista nel 2016 per la gestione unica, a livello regionale, presuppone una privatizzazione già cercata oggi dal Comune di Genova per Amt, prossima al collasso e condotta scientemente al fallimento. In questo contesto, l’esperienza del FUL in Amt ha fatto emergere con chiarezza quanto sia per noi necessaria una maggiore organizzazione a tutti i livelli…

Il porto, altra specificità.  I moli, attraversati dalla crisi non troppo pesantemente, stanno per essere travolti dalle leggi di riforma delle autorità portuali. Una situazione incandescente nel medio periodo, ma fortemente specifica perché monolitica e gestita in modo autoreferenziale dai camalli della Compagnia Unica, da sempre costituiti come corpo separato e fortemente connotati da Lotta Comunista.

Tutto ciò per dire che, per motivi differenti, nella realtà genovese, l’approccio alle lotte è condizionato, non tanto dalla prospettiva futura e rivoluzionaria, quanto dal passaggio burocratico.

Un caso su tutti, la dirompente questione amianto: inscatolata in una trattativa privata, dove il discorso politico è stato esautorato e tutto è rimandato a cavilli e codicilli.

Ancora una specificità: la gestione dei rifiuti, che porta con sè tre incubi. Quello sociale di un’emergenza di tipo napoletano, quello economico di una tassazione sempre più pressante e quello politico con la privatizzazione, almeno in parte e già annunciata, dell’azienda genovese Amiu.

Trasporti e rifiuti sono le  specificità genovesi che maggiormente necessitano di una risposta, da parte del nostro partito, articolata e fruibile anche nell’immediato.

A forza di essere specifici si rischia di essere rari, e questo non deve accadere!

Occorre peró essere onesti nel delineare lo stato attuale della Liguria. Nella complessità dello scenario, il disegno regionale non è rispondente alle attese e, mentre Genova  (ovvero il 50% delle entità demografiche) cerca di rispondere portando avanti un discorso comunista il più articolato possibile, le provincie  si muovono con difficoltà tanto comprensibili quanto evidenti.

Anche in questo senso andrebbe affrontata la specificità del problema che si è concretizzata, in modo lampante,  nel mancato obiettivo della raccolta delle firme necessarie alla partecipazione alle elezioni regionali.   Interrogarsi circa l’opportunità di dilatare oltremisura gli obiettivi territoriali potrebbe essere opportuno:  spesso la quantità va a discapito della quantità stessa. E questo anche in chiave delle prossime elezioni amministrative, obiettivo che vogliamo traguardare.

In conclusione,  LINEA UNICA IN OGNI LUOGO SU TUTTI GLI ARGOMENTI, ma modulando l’intervento politico a seconda delle specificità territoriali.

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“A Venezia Le Larghe Intese Vanno in Galera”

I recenti fatti che hanno coinvolto il Comune di Venezia, con il Sindaco Giorgio Orsoni(15 incarichi pubblici), la Regione del Veneto, con l’assessore Renato Chisso, con un’ex presidente della Giunta Regionale e oggi senatore, Giancarlo Galan, una parlamentare europea Lia Sartori. Uomini e donne, delle istituzioni, Patrizio Cuccioletta ex presidente del Magistrato alle Acque, Maria Piva Ex Magistrato alle Acque, Generali della Guardia di Finanza ecc. Imprenditori corruttori, uomini politici, Giampiero Marchese, Lucio Tiozzo ecc …accomunati tutti nella corruzione, rende chiara la fotografia  del sottobosco del potere e di denaro, realizzando un serpente che si morde la coda: denaro=potere, e con il denaro  comprare i voti per avere/mantenere il potere.

La vicenda di Venezia, non è un caso isolato, ma una tendenza nazionale con la gravità politica ed ideologica che accantonando la”diversità comunista” e, buttata alle ortiche la “questione morale” tanto cara a Enrico Berlinguer, che sicuramente si rivolterà nella tomba, vedendo cosa combinano quelli che hanno trasformato il PCI in PDS-DS-PD, e che proprio in questi giorni celebrano i 30 anni della sua scomparsa.

Questa sequela di fatti, che accomunano forze politiche/oblique, di diversa estrazione politica de-ideologizzate, sono il risultato della”pacciocosa compagnia delle Larghe Intese”, per salvare l’Italia, voluta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e, dalla BCE di Mario Draghi, mette in risalto le responsabilità politiche di chi ha messo a capo delle istituzioni, personaggi che provengono dal mondo”cato-cattolico.curiale”, e dei “Greganti” di periferia del partito, che hanno interpretato la nuova linea politica che oggi fa tendenza.

Tutto questo accadeva ed accade, in presenza dei finanziamenti pubblici ai partiti! Figurarsi se non ci fossero, cosa accadrebbe!

La sofferenza, e la rabbia di tanti amministratori onesti, e di tante persone per bene, che hanno votato per 40 anni il centro sinistra, di Venezia, dei suoi militanti così ingannati; i tanti compagni che provenivano dalle fila del fu PCI, già orfani della loro storia politica fatta di onestà e militanza, di moralità e di esempi, vedere che tutto questo “bagaglio” di sofferenza e stato sostituito con il denaro proveniente dagli affari illeciti…sono basiti ed impotenti.

In questo paese, con queste forze politiche, con questo sistema radicato e consolidato, di corruzione generalizzata e finalizzata al potere, non si può rinnovare con Matteo Renzi Mr 80 euro, uno messo lì per spaventare i passeri corrotti, con il solo suono della voce.

Serve un’opposizione politica vera e strutturata non raccogliticcia, ideologizzata, un partito radicato , che esprima valori di moralità di eguaglianza e di giustizia sociale. Serve un Partito Comunista, non di “sedicenti” partiti si sinistra, che stanno sul mercato dello strapuntino.

Serve un’analisi della società radicalmente diversa, che prospetta il Partito Comunista, e le sue teorie economiche, come uno strumento con cui fare la lotta politica per il cambiamento, non l’aggiustamento dell’esistente..

Fanno sorridere, tutta quella sinistra che si divide sul”preambolo ideologico”, che si indigna dopo che da decenni convivono fianco a fianco con quei partiti di governo, che dell’inciucio, ne hanno fatto una”Teoria economica e politica”.

Non sono i “grandi appalti” che attirano i corrotti, anche se il “miele degli affari” e tanto e molto ghiotto, ma, ormai il metodo mafioso è una “moneta sonante” che si trova nel mercato, anche nel dettaglio rionale e su, su fino all’Expo, al Mose, alla TAV, al Ponte sullo Stretto, le Grandi Navi in Bacino San Marco e… ricordate cosa disse anni fa il Ministro dei Lavori Pubblici, Lunardi…bisogna scendere  a patti con la mafia per lavorare in tranquillità!…

Dire no al Mose, 20’anni fa aveva un senso politico e noi lo abbiamo sostenuto, ma oggi dire no al Mose, una opera realizzata al’85% diventa una patetica giustificazione;… se non ci fossero gli appalti non ci sarebbero i corrotti…balle!

 

E’ il sistema Capitalistico in cui viviamo che contempla la corruzione come “costo del sistema”, che è un sistema di rapina che non indietreggia davanti a niente massacrando anche persone ed amministratori onesti i quali sono i primi a sentirsi mortificati e delusi per quello che accade attorno a loro. Anche a Venezia c’è ne sono ma sono talmente impauriti, che per loro è meglio seguire l’onda che prenderne le distanze.

Però c’è da domandarsi: davvero non sapevano niente?  Nessuno si domandava da dove venivano le risorse per l’alto tenore di vita che conducevano? Forse era più comodo far finta di non sapere come le”tre scimmiette”?

La storia passata e quella recente dimostra, che senza un forte Partito comunista Marxista-Leninista, non c’è speranza per il popolo ed il Capitalismo imperante si avvia all’imperialismo mondiale, altro che…globalizzazione!

Per noi del Partito Comunista/Sinistra Popolare, vogliamo che la magistratura vada fino in fondo, scovi e riporti alla luce tutto il marcio che la corruzione produce, che consegni alle patrie”Galere” i colpevoli e, che la si smetta con il refren…io sono un garantista…il popolo onesto, non ne può più, anche se il DP di M. Renzi, imbrogliando gli italiani, ha preso il 41%.

Noi del Partito Comunista, vigileremo e denunceremo, all’oppinione pubblica, tutto quello che succederà, aspettiamoci nuovi ed incredibili sviluppi di questa turpe vicenda.

Venezia, non è un caso isolato ma un’emblema di un sistema consolidato; sarebbe interessante sapere perché dopo anni e anni, Porto Marghera è stata abbandonata e dopo aver distrutto oltre 30 mila posti di lavoro, centinaia e centinaia di ettari aspettano la loro bonifica e riutilizzo industriale, nell’indifferenza generale dei partiti ed istituzioni, a tutti i livelli.

Le stesse vicende della Portualità, vanno riviste sotto la luce della…corruzione…forse le aree sono ferme  li, abbandonate, solo perché non si sono messi d’accordo sulla percentuale di “mazzetta” da distribuirsi? Il dubbio è più che lecito…doveroso!

  1.   Gli italiani onesti, invece, conoscono bene le percentuali della disoccupazione giovanile del 46%, tra i 14 e i 25 anni e del 13,6% quella generale!

  2.                            Con il disavanzo del Bilancio dello Stato al 131%

 

                                       Una cosa per noi è certa:

       Solo una società Socialista può mettere fine a questa:

                       Società Capitalistica Corrotta!

 

                                              W IL PARTITO COMUNISTA!

 

                                                                                                         Sezione di Venezia

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INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DI CSP-PARTITO COMUNISTA (ITALIA) MARCO RIZZO ALL’INCONTRO DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI EUROPEI. SPEECH OF COMMUNISTS PEOPLE’S LEFT-COMMUNIST PARTY (ITALY) SECRETARY GENERAL, COMRADE MARCO RIZZO, AT THE EUROPEAN COMMUNIST MEETING. ВЫСТУПЛЕНИЕ ГЕНЕРАЛЬНОГО СЕКРЕТАРЯ КОММУНИСТИЧЕСКОЙ ПАРТИИ «КОММУНИСТЫ НАРОДНЫЕ ЛЕВЫЕ» (ИТАЛИЯ), ТОВ. МАРКО РИЦЦО, НА ЕВРОПЕЙСКОЙ КОММУНИСТИЧЕСКОЙ ВСТРЕЧЕ.

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DI CSP-PARTITO COMUNISTA (ITALIA) MARCO RIZZO ALL’INCONTRO DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI EUROPEI. SPEECH OF COMMUNISTS PEOPLE’S LEFT-COMMUNIST PARTY (ITALY) SECRETARY GENERAL, COMRADE MARCO RIZZO, AT THE EUROPEAN COMMUNIST MEETING. ВЫСТУПЛЕНИЕ ГЕНЕРАЛЬНОГО СЕКРЕТАРЯ КОММУНИСТИЧЕСКОЙ ПАРТИИ «КОММУНИСТЫ НАРОДНЫЕ ЛЕВЫЕ» (ИТАЛИЯ), ТОВ. МАРКО РИЦЦО, НА ЕВРОПЕЙСКОЙ КОММУНИСТИЧЕСКОЙ ВСТРЕЧЕ.

Dal Veneto

“Senza false illusioni dopo queste elezioni amministrative in Veneto.
Un appello ai Comunisti ed ai sinceri democratici a cominciare una vera lotta contro questo nuovo regime pseudo democratico”