LIBERTA’ IMMEDIATA PER I COMUNISTI SPAGNOLI ARRESTATI!
SOLIDARIETA’ CON TUTTI I COMUNISTI PERSEGUITATI IN EUROPA E NEL MONDO!
Il 14 giugno agenti in borghese della polizia spagnola, nel miglior stile dei loro predecessori della Brigata Politico-Sociale del regime franchista, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Comunista dei Popoli di Spagna a Candás, nelle Asturie e, senza dare alcuna spiegazione, hanno arrestato e portato via Vanesa García Rodríguez e José Ivan Fernandez, membro del CC del PCPE. Solo in un secondo tempo si è saputo che erano accusati di avere lanciato bottiglie molotov il 15 gennaio scorso. Contro di loro verranno quindi applicate le durissime leggi anti-terrorismo. A questi arresti si aggiungono i mandati di cattura, sempre con la stessa accusa, per altri tre militanti della sezione territoriale delle Asturie, regione in cui si trova la cittadina di Carreño, dove, guarda caso, il PCPE aveva ottenuto un brillante risultato elettorale.
L’infondatezza delle accuse risulta evidente a chi, anche superficialmente, conosce le posizioni teoriche e la prassi poltica del PCPE. Come tutti i partiti che si rifanno al marxismo-leninismo, il PCPE ha sempre praticato una linea di sviluppo della lotta di massa e condannato qualsiasi manifestazione di violenza terroristica.
Il PCPE si è distinto in questi anni per essere sempre all’avanguardia delle lotte operaie e dei lavoratori contro il tentativo di far pagare al popolo la crisi generata dal capitale.
Attraverso l’intimidazione poliziesca, la repressione, la diffamazione politica, la socialdemocrazia di Zapatero, in piena sintonia con la peggiore tradizione socialdemocratica, colpisce i comunisti per decapitare il movimento popolare e di classe che si oppone alla ristrutturazione capitalistica, alle nuove leggi sul lavoro e sui contratti che proprio il governo Zapatero, per conto del capitalismo spagnolo, sta cercando di imporre ai lavoratori.
Oltre a confermare il nostro giudizio sulla socialdemocrazia come stampella del capitale, questi avvenimenti rivelano una generale tendenza ad estendere ed intensificare la persecuzione anticomunista all’interno dell’Unione Europea.
Nei Paesi Baltici, in Repubblica Ceca, in Polonia, Ungheria, Romania, in forme e con intensità diverse, i comunisti sono ostacolati o impediti nell’esercizio dei diritti politici elementari e, talvolta, anche in quello dei diritti civili e di cittadinanza. Arresti, aggressioni fisiche, licenziamenti, divieti di partecipare alle competizioni elettorali, di utilizzare pubblicamente i simboli storici del movimento operaio, si moltiplicano e si estendono col beneplacito delle “democratiche” istituzioni europee. A coronamento di tutto ciò, il tentativo di dare un fondamento giuridico alla repressione di classe, attraverso deliranti progetti di legge, europei e nazionali, che equiparano comunismo e fascismo, liberatori e oppressori, vittime e carnefici.
Si ricordino, tuttavia, i capitalisti e i loro alleati, finti storici, giuristi collaborazionisti, socialdemocratici e opportunisti, che il conflitto di classe si può negare a parole, si può reprimere in pratica, ma non si può fermare nel suo irrefrenabile esplodere.
Il nostro partito, Comunisti Sinistra Popolare, esprime ferma condanna delle repressioni poliziesche e anticomuniste, solidarietà al fratello Partito Comunista dei Popoli di Spagna, esige l’immediata liberazione dei compagni spagnoli ingiustamente arrestati e chiama i comunisti e l’opinione pubblica democratica alla più rigorosa vigilanza contro qualsiasi tipo di provocazione che potrebbe manifestarsi anche nel nostro paese. Ricordiamoci che, storicamente, la repressione anticomunista è l’anticamera delle tragedie dell’umanità. Parafrasando Bertold Brecht:
“Sono venuti ad arrestare i comunisti e io non ho protestato perché non condivido le loro idee… poi hanno arrestato gli omosessuali e io non ho protestato perché non mi interessano… poi hanno arrestato gli ebrei e io non ho protestato perché non mi piacciono… poi hanno arrestato gli zingari e io non ho protestato perché rubavano… poi sono venuti ad arrestare anche me … e non c’era più nessuno a protestare…”
A S.E. Luis CALVO MERINO
AMBASCIATORE DI SPAGNA IN ITALIA
Palazzo Borghese – Largo Fontanella Borghese, 19
00186 Roma
Roma, il 16 giugno 2011
Chiarissimo signor Ambasciatore,
seguiamo con profonda preoccupazione la vicenda dell’arresto di Vanesa García Rodríguez, José Ivan Fernandez e di altri tre militanti del PCPE, sospettati ingiustamente di avere lanciato bottiglie molotov il 15 gennaio u.s..
Conoscendo bene le posizioni ideologiche e politiche del PCPE, tese a sviluppare la lotta di massa e a rifiutare gli atti di violenza terroristica come inutili e, anzi, dannosi, riteniamo del tutto infondate e pretestuose le accuse rivolte ai militanti arrestati, colpevoli solo di fare parte di un Partito che coerentemente è all’avanguardia della protesta operaia e popolare contro la crisi capitalistica e le pesanti misure in corso di attuazione per cercare di farvi fronte.
Nell’esprimere piena solidarietà al PCPE e ai suoi membri, certi di interpretare la volontà non solo dei comunisti, ma anche dell’opinione pubblica democratica dell’Italia, chiediamo con fermezza la scarcerazione immediata dei militanti arrestati e il loro pieno proscioglimento da ogni accusa.
Con ossequi.
COMUNISTI SINISTRA POPOLARE
Il Segretario Generale
On. Marco Rizzo