Finalmente una nuova guerra umanitaria (che paradosso!!!!).
Dopo più di un mese di retorica patriottarda (bandiere, inni, feste e fuochi artificiali) ad uso e consumo di
quello che ritengono il popolo bue, i noti politici italiani, che sono pronti a vendere il nostro Bel Paese per il
solito piatto di lenticchie, sono euforici all’idea di andare a bombardare il popolo libico, di cacciare dal potere
quel Gheddafi che tutti, da Sarkozy a Berlusconi, sino a pochi mesi fa, hanno accolto con tutti gli onori.
Ci diranno che le nostre bombe serviranno per portare la democrazia.
Come in Iraq e in Afghanistan?
Se proviamo a ragionare senza farci prendere da furori ideologici, possiamo facilmente capire che la
democrazia, ammesso che la nostra lo sia, non si può esportare.
I vari sistemi politici sono il frutto di un processo storico, filosofico, sociale che ogni popolo compie secondo i
propri ritmi, abitudini, culture, situazioni.
In realtà quello che interessa agli U.S.A, alla Francia e al Regno Unito sono le ingenti risorse energetiche
libiche.
Altrimenti, perchè sono decenni che non viene risolta la tragedia palestinese?
Perchè non si interviene nello Yemen, dove ieri le forze governative hanno trucidato 53 dimostranti
disarmati?
Facile risposta:
perchè in quei posti non c’è petrolio.
La cosa ancor più tragica è che la nostra classe politica non sa fare nemmeno, in chiave capitalistica, gli
interessi dell’Italia.
Alla fine dei bombardamenti altri subentreranno all’Italia, e cioè all’ENI, nello sfruttamento dei pozzi di gas e
petrolio.
E lo faranno in una maniera piratesca. Come in Iraq.
All’Italia, anzi, al popolo italiano toccherà, invece, subire le prevedibili ritorsioni libiche.
Però, sino a ieri, qualcuno ha detto che sacro dovere di ogni italiano è difendere la Costituzione!
Davvero? Quale?
Forse si sono dimenticati di abrogare l’art.11.
Franco Costanzi
C.S.P.
Dipartimento Politiche Internazionali