BANKITALIA VUOLE LAVORATORI DA SCHIAVIZZARE Secondo Bankitalia il nostro paese ha bisogno di importare manodopera a basso costo e politiche migratorie finalizzate all’attrazione di personale qualificato, per riuscire ad aumentare l’offerta di lavoro nel breve periodo invece di proporre contratti dignitosi e diritti a tutti i lavoratori. In Italia circa 15 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi. A cui bisognerebbe aggiungere i sottoccupati, quelli costretti al part-time involontario e con contratti di lavoro al limite dello schiavismo, Bankitalia vorrebbe importare altri lavoratori da poter pagare ancora di meno e facendo così crollare del tutto il mercato del lavoro. Con questo metodo, tutti i lavoratori, saranno costretti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro e stipendio. Grazie alle riforme regressive del mercato del lavoro (eliminazione della scala mobile, pacchetto Treu, DL 368/2001, legge Biagi, decreto Sacconi, riforma Fornero, Jobs Act, Decreto Poletti), al taglio della spesa pubblica, alla deindustrializzazione e alle delocalizzazioni selvagge sono stati costretti ad espatriare negli ultimi anni 6 milioni di italiani, prevalentemente giovani e qualificati, alla ricerca di salari dignitosi. Non mancano i lavoratori in Italia, manca il lavoro stabile e ben retribuito, ma soprattutto mancano i diritti dei lavoratori, ormai cancellati negli ultimi trent’anni da centro sinistra e centro destra, li stessi che ancora oggi ci governano.


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BANKITALIA VUOLE LAVORATORI DA SCHIAVIZZARE

Secondo Bankitalia il nostro paese ha bisogno di importare manodopera a basso costo e politiche migratorie finalizzate all’attrazione di personale qualificato, per riuscire ad aumentare l’offerta di lavoro nel breve periodo invece di proporre contratti dignitosi e diritti a tutti i lavoratori.

In Italia circa 15 milioni di italiani tra disoccupati e inattivi. A cui bisognerebbe aggiungere i sottoccupati, quelli costretti al part-time involontario e con contratti di lavoro al limite dello schiavismo, Bankitalia vorrebbe importare altri lavoratori da poter pagare ancora di meno e facendo così crollare del tutto il mercato del lavoro. Con questo metodo, tutti i lavoratori, saranno costretti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro e stipendio.
Grazie alle riforme regressive del mercato del lavoro (eliminazione della scala mobile, pacchetto Treu, DL 368/2001, legge Biagi, decreto Sacconi, riforma Fornero, Jobs Act, Decreto Poletti), al taglio della spesa pubblica, alla deindustrializzazione e alle delocalizzazioni selvagge sono stati costretti ad espatriare negli ultimi anni 6 milioni di italiani, prevalentemente giovani e qualificati, alla ricerca di salari dignitosi.

Non mancano i lavoratori in Italia, manca il lavoro stabile e ben retribuito, ma soprattutto mancano i diritti dei lavoratori, ormai cancellati negli ultimi trent’anni da centro sinistra e centro destra, li stessi che ancora oggi ci governano.

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