COSTRUIRE È FATICOSO. Una organizzazione politica si rafforza non facendosi condizionare dagli elementi opportunisti. DEMOCRAZIA SOVRANA POPOLARE è un progetto politico aperto arrivano continuamente nuove forze: dalle personalità del mondo diplomatico e intellettuale a uomini e donne del mondo del lavoro e delle professioni. Questo avviene con lealtà e serenità. In tal modo la forza di DSP si radica nei territori nei luoghi del lavoro e nellopinione pubblica. Ne è prova la presenza politica nelle piazze ed anche liniziativa editoriale del mensile VISIONE che supera -di numero in numero- le diverse migliaia di copie. Chi invece è bene perdere sono appunto gli elementi opportunisti che pensano solo a sè stessi e non al progetto collettivo alcuni arrivano addirittura a voler rubacchiare militanti confusi tra le organizzazioni che hanno inizialmente fondato il progetto unitario. Mentre la totalità del gruppo dirigente e dei militanti di DSP lavora alacremente per il suo rafforzamento questi singoli individui cercano il loro tornaconto in una improbabile scalata che avrebbe come obiettivo la direzione politica e strategica di DSP che non si meriterebbero e che peraltro non saprebbero nemmeno esercitare. Si tratta infatti di elementi che mettono al centro il loro ego sfruttando ancora una certa permeabilità delle nostre nascenti e rispettive strutture permettendosi addirittura di fare comizi in cui si calunnia il gruppo dirigente. Questi individui penetrano in un modo o nell’altro nelle strutture organizzate spesso usando il metodo dellamicizia subdola coi militanti e non quello della fratellanza sugli obiettivi fondamentali portandovi lo spirito dell’esitazione e della falsità il baco della disgregazione e dell’incertezza. Battersi contro il sistema avendo alle spalle simili alleati significa trovarsi nella situazione di chi ha una quinta colonna allinterno. Nel momento in cui non ci riescono e vengono disvelati si inventano epurazioni che non esistono e poi decidono di andarsene in altri lidi nella più completa ininfluenza. Il disprezzo politico e la lotta a viso aperto contro questi elementi il loro abbandono del nostro comune percorso diventa alla fine condizione pregiudiziale per il successo del nostro impegno. Se siamo riusciti a creare un’unità interna a DSP e una coesione senza pari delle nostre fila a partire dal gruppo dirigente nazionale e a quelli regionali questo dipende prima di tutto dal fatto che abbiamo capito che dobbiamo distinguerci per teoria progetto modalità di organizzazione e costruzione di una leadership plurale rispetto al confuso (ed anche infiltrato) mondo del dissenso prendendo da esso le più genuine caratteristiche di passione e idealità di popolo e rifiutandone il metodo grillino anarchista ed elitario dellorganizzazione. La via dello sviluppo e del consolidamento di Democrazia Sovrana Popolare passa attraverso lindividuazione degli opportunisti e dei carrieristi. DSP si rafforza lasciando a sé stessi questi individui. Lavoriamo per lintrapresa collettiva con amore e fratellanza ma non per questo senza esser capaci di difendere con forza dalle insidie la culla del nostro progetto. Nessuno è obbligato a stare con noi lasciamo a tutti la libertà di stare dove si vuole ma permetteteci di portare avanti il nostro progetto politico. Comunque. Anche perché davanti abbiamo un sistema pericoloso e senza pietà. Marco Rizzo Daniele Giovanardi Alberto Lombardo Enzo Pennetta Fulvio Grimaldi Antonella DAngeli Daniela Talarico Paolo Pace Antonello Cresti Matteo Di Cocco Francesco Toscano.


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COSTRUIRE È FATICOSO.
Una organizzazione politica si rafforza, non facendosi condizionare dagli elementi opportunisti.
DEMOCRAZIA SOVRANA POPOLARE è un progetto politico aperto, arrivano continuamente nuove forze: dalle personalità del mondo diplomatico e intellettuale a uomini e donne del mondo del lavoro e delle professioni.
Questo avviene con lealtà e serenità. In tal modo la forza di DSP si radica nei territori, nei luoghi del lavoro e nell’opinione pubblica. Ne è prova la presenza politica nelle piazze ed anche l’iniziativa editoriale del mensile VISIONE, che supera -di numero in numero- le diverse migliaia di copie.
Chi invece è bene perdere sono appunto gli elementi opportunisti, che pensano solo a sè stessi e non al progetto collettivo, alcuni arrivano addirittura a voler “rubacchiare” militanti confusi tra le organizzazioni che hanno inizialmente fondato il progetto unitario.
Mentre la totalità del gruppo dirigente e dei militanti di DSP lavora alacremente per il suo rafforzamento, questi singoli individui cercano il loro tornaconto in una improbabile ‘scalata’, che avrebbe come obiettivo la direzione politica e strategica di DSP, che non si meriterebbero e che peraltro non saprebbero nemmeno esercitare.
Si tratta infatti di elementi che mettono al centro il loro ego, sfruttando ancora una certa permeabilità delle nostre nascenti e rispettive strutture, permettendosi addirittura di fare comizi in cui si calunnia il gruppo dirigente.
Questi individui penetrano in un modo o nell’altro nelle strutture organizzate, spesso usando il metodo dell’amicizia subdola coi militanti e non quello della fratellanza sugli obiettivi fondamentali , portandovi lo spirito dell’esitazione e della falsità, il baco della disgregazione e dell’incertezza.
Battersi contro il sistema, avendo alle spalle simili ‘alleati’, significa trovarsi nella situazione di chi ha una ‘quinta colonna’ all’interno.
Nel momento in cui non ci riescono e vengono disvelati si inventano epurazioni che non esistono e poi decidono di andarsene in altri lidi nella più completa ininfluenza.
Il disprezzo politico e la lotta a viso aperto contro questi elementi, il loro abbandono del nostro comune percorso, diventa alla fine condizione pregiudiziale per il successo del nostro impegno.
Se siamo riusciti a creare un’unità interna a DSP e una coesione senza pari delle nostre fila, a partire dal gruppo dirigente nazionale e a quelli regionali, questo dipende prima di tutto dal fatto che abbiamo capito che dobbiamo distinguerci per teoria, progetto, modalità di organizzazione e costruzione di una leadership plurale rispetto al confuso (ed anche infiltrato) ‘mondo del dissenso’, prendendo da esso le più genuine caratteristiche di passione e idealità di popolo e rifiutandone il metodo grillino, anarchista ed elitario dell’organizzazione.
La via dello sviluppo e del consolidamento di Democrazia Sovrana Popolare passa attraverso l’individuazione degli opportunisti e dei carrieristi. DSP si rafforza lasciando a sé stessi questi individui. Lavoriamo per l’intrapresa collettiva con amore e fratellanza, ma non per questo senza esser capaci di difendere con forza dalle insidie la culla del nostro progetto.
Nessuno è obbligato a stare con noi, lasciamo a tutti la libertà di stare dove si vuole, ma permetteteci di portare avanti il nostro progetto politico. Comunque. Anche perché davanti abbiamo un sistema pericoloso e senza pietà.
Marco Rizzo, Daniele Giovanardi, Alberto Lombardo, Enzo Pennetta, Fulvio Grimaldi, Antonella D’Angeli, Daniela Talarico, Paolo Pace, Antonello Cresti, Matteo Di Cocco, Francesco Toscano.

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