Il Partito Comunista appoggia e sostiene con tutte le sue organizzazioni ed i suoi militanti lo SCIOPERO GENERALE indetto dalla C.u.b., dall’ S.G.B. e da tutto il Sindacalismo di base e conflittuale italiano contro la Guerra per il 18 di questo mese.
Il Partito Comunista è ben consapevole come solo il Sindacalismo di Classe sia oggi in grado di sviluppare una critica adeguata sull’ attuale situazione di GUERRA MONDIALE PERMANENTE creata dall’ imperialismo, quello americano in primo luogo.
Il Partito Comunista, nel condividere l’ impostazione e la piattaforma dello sciopero, sottolinea come sia oggi necessario mettere in campo forme di lotta vera e concreta, scioperi veri che danneggino gli interessi della borghesia monopolista imperialista e non fantasiosi scioperi sociali, rispetto ai quali i fabbricanti di armi e di morti non possono che sorridere compiacenti.
Tutto ciò può e deve avvenire in un contesto di lotte internazionali e segnatamente europee, a partire da quelle promosse ed organizzate dai compagni Comunisti greci, che mettano in stretta relazione i conflitti di classe nei singoli contesti con il quadro generale di guerra mondiale messo in atto dalle forze imperialiste. Quindi non generiche guerra interna e guerra esterna, bensì la guerra di classe nazionale o di teatro dentro la guerra imperialista, il tutto inquadrato negli interessi economici, specifici e generali, del capitale.
La vera lotta contro la guerra non la può condurre un falso pacifismo piccolo-borghese, disarmante, ipocritamente “umanitario”, quello che da quasi trent’anni, dall’ammainamento della Bandiera Rossa dal Cremlino, non fa altro che lamentarsi alla luna, con forme spettacolari, colorate, pittoresche quanto disarmanti, permettendo così passivamente il proliferare di centinaia di guerre, sempre più sanguinose e sempre più estese, che nascondono dietro false motivazioni, di religione, di civiltà, di etnia, la loro autentica natura di classe.
La vera lotta contro la guerra la conduce invece la classe lavoratrice, colpendo gli interessi materiali della borghesia e dei suoi servi, anche quelli rappresentati dai sindacati concertativi vecchi e nuovi, e difendendo senza sconti gli interessi del proletariato internazionale.