USA: Ennesima Sparatoria In Una Scuola

USA: Ennesima Sparatoria In Una Scuola

La Democrazia Armata Degli Stati Uniti

19 bambini e 2 insegnanti. Questo è il bilancio delle vittime alla Robb Elementary School, in #Texas.
L’ennesimo massacro avvenuto nelle scuole statunitensi, per mano di ragazzi e ragazzini che per infinite ragioni, con il minimo sforzo riescono a reperire armi automatiche o semi-automatiche.
Scriviamo di questa vicenda non solo per rivolgere un pensiero alle famiglie di quei bambini stroncati da questa follia, ma anche per puntare il dito sul l’ipocrisia del governo degli Stati Uniti. In particolare del presiedente #Biden.
Sentire il PRESIDENTE del Paese più guerrafondaio del mondo pronuncia le parole “mi chiedo quando riusciremmo finalmente a sconfiggere le lobby delle armi, e non ditemi che non potremmo farlo” equivale a sentire uno sciame di locuste lamentarsi delle carestie.
Proprio lui, proprio l’uomo il cui partito ha permesso (e rafforzato) il potere delle grandi industrie di armi in USA e nel mondo.
Proprio l’uomo che continua a chiedere ad una Unione Europea in rovina MILIARDI DI EURO in armi per finanziare la sua guerra per procura in Ucraina.
Proprio l’uomo che fa al caso di quei lobbisti delle armi che negli Stati Uniti e nel mondo gestiscono un giro d’affari decine di volte più grande dell’Intero PIL dello stato italiano.
Su questo loro guadagnano, al piccolo prezzo di qualche comparsata in tv per esprimere “dolore e condoglianze alle famiglie”.
Mentre i ragazzini muoiono nelle strade e nelle scuole Statunitensi.
Mentre uomini, donne, bambini e anziani muoiono in ogni parte del mondo per le decine di guerre in atto in cui sono coinvolti gli USA.
Stati Uniti che vanno avanti per il bene di chi con quelle armi ingrassa i propri guadagni, e per il male di tutti noi.

Condividi !

Shares
L’INTERVENTO DEL SENATORE DEL PARTITO COMUNISTA EMANUELE DESSI’ SUI FATTI RIGURDANTI IL PROGRAMMA REPORT.

L’INTERVENTO DEL SENATORE DEL PARTITO COMUNISTA EMANUELE DESSI’ SUI FATTI RIGURDANTI IL PROGRAMMA REPORT.

INQUISITI PER AVER SVOLTO IL LORO LAVORO

 

Nella puntata di Report durante l’inchiesta sui legami tra mafia ed estrema destra nell’attentato a Falcone non è passata inosservata a chi, dall’alto, non vuole che nuove informazioni o nuove verità vengano fuori.
Infatti la Dia, direzione investigativa antimafia, ha disposto perquisizioni “su mandato della Procura di Caltanissetta, presso l’abitazione dell’inviato di Report Paolo Mondani” e la redazione dei Report di Sigfrido Ranucci.
Lo scopo è stato quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di Report sulla strage di Capaci, nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato.
A darne notizia è lo stesso giornalista Ranucci che ieri ha condotto la trasmissione.
“Il motivo – dice Ranucci – sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci”. “Gli investigatori cercano atti e testimonianze su telefonini e Pc”, dice.
Sulle perquisizioni è intervenuto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti: “Ci auguriamo che a nessuno venga oggi in mente di ‘molestare’ Report e la sua redazione”.
“Dopo la puntata su Capaci – scrive su Twitter Giulietti – sarà il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che, da trenta anni, sono riusciti a restare in una ben protetta ‘oscurità'”.
Giulietti annuncia anche che “questa mattina saremo nella redazione di Report per decidere iniziative a tutela delle fonti e del segreto professionale”. “Intanto – conclude – chiediamo alla Rai di mettere a disposizione i suoi legali a tutela redazione”.
Questo è il paese in cui viviamo, un paese in cui i giornalisti che cercano di fare il proprio lavoro e non si adeguano alla narrazione che gli viene imposta dall’alto, vengono inquisiti come criminali.
D’altronde il nostro paese come libertà di stampa si trova solamente al 58esimo posto, dietro Gambia e Suriname.
Nel frattempo la DIA ha revocato il decreto di perquisizione.

Condividi !

Shares
Nuovi Diktat dalla Unione Europea Per Affondare l’ Italia

Nuovi Diktat dalla Unione Europea Per Affondare l’ Italia

L’Unione Europea continua a non fidarsi dell’Italia e impone nuovi diktat per paura che il nostro governo non rispetti gli impegni presi con i soldi a strozzo del PNRR.
L’Italia “sta vivendo squilibri eccessivi“.
Lo rileva la Commissione Ue nelle raccomandazioni del pacchetto di primavera del semestre europeo.
Da Bruxelles, peraltro, arriva un altro avvertimento a Roma: il Patto di Stabilità e crescita sarà sospeso anche nel 2023, ma tornerà nel 2024.
Quindi è necessario il prossimo anno “garantire una politica di bilancio prudente” e nel periodo successivo attuare “una riduzione credibile e graduale del debito“.
Le vulnerabilità dell’Italia secondo Bruxelles “riguardano l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera”, per questo impone l’attuazione del PNRR il prima possibile.
La Commissione, per il periodo successivo al 2023, raccomanda all’Italia di “perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti a medio termine e a garantire una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio a medio termine attraverso il consolidamento graduale, gli investimenti e le riforme“.
L’unione Europea quindi vuole ancora politiche lacrime e sangue per il popolo italiano con lo spettro del ritorno del patto di stabilità nel 2024.
Il governo del banchiere Draghi, scelto direttamente da Bruxelles dovrà iniziare un percorso di tagli che porterà ancora di più i lavoratori a pagare questa crisi, peggiorando ulteriormente le loro condizioni di vita e di lavoro.
C’È UNA SOLA SOLUZIONE, FUORI L’ITALIA DALL’UNIONE EUROPEA!

Condividi !

Shares
MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA E CONTRO DRAGHI A CASA DI DRAGHI!

MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA E CONTRO DRAGHI A CASA DI DRAGHI!

Domenica “a casa di Draghi” (Città della Pieve) abbiamo contestato il governo dei migliori del banchiere Draghi che continua ad inviare armi all’Ucraina e nel mentre taglia la sanità invece di tagliare le spese militari.
Il costo della vita continua ad aumentare, invece stipendi e pensioni continuano ad essere tra i più bassi in Europa.
Vogliamo che i soldi pubblici siano spesi per la sanità, per i trasporti, per l’istruzione, per rilanciare l’occupazione e il lavoro, per aiutare i redditi dei meno abbienti e non per aizzare un conflitto imposto dalla la NATO e dagli USA.

Condividi !

Shares
Nessuna lezione di lealtà…

Nessuna lezione di lealtà…

…Da chi non ha il coraggio né delle proprie idee né di esporle.
Quello che vedete è un attacco diretto verso il Senatore Emanuele Dessì del Partito Comunista e del gruppo C.A.L. – Costituzione Ambiente Lavoro – Alternativa – PC – IdV .

Questo messaggio è stato inviato dal marito di una Senatrice del Movimento 5 Stelle, i quali dicono di voler dire le cose in faccia, ma non hanno il coraggio di farlo, quindi si rifugiano sulle chat e sui messaggi privati.

Questi sono quei politici che avrebbero dovuto cambiare il sistema e ne sono diventati, invece, parte integrante.
Noi non possiamo accettare comportamenti ipocriti da chi – purtroppo- invece di aprire le aule del Parlamento come scatolette di tonno ha avuto il coraggio di voltare le spalle al popolo italiano e di avallare il governo Draghi, grazie ai vergognosi accordi fatti dai loro leader nelle stanze segrete del potere.

Condividi !

Shares
Saviano, bugiardo al servizio della NATO

Saviano, bugiardo al servizio della NATO

Saviano spaccia una foto del 24 agosto 2015 di un bambino del Donbass ferito da una granata naziucraina, per una foto di ora addossando la colpa all’esercito russo.
La realtà dei fatti è sempre più lontana da quello che scrivono questi “servi”, infatti la foto ritrae un bambino, ridotto in quello stato il 24 agosto 2015 da una granata dell’esercito UCRAINO durante la guerra in Donbass.
Quando a Saviano è stato fatto notare la “gaffe” lui non si è scusato ma ha continuato sulla sua linea producendo una risposta ancora più vergognosa.
Questi sono coloro che ci spacciano come “professionisti dell’informazione”.
VERGOGNA!

Condividi !

Shares
Antifascismo è Anticapitalismo

Antifascismo è Anticapitalismo

I giorni dell’aprile del 1975 rappresentarono una grande ventata di manifestazioni popolari spontanee in tutta Italia, probabilmente il culmine dell’agitazione politica nel corso degli anni Settanta.
L’antifascismo militante collegato alla battaglia per la messa al bando del Msi, la lotta per la casa, le rivendicazioni operaie e di tutti i lavoratori, la battaglia contro le politiche d’austerità rappresentavano un fertile terreno di rivendicazione politica mai adeguatamente riconosciuto dal Pci.
Tali rivendicazioni politiche però si scontravano contro le politiche messe in piedi dai vari Governi a guida democristiana e costituivano un problema per la tenuta dell’ordine costituito, sostenuto da quasi tutto l’arco parlamentare.
Fin dalla strage di Piazza Fontana nel dicembre del 1969, lo Stato e le sue strutture utilizzarono organizzazioni e militanti neofascisti per schiacciare le rivendicazioni popolari attraverso stragi ed omicidi, per instaurare un sistema basato sulla violenza poliziesca e sulla repressione di massa.
Tra il 16 ed il 18 aprile 1975 quattro giovani compagni vennero uccisi da questa violenza legalizzata: Claudio Varalli, giovane comunista assassinato a Milano a colpi di pistola da neofascisti; Giannino Zibecchi, travolto da una camionetta della polizia durante una manifestazione, sempre a Milano; Rodolfo Boschi, iscritto al Pci ucciso a pistolettate dalla polizia a Firenze; Tonino Miccichè, militante di Lotta Continua ucciso da una guardia giurata.
Vogliamo ricordare l’assassinio di questi compagni che allora si batterono per cambiare radicalmente, per rivoluzionare la società derelitta nella quale vivevano.
Ricordiamo l’impegno militante di tanti compagni che sacrificarono la propria vita e che impegnarono sé stessi per costruire un mondo diverso non solo per sé stessi, ma per tutta la società.
Noi comunisti ricorderemo i nostri morti nel rispetto delle ragioni della storia, nel ricordare chi stava dalla parte giusta e dalla parte sbagliata, ma soprattutto evidenziando una lotta politica che voleva il cambiamento di sistema.
ANTIFASCISMO OGGI È ANTICAPITALISMO!

Condividi !

Shares