Ricordiamo Gian Maria Volonté che ieri 9 Aprile, avrebbe compiuto 90 anni. Mai come in questi giorni il ricordo di Lulù, da lui magistralmente interpretato è testimone dei nostri tempi. Non possiamo ricordare solamente l’eccezionale attore che ha dato voce a l’Italia popolare ed alle contraddizioni di una società, quella degli anni 70 e 80, che si definiva democratica, ma anche l’uomo che scelse da quale parte stare nella vita come nella propria arte. “La classe operaia va in paradiso”, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “Il Caso Mattei” sono solo alcuni degli esempi di questa tendenza grazie alla quale Volonté ha portato i suoi ideali davanti alla cinepresa e nella vita di tutti i giorni. «Io accetto un film o non lo accetto in funzione della mia concezione del cinema. E non si tratta qui di dare una definizione del cinema politico, cui non credo, perché ogni film, ogni spettacolo, è generalmente politico. Il cinema apolitico è un’invenzione dei cattivi giornalisti. Io cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano a una certa ricerca di un brandello di verità. Per me c’è la necessità di intendere il cinema come un mezzo di comunicazione di massa, così come il teatro, la televisione. Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l’arte e la vita» Gian Maria Volonté (9 aprile 1933 – 6 dicembre 1994)


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Ricordiamo Gian Maria Volonté che ieri 9 Aprile, avrebbe compiuto 90 anni.

Mai come in questi giorni il ricordo di Lulù, da lui magistralmente interpretato è testimone dei nostri tempi.

Non possiamo ricordare solamente l’eccezionale attore che ha dato voce a l’Italia popolare ed alle contraddizioni di una società, quella degli anni 70 e 80, che si definiva democratica, ma anche l’uomo che scelse da quale parte stare nella vita come nella propria arte.
“La classe operaia va in paradiso”, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “Il Caso Mattei” sono solo alcuni degli esempi di questa tendenza grazie alla quale Volonté ha portato i suoi ideali davanti alla cinepresa e nella vita di tutti i giorni.
«Io accetto un film o non lo accetto in funzione della mia concezione del cinema. E non si tratta qui di dare una definizione del cinema politico, cui non credo, perché ogni film, ogni spettacolo, è generalmente politico. Il cinema apolitico è un’invenzione dei cattivi giornalisti. Io cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano a una certa ricerca di un brandello di verità. Per me c’è la necessità di intendere il cinema come un mezzo di comunicazione di massa, così come il teatro, la televisione. Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l’arte e la vita»
Gian Maria Volonté (9 aprile 1933 – 6 dicembre 1994)

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In Ucraina gli USA e la NATO, dal 2014 in poi, hanno fatto un golpe sostituendo il legittimo governo con un governo fantoccio, hanno armato fino ai denti i battaglioni neo-nazisti che adesso sono al governo e hanno provocato una guerra in Donbass che ha fatto più di 30.000 morti fino al 2022. La Cina, nel mentre, ha sempre cercato di distendere i toni cercando un dialogo che portasse nel minor tempo possibile alla pace. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin: “Sono gli Stati Uniti, non la Cina, a gettare armi sul campo di battaglia. Gli Stati Uniti non sono nella posizione di dire alla Cina cosa fare. Non tollereremo mai che gli Stati Uniti puntino il dito, o che facciano pressioni sulle nostre relazioni con la Russia. Per quanto riguarda la questione dell’Ucraina, la posizione della Cina è quella di sostenere i colloqui di pace. La comunità internazionale sa bene chi chiede il dialogo e il perseguimento della pace e chi invece alimenta le fiamme e inasprisce il confronto. Esortiamo la parte americana a riflettere seriamente sul ruolo che ha svolto e a fare qualcosa per aiutare effettivamente a ridurre la situazione e far avanzare i colloqui di pace, e smetterla di incolpare e diffondere disinformazione. La Cina continuerà a schierarsi fermamente dalla parte della pace e del dialogo e a svolgere un ruolo costruttivo nel mitigare la situazione.”


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In Ucraina gli USA e la NATO, dal 2014 in poi, hanno fatto un golpe sostituendo il legittimo governo con un governo fantoccio, hanno armato fino ai denti i battaglioni neo-nazisti che adesso sono al governo e hanno provocato una guerra in Donbass che ha fatto più di 30.000 morti fino al 2022. La Cina, nel mentre, ha sempre cercato di distendere i toni cercando un dialogo che portasse nel minor tempo possibile alla pace.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin: “Sono gli Stati Uniti, non la Cina, a gettare armi sul campo di battaglia. Gli Stati Uniti non sono nella posizione di dire alla Cina cosa fare. Non tollereremo mai che gli Stati Uniti puntino il dito, o che facciano pressioni sulle nostre relazioni con la Russia. Per quanto riguarda la questione dell’Ucraina, la posizione della Cina è quella di sostenere i colloqui di pace. La comunità internazionale sa bene chi chiede il dialogo e il perseguimento della pace e chi invece alimenta le fiamme e inasprisce il confronto. Esortiamo la parte americana a riflettere seriamente sul ruolo che ha svolto e a fare qualcosa per aiutare effettivamente a ridurre la situazione e far avanzare i colloqui di pace, e smetterla di incolpare e diffondere disinformazione. La Cina continuerà a schierarsi fermamente dalla parte della pace e del dialogo e a svolgere un ruolo costruttivo nel mitigare la situazione.”

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CALANO I CONSUMI DEGLI ITALIANI LA MELONI PREFERISCE SPEDIRE ARMI Cala il potere d’acquisto delle famiglie del 3,7% nell’ultimo quadrimestre soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi, sopratutto alimentare e la ristagnazione degli stipendi che non crescono in base al costo della vita ma sono fermi al 1990. Le grandi aziende però festeggiano per merito dell’aumento dei prezzi che hanno apportato ai loro prodotti con un incremento del 7,8%, andando così ad impoverire le famiglie italiane che devono tirare sempre più la cinghia per riuscire ad arrivare a fine mese. Gli italiani quindi spendono di più per comprare sempre meno. L’inflazione e il carovita nel nostro paese è dovuto soprattutto all’innalzamento delle materie prime dovuto alla guerra in Ucraina, una guerra voluta dal dal nostro governo che ha impoverito ancora di più le famiglie italiane con i grossi aumenti di carburante, gas, elettricità dovuti alle sanzioni imposte dall’UE e dal governo Draghi prima e Meloni dopo alla Russia. Le classi lavoratrici e le fasce di popolazione meno ricche sono sempre più in difficoltà, ma sono completamente ignorate dalla Meloni e il suo governo che è sempre più impegnata ad inviare denaro e armi al regime di Zelenskji


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CALANO I CONSUMI DEGLI ITALIANI
LA MELONI PREFERISCE SPEDIRE ARMI

Cala il potere d’acquisto delle famiglie del 3,7% nell’ultimo quadrimestre soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi, sopratutto alimentare e la ristagnazione degli stipendi che non crescono in base al costo della vita ma sono fermi al 1990.
Le grandi aziende però festeggiano per merito dell’aumento dei prezzi che hanno apportato ai loro prodotti con un incremento del 7,8%, andando così ad impoverire le famiglie italiane che devono tirare sempre più la cinghia per riuscire ad arrivare a fine mese. Gli italiani quindi spendono di più per comprare sempre meno.

L’inflazione e il carovita nel nostro paese è dovuto soprattutto all’innalzamento delle materie prime dovuto alla guerra in Ucraina, una guerra voluta dal dal nostro governo che ha impoverito ancora di più le famiglie italiane con i grossi aumenti di carburante, gas, elettricità dovuti alle sanzioni imposte dall’UE e dal governo Draghi prima e Meloni dopo alla Russia.

Le classi lavoratrici e le fasce di popolazione meno ricche sono sempre più in difficoltà, ma sono completamente ignorate dalla Meloni e il suo governo che è sempre più impegnata ad inviare denaro e armi al regime di Zelenskji

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GLI USA ATTACCANO LA SIRIA Gli USA ritornano ad attaccare la Siria, un paese già martoriato dal recente terremoto e dalle sanzioni che gli stessi USA non hanno voluto togliere per favorire gli aiuti umanitari e la ricostruzione del Paese. Secondo fonti ufficiali una colonna composta da 60 veicoli appartenenti alle forze americane della coalizione internazionale è entrata in territorio siriano dopo l’attraversamento illegale di al-Walid, il il confine con il Kurdistan iracheno. Il convoglio comprende anche camion carichi di container di armi, munizioni e armature militari avanzate, e più di 40 autocisterne destinate al trasporto del petrolio depredato. È accompagnato da tre veicoli militari. La Russia aveva protestato venerdì 31 marzo contro le “azioni provocatorie” delle forze americane nella provincia di Hassaké, dove sono di stanza da diversi anni. “Azioni provocatorie da parte di unità delle forze armate statunitensi sono state osservate nella provincia di Hassakeh… La parte russa ha presentato una protesta alla coalizione”, ha dichiarato il contrammiraglio Oleg Gurinov, vice capo del Centro russo per la riconciliazione delle parti opposte in Siria. Ha continuato dicendo che le forze russe hanno avvistato due volte truppe statunitensi in aree al di fuori delle loro aree di operazione concordate, senza fornire dettagli su quando.


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GLI USA ATTACCANO LA SIRIA

Gli USA ritornano ad attaccare la Siria, un paese già martoriato dal recente terremoto e dalle sanzioni che gli stessi USA non hanno voluto togliere per favorire gli aiuti umanitari e la ricostruzione del Paese.

Secondo fonti ufficiali una colonna composta da 60 veicoli appartenenti alle forze americane della coalizione internazionale è entrata in territorio siriano dopo l’attraversamento illegale di al-Walid, il il confine con il Kurdistan iracheno.
Il convoglio comprende anche camion carichi di container di armi, munizioni e armature militari avanzate, e più di 40 autocisterne destinate al trasporto del petrolio depredato. È accompagnato da tre veicoli militari.

La Russia aveva protestato venerdì 31 marzo contro le “azioni provocatorie” delle forze americane nella provincia di Hassaké, dove sono di stanza da diversi anni.
“Azioni provocatorie da parte di unità delle forze armate statunitensi sono state osservate nella provincia di Hassakeh… La parte russa ha presentato una protesta alla coalizione”, ha dichiarato il contrammiraglio Oleg Gurinov, vice capo del Centro russo per la riconciliazione delle parti opposte in Siria.
Ha continuato dicendo che le forze russe hanno avvistato due volte truppe statunitensi in aree al di fuori delle loro aree di operazione concordate, senza fornire dettagli su quando.

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Il regime di Zelenskji ringrazia con un video l’Italia per le armi pesanti e le bombe che il governo Meloni gli fornisce. Il governo Meloni come il suo predecessore Draghi continuano a violare senza vergogna l’articolo 11 della nostra Costituzione e continuano ad andare contro il volere popolare, la maggioranza degli italiani non vuole la guerra, la maggioranza degli italiani RIPUDIA LA GUERRA ed è contraria all’invio di armi a favore del governo neo-nazista di Kiev. Zelenskij non deve ringraziare l’Italia, ma solamente il governo Meloni, servo della NATO, degli USA e dell’UE.


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Il regime di Zelenskji ringrazia con un video l’Italia per le armi pesanti e le bombe che il governo Meloni gli fornisce. Il governo Meloni come il suo predecessore Draghi continuano a violare senza vergogna l’articolo 11 della nostra Costituzione e continuano ad andare contro il volere popolare, la maggioranza degli italiani non vuole la guerra, la maggioranza degli italiani RIPUDIA LA GUERRA ed è contraria all’invio di armi a favore del governo neo-nazista di Kiev.

Zelenskij non deve ringraziare l’Italia, ma solamente il governo Meloni, servo della NATO, degli USA e dell’UE.

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LA FINLANDIA ENTRA NELLA NATO La Finlandia entra nella NATO e i nostri giornali fanno una vile propaganda festeggiando l’evento, nel mentre il Segretario Generale della NATO dichiara “questa è una settimana storica. La Finlandia e gli alleati saranno più sicuri e la nostra alleanza sarà più forte.” La Finlandia lascia così il suo ruolo di neutralità stabiliti dopo la seconda guerra mondialev(con il trattato di Parigi) e apre grosse tensioni verso est aumentando ulteriormente il dominio della NATO in Europa. Nel 1948 venne siglato un un patto bilaterale tra URSS e Finlandia chiamato “Accordo di amicizia, cooperazione e mutua assistenza” che prevedeva la neutralità della Finlandia e addirittura il suo impegno in difesa dell’Unione Sovietica in caso di attacco. In cambio della neutralità, l’URSS offriva la piena indipendenza alla Finlandia. Dopo la dissoluzione dell’URSS il trattato del 1948 non si estinse, in quanto la Russia ne è il successore legale e ad ogni modo, nel 1992 venne siglato un nuovo accordo bilaterale che all’articolo 4 tra le altre cose prevede “Le Parti non utilizzeranno né autorizzeranno l’utilizzo del loro territorio per l’aggressione armata contro l’altra Parte. Nel caso in cui la Finlandia o la Russia siano vittime di un’aggressione armata, l’altra Parte cercherà di pervenire a una soluzione del conflitto […] e si asterrà dal concedere assistenza militare all’aggressore”. Ora la NATO potrà usare il territorio finlandese per continuare nella sua operazione di provocazione, aggressione a accerchiamento alla Russia. La Finlandia ha infranto tutti gli impegni sulla neutralità sottoscritti nel 1948 e nel 1992 dando il suo netto contributo all’alimentazione delle tensioni che potrebbero sfociare in un’ulteriore guerra. In barba a tutti gli accordi firmati tra gli stati, Il Segretario della NATO Jens Stoltenberg, sull’annessione della Finlandia alla NATO, rincara persino le provocazioni: Non è Mosca che decide chi aderisce”. Ottimo lavoro Sanna Marin, quando la sinistra si mette a fare la destra, entrando in un gruppo guerrafondaio, costruendo muri antiimmigrati, le persone votano per l’originale, ecco perché ha perso.


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LA FINLANDIA ENTRA NELLA NATO

La Finlandia entra nella NATO e i nostri giornali fanno una vile propaganda festeggiando l’evento, nel mentre il Segretario Generale della NATO dichiara “questa è una settimana storica. La Finlandia e gli alleati saranno più sicuri e la nostra alleanza sarà più forte.”

La Finlandia lascia così il suo ruolo di neutralità stabiliti dopo la seconda guerra mondialev(con il trattato di Parigi) e apre grosse tensioni verso est aumentando ulteriormente il dominio della NATO in Europa.

Nel 1948 venne siglato un un patto bilaterale tra URSS e Finlandia chiamato “Accordo di amicizia, cooperazione e mutua assistenza” che prevedeva la neutralità della Finlandia e addirittura il suo impegno in difesa dell’Unione Sovietica in caso di attacco. In cambio della neutralità, l’URSS offriva la piena indipendenza alla Finlandia. Dopo la dissoluzione dell’URSS il trattato del 1948 non si estinse, in quanto la Russia ne è il successore legale e ad ogni modo, nel 1992 venne siglato un nuovo accordo bilaterale che all’articolo 4 tra le altre cose prevede “Le Parti non utilizzeranno né autorizzeranno l’utilizzo del loro territorio per l’aggressione armata contro l’altra Parte. Nel caso in cui la Finlandia o la Russia siano vittime di un’aggressione armata, l’altra Parte cercherà di pervenire a una soluzione del conflitto […] e si asterrà dal concedere assistenza militare all’aggressore”.

Ora la NATO potrà usare il territorio finlandese per continuare nella sua operazione di provocazione, aggressione a accerchiamento alla Russia. La Finlandia ha infranto tutti gli impegni sulla neutralità sottoscritti nel 1948 e nel 1992 dando il suo netto contributo all’alimentazione delle tensioni che potrebbero sfociare in un’ulteriore guerra.

In barba a tutti gli accordi firmati tra gli stati, Il Segretario della NATO Jens Stoltenberg, sull’annessione della Finlandia alla NATO, rincara persino le provocazioni: Non è Mosca che decide chi aderisce”.

Ottimo lavoro Sanna Marin, quando la sinistra si mette a fare la destra, entrando in un gruppo guerrafondaio, costruendo muri antiimmigrati, le persone votano per l’originale, ecco perché ha perso.

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LA NATO SI PREPARA ALLA GUERRA La NATO continua a prepararsi alla guerra contro Cina e Russia e il resto del mondo che sta alzando la testa, e lo fa in maniera sempre più aggressiva con la più grande esercitazione mai effettuata dalla sua nascita fino ad ora: la “Air Defender 2023”, che si protrarrà per undici giorni, ne faranno parte oltre 210 aerei da caccia e diecimila uomini da diciotto paesi:ITALIA, Belgio, Bulgaria, Rep. Ceca, Slovacchia, USA, Finlandia, Gran Bretagna Francia, Germania, Ungheria, , Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Spagna e Turchia, programmata principalmente nei cieli della Germania. Saranno interessate le basi di Jagel e Hohn (Schleswig-Holstein), Wunstorf (Bassa Sassonia), Lechfeld (Baviera), Laage (Meclemburgo-Pomerania occidentale), Spangdahlem (Renania-Palatinato), insieme a quelle di Volkel nei Paesi Bassi e Tsaslav nella Repubblica Ceca. Secondo il quotidiano tedesco Die Junge Welt la “Air Defender 2023” ha un duplice scopo: il trasferimento più veloce possibile di circa 100 velivoli militari dagli USA all’Europa; da questo punto di vista, le prossime manovre sono in linea con le “Defender Europe”, in cui si testa il trasferimento di grandi unità di forze di terra statunitensi verso l’Europa. Se infatti la contrapposizione NATO-Russia dovesse degenerare in conflitto aperto, dovranno essere trasferire grandi unità di combattimento americane sul vecchio continente il più rapidamente possibile. In second’ordine saranno testate anche operazioni «per difendere lo spazio aereo della NATO». L’aggressione della NATO nel nostro Continente si fa sempre più pressante e i nostri governanti sono ancora tutti disposti a sacrificare il proprio popolo per le mire espansionistiche e imperialiste degli USA e NATO.


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LA NATO SI PREPARA ALLA GUERRA

La NATO continua a prepararsi alla guerra contro Cina e Russia e il resto del mondo che sta alzando la testa, e lo fa in maniera sempre più aggressiva con la più grande esercitazione mai effettuata dalla sua nascita fino ad ora: la “Air Defender 2023”, che si protrarrà per undici giorni, ne faranno parte oltre 210 aerei da caccia e diecimila uomini da diciotto paesi:ITALIA, Belgio, Bulgaria, Rep. Ceca, Slovacchia, USA, Finlandia, Gran Bretagna Francia, Germania, Ungheria, , Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Spagna e Turchia, programmata principalmente nei cieli della Germania. Saranno interessate le basi di Jagel e Hohn (Schleswig-Holstein), Wunstorf (Bassa Sassonia), Lechfeld (Baviera), Laage (Meclemburgo-Pomerania occidentale), Spangdahlem (Renania-Palatinato), insieme a quelle di Volkel nei Paesi Bassi e Tsaslav nella Repubblica Ceca.

Secondo il quotidiano tedesco Die Junge Welt la “Air Defender 2023” ha un duplice scopo: il trasferimento più veloce possibile di circa 100 velivoli militari dagli USA all’Europa; da questo punto di vista, le prossime manovre sono in linea con le “Defender Europe”, in cui si testa il trasferimento di grandi unità di forze di terra statunitensi verso l’Europa. Se infatti la contrapposizione NATO-Russia dovesse degenerare in conflitto aperto, dovranno essere trasferire grandi unità di combattimento americane sul vecchio continente il più rapidamente possibile. In second’ordine saranno testate anche operazioni «per difendere lo spazio aereo della NATO».

L’aggressione della NATO nel nostro Continente si fa sempre più pressante e i nostri governanti sono ancora tutti disposti a sacrificare il proprio popolo per le mire espansionistiche e imperialiste degli USA e NATO.

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IN FRANCIA CONTINUANO LE LOTTE LA CGIL PENSA AD ALTRO In Francia continuano gli scontri e le manifestazioni in piazza contro il governo di Macron e contro la riforma sulle pensioni. In Italia, sopratutto a causa dei sindacati come Cgil Cisl e Uil queste cose non accadono. Questi sindacati ormai ridotti ad essere maggiordomi di qualsiasi governo di turno, i sindacati confederali pensano solo a se stessi e non ai lavoratori, fanno di tutto per mantenere la loro posizione di privilegio al tavolo dei padroni dimenticandosi completamente i diritti dei lavoratori. Basti pensare al silenzio assordante dei sindacati quando fu approvata la riforma Fornero, l’abolizione dell’articolo 18 oppure il Jobs Act, in quell’occasione la Cgil fece solamente quattro ore di sciopero. Adesso la stessa Cgil si congratula con la nuova segretaria della Cgt francese Sophie Binet per la sua carica, ma nei ringraziamenti si dimentica di citare il ruolo fondamentale che dovrebbe avere un sindacato: difendere i diritti dei lavoratori e il lavoro. Come Partito Comunista sosteniamo la lotta del popolo francese.


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IN FRANCIA CONTINUANO LE LOTTE
LA CGIL PENSA AD ALTRO

In Francia continuano gli scontri e le manifestazioni in piazza contro il governo di Macron e contro la riforma sulle pensioni.

In Italia, sopratutto a causa dei sindacati come Cgil Cisl e Uil queste cose non accadono. Questi sindacati ormai ridotti ad essere maggiordomi di qualsiasi governo di turno, i sindacati confederali pensano solo a se stessi e non ai lavoratori, fanno di tutto per mantenere la loro posizione di privilegio al tavolo dei padroni dimenticandosi completamente i diritti dei lavoratori.
Basti pensare al silenzio assordante dei sindacati quando fu approvata la riforma Fornero, l’abolizione dell’articolo 18 oppure il Jobs Act, in quell’occasione la Cgil fece solamente quattro ore di sciopero.

Adesso la stessa Cgil si congratula con la nuova segretaria della Cgt francese Sophie Binet per la sua carica, ma nei ringraziamenti si dimentica di citare il ruolo fondamentale che dovrebbe avere un sindacato: difendere i diritti dei lavoratori e il lavoro.

Come Partito Comunista sosteniamo la lotta del popolo francese.

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🔴 IV CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA Condividiamo con voi il testo del saluto del Partito della Democrazia Popolare (Corea del Sud) al IV Congresso del Partito Comunista 👇Qui il testo completo👇 https://bit.ly/PDP-saluti-IV-Congresso


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🔴 IV CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA
Condividiamo con voi il testo del saluto del Partito della Democrazia Popolare (Corea del Sud) al IV Congresso del Partito Comunista
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PARTITO COMUNISTA SVIZZERA ,AVANTI! Tutto il Partito Comunista si congratula con il suo partito fratello Partito Comunista Svizzera per l’ottimo risultato ottenuto con il consolidamento dei due seggi in Parlamento con l’elezione del loro Segretario Generale Massimiliano Ay e di Lea Ferrari. Il lavoro svolto dal Partito Comunista Svizzera dimostra che i temi come lavoro e servizio pubblico sono ancora importati per il popolo. Il duro lavoro svolto dai compagni di militanza e organizzazione hanno ripagato i loro sforzi della campagna elettorale. AVANTI!


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PARTITO COMUNISTA SVIZZERA ,AVANTI!

Tutto il Partito Comunista si congratula con il suo partito fratello Partito Comunista Svizzera per l’ottimo risultato ottenuto con il consolidamento dei due seggi in Parlamento con l’elezione del loro Segretario Generale Massimiliano Ay e di Lea Ferrari.

Il lavoro svolto dal Partito Comunista Svizzera dimostra che i temi come lavoro e servizio pubblico sono ancora importati per il popolo.
Il duro lavoro svolto dai compagni di militanza e organizzazione hanno ripagato i loro sforzi della campagna elettorale.

AVANTI!

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LE MULTINAZIONALI VOGLIONO MANODOPERA A BASSO COSTO Le multinazionali e i grandi padroni italiani vogliono sempre di più manodopera a basso costo e se non riescono a ricattare abbastanza i lavoratori italiani pagandoli sempre meno, si rivolgono all’UE e al governo, chiedendo esplicitamente di importare “lavoratori stranieri” nonostante oltre 2 milioni di disoccupati presenti sul nostro territorio. E’ quello che sta succedendo nel nostro Paese, dove i grandi monopoli del turismo e dell’agricoltura chiedono più lavoratori stranieri per il periodo stagionale perché quelli italiani costano troppo. Vogliono sempre più schiavi da sfruttare e richiedono a gran voce lavoratori che possono ricattare più facilmente proponendo paghe sempre più basse a fronte di orari di lavoro sempre più lunghi, alimentando ulteriormente il caporalato e la guerra degli ultimi contro i penultimi. Bisogna impiegare i lavoratori tra le fila dei disoccupati fino alla piena occupazione.


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LE MULTINAZIONALI VOGLIONO MANODOPERA A BASSO COSTO

Le multinazionali e i grandi padroni italiani vogliono sempre di più manodopera a basso costo e se non riescono a ricattare abbastanza i lavoratori italiani pagandoli sempre meno, si rivolgono all’UE e al governo, chiedendo esplicitamente di importare “lavoratori stranieri” nonostante oltre 2 milioni di disoccupati presenti sul nostro territorio.

E’ quello che sta succedendo nel nostro Paese, dove i grandi monopoli del turismo e dell’agricoltura chiedono più lavoratori stranieri per il periodo stagionale perché quelli italiani costano troppo.

Vogliono sempre più schiavi da sfruttare e richiedono a gran voce lavoratori che possono ricattare più facilmente proponendo paghe sempre più basse a fronte di orari di lavoro sempre più lunghi, alimentando ulteriormente il caporalato e la guerra degli ultimi contro i penultimi.

Bisogna impiegare i lavoratori tra le fila dei disoccupati fino alla piena occupazione.

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