STELLANTIS (EX FIAT) RICATTA L’ITALIA Stellantis invita 15000 lavoratori italiani a…


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STELLANTIS (EX FIAT) RICATTA L’ITALIA

Stellantis invita 15000 lavoratori italiani a dare le dimissioni nonostante avesse promesso di aumentare la produzione dei veicoli in Italia da 700mila a 1 milione solamente quest’estate.
Adesso l’Ex Fiat ricatta il nostro Stato minacciando di bloccare tutta la produzione a causa delle nuove norme green.

Le regole dettate al governo sono chiare: “Per raggiungere le diverse ambizioni e sostenere il mercato automobilistico – spiega l’azienda – sono però necessari specifici fattori abilitanti, come il rinvio o la rimozione della normativa (Euro 7) che impedisce la continuazione della produzione di modelli a prezzi accessibili in Italia, gli incentivi alla vendita di veicoli elettrici e la rete di ricarica per sostenere i clienti e il miglioramento del costo dell’energia per sostenere la competitività industriale di Stellantis e dei fornitori italiani”.
Tradotto significa che saranno come al solito i soldi pubblici per sostenere la vendita delle auto e, allo stesso tempo, scontare il prezzo dell’energia per abbassare i costi di produzione nonché mantenere in vita i motori endotermici come li conosciamo oggi, vietando un taglio importante degli inquinanti.
L’Italia dunque per tenere la produzione della Ex Fiat all’interno dei propri confini dovrà comunque sostenere le spese dell’azienda senza però trarne il minimo profitto che andrà tutto a Stellantis, profitti che si vanno ad aggiungere a quelli già da record registrati negli USA nell’ultimo anno.
L’ex Fiat deve essere nazionalizzata e non è possibile che continui a statalizzare i suoi debiti e che privatizzi i profitti.

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LA VIOLENZA VERA CONTRO GLI STUDENTI Gravissimo episodio avvenuto a Firenze…


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LA VIOLENZA VERA CONTRO GLI STUDENTI

Gravissimo episodio avvenuto a Firenze in data 21 novembre, dove la manifestazione pro Palestina ideata dal Collettivo Ateneo Firenze è stata violentemente attaccata dalle forze dell’ordine all’altezza di via dei Fibbiai. Ciò che rende maggiormente grottesco l’episodio è la giustificazione data dai quotidiani e servizi televisivi locali al corpo di polizia, i quali hanno accusato il corteo di aver ideato un “presunto” presidio presso la Sinagoga fiorentina. L’intento del corteo era quello di giungere all’interno del chiostro della facoltà Umanistica presso piazza Brunelleschi per far partecipare gli studenti presenti al dibattito pianificato per il pomeriggio dello stesso giorno. Presso i cancelli dell’ateneo è stata lanciata una seconda carica ancora più violenta e totalmente ingiustificata, in quanto gli studenti si stavano unicamente recando presso un luogo che è loro di diritto, ovvero l’università. Questi episodi di repressione fanno comprendere quanto il sistema abbia adottato una visione unilaterale, legata ad un mondo dove esporre i propri ideali viene visto come pericoloso e da reprimere con tutti i mezzi. Se anche nei luoghi di cultura e di scambio di idee come erano e dovrebbero essere le università il confronto viene represso con la violenza dobbiamo comprendere che la situazione è molto grave, ma continueremo a marciare per i nostri ideali, ricordando che chi lotta per la verità è straordinariamente forte.
Tutto questo accade pochi giorni dopo una partecipata assemblea di studenti svoltasi all’Università di Milano dove il rettore ha rifiutato di discutere in Senato accademico una mozione studentesca tesa a recidere i legami con le università israeliane. Il rettore Franzini l’ha definita “violenta e anti democratica”.
La seduta del senato è stata sospesa, e le studentesse e studenti in presidio sono stati tacciati, nuovamente, di violenza, e minacciati di denuncia per interruzione di pubblico servizio. In mancanza di una normale dialettica democratica non ci si può stupire che si giunga poi a scontri violenti di piazza. È questo uno Stato democratico?

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LA TRAGEDIA DI CECCHETTIN E L’USO CRIMINALE CHE NE FA…


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LA TRAGEDIA DI CECCHETTIN E L’USO CRIMINALE CHE NE FA IL REGIME

La vicenda della scomparsa di Giulia Cecchettin si è conclusa come nessuno sperava.

Un femminicidio che viene spolpato dai media, analizzando ogni aspetto della vita dei due ragazzi e della loro relazione, trasformando la vicenda in un evento individuale, separandola da tutto il resto.�
Ma in quanto marxisti-leninisti non possiamo non considerare come la violenza di genere sia un prodotto sociale, il prodotto di una sovrastruttura, di una cultura incentrata sul possesso e sull’individualismo ovvero alla base dei suoi rapporti materiali e di conseguenza sociali e affettivi. Cultura che trova terreno fertile nel neoliberismo becero che guida la nostra classe dirigente.

Classe dirigente da cui ci si aspetterebbe qualcosa di più delle solite parole di circostanza, visto che questo fenomeno ha radici antiche e oggi avremmo tutti gli strumenti per fronteggiarlo.

Quando lo stato manca, proprio come le morti sul lavoro, il femminicidio diventa omicidio di stato: Ogni volta si sprecano lacrime di coccodrillo, senza mai agire direttamente alla radice. Solo una settimana fa è morta una ragazza sul lavoro, schiacciata da un macchinario che non aveva i sistemi di sicurezza inseriti perché altrimenti si perde tempo e il tempo è denaro.

Da destra a sinistra nessuno negli ultimi trent’anni ha mai fatto veramente gli interessi delle persone comuni, dei cittadini, di chi vive del proprio lavoro né tantomeno delle donne. Perché oltre le differenze di facciata sono la stessa identica cosa, servi della grande finanza, delle banche, delle multinazionali e delle lobby che ci vedono come numeri e che hanno già dimenticato, mentre quaggiù si continuano a piangere i nostri morti. Ma ogni morte ci dà la rabbia necessaria a continuare il cammino per formare una nuova classe dirigente, per costruire un Partito che riesca a cambiare i rapporti di forza in questo paese e che porti la voce del popolo dove nessuno potrà più ignorarla.

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Dipa Nusantara Aidit (30 luglio 1923 – 22 novembre 1965)….


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Dipa Nusantara Aidit (30 luglio 1923 – 22 novembre 1965).
Oggi veniva ucciso il leader del Partito Comunista Indonesiano.
Fu vittima del Genocidio indonesiano, uno dei più grandi massacri politici della storia, quando in pochi giorni vennero uccisi quasi un milione di comunisti.
Il genocidio fu opera del generale Suharto appoggiato dagli USA, il Partito Comunista Indonesiano era il terzo partito comunista più grande del mondo dopo URSS e Cina.
La vera Faccia dell’Imperialismo!

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POLITICHE GREEN SOLO PER I POVERI Le politiche green imposte dai…


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POLITICHE GREEN
SOLO PER I POVERI

Le politiche green imposte dai nostri governi non sono state pensate per ridurre veramente l’inquinamento e migliorare il pianeta, ma solo per spingere i cittadini a spendere ancora di più per adeguarsi alle nuove normative finte green come cambiare auto, caldaia e lavori di ristrutturazione nelle case di proprietà per le nuove classificazioni energetiche. Tutte misure che servono solo ad arricchire ancora di più le grandi aziende impoverendo sempre di più la popolazione dato che l’1% dei più ricchi del mondo produce inquinamento e Co2 quanto 5 miliardi di persone, cioè più del 70% dell’inquinamento totale.

l’1% più ricco in termini di reddito della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam con un nuovo rapporto. Il dossier denuncia come le emissioni di cui è responsabile l’1% più ricco del pianeta causeranno 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030. Vittime che si potrebbero evitare con un radicale e immediato cambio di rotta, infatti ogni anno, le emissioni di questi super-ricchi annullano di fatto la riduzione di emissioni di CO2 derivanti dall’impiego di quasi un milione di turbine eoliche.

“I super-ricchi stanno distruggendo il nostro pianeta e stanno dando la colpa ai cittadini che non hanno la possibilità di cambiare la loro auto o la loro caldaia, a questo è arrivata la propaganda mainstream pur di continuare a fare i loro comodi arricchendosi sempre di più alle spalle dei lavoratori e di tutta la popolazione mondiale.

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BOOMERANG DELLE SANZIONI ALLA RUSSIA. SE NE ACCORGE PERSINO BANKITALIA Ormai è…


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BOOMERANG DELLE SANZIONI ALLA RUSSIA.
SE NE ACCORGE PERSINO BANKITALIA

Ormai è appurato e un dato di fatto: le sanzioni alla Russia sono state controproducenti solo per chi le ha emanate, non certo per Mosca. Grazie a queste sanzioni i cittadini italiani si sono visti aumentare i prezzi di tutte le bollette, dei generi alimentari e anche dei carburanti, portando all’innalzamento dell’inflazione e alla perdita del 22% del potere d’acquisto.
Adesso persino BankItalia si è accorta che i pacchetti di sanzioni alla Russia (che comunque l’UE continua a varare, infatti stanno approvando il dodicesimo pacchetto) hanno un effetto boomerang e gravano sulla nostra economia e non su quella russa. La progressiva interruzione delle forniture di gas dalla Russia, in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina e alla “guerra energetica” con Mosca, ha comportato un indebolimento generale dell’economia e dell’industria europea, in quanto le crisi di offerta del gas sono di gran lunga più dannose in termini di aumento dei prezzi – soprattutto nel lungo periodo – di quelle legate alle crisi del petrolio. È quanto riporta un fresco studio di Banca d’Italia dal titolo “Gas naturale e macroeconomia: non tutti gli shock energetici sono uguali”: in particolare, lo studio valuta l’impatto delle variazioni nell’offerta di gas naturale sull’inflazione e sull’attività economica nell’area dell’euro.
A quasi due anni dall’inizio della guerra in Ucraina è possibile riscontrare con certezza che le sanzioni non hanno sortito gli effetti per i quali erano state pensate (fermare la guerra e far fallire l’economia russa), dati per certi dai politici e dai media occidentali… Anzi sono state assolutamente controproducenti per i Paesi europei che le hanno emanate, sconfessando definitivamente tutti i filo-atlantisti pro-NATO che le hanno sempre supportate.

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CIAO HEBE! Un anno fa ci lasciava Hebe de Bonafini, la…


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CIAO HEBE!

Un anno fa ci lasciava Hebe de Bonafini, la grande combattente argentina, leader delle Madri di Plaza de Mayo, lucida e combattiva fino alle sue ultime parole.
Fino alla fine della sua vita ha rivendicato giustizia e verità sfidando la dittatura militare argentina alla fine degli anni ‘70 per avere verità sugli oltre 30 mila desaparecidos. Tra cui due suoi figli e la nuora.

Bonafini è sempre stata dalla parte giusta della storia e ha espresso sostegno a figure come Che Guevara, Fidel Castro, Augusto Sandino, Yasser Arafat, Hugo Chávez, Evo Morales etc.
Si è sempre dichiarata contraria alla socialdemocrazia, al capitalismo, al neoliberismo, alla globalizzazione e al Fondo monetario internazionale.

HASTA SIEMPRE HEBE

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Ieri a Milano per la Pace e per la Palestina…


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Ieri a Milano per la Pace e per la Palestina Libera, una grande manifestazione in piazza Castello.

Con Marco Rizzo e Francesco Toscano, con Moni Ovadia e Mhamad Samarah (FDLP) e poi ancora con Daniela Mosca, Nicolai Lilin, Enzo Pennetta, Antonio Ferrari, Alessandro Pascali, Stefano Orsi.

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