Si è svolta oggi a Soragna (PR) la manifestazione promossa dal Partito Comunista per chiedere il ritiro dell’ordine del giorno per “la messa al bando dell’ideologia comunista” approvato dal consiglio comunale. Alcune centinaia di persone con bandiere rosse si sono radunate in piazza. Presente anche una folta rappresentanza giovanile del FGC e il segretario generale del PC Marco Rizzo, dietro lo striscione con lo slogan della manifestazione. Durante la manifestazione Rizzo ha dichiarato: «L’anticomunismo non passerà a Soragna come nel resto d’Italia. Chi vuole equiparare il comunismo con il nazifascismo compie un’operazione antistorica, che ha l’obiettivo di screditare l’unica alternativa al capitalismo che sia stata in grado di vincere. Contrapporre alla dittatura delle banche e dei padroni, un modello fondato sul potere ai lavoratori, un modello socialista è più attuale che mai. Di fronte alla crisi e all’aumento della disparità sociale, alle guerre, ad un sistema che non è sostenibile, che genera disoccupazione, assenza di diritti, immigrazione, il socialismo è l’unica soluzione. I fascisti ancora oggi soffiano sulla guerra tra poveri per dividere gli sfruttati e salvare questo sistema di sfruttamento. L’operazione del ddl Fiano, con un PD sempre più reazionario che gioca alla lotta al fascismo per riconquistare consensi a sinistra, porta purtroppo a queste forme di equiparazione che vedono corresponsabile l’intero sistema politico, compresi i cinque stelle, con il sostegno esplicito della UE, da sempre favorevole a forme di equiparazione, e corresponsabile della messa al bando di partiti comunisti nei paesi membri. Non cadremo nel gioco degli opposti estremismi, non accetteremo un’equiparazione antistorica, ma soprattutto – conclude la nota – a cento anni dalla Rivoluzione sovietica, continueremo a lottare per quegli obiettivi, che sono la giustizia sociale, la pace, il progresso dei popoli in un sistema che rifiuti lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo».
GRAVE DECISIONE DEL GOVERNO DI NON ACCREDITARE NUOVO AMBASCIATORE COREA NORD
Il Partito Comunista giudica negativamente la decisione di interrompere le pratiche di accreditamento dell’ambasciatore della Corea del Nord in Italia annunciata dal ministro Alfano. Non si tratta di una misura dettata dalla ricerca della pace, come sostenuto dal governo, ma della prova di una piena accondiscendenza del governo italiano alla politica degli Stati Uniti e della Nato e di quanti soffiano venti di guerra sulla penisola coreana e sul mondo intero. Interrompere i rapporti con la Corea del Nord è un segnale preoccupante di un’escalation che da diplomatica rischia di divenire armata. La RDPK non è una minaccia per la pace, il suo programma nucleare è la risposta al dislocamento di armi nucleari e convenzionali nel sud della penisola. La soluzione verso il disarmo nucleare – che tutti auspichiamo, e che da sempre è la posizione dei comunisti – non può che avvenire a piene condizioni di reciprocità, le stesse condizioni che sono negate dai paesi che chiedono alla Corea di interrompere il programma nucleare. Se la posizione del governo fosse realmente finalizzata al mantenimento della pace mondiale, ci aspetteremmo che venissero interrotti contestualmente i rapporti con tutti i paesi possessori della bomba nucleare, Stati Uniti, Israele, Francia in testa, che continuano imperterriti ad eseguire nuovi test e a creare armamenti più letali; il ritiro immediato di tutte le truppe italiane in missioni di guerra all’estero; il richiamo degli ambasciatori italiani presso le monarchie saudite che sostengono il terrorismo. Ovviamente il governo e tutte le forze politiche presenti nel parlamento, non sono intenzionate a fare questo, ma giocano a creare una copertura ideologica e mediatica al contributo che anche l’Italia sta dando all’accerchiamento imperialista della Corea. Chiediamo l’immediato ritiro del provvedimento, e l’accreditamento del nuovo ambasciatore.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/asia/2017/10/01/alfano-espulso-ambasciatore-corea-nord_765e5ebd-4385-4fa1-9365-9bc8e71f0d47.html
VIA LA MOZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SORAGNA. L’ANTICOMUNISMO NON PASSERÀ!
Il Partito Comunista condanna duramente la mozione approvata dal Consiglio Comunale di Soragna, nella quale si richiede al governo di procedere alla “messa al bando del comunismo”, e si impegna a promuovere mobilitazioni popolari per ottenerne il ritiro, valutando anche possibili azioni legali.
La mozione, proposta dal gruppo consiliare della Lega, chiede una misura speculare alla legge Fiano che colpisca i comunisti, perché “il Partito Comunista ha cagionato oltre cento milioni di morti” ed “è sinonimo di feroci dittature”.
Il Partito Comunista ribadisce:
Inoltre invita il Consiglio Comunale di Soragna ad esprimersi con la stessa animosità contro le misure antipopolari che vengono approvate dal governo, e che sono stati approvate in passato da governi tanto di centrosinistra quanto di centrodestra. Chissà chela giunta sia pronta a dare battaglia contro il Patto di Stabilità imposto ai comuni su direttiva dell’Unione Europea, che è la causa di molti problemi e mancanze di servizi per i cittadini della loro cittadina ed essere conseguente nei confronti dei partiti di appartenenza.
Il Partito Comunista invita i lavoratori, la gioventù e tutti quanti si vogliano battere contro questa provocazione inaccettabile a mobilitarsi.
Non ci faremo piegare, l’anticomunismo non passerà!
Le sanzioni ONU alla Corea del Nord sono un atto criminale di guerra economica
Le sanzioni ONU alla Corea del Nord hanno come unico obiettivo quello di colpire la popolazione coreana e lo sviluppo del paese. Sono un atto criminale, un vero e proprio atto di guerra economica, che vuole piegare la Corea socialista, privandola di qualsiasi rifornimento petrolifero e del commercio del settore tessile. Gli imperialisti sanno bene di non poter sconfiggere la Corea con una guerra aperta e attuano questa strategia che si ripercuoterà solamente sulla popolazione coreana. Si vuole vedere la Corea, paese che sta conoscendo in questi anni un forte avanzamento economico, e un miglioramento reale della vita dei propri cittadini, ridotta alla fame, prima di elettricità e impossibilitata a qualsiasi forma di commercio internazionale. Di fatto con le sanzioni di oggi si crea il blocco economico più forte e multilaterale che sia mai stato imposto ad un paese nel mondo.
Russia e Cina piegandosi alle pressioni americane hanno dimostrato ancora una volta di non svolgere alcuna funzione antimperialista, di volare insieme agli avvoltoi nordamericani sulla penisola coreana. Consentire un voto unanime del consiglio di sicurezza dell’ONU è un atto di una gravità inaudita, che non ha precedenti nella storia. L’URSS non avrebbe mai consentito un tale atto criminale.
Le sanzioni non c’entrano nulla con la ricerca della pace. I paesi responsabili di decine di conflitti negli ultimi anni, che hanno disseminato morte e distruzione per Africa, Medio Oriente e Sud America, non possono dare lezioni di pace a nessuno. Gli Stati Uniti, unica potenza ad aver utilizzato in conflitto l’arma nucleare non possono dettare condizioni di disarmo unilaterale.
La Corea del Nord ha più volte dichiarato di essere pronta a rinunciare al programma nucleare in cambio di una politica di disarmo a condizione di reciprocità. La Corea del Nord ha sottoscritto un trattato che la impegna a non utilizzare per prima le armi nucleari, ma solo in caso di attacco con armi atomiche, trattato mai sottoscritto dagli USA. Non sono i coreani ad aver introdotto per primi le armi nucleari nella penisola, ma l’esercito statunitense che da anni usa la Corea del Sud come piattaforma per i propri missili. L’unica via perseguibile per la pace resta il disarmo reciproco, opzione che è stata sempre e costantemente rifiutata dagli Stati Uniti, che rifiutano da anni persino di sottoscrivere un formale accordo di pace lasciando la situazione sulla penisola regolata da un semplice cessate il fuoco.
Ufficio Politico Partito Comunista
Massima mobilitazione per lo sciopero generale del 27 ottobre.
Il 27 ottobre le sigle sindacali di base CUB, SGB, SI-COBAS, USI, SLAI COBAS hanno proclamato lo sciopero generale di tutti i lavoratori per l’intera giornata. Il Partito Comunista sostiene questa scelta e le ragioni dello sciopero; invita i lavoratori ad una massiccia partecipazione all’astensione dal lavoro e alle manifestazioni di piazza; guarda positivamente alla formazione di un fronte unitario sindacale di classe che, a partire dall’unità dei sindacati promotori dello sciopero, sta intercettando l’adesione di lavoratori, rappresentanti sindacali e dei settori più combattivi di altre forze sindacali in rotta con la linea delle proprie dirigenze.
Lo sciopero generale del 27 ottobre rappresenta l’occasione di rilancio e rafforzamento del conflitto di classe nei luoghi di lavoro, proprio nel momento in cui i primi barlumi di ripresa di settori dell’economia italiana, garantiscono un incremento dei profitti per il capitale realizzato tutto sulla pelle dei lavoratori, sull’incremento del loro sfruttamento, sulla cancellazione dei diritti e la diminuzione generalizzata dei salariali, con il ricordo a maggiore precarietà, e con l’aumento dell’età pensionabile. E’ necessaria una forte risposta da parte dei lavoratori, che va di pari passo con il rafforzamento del sindacalismo di classe.
Lo scorso 16 giugno lo sciopero unitario dei trasporti, promosso dalle stesse sigle sindacali, ha dimostrato tutta la forza di una proposta di mobilitazione basata sulla rottura delle politiche compromissorie adottate dalle dirigenze dei sindacati confederali, bloccando il trasporto di merci e persone in tutto il Paese. La prova dell’importanza della mobilitazione dei lavoratori è stata la risposta della classe padronale e dei partiti che ne difendono gli interessi. Finanza, Confindustria, partiti di governo e opposizione hanno tuonato contro l’iniziativa, chiedendo a gran voce provvedimenti che limitassero ulteriormente il diritto di sciopero, scatenando una campagna denigratoria contro i lavoratori, con l’appoggio degli apparati mediatici e la complicità esplicita delle dirigenze dei sindacati confederali. Ciò che il fronte padronale ha temuto è stata la capacità del sindacalismo di classe di rompere il monopolio confederale, ritagliarsi una posizione di primo piano conquistando ampi settori di lavoratori non iscritti che però hanno trovato condivisibili le parola d’ordine di chi non ha chinato la testa.
Il 27 ottobre è anche una risposta a quanti, in un momento di possibile ripresa del conflitto di classe, intendono emanare provvedimenti reazionari con l’intenzione di dare una stretta ulteriore ad un diritto di sciopero, già largamente ridotto in questi anni. I piani più reazionari delle forze politiche borghesi possono essere sconfitti solo con la lotta aperta dei lavoratori: scioperare contro chi vuole ridurre il diritto di sciopero è l’unico modo per mostrare la forza dei lavoratori.
Il Partito Comunista sostiene le giuste rivendicazioni dei promotori dello sciopero del 27 ottobre. In particolare rappresenta un punto centrale la lotta contro le disparità salariali e di diritti tra lavoratori, per differenze di genere, e per porre fine alla competizione tra poveri che avviene nei luoghi di lavoro tra lavoratori italiani e immigrati, foraggiata e sostenuta dal capitale per dividere la classe lavoratrice e ottenere condizioni di maggiore sfruttamento. Il PC sostiene le richieste su abbassamento dell’età pensionabile, incremento di salari e riduzione degli orari di lavoro; ritiene importante legare queste rivendicazioni all’opposizione alle politiche imperialiste, alla lotta per la sanità e l’istruzione pubblica, alla condanna dei processi di privatizzazione in atto, ad una netta presa di posizione sui provvedimenti legislativi e gli accordi, come quello del 10 gennaio, che riducono i margini d’azione e di lotta del sindacato e di tutti i lavoratori.
Non è più tempo di battaglie di retroguardia, o di vani tentativi di concertazione, o illusioni su riforme. La crisi economica, i provvedimenti dei governi che in questi anni hanno cancellato sistematicamente ogni diritto conquistato dalle lotte del movimento operaio nel dopoguerra, dimostrano chiaramente che i lavoratori potranno conquistare definitivamente i loro diritti solo con l’abbattimento del sistema di dominio del capitale, con la conquista del potere diretto nelle mani dei lavoratori, con una società socialista.
Per tutte queste ragioni il PC sarà in piazza, invitando alla più larga mobilitazione nella data del 27 ottobre, e lavorando affinché i lavoratori delle altre organizzazioni sindacali conducano una lotta per l’adesione di tutti i sindacati di base e dei settori, di categoria o singoli posti di lavoro, per estendere e rafforzare la mobilitazione.
Ufficio Politico del Partito Comunista
Roma 12/09/2017
L’unità dei comunisti è una strategia che perseguiremo con coerenza e determinazione.
Il Partito Comunista registra con soddisfazione l’interesse sviluppato nel dibattito sulla questione dell’unità comunista. Valutiamo positivamente gli incontri, le discussioni che a vario livello si sono avute in queste settimane. Il PC ribadisce la propria linea affermata nel documento congressuale e nella posizione espressa dall’Ufficio Politico lo scorso 22 febbraio. E’ nostra intenzione che i passi avanti fatti in queste settimane non si arrestino alle semplici dichiarazioni, ma si concretizzino in una giusta direzione.
Il presupposto politico per predisporre immediatamente un tavolo di discussione che faccia avanzare concretamente l’unità comunista, è la dichiarazione inequivocabile degli interlocutori interessati a questo processo, che escluda da qui in avanti e a ogni livello, locale e nazionale, la ricerca di alleanze unitarie con forze di sinistra e centrosinistra. Non si tratta di una semplice questione elettorale, ma di un preciso punto strategico.
I fatti delle ultime settimane anche in Sicilia hanno dimostrato ancora una volta, perfino ai più restii a comprenderlo, che la ricerca di unità a sinistra finisce per essere presupposto di cedimenti opportunistici e accordi con forze di centrosinistra.
Ogni apertura verso forze borghesi, anche di sinistra, si sa dove inizia, non si da dove finisce: accettare questo piano significa solamente porre i comunisti alla coda degli interessi di settori della borghesia. Al contrario noi concepiamo la proposta dell’unità comunista come punto per rafforzare l’indipendenza dei comunisti dai partiti borghesi, e di conseguenza incrementare la loro forza nelle lotte per il rovesciamento del sistema capitalistico. Si tratta di un criterio universalmente valido, che non può essere applicato in modo variabile nelle diverse regioni o a livello nazionale. Nè è possibile guardare all’unità comunista solo come ripiego quando le altre strade non sono più praticabili per scelta altrui.
Ribadiamo che questo punto è per noi dirimente. Da qui si parte. L’unità dei comunisti è una strategia che perseguiremo con coerenza e determinazione.
Ufficio Politico, Partito Comunista
Viaggio in Russia per il centenario della Rivoluzione Sovietica
Il Partito Comunista organizza un viaggio commemorativo in Russia nel centenario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre. L’iniziativa aperta a militanti e simpatizzanti avrà come obiettivo la partecipazione alle iniziative promosse dai Partiti Comunisti per l’anniversario e una visita nei luoghi storici della Rivoluzione a Leningrado (San Pietroburgo) e a Mosca la visita al Mausoleo di Lenin, al Cimitero del Cremlino, e al monumento ai Caduti della guerra. Il viaggio si svolgerà dall’1 all’8 novembre 2017, con arrivo a Leningrado e trasferimento successivo a Mosca. Sono previste due possibilità di soggiorno a seconda delle preferenze: in hotel al costo di 377 € e in ostello al costo di 287 € con sistemazione in camere multiple.
per maggiori informazioni e istruzioni su come procedere per la prenotazione: info e istruzioni viaggio Russia 2017
la richiesta di prenotazione deve essere inviata entro il 10 settembre a: [email protected]
FIUMICINO. MUSTILLO (PC): «DAL GOVERNO NESSUNA GARANZIA PER I LAVORATORI».
«La gestione commissariale di Alitalia non sta fornendo alcuna garanzia sul futuro dei lavoratori, in particolare del personale di terra della compagnia. A rischio sono ancora una volta migliaia di posti di lavoro, condizioni salariali e diritti che andranno perduti in nome del mercato» Così Alessandro Mustillo, segretario romano del Partito Comunista, esprimendo solidarietà ai lavoratori dell’aeroporto di Fiumicino, oggi in assemblea. «La vittoria del no al referendum è stato un passo importante e non scontato. La risposta del governo è ovviamente quella di punire i lavoratori, perché questo è ciò che chiedono i grandi gruppi finanziari e industriali del Paese. La liquidazione della compagnia e il suo smembramento sembrano oggi l’unico scenario che viene preso in considerazione dal governo. Si tratta di una soluzione inaccettabile per i lavoratori e per tutto il Paese. Una situazione del genere comporterebbe la cessione di interi rami d’azienda, con i lavoratori lasciati ad appalti, cooperative, società esterne. Conosciamo già i risultati di questa ricetta e li rifiutiamo. Mentre si garantiscono prestiti milionari e si evita il fallimento di intere banche regalandole a banche più grandi, il governo ostinatamente rifiuta di prendere in considerazione l’unica ipotesi praticabile e risolutiva: la nazionalizzazione di Alitalia. C’è un’alternativa alle svendite ai privati e ai prestiti a fondo perduto: il controllo statale. Questa è l’unica soluzione. Il Partito Comunista – conclude la nota – sarà a fianco dei lavoratori, come fatto in tutti questi mesi di lotta. Invita i lavoratori e le forze sindacali conflittuali a non cedere, a mantenere la consapevolezza che questo governo farà di tutto per assecondare gli interessi dei privati e dare un ulteriore colpo alle condizioni dei lavoratori. La stretta sul diritto di sciopero che si prospetta, serve anche a colpire i lavoratori di Alitalia e tutto il settore dei trasporti e della logistica che in questi mesi è stato l’avanguardia delle lotte operaie. Saremo con i lavoratori negli scioperi e nelle prossime iniziative di lotta, a partire dallo sciopero generale di ottobre».
RIZZO (PC): «PROPOSTE SUGLI SCIOPERI DEGNE DEL VENTENNIO FASCISTA»
«Le proposte di legge di revisione del diritto di sciopero nel trasporto sono degne del ventennio fascista». Così Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista «Il governo punta ad attaccare i sindacati conflittuali, che registrano sempre più consensi e adesioni rispetto ai sindacati ammaestrati. Limitare il diritto di sciopero con il 50% degli iscritti, referendum e dichiarazione di adesione da parte dei lavoratori significa attentare al diritto di sciopero, disarmando i lavoratori all’alba di una nuova massiccia campagna di privatizzazione dei trasporti locali. Già oggi le procedure per convocare scioperi nei trasporti sono strettissime, piuttosto che impedire le proteste per legge il governo dovrebbe ascoltare le ragioni dei lavoratori. I comunisti – conclude la nota – saranno al fianco delle forze sindacali di classe per lottare contro questo provvedimento, che solo apparentemente si limita ai lavoratori dei trasporti, ma presto, se fosse approvato, sarebbe esteso a tutte le categorie. Chiamiamo tutti i lavoratori ad una vasta mobilitazione popolare contro questa legge fascista e contro questo governo servo degli interessi del grande capitale».
Festa nazionale del Partito Comunista 7-16 luglio Roma.
Dal 7 al 16 luglio si terrà a Roma la festa nazionale del Partito Comunista. Dieci giorni di dibattiti, iniziative politiche e musica presso il parco di Via del Frantoio, nel quartiere popolare di Tiburtino III. Tra gli ospiti attesi, venerdì 7 l’ex assessore romano Paolo Berdini che discuterà con Alessandro Mustillo, segretario del PC romano, intervistati dal giornalista Andrea Managò. Il giorno seguente Andrea Pancani (La7) intervisterà l’ambasciatrice della Repubblica di Cuba, insieme al segretario nazionale del Partito Comunista Marco Rizzo, che sarà presente anche salato 15 per la chiusura della festa, con il tradizionale comizio finale. Durante la settimana si terranno dibattiti tematici su immigrazione, lavoro, ambiente, internazionalismo, presentazioni di libri, e spettacoli teatrali. Tra i musicisti si esibiranno le Radici nel Cemento, sabato 8 luglio; Emilio Stella, domenica 9 luglio; Giulia Anania, mercoledì 12; la cover band di Rino Gaetano, Ciao Rino, giovedì 13 e Enrico Capuano sabato 15 luglio. Nello spazio politico della festa è prevista l’inaugurazione di una mostra su Fidel Castro, a sei mesi dalla sua scomparsa, e un murales commemorativo della Rivoluzione socialista d’Ottobre nel suo centesimo anniversario.
VENEZUELA. IL NOSTRO SOSTEGNO ALLE FORZE RIVOLUZIONARIE.
Il Partito Comunista ha inviato oggi all’Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela al Partito Comunista Venezuelano, e alle forze rivoluzionarie venezuelane, la propria solidarietà internazionalista, contro il tentato golpe ai danni del Presidente Maduro e del suo governo. Da settimane si assiste ad una preoccupante escalation nel Paese, che rende evidenti i piani della borghesia imperialista, supportata dagli Stati Uniti, di rovesciare il governo bolivariano e mettere fine al processo rivoluzionario, evitando un suo possibile approfondimento. I piani eversivi dell’opposizione di destra vogliono riportare al potere quei settori del capitale che per anni hanno affamato il popolo venezuelano, negando i diritti più basilari alle classi popolari, trattenendo per sé e per i grandi monopoli internazionali i profitti delle enormi ricchezze del Venezuela. La lotta contro l’imperialismo è una lotta definitiva, che può concludersi solo con la vittoria delle forze rivoluzionarie o con la loro capitolazione. Non c’è spazio per compromessi, per moderazione, per concessioni nel tentativo di ottenere un giudizio migliore da parte del capitale e dei media sull’operato del governo. Per gli imperialisti chi si solleva contro i loro interessi, anche se ha il consenso dei lavoratori e delle grandi masse popolari del proprio paese, sarà sempre e comunque un dittatore. La loro democrazia inizia e finisce nel campo ristretto degli interessi capitalistici, oltre i quali sono disposti anche a assoldare mercenari per lanciare granate contro gli edifici dello Stato, come accaduto oggi. La lezione cilena, è ancora oggi un monito per il sud America e per tutto il mondo.
Il PC sosterrà senza condizioni ogni forma di approfondimento del processo rivoluzionario bolivariano, che il governo venezuelano attuerà nella direzione della costruzione del socialismo nel Paese, per assicurare il potere nelle mani dei lavoratori, per chiudere i conti, una volta per tutte, con i settori reazionari, imperialistici e golpisti del Paese. A noi il compito in Italia di dispiegare un’opera di controinformazione e convincimento dei lavoratori, che rompa con il monopolio mediatico dei settori imperialisti.
La vittoria o la sconfitta del processo bolivariano in Venezuela, hanno un impatto non trascurabile sugli equilibri dell’America Latina, sul sostegno a Cuba socialista, sulle possibilità di lotta dei lavoratori in tutto il mondo. Lo sanno gli imperialisti, lo sanno i rivoluzionari di tutto il mondo, che oggi si stringono attorno alle forze rivoluzionarie venezuelane, per difendere il processo bolivariano, per approfondire il suo carattere rivoluzionario. Socialismo o morte!