Discorso introduttivo del Segretario Generale del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas, alla teleconferenza dei partiti della Iniziativa Comunista Europea

Discorso introduttivo del Segretario Generale del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas, alla teleconferenza dei partiti della Iniziativa Comunista Europea

11/05/2010

Cari compagni,

da parte del Comitato Centrale del KKE vi trasmettiamo auguri di salute e forza nella nostra lotta che prosegue in tutte le condizioni, ed è preziosa per gli interessi della classe operaia e dei popoli.

Il Partito Comunista di Grecia (KKE) ha preso l’iniziativa di tenere una teleconferenza, in mezzo alla pandemia del nuovo coronavirus che minaccia i popoli di tutto il mondo, cosicché anche in condizioni così complesse potremo padroneggiare nuovi modi per scambiare opinioni e coordinare creativamente le attività dei partiti della Iniziativa Comunista Europea.

Bisogna sottolineare che, nonostante la pandemia e le aspirazioni dei governi antipopolari, i Partiti Comunisti e Operai d’Europa sono presenti e con multiformi attività hanno onorato anche quest’anno la giornata internazionale dei Lavoratori, gli innumerevoli eroi della lotta per i diritti operai e la causa della classe operaia.

Ieri, in particolare (sabato 9/5), abbiamo commemorato il 75° anniversario della Vittoria antifascista dei popoli, raggiunta attraverso la dura lotta del popolo sovietico, dell’Armata Rossa, sotto la guida del Partito dei bolscevichi e con l’azione energica dei movimenti partigiani diretti dai partiti comunisti.

Compagni,

il nostro Partito affronta questa situazione senza precedenti per il popolo con un alto senso di responsabilità.

Fin dal primo momento abbiamo adattato il funzionamento e l’azione delle organizzazioni del Partito in conformità con le misure per prevenire e proteggere la salute pubblica, esigendo al contempo l’assunzione immediata di tutte le misure necessarie per proteggere la salute del popolo e i diritti dei lavoratori.

Il contenuto dell’intervento del nostro Partito in queste difficili condizioni è ben illustrato nello slogan: Restiamo forti – Non restiamo in silenzio!

Ci manteniamo forti, proteggiamo noi stessi, la nostra famiglia, i nostri compagni e amici, i nostri colleghi. Non rimaniamo in silenzio di fronte alle carenze del sistema sanitario pubblico. Evidenziamo e reclamiamo tutto ciò che dovrebbe esser fatto per contrastare la pandemia.

Evidenziamo in particolare la necessità di assumere migliaia di operatori sanitari, la requisizione immediata del settore sanitario privato, la protezione dei nostri concittadini che soffrono nei luoghi di lavoro per produrre il necessario per la sopravvivenza del popolo, così come per la protezione dei nostri concittadini che conducono una lotta titanica con spirito di autosacrificio negli ospedali e in tutte le strutture sanitarie per proteggere la nostra salute e la nostra vita.

Restiamo forti, non ammainiamo la bandiera della resistenza , delle rivendicazioni, e della solidarietà nei luoghi di lavoro e nei quartieri, ovviamente tenendo in considerazione le misure di protezione e le condizioni speciali.

Non restiamo in silenzio di fronte all’arbitrarietà dei padroni e la politica governativa, che cerca di scaricare anche questa crisi sulle spalle dei lavoratori.

Cari compagni e compagne

lo stato borghese, il governo e i suoi apparati  hanno lanciato un potente attacco politico, ideologico e di propaganda contro il nostro Partito e il movimento operaio sindacale di classe, contro il PAME, utilizzando come pretesto i grandi eventi del Primo Maggio che hanno avuto luogo in tutto il paese, con il grande concentramento in Piazza Syntagma, fuori dal Parlamento, al quale hanno dato copertura anche molti mezzi di mass media  europei e internazionali.

Ciò che li ha disturbati e preoccupati, facendo scatenare un insidioso attacco anticomunista, è il simbolismo degli eventi:

Sono infastiditi dalla disobbedienza all’ingiustizia e allo sfruttamento. Li preoccupa che la classe operaia, il suo movimento, con i comunisti in prima linea, possano e debbano disubbidire alle misure repressive antioperaie che colpiscono i diritti dei lavoratori, trovino modi di espressione della protesta popolare e dell’organizzazione della lotta, sotto qualsiasi condizione, anche in condizioni di divieto, utilizzando forme diverse e originali.

Li ha infastiditi e preoccupati anche la disciplina dei lavoratori. La loro disciplina nel rispettare tutte le misure di protezione richieste dai comunisti e dai sindacati di massa raggruppati nel PAME. Sono infastidi dal fatto che in questo Primo Maggio emblematico, così come nei precedenti giorni d’azione che sono stati organizzati, come ad esempio il giorno d’azione per la Salute (4 aprile), il giorno d’azione per i lavoratori dei supermercati (15 aprile) e il giorno d’azione in difesa dei diritti dei lavoratori in tutti i luoghi e settori di lavoro (28 aprile),si son distinti eggreggiamente l’organizzazione, lo spirito collettivo, la coscienza individuale volontaria hanno disciplinato la partecipazione e l’azione per il proposito comune, l’attenzione, la preparazione, la qualità e la superiorità del popolo che lotta.

L’elemento della insubordinazione, della disobbedienza, della prosecuzione della lotta sotto qualsiasi circostanza, ci mostra il cammino che tutti i partiti comunisti e operai devono seguire costantemente in funzione del nostro programma e del nostro obiettivo strategico.

L’elemento della disciplina evidenzia il ruolo dirigente che deve e può svolgere solo il partito comunista come guida della classe, l’unico partito che può fare affidamento su dati scientifici per aprire cammini luminosi, che può dirigere la lotta, l’Alleanza Sociale, portare la nostra causa a conclusione, ossia, alla vittoria definitiva dei lavoratori di tutta Europa, contro la dittatura dei monopoli e di dirigere i popoli a una nuova società libera dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

E’ tutto questo che preoccupa la borghesia, tutto questo è ciò che dobbiamo mettere in evidenza in modo sistematico e con insistenza ai nostri popoli nel prossimo periodo.

Compagne e compagni

E’ nelle nostre mani la possibilità di rompere il silenzio che il governo e il grande padronato vogliono imporre in nome di “superare questa crisi insieme”, prodotto dell’etica borghese ipocrita.

Spetta a noi reclamare misure per sostenere i lavoratori dipendenti e autonomi che sono stati colpiti dalle misure restrittive imposte. Esigere la cancellazione di decine di migliaia di licenziamenti e i cambiamenti negativi che li hanno preceduti. Non legittimeremo che le misure prese in occasione della pandemia diventino permanenti, come quelle relative a una maggiore “flessibilità” del lavoro.

La strategia di comunicazione del governo della ND in Grecia di ridurre tutto a “responsabilità individuale” è insidiosa, proprio perché nasconde la verità al popolo.

Il suo obiettivo è nascondere le enormi carenze del sistema sanitario pubblico, di cui è responsabile la politica dell’UE nel suo insieme, che è stata accettata e adottata da tutti i governi greci, così come la politica di svilimento, mercificazione e tagli che è stata seguita in tutti questi anni da tutti i governi, prima di ND-PASOK, e poi di SYRIZA.

Compagni,

se un mito sta collassando in questi giorni di pandemia di coronavirus è quello che il settore pubblico possa coesistere in armonia con il settore privato e, pertanto, contribuire davvero ad affrontare la situazione. Questo mito è stato distrutto dalla speculazione dei centri privati sui test del virus, accessibile solo a chi poteva pagarlo, privando lo Stato di risorse utili e accrescendo il rischio di diffusione del virus. Questo lo hanno dimostrato, tragicamente, i molti casi e morti in Grecia nelle cliniche e strutture private che non hanno osservato gli standard sanitari  igienici di base.

Questo mito inoltre è screditato dal fatto che lo Stato dipende per quanto concerne la fornitura di prodotti di base e medicine, dalla “guerra” sul mercato mondiale da parte delle grandi compagnie che hanno trovato l’opportunità di far affari lucrativi.

La necessità di un sistema sanitario esclusivamente pubblico e gratuito, attraverso l’abolizione dell’azione imprenditoriale, è stata drammaticamente dimostrata.

Oggi, è indiscutibile che la salute delle persone, la cura, la protezione e la sicurezza sono incompatibili con il profitto capitalista, il capitale avido e il modo di produzione capitalista. Se non si impongono soluzioni basate sulle necessità reali delle persone, le persone soffriranno, vivranno in condizioni miserabili, pagheranno sempre di tasca propria e si arricchiranno i pochi eletti del capitale.

Come lo dimostra l’esperienza quotidiana, i monopoli cercano di aumentare la loro ricchezza sia in condizioni di sviluppo capitalista come in condizioni di crisi dell’economia capitalista.

Ultimamente, i processi e le rivalità a livello europeo e mondiale si sono intensificati su come sostenere più efficacemente l’economia capitalista colpita.

Gli effetti della pandemia del coronavirus hanno certamente agito da catalizzatore per il peggioramento dei gravi problemi che già esistevano nell’economia capitalista.

Il KKE, anche quando i governanti, attuali e precedenti, esultavano per la “crescita”, aveva avvertito che il problema della sovraccumulazione del capitale, in quanto causa principale della crisi, non solo non era superato, ma si è acuito, avvicinando il rischio di una nuova crisi, forse più rapidamente del previsto.

Di fatto, l’economia greca è ancor più esposta a queste perturbazioni, a causa della sua grande dipendenza dal turismo e dal trasporto marittimo, in generale dal trasporto.

Questa bandiera è stata sventolata da tutti i governi precedenti – ND, SYRIZA, PASOK-KINAL, indebolendo al contempo il grande potenziale produttivo del paese, prezioso e necessario soprattutto in condizioni come quelle attuali, semplicemente perché imposto dai profitti del capitale e dagli impegni con l’UE.

È su questo terreno che si sta sviluppando la discussione per un forte intervento statale nell’economia, il cosiddetto “nuovo Piano Marshall”. Questa locuzione infatti viene utilizzata sia dai seguaci degli attuali meccanismi di sostegno del MES (Germania, Paesi Bassi, Austria) come dai fautori degli Eurobond, o simili, dei paesi fortemente indebitati del sud.

Inoltre è utilizzata da tutte le forze borghesi, indipendentemente dal fatto che appaiano come avversarie tra loro (neoliberisti, forze di destra, socialdemocratici di ogni matrice e altri).

Questa convergenza mostra il consenso sulla necessità che gli stati borghesi e le loro alleanze, come la UE, intervengano con una politica fiscale espansiva, per sostenere – non i lavoratori e i popoli, che sono nuovamente le vittime in termini di salute e diritti – ma i gruppi imprenditoriali e la loro reddittività.

Ma, al contempo, rafforzerebbe la posizione del capitale europeo contro i concorrenti: USA, Cina, Russia, ecc., nel quadro dei riallineamenti che avranno luogo nel sistema imperialista internazionale.

Naturalmente, ciò non significa che non vi siano differenze tra di loro, all’interno dell’UE, su chi vincerà e chi perderà, cosa che potrebbe condurre a un nuovo fragile compromesso. In realtà, è vero il contrario.

I paesi con deficit e debiti minori argomentano che i prestiti alle economie dovrebbero essere una questione di ciascun stato separatamente, attraverso gli attuali meccanismi di sostegno. I paesi con deficit più elevati, come Italia e Spagna, che avranno bisogno di grandi pacchetti per sostenere i propri gruppi imprenditoriali, argomentano che questo prestito dovrebbe avvenire sulla base del “debito condiviso”.

Ciò che viene confermato, ancora una volta, è la truffa della “solidarietà europea”. L’UE e l’Eurozona sono, per natura, alleanze di Stati e economie in competizione che, specialmente in tempi di crisi, si “mostrano i denti” l’uno contro l’altro e, soprattutto, contro i popoli. Quindi, coloro che si lamentano nuovamente riguardo la coesione dell’UE e della minaccia alla “casa comune europea”, sanno che questa falsa immagine sta svanendo agli occhi dei popoli.

Inoltre si conferma che il mix di gestione borghese, che si sceglie di volta in volta, non è determinato dalle particolari opinioni politiche di ciascun governo borghese, ma dalle necessità e priorità del capitale in un determinato momento.

Per questa ragione, abbiamo visto forze socialdemocratiche, come SYRIZA in Grecia, attuare politiche restrittive a cui si presumeva si opponessero, così come le forze neoliberiste adesso attuano una politica più espansiva che precedentemente criticavano. Non è una novità. La storia moderna è piena di tali esempi.

In ogni caso, il comune denominatore è che ai lavoratori sarà chiesto di pagare ancora una volta il “costo” dei nuovi pacchetti di salvataggio.

I lavoratori hanno pagato i memorandum e le dure misure antipopolari negli ultimi anni e saranno chiamati a pagare ancora una volta i nuovi prestiti e deficit, insieme alle nuove misure in fase di test in una sorta di tubo sperimentale “sanitario”, con il pretesto della pandemia.

Compagni,

in Grecia, i sindacati di classe, le organizzazioni combattive della classe operaia del settore privato e pubblico, così come le organizzazioni dei lavoratori autonomi della città e della campagna (professionisti, contadini, scienziati), artisti, studenti, alunni, fanno importanti richieste a sostegno dei redditi popolari, dell’abolizione delle centinaia di leggi antipopolari e decisioni del governo riguardanti tutti i settori, che trovano l’appoggio del KKE.

Promuoviamo richieste concrete e elaborate per la soddisfazione delle necessità contemporanee dei lavoratori, dei contadini medi e poveri, dei lavoratori autonomi nella città, degli studenti e dei giovani lavoratori, delle donne dei ceti  operai e popolari, così come per gli immigrati e rifugiati che sono giunti nel nostro paese e sono vittime delle guerre imperialiste e dello sfruttamento capitalista.

Utilizziamo ogni opportunità per organizzare la lotta operaia e popolare e consideriamo che la promozione e rivendicazione nelle condizioni speciali delle restrizioni, con maggiore intensità e con altri modi e forme da domani, è una condizione chiave per preparare il contrattacco popolare, coltivare un clima di prontezza, raggruppamento, di ampia Alleanza Sociale con la classe operaia all’avanguardia.

Il coronavirus sarà curato e la pandemia passerà, come avvenuto in passato; ma il capitalismo è incurabile e continuerà a tormentare l’umanità, con la povertà, la disoccupazione, le guerre, la distruzione dell’ambiente, fino a che i popoli non decideranno di farsi protagonisti dei nuovi sviluppi.

Sempre più persone al mondo si rendono conto e gridano che “il capitalismo è il vero virus”.

Il sistema attuale può esser solamente rovesciato e sostituito da un sistema sociale superiore, il socialismo-comunismo, dove la proprietà sociale dei mezzi di produzione con il potere operaio, la pianificazione centrale scientifica per soddisfare le necessità popolari, il controllo operaio in tutti gli organi amministrativi e la partecipazione in tutti gli organi del potere, dal basso verso l’alto, possono condurre alla prosperità del popolo, alla pace e al progresso dell’umanità.

Dobbiamo rimanere constantemente orientati a questo compito, senza vacillare. La nostra tattica e pratica quotidiana dev’ essere subordinata a questo compito, tenendo sempre in conto le condizioni concrete, i rapporti di forza, ma senza subordinarci a essi alterando il nostro obiettivo strategico.

L’internazionalismo, l’azione e la solidarietà operaia e comunista devono accompagnarci in ogni passo che compiamo, come abbiamo fatto finora, ma con passi più rapidi che raggiungeranno  forse  piccoli avanzamenti, realistici nel presente, ma che prepareranno il grande salto nel futuro, per i popoli dei nostri paesi, per tutta l’Europa, per tutto il mondo.

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L’ALTRA OPPOSIZIONE, QUELLA VERA!

L’ALTRA OPPOSIZIONE, QUELLA VERA!

2 giugno ore 11:00
MOBILITAZIONE IN TUTTA ITALIA

Contro il governo PD – M5S

 

 

 

 

 

L’ALTRA OPPOSIZIONE, QUELLA VERA!

  • Piemonte – Torino
  • Lombardia – Milano
  • Liguria – Savona
  • Veneto – Belluno
  • Friuli – Udine
  • Emilia Romagna – Bologna
  • Toscana – Firenze
  • Toscana – Livorno
  • Marche – Ancona
  • Umbria – Terni
  • Lazio – Roma
  • Abruzzo – Pescara
  • Campania – Napoli
  • Basilicata – Potenza
  • Puglia – Bari
  • Calabria – Reggio Calabria
  • Sicilia – Palermo
  • Sardegna – Sassari

LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI, VIVERE MEGLIO.
FUORI DA UNIONE EUROPEA, EURO E NATO

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PARTITO COMUNISTA 3^CONGRESSO NAZIONALE REGOLAMENTO CONGRESSUALE.

PARTITO COMUNISTA 3^CONGRESSO NAZIONALE REGOLAMENTO CONGRESSUALE.

Con la seduta del Comitato Centrale del 2 Febbraio 2020 e la votazione di insediamento della Commissione Politico Organizzativa Congressuale e della Commissione Verifica Poteri si è aperta la fase congressuale che -salvo problemi legati alla pandemia Covid 19 – si concluderà con la sessione finale del Congresso Nazionale che si terrà il 7 e l’8 Novembre 2020, così come deciso dalla prima disposizione votata dalla stessa Commissione.

  • La platea congressuale sarà composta da circa 150 delegati in rappresentanza dei militanti con tessera 2020. I sostenitori e simpatizzanti potranno essere invitati alle istanze territoriali e nazionale.
  • Il Documento Politico Congressuale, la proposta di nuovo Statuto e gli eventuali allegati saranno votati, assieme ai delegati per il Congresso Nazionale, nei Congressi Regionali.
  • In accordo con la Commissione Politico Organizzativa Congressuale sarà possibile organizzare Congressi di più regioni contigue.
  • Il massimo impegno dell’attività congressuale sarà finalizzato alla discussione del documento politico. La definizione degli organismi dirigenti di livello territoriale sarà attivata dopo il Congresso Nazionale di concerto col Segretario Generale e con gli organismi dirigenti eletti nell’assise finale del Congresso Nazionale.
  • I gruppi dirigenti territoriali devono concordare con la Commissione Politico Organizzativa Congressuale indicativamente entro il 31 luglio 2020 le date dei congressi regionali.
  • Qualunque interpretazione e controversia nel percorso congressuale sarà risolta col parere vincolante della Commissione Verifica dei Poteri.

(Regolamento Congressuale approvato con votazione online dalla Commissione Politico Organizzativa Congressuale con 21 voti a favore e 4 non partecipanti al voto -di cui 2 per la terza volta assenti a votazione).

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2 GIUGNO MOBILITAZIONE NAZIONALE

2 GIUGNO MOBILITAZIONE NAZIONALE

È ora di dire BASTA!!!
Licenziamenti, cassa-integrazioni non pagate, chiusure di decine di migliaia di piccoli esercizi commerciali e artigianali, una massa enorme di situazioni di povertà assoluta o comunque di grande difficoltà. Vogliamo rendere protagonisti i lavoratori tutti, salariati od autonomi. Chi produce la ricchezza del Paese deve esser al centro delle decisioni. Serve il cambio del modello di società.
La Repubblica Italiana è fondata sul LAVORO. Vogliamo combattere l’ulteriore aggressione contro i diritti dei lavoratori e le condizioni materiali del nostro popolo.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà a chi si batte per la difesa di diritti popolari.
La politica percorsa dal Governo, totalmente supino ai monopoli capitalistici italiani e stranieri, è quello di far pagare i costi della crisi del sistema capitalistico globalizzato ai lavoratori ed ai ceti popolari.
Il popolo deve rifiutare in modo risoluto ed organizzato di pagare questo conto! Sviluppiamo la resistenza ed il contrattacco popolare.
Serve rompere la gabbia europea.
FUORI da UE, EURO e NATO.

Il Partito Comunista mette tutte le sue forze a disposizione per una prima MOBILITAZIONE NAZIONALE il 2 GIUGNO 2020.

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Dichiarazione congiunta dei Partiti dell’Iniziativa Comunista Europea

Dichiarazione congiunta dei Partiti dell’Iniziativa Comunista Europea

Il 10 maggio 2020, su iniziativa del KKE, si è tenuta una teleconferenza dei Partiti dell’Iniziativa Comunista Europea, dal tema: “La lotta dei partiti comunisti e operai nelle condizioni della pandemia e della nuova crisi capitalista “.

Il discorso introduttivo alla teleconferenza è stato tenuto da Dimitris Koutsoumbas, segretario generale del CC del KKE.

Alla teleconferenza hanno partecipato 24 partiti comunisti e operai provenienti da Austria, Bulgaria, Francia, Danimarca, Grecia, Italia, Irlanda, Spagna, Croazia, Lettonia, Bielorussia, Lituania, Malta, Norvegia, Ungheria, Ucraina, Polonia, Russia, Serbia, Svezia e Turchia.

La teleconferenza ha avuto luogo pochi giorni dopo la celebrazione della Festa del Lavoro e del 9 maggio, il 75° anniversario della vittoria antifascista, che quest’anno è stato onorato dai partiti in circostanze speciali. I partiti dell’Iniziativa Comunista Europea hanno onorarato gli innumerevoli morti della lotta dei lavoratori e la vittoria antifascista dei popoli, guidati dall’Armata Rossa, dal popolo sovietico e dal Partito bolscevico.

Durante la teleconferenza, i partiti comunisti e operai che hanno partecipato si sono scambiati informazioni sui sistemi sanitari e sui diritti dei lavoratori nei paesi europei, le misure dei governi borghesi, l’UE e l’attacco del capitale.

Durante la discussione, è stato dimostrato che la pandemia di CoVID-19 ha rivelato gli enormi problemi dei sistemi di sanità pubblica nei paesi capitalisti. Questi problemi sono causati dalla politica anti-popolare che dura da lungo tempo di sottofinanziamento, scarsità di personale e degrado delle infrastrutture di sanità pubblica, a favore della mercificazione e della privatizzazione della salute, per la redditività dei monopoli. La situazione nel settore sanitario, che si è creata a beneficio della redditività capitalista, da un lato porta all’intensificazione del lavoro di medici e infermieri e, dall’altro, non è in grado di soddisfare nella realtà le esigenze attuali di prevenzione e assistenza sanitaria del popolo, confermando che il capitalismo è il vero “virus”.

Inoltre, la situazione attuale ha messo in evidenza le contraddizioni tra i paesi capitalisti e i monopoli per il brevetto del nuovo vaccino, i trattamenti e le necessarie forniture mediche.

I partiti dell’Iniziativa comunista europea si sono scambiate le loro esperienze sulle conseguenze della nuova crisi capitalista in seguito al rallentamento dell’economia che ha avuto luogo nel periodo precedente e sta assumendo grandi proporzioni nelle condizioni della pandemia. Hanno denunciato l’attacco del capitale manifestato su tutti i fronti e le misure antioperaie dei governi borghesi, che allo stesso tempo forniscono enormi quantità di denaro per sostenere i gruppi monopolistici.

È stato dimostrato che esiste una tendenza generale verso l’aumento della disoccupazione, forme flessibili di occupazione, nuove misure contro i lavoratori e una sospensione dei diritti sindacali. Sta diventando chiaro che ancora una volta la classe operaia e altri strati popolari pagheranno per la crisi capitalista.

In queste circostanze, i rappresentanti dei partiti comunisti e operai dell’Iniziativa Comunista Europea (ECI) hanno discusso le posizioni dei partiti e le loro azioni per proteggere la salute e i diritti dei lavoratori e della gente contro le impasse del capitalismo.

Prima di tutto, durante la teleconferenza, i partiti hanno espresso il loro caloroso ringraziamento ai medici e ai paramedici, agli ospedali e al personale delle unità sanitarie che hanno dato battaglia e stanno ancora combattendo contro la pandemia, affrontando grandi difficoltà.

I partiti dell’ICE hanno anche espresso solidarietà con le persone colpite dalla pandemia di CoVID-19 e hanno augurato loro una pronta guarigione.

Inoltre, hanno salutato l’azione di solidarietà di Cuba con i paesi più colpiti.

I partiti hanno convenuto di rafforzare la lotta per:

Il rafforzamento immediato dei sistemi di sanità pubblica, assunzione di personale medico e infermieristico permanente a pieno diritto, soddisfacimento di tutte le esigenze nelle unità di terapia intensiva e delle infrastrutture necessarie per il pieno funzionamento dei servizi di sanità pubblica e di ricerca.

Fornitura immediata di tutti i mezzi di protezione necessari (maschere, guanti, disinfettanti, ecc.) dallo Stato gratuitamente e lotta contro il profitto. Fornitura immediata di tutte le misure di protezione al personale sanitario che conduce questa battaglia.

I partiti comunisti e operai europei hanno sottolineato che guideranno la lotta contro l’attacco del capitale, che di fronte alla nuova crisi procede a licenziamenti diffusi e cerca di schiacciare ulteriormente i salari, l’orario di lavoro, le vite e altri diritti del lavoro. Hanno espresso la loro solidarietà con i sindacati con orientamento di classe che lottano per impedire che i lavoratori paghino le conseguenze della crisi capitalista.

Si sono espressi contro i piani imperialisti di USA, NATO e UE, nonché contro le criminali sanzioni e misure di esclusione economica che rendono difficile la vita delle persone.

I partiti che hanno partecipato alla teleconferenza hanno notato che la situazione attuale mostra le profonde impasse del modo di produzione capitalistico (crisi, disoccupazione, impoverimento della classe lavoratrice, mercificazione di bisogni sociali come la salute, guerre imperialiste, ecc.).

In queste circostanze, lo slogan “socialismo o barbarie” è più attuale che mai.

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Conferenza Internazionale dell’INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI ED OPERAI D’EUROPA del 10 MAGGIO 2020

Conferenza Internazionale dell’INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI ED OPERAI D’EUROPA del 10 MAGGIO 2020

Intervento di Marco Rizzo, segretario generale del PARTITO COMUNISTA alla Conferenza Internazionale dell’INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI ED OPERAI D’EUROPA del 10 MAGGIO 2020, dal titolo:

“La lotta dei Partiti Comunisti e operai nelle condizioni della pandemia e la nuova crisi capitalistica”.

«È sotto gli occhi di tutti che la crisi non deriva solo e neanche principalmente dalla pandemia. La pandemia nasconde la vera causa della debolezza economica, che è la crisi di sovrapproduzione capitalistica di beni e servizi; questa si trasforma in crisi finanziaria, che però si manifesta prima di quella. Nulla di nuovo rispetto a quanto ci ha insegnato Marx. Storicamente le crisi più sono acute e più comportano pericoli di soluzioni drammatiche. La guerra per il capitalismo è sempre stata l’occasione per distruggere il sovrapprodotto e dare nuovo impulso ai profitti con la ricostruzione. La novità potrebbe essere che questa volta la guerra che distrugge e poi ricostruisce potrebbe essere proprio la pandemia. Una guerra senza bombe atomiche.

In Italia le stime più recenti parlano di una caduta del PIL prevista del 9,5%. Dato l’incremento del debito pubblico previsto dell’11%, il rapporto debito/PIL schizzerebbe dal 130% a oltre il 150%. Ma credo che queste stime saranno largamente superate, credo addirittura del doppio. Infatti l’onda lunga della crisi ancora si dovrà vedere.

Pensiamo a tutti quei settori, come il turismo, tutte le piccole attività – bar, ristoranti, b&b, piccoli negozi, piccoli artigiani, tassisti – travolti dal debito che, se riceveranno credito, lo avranno solo per pagare le tasse, col rischio di indebitarsi ancora di più e poi tracollare.

La gestione sanitaria della crisi è stata fallimentare, per incapacità dei governanti, ma anche per un disegno strategico delle classi dominanti, che col caos sta aumentando i profitti a danno delle condizioni di lavoro dei lavoratori subordinati e mettendo a rischio la loro salute. Inoltre già si intravedono provvedimenti che stabilmente limiteranno non solo i diritti individuali, come spostamento e riunione, ma anche e soprattutto i diritti di mobilitazione e sciopero.

Cosa succederà da noi?
Naturalmente, come in tutte le crisi, c’è chi vince e c’è chi perde.
Masse di disoccupati che si offrono a prezzi sempre più bassi. Giovani proletari e della borghesia andata in rovina che emigrano ancor di più, non solo dal Sud Italia. A questo punto arriva l’asso piglia tutto. Grandissimi capitali – stranieri e italiani, non importa – che rastrellano tutto a prezzi da saldo, con uno spaventoso incremento della concentrazione capitalistica.
Contrariamente agli altri paesi, in Italia abbiamo il maggior numero di persone che abitano nella propria casa, hanno i piccoli risparmi (oltre 10mila miliardi di Euro) Non è gente ricca, sono lavoratori, dipendenti e autonomi, che hanno messo da parte laboriosamente tutto ciò e riescono spesso a far fronte alle esigenze delle nuove generazioni che hanno enormi difficoltà a inserirsi.

Naturalmente i governi non fanno altro che porgere la nazione su un piatto d’argento a questi squali, approntando misure basate solo sul debito, pubblico e peggio ancora privato. MES o Coronabond, cambia solo la corda con la quale ci impiccheranno a effetto breve o più lungo, se concentrato sul nostro paese, o anche distribuito sugli altri popoli europei.
Anche le alleanze imperialiste potrebbero subire rotture o tensioni, anche se è da dubitare che ci possa essere un riposizionamento radicale dei paesi che aderiscono alla NATO, a causa della difficoltà per questi paesi – stante l’attuale subordinazione militare e politica – di mettersi fuori.

Il risveglio politico dipende dal ruolo dirigente che le avanguardie ideologiche e politiche sapranno catalizzare. Altrimenti il malcontento si riassorbirà e precipiterà nella rassegnazione o si indirizzerà verso protagonisti del tutto opposti, od anche con rivolte che potrebbero anche esser fiammate alla fine controproducenti, che porterebbero a un ulteriore passo indietro le classi popolari di tutto il mondo. Anche in uno scontro (finto) tra globalisti e sovranisti a perderci sarebbe il proletariato.

Il nostro partito ha escluso forme di sommatorie tra forze politiche eterogenee, sommatorie che si sono sempre tradotte in un indebolimento, un annacquamento delle proposte politiche, essendo un mero riassestamento tra i personaggi politici che le incarnano. La lezione greca ed il tradimento di Tsipras e Syriza è ancora sotto i nostri occhi. In questo momento la chiarezza è indispensabile.

Nello specifico:

  • In abito economico
  1. Stracciare i Trattati europei e svincolarsi dalle alleanze imperialiste: NATO, UE, euro. Rigettare il paradigma del debito sia per i privati che per lo Stato.
  2. Mette al primo posto il conflitto di classe capitale/lavoro: nazionalizzazione ed esproprio delle grandi imprese strategiche e che hanno delocalizzato, con centralizzazione e controllo operaio nelle aziende e nella società.
  3. Reddito di sussistenza immediato, cassa integrazione generalizzata fino a fine emergenza.
  4. Contributi a fondo perduto e non a debito per le piccole e piccolissime attività in crisi.
  • In ambito politico
  1. Noi siamo sempre per la forma del partito leninista che ha dimostrato di saper battere il capitalismo e non altre forme che hanno fallito ieri, falliscono oggi e falliranno domani. Serve un forte Partito Comunista.
  2. Serve un sindacato di classe come cinghia di trasmissione tra le larghe masse di lavoratori e la loro avanguardia più cosciente.

 

In ultimo serve una proposta strategica non di alleanza politica, bensì di alleanza sociale tra lavoro salariato e ceto medio che si proletarizza (lavoratori “tutti” uniti a piccoli commercianti, artigiani, popolo delle professioni) sotto le parole d’ordine della classe operaia concretamente protese al “cambio di società”: il socialismo.»


Everybody can see that the crisis does not arise only and not mainly from the pandemic. The pandemic hides the real cause of economic weakness, which is the crisis of capitalist overproduction of goods and services; this turns into a financial crisis, which however occurs before that. Nothing new compared to what Marx taught us. Historically the crises more acute are and more dramatic are the solutions. For capitalism the war has always been an opportunity to destroy the overproduct and give new impetus to profits by means of the reconstruction. The news could be that this time the pandemic is the war that destroys and then rebuilds. A war without atomic bombs.

In Italy, the most recent estimates speak of an expected fall in GDP of 9.5%. Given the 11% expected increase in public debt, the debt / GDP ratio would jump from 130% to over 150%. But I believe that these estimates will be largely exceeded, maybe even double. In fact, the long wave of the crisis will still have to be seen.
We think of all those sectors, such as tourism, all small activities – bars, restaurants, b&b, small shops, small artisans, taxi drivers – overwhelmed by debt which, if they receive credit, will have it only to pay taxes, with the risk of getting into debt more and more and then collapse.

The health management of the crisis was disastrous, due to the inadequacy of the government, but also due to a strategic plan of the ruling classes, which with chaos increase profits to the detriment of the working conditions of salaried workers and endangering their health. Furthermore, measures are already being envisaged that will permanently limit not only individual rights, such as movement and assembly, but also and above all the rights of mobilization and strike.
What will happen to us?

Of course, as in all crises, there are those who win and there are those who lose.
Masses of unemployed who offer themselves at lower and lower prices. Young proletarians and the ruined bourgeoisie who emigrate even more, not only from Southern Italy. At this point the ace takes everything. Huge capitals – foreign and Italian, it does not matter – that rake everything at bargain prices, with a frightening increase in capitalist concentration.
Contrary to other countries, in Italy we have the largest number of people who live in their own home, they have small savings (over 10 thousand billion Euros). They are not rich people, they are workers, salaried and self-employed people, who have laboriously put everything aside and they often manage to meet the needs of the new generations who have enormous difficulties.

Of course, governments are simply offer the nation over to a silver platter for these sharks, taking measures based only on debt, public and even worse private. MES or Coronabond, only the rope with which they will hang [hengh] us with a short or longer effect changes, if concentrated on our country, or even distributed on other European peoples.
Even the imperialist alliances could suffer breakdowns or tensions, although it is doubtful that there could be a radical repositioning of the countries that join NATO, due to the difficulty for these countries – given the current military and political subordination – to put themselves out.
Political awakening depends on the leading role that the ideological and political avant-garde will catalyse. Otherwise, the discontent will be forgiven or lead resignation, or turn towards completely opposite protagonists, or even worse with riots that could even be finally counterproductive for the popular classes all over the world one. Even in a (fake) clash between “globalists” and “sovereignists”, the proletariat would lose.

Our party has excluded forms of summation between heterogeneous political forces, summations that have always ended into a weakening, a watering down of political proposals, being a mere rearrangement between the political figures who embody them. The Greek lesson and the betrayal of Tsipras and Syriza is still before our eyes. Now clarity is essential.

In particular:

• In economics
1. Tear up the European Treaties and disengage from imperialist alliances: NATO, EU, euro. Reject the debt paradigm for both private and public.
2. Puts the capital / working class conflict first: nationalization and expropriation of large strategic enterprises and that have delocalized, centralization and worker control in companies and in society.
3. Immediate subsistence income, generalized layoff until the end of the emergency.
4. Grants and non-debt contributions for small and very small self-employed in crisis.

• In politics

1. We always support the form of the Leninist party, which – as it has been historically shown – is the unique one able to beat capitalism, not other forms that failed yesterday, fail today and will fail tomorrow. We need a strong Communist Party.
2. A class trade union is needed as a drive belt between the large masses of workers and their most conscious vanguard.

Lastly, a strategic proposal is needed, not of a political alliance, but of a social alliance between wage labor and the middle class that proletarizes (“all” workers united with small traders, artisans, people of the professions) under the slogans of the working class concretely leaning towards the “change of society”: socialism.

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9 maggio 2020: l’Iniziativa Comunista Europea nel giorno della Grande Vittoria Antifascista dei Popoli

9 maggio 2020: l’Iniziativa Comunista Europea nel giorno della Grande Vittoria Antifascista dei Popoli

Oggi, proprio come 75 anni fa, per il potere della classe operaia! 75 anni fa, l’Armata Rossa alzò la bandiera rossa nel cuore di Berlino, segnalando la grande vittoria antifascista dei popoli e la sconfitta del nazismo, dopo una dura e sanguinosa lotta guidata dall’Unione Sovietica, cui contribuirono in modo decisivo molti partigiani e movimenti antifascisti, guidati dai PC di molti paesi che risposero alla chiamata e si impegnarono a schiacciare le forze reazionarie guidate da Italia e Germania. Grazie all’enorme sacrificio di milioni di soldati sovietici, partigiani e combattenti antifascisti, la dittatura più spietata del capitale in Europa era finita. Il potere della classe operaia, il potere sovietico, dimostrò la sua superiorità a tutti i livelli. Con conquiste per i popoli che nel capitalismo oggi rimangono un sogno inafferrabile. Ciò è dimostrato dall’esperienza negativa dei popoli nel mezzo della pandemia. Oggi, nel 2020, i Partiti Comunisti ed operai che dispiegano la loro attività nei diversi paesi d’Europa sono testimoni del modo in cui i diversi governi borghesi impegnano enormi sforzi per difendere il disgustoso sistema che servono, nel riscrivere la Storia scritta con il sangue dei popoli. Nello specifico, l’Unione Europea nega deliberatamente il ruolo delle forze sovietiche ed i loro enormi sforzi alla fine della seconda guerra mondiale. Il Parlamento europeo riflette la natura reazionaria e imperialista dell’UE elaborando dichiarazioni anticomuniste inaccettabili che insultano l’eroica memoria di coloro che hanno combattuto in guerra per sconfiggere il nazifascismo, promuovendo perfino la messa fuori legge dei partiti comunisti e dei loro simboli, sotto la vergognosa affermazione che il comunismo e il nazifascismo sono uguali. Le istituzioni capitalistiche hanno cercato per anni di fissare il 9 maggio come la “Giornata dell’Europa”, in contrasto con la memoria e la coscienza collettiva dei popoli. Ma anche quest’anno i comunisti di tutto il continente difendono la verità storica e rivendicano forte e chiaro la commemorazione del “Giorno della Vittoria Antifascista”. Nella contraddizione irrisolvibile tra l’Unione europea imperialista dei monopoli e la classe operaia e i popoli dei paesi europei, è sempre più urgente rafforzare le posizioni di classe per rovesciare il capitalismo. Oggi, come 75 anni fa, i compiti dei comunisti a livello internazionale sono l’organizzazione di tutta la classe operaia e le forze popolari nella lotta per sconfiggere l’imperialismo, per il rovesciamento del capitalismo e la costruzione di relazioni fraterne e cooperative tra i paesi per prevenire la sofferenza degli orrori e dei crimini sconfitti 75 anni fa, che rimangono pienamente in vigore. 75 anni dopo: la lotta per il socialismo è più attuale e necessaria che mai, per la liberazione sociale dallo sfruttamento capitalista e per un futuro di benessere dei popoli e dell’umanità.

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IMMIGRATI, TEATRINO SULLA PELLE DEI LAVORATORI

IMMIGRATI, TEATRINO SULLA PELLE DEI LAVORATORI

Attorno alla proposta di stabilizzazione degli immigrati irregolari da parte del ministro del partito di Renzi, Teresa Bellanova, si sta scatenando il solito teatrino della “politica”. Crimi del 5Stelle è contrario, il PD a favore, così come l’ex rivoluzionario Fratoianni, per non parlare della sinistra radicale sempre più allo sbando. Come si può solo pensare che un Ministro renziano, forse il partito più prono a Confindustria, possa fare qualcosa a favore dei lavoratori italiani o stranieri? Basterebbe questo a far accendere il campanello d’allarme, ma oggi si fa solo tifoseria. Salvini non ci vede più dalla gioia di potersi buttare a capofitto nella polemica per riprendere un po’ di visibilità. Idem la Meloni. Qualcuno dovrebbe ricordare ad entrambi che furono loro e i loro partiti a fare due sanatorie. Nel 2002 la famigerata legge Bossi-Fini regolarizzò 634mila persone; nel 2009, invece, sempre con un governo di centrodestra con ministro dell’interno il leghista Maroni, le regolarizzazioni furono quasi 300mila. Chiaramente queste “regolarizzazioni” non modificarono in alcun modo le condizioni dei lavoratori immigrati. Nessuno parla della sostanza, taroccata, della proposta. Non servono nuovi schiavi che abbiano soltanto il diritto civile di un permesso di soggiorno o di una carta d’identità. Serve sopra ogni cosa il diritto di tutti i lavoratori, a prescindere da razza, nazionalità, religione etc, ad avere un salario dignitoso, orari umani e diritti chiari. Tutto questo non può prescindere da una riduzione dell’orario di lavoro per permettere la piena occupazione ed evitare la guerra tra poveri, incrementi salariali generalizzati, un piano straordinario infrastrutturale e di riassesto idrogeologico di tutta la nazione. Per risolvere la piaga del lavoro nero occorre una massiccia assunzione di ispettori del lavoro (oggi solo 4mila che in un anno riescono a controllare meno del 5% delle aziende) che controllino a tappeto e garantiscano la reale situazione contrattuale di chi lavora, unico modo per vincere il lavoro nero e il caporalato, che riguarda tutti, italiani e immigrati. Solo se riusciamo a dare un lavoro a tutti la regolarizzazione degli immigrati può trasformarsi in cittadinanza piena e in diritti veri, altrimenti si trasforma nel solito spot elettorale buono solo a far tornare alle luci della ribalta questo o quello schieramento e nel fare favori a qualche amico degli amici. Il primario diritto al lavoro verrebbe così, ancora una volta, messo in disparte.

IL LAVORO NERO COLPISCE ITALIANI E STRANIERI CON LA CONNIVENZA DELLO STATO CHE GUARDA DALL’ALTRA PARTE. NON È CON I PEZZI DI CARTA CHE SI POSSONO COMBATTERE LE DISCRIMINAZIONI.

LA LOGICA DEL MENO PEGGIO PORTA INESORABILMENTE AL PEGGIO

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Il marxismo come strumento per interpretare la realtà

Il marxismo come strumento per interpretare la realtà

«IL PARTITO COMUNISTA CONFERMA LA STRATEGIA ADOTATTA dal Primo Congresso DI RIFIUTO DELLE ALLEANZE politiche E DI ogni prospettiva di “FRONTE UNICO” che unisca le forze della sinistra, LAVORANDO AL contrario per l’unità dei comunisti legati ad una comune visione marxista-leninista e al RAFFORZAMENTO DEL PARTITO.
Ci opponiamo a ogni forma di alleanze anche con quella sinistra che si presenta in autonomia dal Partito Democratico (autonomia per giunta non sempre praticata con coerenza e fino alle estreme conseguenze). Lo facciamo in primo luogo perché riteniamo che oggi esista più differenza tra i comunisti e le forze della sinistra radicale, che non tra esse e il resto dei partiti borghesi(…).
Al contempo nessuna tattica di “FRONTE UNICO” risulterebbe positiva in un momento di crisi del movimento comunista internazionale e in Italia di crisi anche per la sinistra radicale. La tattica del “FRONTE UNICO” è stata adottata dal movimento comunista in alcune fasi della nostra storia,
quando era necessario garantire un contatto organico dei comunisti con una parte delle masse operaie ancora sotto l’influenza della socialdemocrazia. Masse che spesso si trovavano su posizioni più avanzate di quelle dei gruppi dirigenti dei rispettivi partiti e che con una strategia interlocutoria da parte dei comunisti, sarebbero potute passare alla causa comunista.
Questo scenario oggi è inesistente. I partiti di sinistra sono partiti “leggeri”, di opinione, fatti da attivisti spesso professionali e privi di qualsiasi reale seguito di massa strutturato organicamente o frutto di azione di questi partiti in settori della società. Tutti coloro che ripropongono la necessità di una politica frontista, magari da accompagnare all’unità comunista, vogliono ignorare questa realtà per non assumere pienamente le conclusioni necessarie.
L’unità dei comunisti con la sinistra avrebbe oggi solamente l’effetto negativo di mischiare le posizioni dei comunisti con quelle della sinistra borghese, alimentando una confusione già presente purtroppo in vasti settori popolari e freno all’azione e alla crescita del Partito, mentre è necessario che oggi più che mai si comprenda che i comunisti non hanno nulla a che spartire con la sinistra. Ciò impegna il nostro partito ad una polemica costante con l’opportunismo e il ruolo di nuove forme di socialdemocrazia che vanno configurandosi. Una polemica politica, che eviti di scadere su personalismi, sia condotta col rigore della critica marxista, che punti a evitare qualsiasi forma di riaggregazione di settori di massa intorno a progetti opportunisti (…)
Il rifiuto delle alleanze politiche non ha nulla a che fare con il “settarismo”. È la conseguenza necessaria dell’analisi dei comunisti, che impegna al contrario il partito nel più vasto lavoro diretto nella classe operaia e nelle masse popolari, nell’impegno nelle lotte e nell’organizzazione del soggetto che solo può garantire la lotta per l’emancipazione della classe operaia. Il settarismo, corrente opposta ma complementare dell’opportunismo, chiude il Partito a ogni forma di contatto con le masse laddove esse si trovano, lo riduce all’attesa messianica dell’ora X” e all’affermazione parolaia dei suoi principi, a contatti personalistici e non praticati nelle lotte.
Tipica manifestazione del settarismo sono il rifiuto di qualsiasi prova elettorale e il rifiuto di condurre azioni e manifestazioni del partito davanti alle masse. Una cosa è non partecipare a circoli e passerelle salottiere, che risultano solo perdite di tempo, una cosa è non cogliere ogni occasione e ogni strumento per propagandare la linea del partito laddove ci sono persone vere, lavoratori e sfruttati, anche se molto lontani dalla nostra ideologia.»

(Dal DOCUMENTO CONGRESSUALE del Partito Comunista. Secondo Congresso Nazionale Roma 2017).

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GIÙ LE MANI DEL VENEZUELA!

GIÙ LE MANI DEL VENEZUELA!

Oggi alle prime ore del mattino un gruppo di mercenari, terroristi provenienti della Colombia, ha tentato un’invasione via mare con l’obiettivo di assassinare diversi leader nel paese, compiere atti terroristici e aumentare la spirale di violenza per aprire un nuovo tentativo di colpo di Stato

LE TRAME DELL’IMPERIALISMO NON SI FERMANO MAI.

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FESTA DI LOTTA PRIMO MAGGIO 2020

FESTA DI LOTTA PRIMO MAGGIO 2020

PRIMO MAGGIO 2020
diretta ore 11:00 – MATTINA DI LOTTA
LAVORARE TUTTI, LAVORARE MENO, VIVERE MEGLIO

Diretta streaming sulla pagina FB e youtube del Partito Comunista
Introduce e Modera Matteo MEREU segretario PC Piemonte
Interviene Marco RIZZO Segretario generale PC
Intervengono lavoratori di :
ILVA – Stefano Sibilla
Electrolux – Alberto Vallicelli
Whirpool – Filippo Capitanini
FCA – Daniele Lapadula
Lavoratore portuale – Francesco Tani
Lavoratore sanità pubblica – Claudio Puoti Infettivologo
Insegnante precaria – Elena Monetti
Lavoratrice pulizia scuole in appalto – Michela Corda
Lavoratore precario spettacolo – Mattia Bertani
Lavoratore trasporto taxi – Marcello Tissi
Lavoratore agricolo – Gianfranco Irlandese

ore 15:00 – POMERIGGIO DI FESTA
Diretta streaming in musica sulla pagina fb e youtube del Partito comunista con la partecipazione di

– Stefano “cisco” Bellotti
– Kento
– Gli Statuto
– Folkamiseria featuring Lorenzo Monguzzi Official
– Aeroflot feat. Collettivo Radio Mosca
– Malasuerte Fi Sud

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