Protocollo sulla Sicurezza: Un’altra occasione persa per rappresentare i concreti interessi dei lavoratori

Protocollo sulla Sicurezza: Un’altra occasione persa per rappresentare i concreti interessi dei lavoratori

La nostra analisi non è calata dall’alto dei nostri principi, bensì è stata costruita dal contributo materiale delle considerazioni fatte da lavoratori che si stanno battendo anche in questi giorni per la salvaguardia della salute e della sicurezza nei loro posti di lavoro .

Molti lavoratori hanno scioperato e stanno scioperando per fermare i settori produttivi non essenziali. Stare a casa è l’unica reale misura di limitazione del contagio. Generici e contraddittori protocolli di sicurezza non rendono fabbriche e uffici luoghi asettici e a contagio zero in poche ore.
Le notizie ci dicono che stiamo entrando forse nella settimana del picco di contagio per cui si rende indispensabile fermare la produzione di settori non essenziali .
Il padronato, guardando come sempre al suo profitto, azzarda la richiesta di autocertificarsi, procedura che non gli è stata fortunatamente consentita. Nello stesso tempo procede senza vincoli formalizzati e certi, secondo le strategie dei propri interessi. Così vediamo che alcune aziende che ritengono di potersi fermare lo fanno, mentre quelle che vogliono proseguire la produzione vanno avanti.
Come ci riferiscono i lavoratori, le aziende che continuano a produrre beni non essenziali dovranno rispettare una pletora di indicazioni, anche contrastanti come il Protocollo siglato dalle Parti sociali dove a rappresentare i lavoratori ci sono solo i CGIL CISL e UIL. Un Protocollo che nei fatti scarica sulle Rsu, sulle Rsa o gli Rls (dove ci sono) la responsabilità difficilissima di mettere in regola le aziende.
Il Protocollo non nomina neppure i possibili interventi delle ASL che in mancanza di RSU potrebbero intervenire.
Un Protocollo in situazione d’emergenza avrebbe dovuto avere la caratteristica di dettare linee generali certe ed immediatamente applicabili: così non è stato
In particolare il Protocollo prevede:
• Solo la “possibilità” per le aziende di ricorrere agli ammortizzatori sociali per garantire la riduzione o sospensione dell’attività e le operazioni di sanificazione dei luoghi. Ricordandoci che gli ammortizzatori sono a carico della collettività ovvero delle classi popolari per la maggioranza e si configurano come una regalia per le aziende. Intanto ancora i lavoratori si trovano spesso costretti a far fronte a questa emergenza sacrificando forme di salario indiretto come ferie, banca ore e congedi vari.
• Le prescrizioni sull’Informazione rappresentano un capitolo che per la gravità del momento si limita a ripetere indicazioni che dovrebbero già essere attive dall’inizio dell’emergenza e nella normalità (quali se un lavoratore ha la febbre sta a casa in malattia!), con l’aggiunta di una pratica nuova (non definita come emergenziale) apertamente in contrasto con lo Statuto dei Lavoratori ovvero quella che il lavoratore non può opporsi a subire controlli della temperatura in entrata.
• Le indicazioni sulla pulizia e sanificazione ambienti di lavoro e di ristoro e sulle precauzioni igieniche personali sono una semplice ripetizione di ovvietà sia per l’emergenza che per la normalità (es. i bagni dovrebbero sempre essere forniti di saponi e detergenti).
• Nessuna indicazione certa, anzi maggiormente confusiva a livello di prescrizione delle diverse organizzazioni sanitarie, in merito ai Dispositivi di Protezione Individuale(DPI) che già il Decreto dell’11 marzo si limitava a “raccomandare” e non OBBLIGARE. Questa incertezza diventa gravità quando si associa l’utilizzo indispensabile dei DPI nelle situazioni lavorative dove è impossibile mantenere la distanza di un metro tra un lavoratore e l’altro.
• L’ultima parte del Protocollo assume poi elementi già previsti dal Testo Unico sulla Sicurezza addirittura peggiorandoli perché ad esempio dice che le aziende “possono” rimodulare i livelli produttivi per garantire la sicurezza mentre il TUS prevede che le aziende DEVONO rimodulare i livelli in questi casi.
• Nella conclusione del Protocollo si introduce poi l’elemento “innovativo” di costituzione nelle aziende di un Comitato di controllo per l’applicazione e verifica delle regole del protocollo stesso con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e degli Rls.

Come comunisti riteniamo che quanto contenuto nel Protocollo non rappresenti affatto né un a conquista,né un avanzamento nei processi di salvaguardia della sicurezza e della salute per i lavoratori nei posti di lavoro, in particolare in questo grave momento di emergenza. Crediamo invece che sia il risultato della sudditanza agli interessi padronali da parte delle cosiddette altre forze sociali e politiche.
Si rende ancora una volta evidente come le crisi, da quella economica a quella sociale, anche in un momento di grave emergenza sanitaria come oggi, vengano scaricate sul popolo lavoratore.
Per questo come Partito Comunista sosteniamo e come lavoratori promuoviamo nei nostri luoghi di lavoro l’appello di adesione agli scioperi indetti dalle organizzazioni conflittuali che rivendicano:
SCIOPERO AD OLTRANZA
NON LAVORIAMO ! NON SIAMO CARNE DA MACELLO

Gli operai sono vittime del tradimento dei bonzi sindacali i quali dichiarano la loro piena soddisfazione per l’intesa raggiunta:
il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus COVID-19, negli ambienti di lavoro.
Una presa in giro dei lavoratori.
Questa non è “presa di coscienza in una situazione d’emergenza” questo è asservimento agli interessi padronali.
Il protocollo, da una parte invita a restare a casa, dall’altra da la libertà di scelta ai padroni di chiudere o tenere aperte le aziende.
Il COVID-19 rappresenta un rischio biologico generico per il quale occorre adottare misure uguali per tutta la popolazione (tranne che per i lavoratori).
Il protocollo pur di non fermare la produzione, permette di lavorare a meno di un metro, con mascherina, guanti ecc. Permette di misurare la temperatura corporea (sorvolando sulla privacy) da personale non medico, sospende i corsi obbligatori sulla sicurezza e permette, ad esempio ai carrellisti, di lavorare anche senza corsi di formazione. Ci dicono che è probabile che nei giorni prossimi il virus aumenterà, le fabbriche potrebbero essere focolai di dimensioni enormi.
Prima che sia troppo tardi, non rischiamo la vita per la produzione, la salute non è monetizzabile.
Le aziende possono applicare gli ammortizzatori sociali, se non lo fanno non ci resta che confermare lo Sciopero ad oltranza e prepararci a una lunga stagione di conflitto di classe. E’ tempo di decidere da che parte stare: dalla parte dei padroni o dalla parte dei lavoratori.
Lo sciopero è la protesta più dolorosa economicamente ma la più dignitosa per proteggere noi stessi e i nostri famigliari oltre che contenere il virus.
Lo sciopero è a copertura di tutti gli operai che non hanno alternativa per restare a casa. Possono aderire come e quando vogliono, nei giorni e per i che meglio ritengono.

RICHIESTE IMMEDIATE :
-Chiusura di tutti i siti produttivi finchè non sarà rientrata l’emergenza Coronavirus, ad eccezione delle produzioni e servizi essenziali.
-Nelle produzioni e nei servizi essenziali riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
-Utilizzo degli ammortizzatori sociali con integrazione salariale al 100%
– Assunzioni a tempo indeterminato di personale medico, scientifico e infermieristico; potenziamento della sanità pubblica, requisizione di tutte le cliniche private per l’ampliamento emergenziale del servizio pubblico come unico servizio universale e gratuito.

La FLMUniti mantiene lo sciopero già proclamato fino al 23 marzo e continua con SCIOPERO AD OLTRANZA PER TUTTO IL PERIODO EMERGENZIALE nel settore metalmeccanico ad eccezione delle produzioni servizi essenziali.

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CORONAVIRUS: INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI D’EUROPA

CORONAVIRUS: INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI D’EUROPA

L’iniziativa comunista europea (ICE) si è appena pronunciata in merito alla crisi del coronavirus che si sta verificando su scala internazionale, considerando che questa crisi “rivela i problemi accentuati e le carenze dei sistemi sanitari (pubblici) nei nostri paesi, essendo chiaramente insufficienti per soddisfare esigenze popolari “.

Nella sua dichiarazione, l’ICE sottolinea le politiche che per anni “hanno attaccato la salute, riducendone il finanziamento, congelando le assunzioni del personale sanitario e rendendo le condizioni di lavoro più flessibili, riducendo le stanze degli ospedali, chiudendo le strutture ospedaliere, affidando servizi in appalto alla sanità privata di fatto privatizzando e commercializzando la salute pubblica ”.

Tutto ciò, sottolinea l’ICE, in nome del grande capitale, che lucra sul prezzo dei materiale per la prevenzione. Al momento, i governi borghesi stanno cercando di affrontare la situazione tenendo conto di tutte le battute d’arresto che abbiamo subito a causa delle loro politiche di attacco alla sanità pubblica negli anni precedenti. Pertanto, “vengono assunti alcuni operatori sanitari temporanei e poco remunerati, costringendo il personale medico a lavorare in condizioni estenuanti”.

Dobbiamo vigili e intervenire nel movimento operaio sarà importante agire “contro gli obiettivi dei datori di lavoro, che cercano di ridurre i salari, non pagare i salari dei lavoratori o addirittura limitare i diritti del lavoro e della sicurezza sociale”.

Il comunicato ICE termina chiedendo una serie di misure immediate necessarie per contenere l’epidemia:

1) Assunzione di personale medico e infermieristico permanente con tutti i suoi diritti, nonché un aumento dei finanziamenti per coprire le esigenze del personale, della UCI e altre strutture necessarie per il pieno funzionamento dei servizi di sanità pubblica e dei centri di ricerca.
2) Lavoro fisso per tutti i medici e gli infermieri che lavorano in condizioni di lavoro flessibili e precarie.
3) Distribuzione gratuita di tutti i materiali di prevenzione necessari, sotto la responsabilità dello Stato.
4) Diritto di lasciare il posto di lavoro preservando l’integrità dello stipendio e tutti i benefici per i lavoratori

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COMMISSARIAMENTO

COMMISSARIAMENTO

Con sottoscrizione-votazione on-line la CCCG, di concerto col segretario generale e col CC (votazione 51 aventi diritto: 32 a favore, 17 contrari, 2 astenuti) ha approvato la proposta di scioglimento  degli organismi politici territoriali ed il commissariamento della Federazione di Roma secondo l’art. 14 dello Statuto e la proposta di Commissario nella figura del compagno Fabio Massimo Vernillo  (fino alla data del congresso già stabilito entro il 2020), a cui vanno i migliori auguri di buon lavoro. Da questo momento gli organismi locali decadono e la rappresentanza politica è del Commissario.

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Votazione CC e CCCG

Votazione CC e CCCG

Con sottoscrizione-votazione online del CC e della CCCG, secondo art.9 dello statuto che ne regolamenta le modalità di voto, è stato modificato in via transitoria lo statuto  (anche per definizione richiesta dalla Commissione di Garanzia degli Statuti per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici sia per l’ottenimento delle pratiche di richiesta del 2×1000 sia per rispondere ad atti di contestazione) con la l’istituzione della figura del “Presidente” in quanto rappresentante legale del Partito. Per questo incarico è stato votato il compagno Canzio Visentin. Per il ruolo di Tesoriere Centrale è stato votato il compagno Massimo Bizzoni. Le votazioni, come richiesto da statuto, sono state fatte da oltre i due terzi dei membri del CC e della CCCG con 46 votanti su 51 aventi diritto (35 a favore, 1 astenuto, 10 contrari e 5 non hanno partecipato al voto).  Ai compagni eletti vanno i migliori auguri di buon lavoro.

Nello Statuto si considerano effettuati questi cambiamenti : All’art. 11 si inserisce la figura del Presidente (e non più del tesoriere centrale) che ha la rappresentanza legale del Partito. A fine Statuto si inserisce il seguente articolo: “Disposizione aggiuntiva e transitoria(con approvazione votazione in seduta congiunta di CC e CCCG 7 marzo 2020) per l’istituzione della figura del Presidente in quanto Rappresentante Legale”.

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Coronavirus. Comunicato dell’Ufficio Politico del Partito Comunista.

Coronavirus. Comunicato dell’Ufficio Politico del Partito Comunista.

L’Ufficio Politico del Partito Comunista manifesta solidarietà alle vittime ed ai colpiti dal coronavirus ed apprezzamento per lo straordinario lavoro dei medici, dei lavoratori e delle strutture della sanità pubblica, nonché di tutti coloro che, dai ministeri preposti, operano per la sicurezza collettiva.
Oggi scegliamo di non aprire alcun tipo di polemica politica sull’argomento, ma vogliamo evidenziare come il settore della Sanità Pubblica, di cui sottolineiamo ancora il carattere “pubblico”, sia il fondamentale garante di alti livelli di assistenza, ricerca e competenze. Ribadiamo la necessità di aumentare le risorse per questo settore partendo dal taglio delle spese militari, delle missioni all’estero e dei finanziamenti alla NATO .
Infine stiamo monitorando e vigilando affinchè le astensioni precauzionali dal lavoro e dai servizi che riguardano settori pubblici e privati, non ricadano in alcun modo nella parte salariale diretta e indiretta dei lavoratori coinvolti.

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Verso il III Congresso del Partito Comunista

Verso il III Congresso del Partito Comunista

Il Comitato Centrale del Partito Comunista tenutosi oggi a Roma ha approvato la relazione e le conclusioni del segretario generale Marco Rizzo ed ha convocato il III Congresso Nazionale, da tenersi verso la fine del del 2020.

E’ stata votata una Commissione politico ed organizzativa, composta dai compagni dell’Ufficio Politico, segretari regionali o referenti: Marco Rizzo, Giorgio Apostolou, Laura Bergamini, Salvatore Catello, Tiziano Censi, Lorenzo Lang, Alberto Lombardo, Guido Ricci, Canzio Visentin, Antonella D’Angeli, Matteo Mereu (Piemonte), Angelo Davoli (Liguria), Rosa De Matteis (Lombardia) Riccardo Polimeni (Veneto) Isabella Sartogo (Friuli-Venezia Giulia), Gianmarco Chilelli (Emilia-Romagna), Yuri De Benedetto (Umbria), Fabio Massimo Vernillo (Lazio), Antonio Felice (Abruzzo), Michele Giambarba (Molise), Gennaro Thiago Nenna (Campania), Domenico Aquino (Basilicata), Roberto Cardilli (Puglia) Franco Adamo (Calabria), Alessandro D’Alessandro (Sicilia), Giuseppe Doneddu (Sardegna), Massimo Recchioni (fed.estera). E’ stata votata una Commissione verifica poteri composta dai compagni: Giuseppe Tulli (presidente CCCG), Monia Ciavarro, Massimo Gentile.

E’ stata convocata l’Assemblea Precongressuale a Chianciano il 7 e 8 Marzo 2020.

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Dichiarazione di solidarietà con la lotta dei lavoratori in Francia

Dichiarazione di solidarietà con la lotta dei lavoratori in Francia

Il Segretariato dell’Iniziativa Comunista Europea esprime la sua solidarietà internazionalista con gli scioperi dei lavoratori in Francia e invita i lavoratori ad esprimere il loro sostegno ai nuovi scioperi organizzati il 22 e il 24 gennaio in difesa del lavoro, della sicurezza sociale e dei diritti pensionistici, che sono calpestati dalla politica del governo Macron.

I lavoratori in Francia, con diversi scioperi e mobilitazioni, si scontrano con le misure antipopolari del governo Macron, dei gruppi imprenditoriali e con l’UE, che aumentano l’età pensionabile, convertono le pensioni in indennità e trasferiscono i contributi di sicurezza sociale e le riserve dei fondi assicurativi al gioco d’azzardo e ai gruppi speculativi.

L’attacco del governo ai salari, alle pensioni e al diritto alla previdenza sociale riguarda non solo i lavoratori in Francia ma in tutti i paesi. Perché il capitale, cercando di aumentare la propria redditività, promuove la giungla dei rapporti di lavoro, con lavoratori flessibili, malpagati e precari senza diritti lavorativi e previdenziali.

Denunciamo la brutale repressione e la campagna di calunnia e diffamazione della lotta della classe operaia da parte del governo Macron.

Le manovre e il ricatto del governo francese, che lasciano intatto il nucleo delle misure reazionarie che cerca di attuare, devono fallire.

Rafforziamo la solidarietà con la lotta dei lavoratori francesi, e di tutti i paesi, per le attuali previdenze e i diritti dei lavoratori. Chiediamo ai lavoratori europei di rafforzare la loro mobilitazione contro misure simili che sono state o saranno adottate nei loro paesi con la stessa forza di volontà dei lavoratori francesi. I lavoratori sono i produttori di ricchezza e lo rivendicano.

Viva la lotta dei lavoratori di Francia

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Dichiarazione congiunta dei Partiti Comunisti e Operai   SUL CRIMINALE ATTACCO DEGLI USA IN MEDIO ORIENTE

Dichiarazione congiunta dei Partiti Comunisti e Operai SUL CRIMINALE ATTACCO DEGLI USA IN MEDIO ORIENTE

I Partiti Comunisti e Operai denunciano il nuovo criminale attacco militare degli USA, su ordine di Trump, nel territorio di un paese straniero, nell’aeroporto internazionale dell’Iraq, che ha provocato vittime, tra cui funzionari iracheni e un generale iraniano. Ciò ha costituito una flagrante violazione del diritto internazionale e della sovranità dell’Iraq.
Denunciamo gli appelli degli Stati Uniti per un ulteriore coinvolgimento della NATO in Medio Oriente, insieme alle sanzioni contro l’Iran che accrescono i rischi di una conflagrazione generale nella regione.
L’accanita concorrenza, scatenata per il controllo dei mercati, delle fonti di energia e delle loro vie di trasporto, è molto pericolosa per i popoli.
I pretesti usati da USA, NATO e UE, per “mascherare” il nuovo attacco imperialista, sono stati usati anche nelle guerre imperialiste contro la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria e la Libia e costituiscono una provocazione contro i popoli. Ribadiamo la nostra solidarietà con i popoli dell’Iran e dell’Iraq, condanniamo le disumane sanzioni contro il popolo iraniano e qualsiasi ingerenza straniera all’interno dei due Paesi.
Sosteniamo il diritto dei popoli dell’Iran e dell’Iraq a lottare e ad avanzare le proprie rivendicazioni contro la politica antipopolare, condanniamo le misure di repressione e chiediamo che siano immediatamente fermate.
Esprimiamo, inoltre, il nostro cordoglio per la tragica perdita umana causata dall’abbattimento dell’aereo ucraino.
Chiediamo ai popoli dei nostri paesi, a tutti i popoli, di condannare con decisione il nuovo attacco criminale degli USA in Iraq, di esigere dai governi dei loro paesi di non sostenere e di non farsi coinvolgere nei piani imperialisti, di chiudere tutte le basi militari che servono da piattaforma di lancio di questo tipo di attacchi degli Stati Uniti e della NATO.

Partiti firmatari:
Partito Comunista Argentina
Partito comunista dell’Australia
Partito del lavoro dell’Austria
Partito comunista del Bangladesh
Partito comunista brasiliano
Partito Comunista della Gran Bretagna
Nuovo Partito Comunista della Gran Bretagna
Partito Comunista di Bulgaria
Partito comunista del Canada
Partito Comunista del Cile
AKEL, Cipro
Partito Comunista dell’Ecuador
Partito Comunista Egiziano
Partito comunista finlandese
Partito Comunista di Grecia
Partito Comunista dell’India [marxista] Partito Tudeh dell’Iran
Partito Comunista di Israele
Partito Comunista (Italia)
Partito dei lavoratori ungheresi
Partito comunista giordano
Partito dei lavoratori socialisti della Croazia
Partito Comunista Libanese
Partito Socialista (Lituania)
Partito Comunista di Malta
Partito comunista del Messico
Partito comunista norvegese
Partito comunista del Pakistan
Partito del Popolo Palestinese
Partito comunista paraguaiano
Partito Comunista della Federazione Russa
Unione dei partiti comunisti – Partito comunista dell’Unione Sovietica
Partito comunista dell’Unione Sovietica
Nuovo Partito Comunista della Jugoslavia
Comunisti di Serbia
Partito Comunista Siriano
Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna
Comunisti della Catalogna
Partito comunista dello Swaziland
Partito Comunista di Turchia
Partito Comunista di Ucraina
Unione dei Comunisti di Ucraina

Martedì 14 gennaio 2020

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CONTRO L’AGGRESSIONE IMPERIALISTA STATUNITENSE

CONTRO L’AGGRESSIONE IMPERIALISTA STATUNITENSE

L’assassinio del generale iraniano Soleimani dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, di cosa sono capaci gli Stati Uniti d’America e come mai si permettono di decidere la sorte degli individui, dei popoli e dell’intero pianeta mettendoci sull’orlo di una guerra mondiale.

Non c’è niente di più lontano da noi della teocrazia iraniana, ma nello scontro con l’imperialismo USA, nessuna equidistanza, ci schieriamo e ci schiereremo sempre contro l’imperialismo. In questo momento siamo a fianco della classe operaia, dei lavoratori e del popolo iraniano. 

Lotteremo con tutta la nostra forza affinchè in Italia non venga consentito l’utilizzo delle basi e l’invio di uomini per questa follia imperialista.

Fuori la NATO dall’Italia. Fuori l’Italia dalla NATO. Fuori dall’Unione Europea. Fuori dall’Euro. Per il Socialismo.                   Ufficio Politico del Partito Comunista. 

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Gli USA assassinano il Generale Soleimani. Atto terroristico contro il numero 2 dell’Iran.

Gli USA assassinano il Generale Soleimani. Atto terroristico contro il numero 2 dell’Iran.

Dichiarazione del segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo: «Con un attacco terroristico tramite un drone il governo degli Stati Uniti ha compiuto un vigliacco omicidio a Bagdad. Il generale Soleimani, eroe della difesa della Siria, di fatto il numero 2 dell’Iran, è stato assassinato con un bombardamento mirato, violando ogni norma del cosiddetto diritto internazionale.
È stato ucciso l’uomo che più ha combattuto e vinto l’Isis ed il terrorismo sul campo.
Siamo di fronte ad una dichiarazione di guerra totale degli USA all’Iran.
I media italiani e le inutili forze politiche, dai finti sovranisti al PD e cinquestelle, sono già schierati. Il Partito Comunista sarà in prima fila per evitare che il nostro Paese sia coinvolto nella guerra imperialista che sta per iniziare.»

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