«Marchionne esulta per aver quasi raddoppiato gli utili di FCA, ma è un risultato costruito sulla pelle di migliaia di lavoratori» – così Marco Rizzo del Partito Comunista (PC) – «Il modello Marchionne, sperimentato anni fa in Fiat e apripista di una nuova stagione di politiche anti operaie, si fonda sullo sfruttamento selvaggio dei lavoratori, l’attacco ai contratti collettivi nazionali con la contrattazione aziendale utilizzata come leva per imporre la riduzione dei diritti. Un modello che impone precarietà e condizioni sempre peggiori con l’appello alla “produttività”. Ma i volumi di produzione calano mentre in Italia si ricorre alla cassa integrazione e al lavoro in somministrazione. Pochi mesi fa 530 lavoratori FCA di Cassino venivano licenziati con un Sms. I lavoratori stanno peggio, i profitti aumentano. Non è un paradosso, ma il risultato dello sfruttamento che aumenta. FCA avrà anche raddoppiato i profitti, ma i lavoratori non hanno nulla per cui esultare».
Rizzo (Pc): «De Magistris e Delrio contro i lavoratori, noi al fianco di chi sciopera»
«Il Partito Comunista è al fianco dei lavoratori della Samir, che oggi a Napoli hanno dato un importante esempio di lotta» – così Marco Rizzo, leader del PC, sullo sciopero dei lavoratori della ditta di pulizie dell’ANM – «Se dei lavoratori in sciopero arrivano a bloccare il trasporto di una città, è perché sono giunti a una esasperazione tale da giustificare uno scontro portato a questi livelli. La Samir ha 5 milioni di euro arretrati non pagati, quanti di quelli che oggi condannano lo sciopero sono disposti a vivere senza stipendio? È vergognoso che De Magistris parli di “tolleranza zero” e definisca uno sciopero dei lavoratori “un atto criminale”, con una posizione indistinguibile da quella del Ministro dei Trasporti Delrio. La finta sinistra che dovrebbe essere “alternativa” al PD si unisce alla crociata contro il diritto di sciopero utilizzando gli stessi argomenti, noi no. Quando i lavoratori lottano per i loro diritti, noi comunisti sappiamo bene da che parte stare».
Alitalia, Rizzo (PC): «No alla svendita, nazionalizzare subito»
«La svendita di Alitalia sarebbe l’epilogo di una gestione parassitaria dell’azienda e l’ennesimo attacco ai lavoratori» – così Marco Rizzo del Partito Comunista sulle indiscrezioni circa la disponibilità di Lufthansa ad acquistare Alitalia per 300 milioni – «Già si parla di ridurre i diritti del personale di volo come precondizione dell’acquisto, mentre la compagnia tedesca chiarisce che dovrà essere l’Italia a occuparsi del risanamento. Non è tollerabile pensare a nuove iniezioni di denaro pubblico per risanare Alitalia per poi consegnarla a Lufthansa già infiocchettata. L’unica soluzione per Alitalia è la nazionalizzazione, con una gestione diretta di tutte le scelte aziendali da parte dei lavoratori. Ogni altra strada significa socializzare le perdite, frutto di parassitismo e incompetenza dei manager, scaricandole sulle spalle dei lavoratori e sulle nostre tasche, mentre i profitti continueranno a essere privati».
RIZZO (PC): «NO A REDDITO DI CITTADINANZA, SI PARLI DI LAVORO E SALARIO»
«Ora che anche Berlusconi propone il reddito di cittadinanza il cerchio si chiude» – così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC) – «Una proposta già cavallo di battaglia dei Cinque Stelle, fatta propria anche da molti a sinistra, tutti con forme diverse ma stessa sostanza. Da comunisti non ci ha mai convinto. Le nostre proposte contro povertà e disoccupazione sono altre: istituzione di un salario minimo intercategoriale, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario che permetta di lavorare meno, e soprattutto lavorare tutti. Il reddito di cittadinanza o di dignità, che saranno gli stessi lavoratori a pagare con le tasse, è una redistribuzione di ricchezza dai poveri ai poverissimi, che fa molto comodo alle grandi imprese, a cui servono consumatori per le loro merci. Ma per i lavoratori non basta una misura che renda tollerabile una situazione di precarietà; servono stabilità e sicurezza per il futuro».
ILVA. RIZZO (PC): «CALENDA E EMILIANO PRENDONO IN GIRO GLI OPERAI»
«Il teatrino ridicolo che si sta consumando fra Calenda e Emiliano è l’ultimo atto di una gestione malata del caso ILVA» – così Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista (PC), candidato alle prossime elezioni – «Mentre Governo e Regione Puglia si rimpallano accuse e minacce, si permette ad Arcelor e Marcegaglia di fare enormi guadagni sulla pelle degli operai. Prima gli si regala la più grande industria siderurgica di tutta Europa, e poi si accetta supinamente un piano industriale che prevede ben 4000 esuberi su 14.000 dipendenti. I lavoratori e i cittadini di Taranto non possono tollerare oltre. Serve l’immediata nazionalizzazione dell’ILVA e il suo affidamento ai lavoratori, iniziare seriamente le bonifiche e i lavori di copertura del parco minerario».
ETERNIT. MUSTILLO (PC). «DECISIONE CASSAZIONE, NUOVO SCHIAFFO ALLE VITTIME».
«L’impunità dei vertici della Eternit è stata di fatto assicurata. Prima la Cassazione aveva sostenuto la necessità di imputare il reato di omicidio volontario, oggi torna indietro sostenendo che tutta la vicenda Eternit può essere valutata solo a titolo colposo. Il risultato è che la prescrizione è più vicina, e mentre lavoratori e cittadini muoiono perla diffusione dell’amianto, i vertici di una società che ha fatto profitto sulla loro pelle, sono liberi e si godono il loro arricchimento». Così Alessandro Mustillo, dell’Ufficio Politico del Partito Comunista. «I vertici aziendali sapevano che l’amianto è materiale cancerogeno e nonostante questo hanno continuato la produzione di eternit per anni, condannando a morte lavoratori e migliaia di persone. Non si può dire che una scelta del genere, fatta in nome del profitto, sia semplicemente colposa. Chi ha preferito continuare a fare guadagni sapendo di contribuire alla morte di lavoratori e persone lo ha fatto coscientemente. Anche oggi – conclude la nota – l’Italia si mostra per quello che è: una repubblica fondata sulla tutela di speculatori e criminali, in cui i padroni la fanno sempre franca e restano liberi, mentre i lavoratori muoiono.
RIZZO (PC): «ILVA. I COMUNISTI APPOGGIANO LO SCIOPERO AD OLTRANZA».
«Serve il blocco degli stabilimenti» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista in appoggio alla lotta dei lavoratori. «Purtroppo era facile prevedere l’esito del piano industriale “lacrime e sangue” dei nuovi padroni di Arcellor Mittal tanto quanto del piano ambientale promulgato dal Governo. Siamo di fronte a licenziamenti veri e propri per migliaia di lavoratori nonché ad un disastro ambientale e sanitario di un’intera popolazione a partire da Taranto. Di fronte a tale arroganza, che arriva fino a rimandare l’incontro con le parti sociali, il Partito Comunista appoggia la lotta dei lavoratori e le indicazioni dell’unico sindacato di classe, la FLMUniti CUB, che a Taranto sin dall’inizio aveva respinto qualunque licenziamento, richiesto il fermo degli impianti inquinanti, la bonifica immediata dei siti a fronte di nessuna diminuzione del salario. L’unica modalità per avere un risultato è quello di unire le istanze dei lavoratori con quelle della popolazione. Il Governo ed i sindacati concertativi cercheranno invece di lavorare al ribasso nella difesa di solo qualche posto di lavoro e di qualche mancia da barattare per la resa totale al padronato. L’appoggio dei comunisti – conclude la nota – va alla lotta che blocca lo stabilimento e istituisce presidi permanenti fino al raggiungimento dell’obiettivo di lavoro e salute per tutti.
Massima mobilitazione per lo sciopero generale del 27 ottobre.
Il 27 ottobre le sigle sindacali di base CUB, SGB, SI-COBAS, USI, SLAI COBAS hanno proclamato lo sciopero generale di tutti i lavoratori per l’intera giornata. Il Partito Comunista sostiene questa scelta e le ragioni dello sciopero; invita i lavoratori ad una massiccia partecipazione all’astensione dal lavoro e alle manifestazioni di piazza; guarda positivamente alla formazione di un fronte unitario sindacale di classe che, a partire dall’unità dei sindacati promotori dello sciopero, sta intercettando l’adesione di lavoratori, rappresentanti sindacali e dei settori più combattivi di altre forze sindacali in rotta con la linea delle proprie dirigenze.
Lo sciopero generale del 27 ottobre rappresenta l’occasione di rilancio e rafforzamento del conflitto di classe nei luoghi di lavoro, proprio nel momento in cui i primi barlumi di ripresa di settori dell’economia italiana, garantiscono un incremento dei profitti per il capitale realizzato tutto sulla pelle dei lavoratori, sull’incremento del loro sfruttamento, sulla cancellazione dei diritti e la diminuzione generalizzata dei salariali, con il ricordo a maggiore precarietà, e con l’aumento dell’età pensionabile. E’ necessaria una forte risposta da parte dei lavoratori, che va di pari passo con il rafforzamento del sindacalismo di classe.
Lo scorso 16 giugno lo sciopero unitario dei trasporti, promosso dalle stesse sigle sindacali, ha dimostrato tutta la forza di una proposta di mobilitazione basata sulla rottura delle politiche compromissorie adottate dalle dirigenze dei sindacati confederali, bloccando il trasporto di merci e persone in tutto il Paese. La prova dell’importanza della mobilitazione dei lavoratori è stata la risposta della classe padronale e dei partiti che ne difendono gli interessi. Finanza, Confindustria, partiti di governo e opposizione hanno tuonato contro l’iniziativa, chiedendo a gran voce provvedimenti che limitassero ulteriormente il diritto di sciopero, scatenando una campagna denigratoria contro i lavoratori, con l’appoggio degli apparati mediatici e la complicità esplicita delle dirigenze dei sindacati confederali. Ciò che il fronte padronale ha temuto è stata la capacità del sindacalismo di classe di rompere il monopolio confederale, ritagliarsi una posizione di primo piano conquistando ampi settori di lavoratori non iscritti che però hanno trovato condivisibili le parola d’ordine di chi non ha chinato la testa.
Il 27 ottobre è anche una risposta a quanti, in un momento di possibile ripresa del conflitto di classe, intendono emanare provvedimenti reazionari con l’intenzione di dare una stretta ulteriore ad un diritto di sciopero, già largamente ridotto in questi anni. I piani più reazionari delle forze politiche borghesi possono essere sconfitti solo con la lotta aperta dei lavoratori: scioperare contro chi vuole ridurre il diritto di sciopero è l’unico modo per mostrare la forza dei lavoratori.
Il Partito Comunista sostiene le giuste rivendicazioni dei promotori dello sciopero del 27 ottobre. In particolare rappresenta un punto centrale la lotta contro le disparità salariali e di diritti tra lavoratori, per differenze di genere, e per porre fine alla competizione tra poveri che avviene nei luoghi di lavoro tra lavoratori italiani e immigrati, foraggiata e sostenuta dal capitale per dividere la classe lavoratrice e ottenere condizioni di maggiore sfruttamento. Il PC sostiene le richieste su abbassamento dell’età pensionabile, incremento di salari e riduzione degli orari di lavoro; ritiene importante legare queste rivendicazioni all’opposizione alle politiche imperialiste, alla lotta per la sanità e l’istruzione pubblica, alla condanna dei processi di privatizzazione in atto, ad una netta presa di posizione sui provvedimenti legislativi e gli accordi, come quello del 10 gennaio, che riducono i margini d’azione e di lotta del sindacato e di tutti i lavoratori.
Non è più tempo di battaglie di retroguardia, o di vani tentativi di concertazione, o illusioni su riforme. La crisi economica, i provvedimenti dei governi che in questi anni hanno cancellato sistematicamente ogni diritto conquistato dalle lotte del movimento operaio nel dopoguerra, dimostrano chiaramente che i lavoratori potranno conquistare definitivamente i loro diritti solo con l’abbattimento del sistema di dominio del capitale, con la conquista del potere diretto nelle mani dei lavoratori, con una società socialista.
Per tutte queste ragioni il PC sarà in piazza, invitando alla più larga mobilitazione nella data del 27 ottobre, e lavorando affinché i lavoratori delle altre organizzazioni sindacali conducano una lotta per l’adesione di tutti i sindacati di base e dei settori, di categoria o singoli posti di lavoro, per estendere e rafforzare la mobilitazione.
Ufficio Politico del Partito Comunista
Roma 12/09/2017
FIUMICINO. MUSTILLO (PC): «DAL GOVERNO NESSUNA GARANZIA PER I LAVORATORI».
«La gestione commissariale di Alitalia non sta fornendo alcuna garanzia sul futuro dei lavoratori, in particolare del personale di terra della compagnia. A rischio sono ancora una volta migliaia di posti di lavoro, condizioni salariali e diritti che andranno perduti in nome del mercato» Così Alessandro Mustillo, segretario romano del Partito Comunista, esprimendo solidarietà ai lavoratori dell’aeroporto di Fiumicino, oggi in assemblea. «La vittoria del no al referendum è stato un passo importante e non scontato. La risposta del governo è ovviamente quella di punire i lavoratori, perché questo è ciò che chiedono i grandi gruppi finanziari e industriali del Paese. La liquidazione della compagnia e il suo smembramento sembrano oggi l’unico scenario che viene preso in considerazione dal governo. Si tratta di una soluzione inaccettabile per i lavoratori e per tutto il Paese. Una situazione del genere comporterebbe la cessione di interi rami d’azienda, con i lavoratori lasciati ad appalti, cooperative, società esterne. Conosciamo già i risultati di questa ricetta e li rifiutiamo. Mentre si garantiscono prestiti milionari e si evita il fallimento di intere banche regalandole a banche più grandi, il governo ostinatamente rifiuta di prendere in considerazione l’unica ipotesi praticabile e risolutiva: la nazionalizzazione di Alitalia. C’è un’alternativa alle svendite ai privati e ai prestiti a fondo perduto: il controllo statale. Questa è l’unica soluzione. Il Partito Comunista – conclude la nota – sarà a fianco dei lavoratori, come fatto in tutti questi mesi di lotta. Invita i lavoratori e le forze sindacali conflittuali a non cedere, a mantenere la consapevolezza che questo governo farà di tutto per assecondare gli interessi dei privati e dare un ulteriore colpo alle condizioni dei lavoratori. La stretta sul diritto di sciopero che si prospetta, serve anche a colpire i lavoratori di Alitalia e tutto il settore dei trasporti e della logistica che in questi mesi è stato l’avanguardia delle lotte operaie. Saremo con i lavoratori negli scioperi e nelle prossime iniziative di lotta, a partire dallo sciopero generale di ottobre».
RIZZO (PC): «PROPOSTE SUGLI SCIOPERI DEGNE DEL VENTENNIO FASCISTA»
«Le proposte di legge di revisione del diritto di sciopero nel trasporto sono degne del ventennio fascista». Così Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista «Il governo punta ad attaccare i sindacati conflittuali, che registrano sempre più consensi e adesioni rispetto ai sindacati ammaestrati. Limitare il diritto di sciopero con il 50% degli iscritti, referendum e dichiarazione di adesione da parte dei lavoratori significa attentare al diritto di sciopero, disarmando i lavoratori all’alba di una nuova massiccia campagna di privatizzazione dei trasporti locali. Già oggi le procedure per convocare scioperi nei trasporti sono strettissime, piuttosto che impedire le proteste per legge il governo dovrebbe ascoltare le ragioni dei lavoratori. I comunisti – conclude la nota – saranno al fianco delle forze sindacali di classe per lottare contro questo provvedimento, che solo apparentemente si limita ai lavoratori dei trasporti, ma presto, se fosse approvato, sarebbe esteso a tutte le categorie. Chiamiamo tutti i lavoratori ad una vasta mobilitazione popolare contro questa legge fascista e contro questo governo servo degli interessi del grande capitale».
SOSTEGNO ALLO SCIOPERO DEI TRASPORTI
Il Partito Comunista saluta la grande mobilitazione dei lavoratori del settore dei trasporti che oggi in massa hanno aderito allo sciopero proclamato dai sindacati di base. Le forti adesioni hanno bloccato in tutta Italia i servizi di trasporto, come non accadeva da tempo.
I lavoratori hanno ragioni da vendere per questa protesta. Dalla vicenda Alitalia alle privatizzazioni dei trasporti locali, sono a rischio migliaia di posti di lavoro, mentre è certo il peggioramento delle condizioni lavorative e salariali. La strategia delle privatizzazioni che da anni hanno affidato nelle mani di società senza scrupoli, false cooperative che non vedono l’ora di accaparrarsi la gestione degli appalti con l’unico intento di triplicare i profitti, produce dissesto economico, disoccupazione, peggiori servizi all’utenza, preoccupante riduzione dei livelli di sicurezza e caduta libera di salari, diritti e tutele dei lavoratori.
Migliaia di lavoratori sono a rischio ad Alitalia e nell’indotto aeroportuale.Decine di migliaia di ferrovieri e autoferrotranvieri rischiano di subire gli stessi effetti devastanti consumati negli aeroporti, dalle società aeree , avendo come modello industriale quello delle Low Cost, basato sullo sfruttamento dei lavoratori, in modo particolare nella logistica, con ritmi di lavoro pesantissimi, manodopera in nero, condizioni igieniche e sicurezza quasi inesistenti, cambi d’appalto al massimo ribasso, salari da fame, mancato riconoscimento di vari istituti contrattuali.
La recente approvazione della manovra con la cancellazione della regolamentazione del settore autoferrotranviario è il regalo che il Partito Democratico ha fatto alle grandi società per aprire ad una più massiccia privatizzazione e deregolamentazione del settore a tutto vantaggio dei profitti privati e a danno dei lavoratori.
Tutto ciò non è il prodotto casuale delle scelte politiche, ma risponde agli interessi dei grandi monopoli, alla volontà strategica della UE e delle istituzioni internazionali, a cui tutte le forze politiche sono sottomesse.
Per queste ragioni il Partito Comunista solidarizza con la protesta dei lavoratori. Invita i lavoratori a contrastare con forza le politiche del governo, i piani di UE, BCE, FMI, a rifiutare le sirene dei sindacati collaborazionisti che sostituiscono gli accordi al ribasso sulla pelle dei lavoratori alla mobilitazione e all’organizzazione di classe. Il PC invita i lavoratori ad unirsi alle forze che oggi lottano per dar vita al sindacato di classe, a sostenerne le lotte.
Roma 16.06.17
Ufficio Politico Partito Comunista