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DONNE NEL SOCIALISMO
“Nella DDR potevo essere per la prima volta una libera professionista. Potevo vivere da scrittrice e fare persino piccoli viaggi e andare a teatro. Ero coperta per tutto ciò di cui avevo bisogno: potevo dedicarmi produttivamente alla mia attività senza dovere pensare ogni giorno: potrò pagare l’affitto il mese prossimo?”
(Gisela Kraft)
Gisela Kraft nata a Berlino, tra il 1956 ed il 1959 prese parte ad una serie di corsi di formazione teatrale e di Euritmia a Berlino, Stoccarda e Dornach svolgendo tra il 1960 ed il 1972 una serie di lavori teatrali.
Continuò la sua formazione accademica conseguendo, nel 1978, il dottorato con una tesi sul poeta turco Fazıl Hüsnü Dağlarca.
Dal 1978 al 1983 lavorò come ricercatrice accademica presso l’Istituto di studi islamici.
La sua vita cambiò quando si occupò di tradurre l’opera The Epic of Sheik Bedreddin, una collezione di poesie a cura di Nazim Hikmet, poeta comunista turco che, nella Germania dell’Ovest, le procurò un attacco da parte di intellettuali turchi di sinistra.
Gisela venne accolta nella Germania dell’Est dove ebbe l’opportunità di emanciparsi e vivere in modo dignitoso come poetessa in un modo che le sarebbe stato impossibile ad Ovest.
Donna socialista da sempre impegnata si ricorda anche per aver ricevuto il premio Weimar del 2006 come traduttrice letteraria ed il Premio Christoph Martin Wieland per il suo epilogo nell’opera Die Namen ser Sehnsucht di Nâzım Hikmet.
La lotta per l’emancipazione femminile o è anticapitalista o non è.