BISOGNI REALI E RISPOSTE DEVIATE: TORNA IL MOVIMENTO DEI FORCONI.

BISOGNI REALI E RISPOSTE DEVIATE: TORNA IL MOVIMENTO DEI FORCONI.

 

 

Torna a farsi sentire, in questi giorni, la mobilitazione del “ Movimento dei Forconi “ che aveva iniziato a far parlare di se, circa un anno fa, a partire dalla Sicilia. Ora, ambisce ad assumere una dimensione nazionale con i giorni di mobilitazione indetti dal 9 al 13 dicembre, che dovrebbero vedere protagonisti settori del ceto medio colpito dalla crisi ( commercianti, agricoltori, autotrasportatori, taxisti ), in lotta su una piattaforma abbastanza vaga ma che investe e chiama in causa le politiche dei governi nazionali e dell’Unione Europea responsabili di aver determinato una vera e propria rapina economico-sociale antipopolare.

Caratterizzato dalla presenza, nei suoi dirigenti e militanti, di personalitĂ  chiaramente di destra ed estrema destra ( Forza Nuova ecc. ), tale movimento cerca di farsi interprete del disagio e della sofferenza sociale di ampi settori del mondo del lavoro autonomo e della piccola impresa in via di proletarizzazione in seguito alla crisi, partendo dai temi della pressione fiscale, della caduta dei consumi che condannano inevitabilmente alla marginalizzazione ed alla crisi commercianti, artigiani, piccoli imprenditori ecc.

L’ Italia, infatti, è fra i paesi più colpiti dalla attuale crisi. Nei giorni scorsi, i dati Istat ci hanno ricordato che siamo il secondo paese, dopo la Grecia, a rischio povertà, con 18 milioni di persone che stanno per entrare in questa condizione sociale. Siamo, poi, il quarto paese europeo per pressione fiscale ( 44% del Pil – ultimo rapporto Censis ), il primo per disoccupazione giovanile ( 41,2% del Pil ) con 100.000 giovani italiani che, ogni anno, fuggono all’estero, e con un tasso fra i più alti di disoccupazione totale ( 12,3% ). Ogni giorno, infatti, migliaia di piccole imprese chiudono, colpite dalla crisi. Bisogna, inoltre, ricordare che in Italia vi sono 5 milioni di lavoratori autonomi ( commercianti, artigiani, ecc. ) e 4 milioni di imprenditori ( di cui il 97% con meno di 50 dipendenti e l’80% con poche unità di lavoratori occupati ).

In tale situazione, è chiaro che il disagio sociale e la volontà di reagire con la lotta non tocca più soltanto la classe operaia ed i lavoratori dipendenti, ma sempre più ampi settori di ceto medio che si vedono proiettati verso una condizione di relativa povertà.

Il problema è : come lottare, alleandosi con chi e per fare che cosa ?

Noi comunisti proponiamo la creazione di un ampio Fronte degli operai, dei lavoratori dipendenti ed autonomi e dei piccoli imprenditori in crisi sulla base di una piattaforma di lotta che  abbia nella difesa del salario, della occupazione e dei redditi di commercianti, artigiani e piccoli imprenditori i punti in comune, per realizzare i quali si rendono necessarie le seguenti misure:

Esproprio e nazionalizzazione dei principali gruppi industriali e del sistema bancario che sono i principali responsabili della crisi sociale, a cui lo Stato ha devoluto somme ingenti ottenute col prelievo fiscale dai lavoratori dipendenti ed autonomi.

Pianificazione dello sviluppo economico del Paese in base agli interessi e bisogni del popolo, sottoposta a controllo da parte di organismi di potere operaio e popolare, al fine di poter determinare, attraverso il controllo pubblico della produzione e distribuzione della ricchezza, un’immediata e consistente riduzione della pressione fiscale sui redditi popolari.

Uscita del nostro Paese dall’Unione Europea, dalla zona euro e dalla NATO come condizione per poter arrecare immediato sollievo alla condizione di vita di decine di milioni di italiani e poter  determinare liberamente e diversamente da oggi il nostro futuro e le condizioni della vita individuale e sociale del popolo.

Invitiamo, quindi, tutti i lavoratori dipendenti ed autonomi, i piccoli imprenditori che, in questi giorni, sentono il richiamo alla mobilitazione a partire dalla loro condizione di sofferenza sociale, a riflettere e discutere su questa nostra analisi e sulle nostre proposte per creare un ampio Fronte  contro il capitalismo che distrugge la nostra vita e per creare il socialismo, fondato sulla proprietà pubblica dei grandi mezzi di produzione e delle banche, sulla pianificazione economica dello sviluppo per restituire ruolo e funzione sociale anche alla piccola impresa, come condizione per liberarsi dalla oppressione fiscale e creare una nuova democrazia fondata su organismi di controllo operaio e popolare.

NO ALLA RIVOLTA ED ALLA SOMMOSSA FINE A SE STESSA

ALLEANZA DI POPOLO CONTRO IL CAPITALISMO PER UNA VERA RIVOLUZIONE PER IL SOCIALISMO-COMUNISMO !!!                                                                 

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