Tutti i parlamenti delegittimati dal 2006 in poi, da una corte costituzionale che si auto delegittima perché eletta per un terzo dagli stessi parlamenti e per un altro terzo nominata da un presidente della repubblica, a sua volta delegittimato perché eletto e rieletto da quegli stessi parlamenti, che in ultimo hanno espresso tutti governi senza legittimazione democratica, perché formati sulla base di premi di maggioranza e sul voto di parlamentari eletti su nomina delle oligarchie politico-economiche.
Al termine dell’ apertura di questa incredibile matrioska istituzionale si scopre il vuoto e la miseria cui la borghesia ha condotto le istituzioni repubblicane.
Una Costituzione ridotta ad un puro simulacro, snaturata e schiacciata da un costituzione materiale implacabile e violenta nei suoi nuovi contenuti di classe, a partire dall’ inedito principio del pareggio di bilancio, padre di ogni nefandezza e della fine di una pretesa indipendenza nazionale.
Una Costituzione per la quale sono diventati carta straccia il ripudio della guerra come metodo di risoluzione delle controversie internazionali, il diritto di sciopero, il diritto alla casa, il diritto alla salute, il diritto alla difesa nazionale assicurata da un esercito di popolo.
Una Costituzione di una repubblica fondata sul lavoro, ma che non ha mai concretamente affermato il diritto fondamentale al lavoro.
Una Costituzione che affermava il suffragio universale e quindi il principio di una testa un voto, e che ora sancisce che chi è in una maggioranza relativa si trova a rappresentare una pretesa rappresentanza assoluta.
Una Costituzione che voleva un capo dello stato suo garante supremo, nonché garante dell’autonomia e dell’equilibrio tra i poteri, e che oggi invece mette sotto i piedi la Carta e interviene per sopraffare tutti e tre i poteri, e addirittura per contraddire le sentenze della Corte costituzionale.
Quest’ultima ha sentenziato l’incostituzionalità del premio di maggioranza e lui spinge il parlamento ad approvare una legge elettorale maggioritaria, e perciò di nuovo incostituzionale.
Ma di quale Costituzione stiamo parlando ?
Non certo di quella conquistata dalla lotta partigiana, dalla gloriosa Guerra di Liberazione dal nazifascismo.
Non certo della Costituzione conquistata dai Comunisti. Non certo la nostra Costituzione.
Il nostro primo maestro, Karl Marx, lo aveva del resto previsto. Che la borghesia, al culmine del sua ascesa, e quindi all’inizio del suo inesorabile declino, avrebbe gettato la sua maschera liberal-democratica e sarebbe stata costretta a prendere in prima persona le redini del suo potere iniquo, senza le ipocrisie e le mediazione della sua politica.
Spetta ora, perciò, al proletariato dare senso, nuova vita, concretezza alla politica.
Perché le alternative politiche sono oggi rimaste o il Socialismo-Comunismo o la comune rovina delle classi sociali.